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Pil Italia: invariato nel 4° trimestre 2024
Nei confronti del 4° trimestre del 2023 l'incremento è stato dello 0,5%. I dati sono stati inferiori al consensus degli analisti

di Redazione Soldionline30 gen 2025 ore 10:41
PIL ITALIA, IL DATO PRELIMINARE DEL 4° TRIMESTRE 2024
pil-italia_2Secondo le indicazioni comunicate dall'ISTAT, nel 4° trimestre 2024 il Pil italiano ha registrato una variazione nulla rispetto al trimestre precedente e un incremento dello 0,5% nei confronti del 3° trimestre del 2023. I dati sono stati inferiori al consensus degli analisti, che indicava una crescita rispettivamente dello 0,1% e dello 0,6%.

L'ISTAT ha segnalato che "è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una diminuzione in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta".

L'istituto di statistica ha evidenziato che il 4° trimestre del 2024 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al 4° trimestre del 2023.

La variazione acquisita per il 2025 è nulla.


https://www.soldionline.it/notizie/macr ... talia-2024

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Qualcuno si lamenta che dico troppe cose sull'operato della Meloni dimenticandosi che il nome Meloni lo sentimo SU TUTTI i TG .....H24..... Programmi di almeno 10 canali tv ...per 7 gioni su 7 ....raccontandoci delle sue prodezze in giro per la sfera terraquea .....

Ad ogni modo, pur essendo vero che il PIL é fermo, come minimo
dovresti anche ricordare che la scena geo politica é un pochettino
inguaiata e che i nostri maggiori committenti e clienti europei,
Germania e Francia sono in retrocessione .

Cappitto mi hai ?

Leno Lazzari ha scritto: 30 gen 2025, 18:04 Ad ogni modo, pur essendo vero che il PIL é fermo, come minimo
dovresti anche ricordare che la scena geo politica é un pochettino
inguaiata e che i nostri maggiori committenti e clienti europei,
Germania e Francia sono in retrocessione .

Cappitto mi hai ?

Caro Leno non è una cosa che mi fa piacere .
Rammenti quando mesi fa a fronte delle dichiarazione trionfalistiche della Meloni ponevo l'accento sulle possibili variazioni di quell'indice , quindi non erano necessari fare trionfalismi ...

vito ha scritto: 30 gen 2025, 20:01 Caro Leno non è una cosa che mi fa piacere .
Rammenti quando mesi fa a fronte delle dichiarazione trionfalistiche della Meloni ponevo l'accento sulle possibili variazioni di quell'indice , quindi non erano necessari fare trionfalismi ...

Certo che me lo ricordo ma guai a quel capo di stato o di governo
che si professa pessimista al suo popolo .

Leno Lazzari ha scritto: 30 gen 2025, 20:15 Certo che me lo ricordo ma guai a quel capo di stato o di governo
che si professa pessimista al suo popolo .

Hai pienamente ragione per un capo di governo ......ma un capo di governo deve lavorare con dignità e onore evitando ogni genere di polemiche in specie del genere di quelle che oggi dobbiamo sentire e vedere ....

Leno Lazzari ha scritto: 30 gen 2025, 18:04 Ad ogni modo, pur essendo vero che il PIL é fermo, come minimo
dovresti anche ricordare che la scena geo politica é un pochettino
inguaiata e che i nostri maggiori committenti e clienti europei,
Germania e Francia sono in retrocessione .

Cappitto mi hai ?

Dimentichi i terroristi interni, che quando le cose cominciano ad andare meglio fanno subito ricorso a disordini di piazza, scioperi ed avvisi di garanzia con processi lenti ed inutili.

Valerio ha scritto: 31 gen 2025, 1:08 Dimentichi i terroristi interni, che quando le cose cominciano ad andare meglio fanno subito ricorso a disordini di piazza, scioperi ed avvisi di garanzia con processi lenti ed inutili.

Terroristi Valerio ?

Vanno chiamati col loro nome...........sciacalli .

Leno Lazzari ha scritto: 31 gen 2025, 5:33 Terroristi Valerio ?

Vanno chiamati col loro nome...........sciacalli .

Facciamo una riflessione su queste persone

https://www.gettyimages.it/immagine/sciopero?page=2

vito ha scritto: 31 gen 2025, 15:13 Facciamo una riflessione su queste persone

https://www.gettyimages.it/immagine/sciopero?page=2

Scusa Vito ma io non ho capito perché mi-ci dovrebbe interessare
il sindacato scrittori,attori etc Sag Afta .

Mi sono perso una puntata ?

Leno Lazzari ha scritto: 31 gen 2025, 15:19 Scusa Vito ma io non ho capito perché mi-ci dovrebbe interessare
il sindacato scrittori,attori etc Sag Afta .

Mi sono perso una puntata ?

Leno abbi pazienza ....il linck mostra scioperi che avvengono in tutto il mondo di gente che ha dei problemi , anche e perchè se non li avessero NON credo che butterebbero soldi per scioperare .
Quando ero in fabbrica scontrandoci con i sindacati andammo a dare aumenti di stipendio mensili con i sindacati contrari .
Infatti da noi se avevamo uno sciopero all'anno di mezza giornata era tanto .

vito ha scritto: 31 gen 2025, 16:59 Leno abbi pazienza ....il linck mostra scioperi che avvengono in tutto il mondo di gente che ha dei problemi , anche e perchè se non li avessero NON credo che butterebbero soldi per scioperare .
Quando ero in fabbrica scontrandoci con i sindacati andammo a dare aumenti di stipendio mensili con i sindacati contrari .
Infatti da noi se avevamo uno sciopero all'anno di mezza giornata era tanto .

Cappitto ti ho .

E con gli scioperi tutti i problemi scompaiono.

Leno, ma non lo sapevi?

I dati preoccupanti sono il netto calo della produzione industriale e il crollo dei salari reali cioè del potere d'acquisto degli italiani rispetto al 2019 prima della pandemia:
https://www.corriere.it/economia/lavoro ... 4xlk.shtml
Il PIL cresce, sia pure di poco, mentre cala la produzione industriale. Questo era abbastanza prevedibile. L'Italia, come molti paesi ricchi dell'Occidente, si sta deindustrializzando per tendere a un'economia di servizi. Questo trend presenta lati positivi e negativi. Per ora i servizi riescono ad assorbire, in termini di PIL e di occupazione, il calo dell'industria, ma non è detto che sarà sempre così. Importiamo prodotti industriali da paesi poveri o meno ricchi di noi, quindi è prevedibile che il costo del lavoro e molto probabilmente anche i costi delle materie prime cresceranno insieme alla crescita dei consumi interni di questi paesi. Inoltre è intuitivo che i grandi paesi non possono vivere di soli servizi o quasi. Possono farlo paesi come la Svizzera, il Lussemburgo, Singapore, i paradisi fiscali. Il mondo nel suo insieme non può vivere di soli servizi. Ed è un peccato perché in una economia di soli servizi una crescita sostenibile potrebbe essere reale e non illusoria. La crescita economica potrebbe essere disaccoppiata dall'impatto ambientale. Delocalizzando all'estero la produzione industriale inquiniamo meno ed emettiamo meno gas serra ma è come se esportassimo nei paesi produttori le emissioni che sarebbero necessarie se producessimo in casa queste merci. Il bilancio planetario è in ogni caso negativo perché in questi paesi le norme ambientali di solito sono meno severe che in Occidente, inoltre bisogna aggiungere le emissioni relative al trasporto delle merci, per es. dall'Estremo Oriente all'Europa. Fino a ieri le macchine sottraevano più lavoro umano all'industria che ai servizi, ma con l'intelligenza artificiale potrebbe verificarsi il contrario. Naturalmente da ambientalista io sono favorevole alla decrescita economica dei paesi ricchi. Se questi si impoveriscono anche i paesi esportatori come la Cina produrranno meno ed emetteranno meno. Il problema grosso è la decrescita non equa. Dovrebbe essere scaricata sui ricchi e invece c'è il trend opposto. In Italia diminuiscono i salari reali quindi i lavoratori dipendenti si impoveriscono mentre si arricchisce una minoranza di privilegiati. E la politica, che si orienta a destra in moltissimi paesi, favorisce questo trend iniquo. La transizione ecologica implica decrescita o stagnazione nei paesi ricchi, che dunque avrebbero bisogno di politiche di sinistra (es. una tassazione molto progressiva e imposte patrimoniali, lotta all'evasione e ai paradisi fiscali, nazionalizzazione delle grandi imprese). E invece in Italia e altrove accade il contrario. Il popolo non si è ancora impoverito abbastanza per riaprire gli occhi.