Antisemitismo e Cristianesimo, storia e attualità: verità e falsità a confronto.
Inviato: 17 lug 2024, 8:33
Preciso che io non apro questa discussione per assecondare l'odio immotivato, al contrario per evitare i guai derivanti da pregiudizi e prevenzioni.
Accanto alla denuncia dei crimini antisemiti e al lutto di chi ingiustamente punito c'è una forma di vittimismo che nega la interezza delle vicende. Questo è stato detto anche da molti ebrei. Si cerca di sfruttare la Shoah per imporre delle idee e negare una parte della storia.
La contrarietà che gli ebrei hanno dovuto affrontare in Occidente o a contatto coi poteri occidentali va valutata considerando i fatti seriamente. La stessa storia biblica non presenta immagini idealizzate e racconti univoci, inoltre la vicenda biblica del popolo eletto non deve essere un modo per fingere vicende tutte uguali. Le storie bibliche veterotestamentarie riguardanti Israele e il popolo eletto non hanno lo scopo di mostrare che gli ebrei avevano ragione e gli altri torto, ma di far comprendere le ragioni della fede e il valore dell'intervento di Dio nella storia dei popoli e delle nazioni, che non si ripetono uguali sulla falsariga di un racconto sacro, il quale facendo da esempio non fa pure da matrice.
Il contrasto di ebraismo e giudaismo con ellenismo e romanità durante l'antichità, coi germanesimi medioevali e i nazionalismi moderni, non deve essere confuso e ridotto a criminologia. Si tratta di vicende che nei loro tratti essenziali vanno valutate politologicamente. I poteri culturali ellenisti e la funzione del diritto romano, gli sforzi del mondo barbarico di costruire una società diversa da quella antica, la necessità di creare delle realtà nazionali, tutto ciò non sempre fu compreso dal mondo ebraico e giudaico e a volte avversato ed esistono incomprensioni anche oggi. Il modo in cui lo Stato di Israele gestisce la crisi con gli arabi in Palestina è assai indicativo anche a livello internazionale ma ci sono stati e permangono anche altri dissidi nello stesso Occidente.
Con questo non voglio negare l'altezza e profondità delle autentiche spiritualità e religiosità ebraiche e giudaiche e la bontà della convivenza seguìtane. Dico che bisogna considerare la varietà degli accadimenti e distinguere le falsità dalle verità. Se in Israele Netyanahu fa valere la nostalgia per la vendetta tribale sostituendo per giunta alle "armi bianche" quelle "da fuoco", si deve precisare che la sostituzione della faida con la vendetta non era un rimedio neppure ai tempi di Mosè ma solo una limitazione data a colpevoli dell'una e dell'altra parte; e dagli ebrei e giudei in Occidente non giungono solo rifiuti a questa anacronistica aberrazione ma anche accondiscendenza.
I discorsi assurdi contro gli ebrei sul deicidio sono assieme ad altri discorsi profondamente intolleranti e fraintenditori del vero messaggio cristiano, attuati da tanti ebrei. In complicità con certi poteri che disconoscono il valore allegorico del segno cristiano, per esempio quello notissimo della croce e in particolare del crocifisso, si finge che il cristianesimo abbia per scopo la morte. Ma i simboli non sempre funzionano in conformità coi segni che li recano (lo ha stabilito anche la scienza psicologica, con gli studi di C. G. Jung). Fino al principio del Secolo XX si trovano testimonianze di ingiusta avversione da parte di ebrei e giudei contro la religione e spiritualità del Cristo, ed anche oltre e fino ai nostri giorni. Certo è una incomprensione anche di parecchi altri! I fatti dovrebbero essere raccontati nella loro interezza.
Una certa propaganda intende colpire l'immaginario delle società sostituendo al simbolo della Croce le cronache degli stermini nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. L'ebraismo ha i propri modi per rapportarsi al negativo, che non vanno confusi con quelli cristiani, nel rispetto di tutte le religioni. Ma il vittimismo che abusa della Shoah per fare persuasione e per recare oblio della complessità e varietà della storia, esso non è autenticamente religioso e manca di spirito. Il Crocifisso nel cristianesimo indica attraversamento della morte, non il subirla, mentre la Croce non contiene nessuno necessario riferimento tragico. Con la scusa di difendersi o difendere dai criminali nazisti, si sta gettando discredito sul cristianesimo e si finisce anche con l'ignorare l'autentico lutto di ebrei e giudei.
Mauro Pastore
Accanto alla denuncia dei crimini antisemiti e al lutto di chi ingiustamente punito c'è una forma di vittimismo che nega la interezza delle vicende. Questo è stato detto anche da molti ebrei. Si cerca di sfruttare la Shoah per imporre delle idee e negare una parte della storia.
La contrarietà che gli ebrei hanno dovuto affrontare in Occidente o a contatto coi poteri occidentali va valutata considerando i fatti seriamente. La stessa storia biblica non presenta immagini idealizzate e racconti univoci, inoltre la vicenda biblica del popolo eletto non deve essere un modo per fingere vicende tutte uguali. Le storie bibliche veterotestamentarie riguardanti Israele e il popolo eletto non hanno lo scopo di mostrare che gli ebrei avevano ragione e gli altri torto, ma di far comprendere le ragioni della fede e il valore dell'intervento di Dio nella storia dei popoli e delle nazioni, che non si ripetono uguali sulla falsariga di un racconto sacro, il quale facendo da esempio non fa pure da matrice.
Il contrasto di ebraismo e giudaismo con ellenismo e romanità durante l'antichità, coi germanesimi medioevali e i nazionalismi moderni, non deve essere confuso e ridotto a criminologia. Si tratta di vicende che nei loro tratti essenziali vanno valutate politologicamente. I poteri culturali ellenisti e la funzione del diritto romano, gli sforzi del mondo barbarico di costruire una società diversa da quella antica, la necessità di creare delle realtà nazionali, tutto ciò non sempre fu compreso dal mondo ebraico e giudaico e a volte avversato ed esistono incomprensioni anche oggi. Il modo in cui lo Stato di Israele gestisce la crisi con gli arabi in Palestina è assai indicativo anche a livello internazionale ma ci sono stati e permangono anche altri dissidi nello stesso Occidente.
Con questo non voglio negare l'altezza e profondità delle autentiche spiritualità e religiosità ebraiche e giudaiche e la bontà della convivenza seguìtane. Dico che bisogna considerare la varietà degli accadimenti e distinguere le falsità dalle verità. Se in Israele Netyanahu fa valere la nostalgia per la vendetta tribale sostituendo per giunta alle "armi bianche" quelle "da fuoco", si deve precisare che la sostituzione della faida con la vendetta non era un rimedio neppure ai tempi di Mosè ma solo una limitazione data a colpevoli dell'una e dell'altra parte; e dagli ebrei e giudei in Occidente non giungono solo rifiuti a questa anacronistica aberrazione ma anche accondiscendenza.
I discorsi assurdi contro gli ebrei sul deicidio sono assieme ad altri discorsi profondamente intolleranti e fraintenditori del vero messaggio cristiano, attuati da tanti ebrei. In complicità con certi poteri che disconoscono il valore allegorico del segno cristiano, per esempio quello notissimo della croce e in particolare del crocifisso, si finge che il cristianesimo abbia per scopo la morte. Ma i simboli non sempre funzionano in conformità coi segni che li recano (lo ha stabilito anche la scienza psicologica, con gli studi di C. G. Jung). Fino al principio del Secolo XX si trovano testimonianze di ingiusta avversione da parte di ebrei e giudei contro la religione e spiritualità del Cristo, ed anche oltre e fino ai nostri giorni. Certo è una incomprensione anche di parecchi altri! I fatti dovrebbero essere raccontati nella loro interezza.
Una certa propaganda intende colpire l'immaginario delle società sostituendo al simbolo della Croce le cronache degli stermini nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. L'ebraismo ha i propri modi per rapportarsi al negativo, che non vanno confusi con quelli cristiani, nel rispetto di tutte le religioni. Ma il vittimismo che abusa della Shoah per fare persuasione e per recare oblio della complessità e varietà della storia, esso non è autenticamente religioso e manca di spirito. Il Crocifisso nel cristianesimo indica attraversamento della morte, non il subirla, mentre la Croce non contiene nessuno necessario riferimento tragico. Con la scusa di difendersi o difendere dai criminali nazisti, si sta gettando discredito sul cristianesimo e si finisce anche con l'ignorare l'autentico lutto di ebrei e giudei.
Mauro Pastore