2018: Marchionne si ammala e muore
Fino a quel momento, Marchionne si era sempre rifiutato di vendere la FCA ai francesi di PSA, valorizzando le produzioni italiane tanto quanto quelle americane.
2020: gli Agnelli-Elkann vendono ai francesei
La vendita avviene durante il governo di Conte II, sostenuto dal M5S e dal Pd. Ovviamente, non solo nessuno obietta sulla vendita e sul passaggio di controllo del settore automotive alla Francia, ma anzi tutto sembra scivolare nel silenzio generale.
2020: prestito di 6,3 miliardi a FCA
Non solo il governo M5S-Pd fa passare la vendita di FCA ai francesi in ombra, ma gli fa pure prestare 6,3 miliardi garantiti dal governo. E, per massimo sfregio, Elkann dichiara che, di quei 6,3 miliardi, 5,5 verranno utilizzati per pagare i dividendi da plusvalenza per l’operazione di fusione FCA-PSA. Il tutto in pieno lock down e con ristoratori, baristi e artigiani che facevano la fame.
2021: arrivata Tavares e iniziano gli oltraggi alle fabbriche italiane
Tavares inizia subito con i fornitori di FCA in Italia e manda loro una lettera avvisandoli di possibili riduzioni o rescissioni dei contratti nei mesi a venire. Poi chiede continuamente soldi al governo se vogliono che le produzioni vengano lasciate in Italia. Poi accusa le fabbriche di scarsa produttività e inizia a far saltare posti di lavoro e saranno 14.000 in meno durante la sua gestione. Poi, per scherno e paradosso, poiché nelle fabbriche francesi deve assumere nuovo personale, chiede ai dipendenti italiani di trasferirsi in Francia. Ma non erano dei lazzaroni poco produttivi? Poi inizia un trasferimento continuo dei marchi italiani nelle fabbriche straniere. Di particolare rilievo l’arrivo dagli stabilimenti marocchini di auto Fiat con tanto di bandierina italiana sulla carrozzeria.