contericci ha scritto: 19 giu 2024, 18:25
Premesso che la questione della CO2 prodotta dall'uomo,-che causerebbe questi cambiamenti climatici, è messa in dubbio da sempre più numerosi scienziati e ricercatori, non capisco perché bisognerebbe rinunciare all'uso del gas naturale, una risorsa praticamente inesauribile e a buon mercato sempre che non ci siano guerre di mezzo. Posso capire il petrolio che, essendo nero e untuoso, bruciato rilascia polveri, sostanze nocive e enormi quantità di CO2, cioè il nutrimento delle piante, ma io, che sono possessore di DUE auto a metano e che pertanto ho esenzioni sul bollo come le più inquinanti auto elettriche, sono stato completamente spiazzato dalle decisioni della UE che hanno depauperato il valore del mio piccolo parco auto in nome di non si sa bene cosa e di quale meraviglioso mondo futuro che verrà. Quando le ho comprate credevo di essere un ecologista doc, rispettoso dei parametri più rigorosi, rispetto soprattutto agli utilizzatori del diesel. Ora mi trovo additato come un becero untore dell'aria che respiriamo. Nel contempo, le aziende produttrici, hanno completamente dismesso la produzione di auto a metano tanto che non se ne trovano più a listino mentre continuano ad imperversare diesel e benzina, sprattutto in abbinamento ibrido. Una scelta che sta mettendo in ginocchio una filiera che aveva reso l'infrastruttura dei distributori di metano quasi capillare in Italia e la sua tecnologia (ci sono distributori self service e di gas liquido per i camion) che dovrà essere, giocoforza, totalmente dismessa se non si correrà ai ripari. Spero che si formi una coalizione in UE che blocchi la cosiddetta "transizione ecologica" incredibilmente illogica e, per di più,ferocemente antiumana.
Abbiamo un governaccio e buona parte dell'informazione definibili senza esagerare
seminegazionisti dell'origine antropica del cambiamento climatico. E dunque si spiegano (ma non si giustificano) post come questo. Togli pure il condizionale, egregio Contericci: è
scientificamente provato che la CO2 emessa con le attività umane è la causa dell'anomalo riscaldamento globale osservato, senza precedenti negli ultimi 100.000 anni secondo l'IPCC, mentre la concentrazione atmosferica della CO2 è ormai ben oltre le 420 ppm (parti per milione in volume) ed è un valore senza precedenti negli ultimi 14 milioni di anni. Emettiamo anche altri gas serra ma la CO2 è di gran lunga il più abbondante e il più persistente in atmosfera. L'effetto serra è anche detto effetto coperta e lo spessore della "coperta", cioè la suddetta concentrazione, oggi è oltre il 50% maggiore del valore pressoché stabile (280 ppm) che si è mantenuto per almeno 10.000 anni fino all'inizio dell'era industriale (in pratica fino a circa metà '800). È pacifico che con una coperta "più pesante" la superficie della Terra sia più calda, resta da dimostrare l'origine antropica di questo eccesso di carbonio in atmosfera. Osserviamo prima di tutto questo diagramma:
https://skepticalscience.com/pics/CO2_E ... ration.png
Salta all'occhio l'andamento temporale quasi parallelo (a parte alcune fluttuazioni e un fattore dimensionale di scala) della concentrazione della CO2 e delle emissioni antropiche cumulate della stessa CO2. Potrebbe essere una semplice coincidenza ma non è così. Cerchiamo di capire perché.
1 ppm di concentrazione volumetrica in atmosfera corrisponde a circa 7,81 Gt (miliardi di tonnellate) di C02 e a circa 2,13 Gt di carbonio (C) che è uno dei 3 atomi della molecola di CO2. La fotosintesi clorofilliana delle piante sottrae circa 115 Gt l'anno di carbonio dall'atmosfera trasformandole in biomassa (fusti, rami, foglie, etc.). Ma la fotosintesi preferisce l'isotopo
¹²C del carbonio (ovvero quello di peso atomico 12) dato che l'altro isotopo
¹³C ha legami molecolari più forti ed è meno reattivo. Di conseguenza, se andiamo a misurare il rapporto isotopico
¹³C/¹²C nelle piante, troviamo un valore
più basso di quello del medesimo rapporto nel carbonio atmosferico. Ma i combustibili fossili bruciati dall'uomo derivano, come è noto, da piante in decomposizione di milioni di anni fa. E allora ci aspettiamo che al crescere delle emissioni antropiche cumulate di CO2
diminuisca il rapporto
¹³C/¹²C nell'atmosfera. Previsione perfettamente confermata dai dati sperimentali. In particolare, le ricostruzioni effettuate con le tecniche della
paleoclimatologia mostrano che in nessun periodo degli ultimi 10.000 anni il rapporto
¹³C/¹²C in atmosfera è stato così basso come oggi. Inoltre il rapporto
¹³C/¹²C ha comiciato a ridursi velocemente proprio in coincidenza con la crescita della CO2 atmosferica, intorno al 1850. Questo è esattamente ciò che c’era da aspettarsi presupponendo che l’aumento della CO2 in atmosfera sia dovuto all'impiego dei combustibili fossili con lo sviluppo della Rivoluzione Industriale. COME VOLEVASI DIMOSTRARE!
E in effetti, egregio Contericci, sulla questione dell'origine antropica del riscaldamento globale le cose stanno
esattamente al contrario di quanto scrivi all'inizio del tuo post. Il
consenso scientifico intorno all'origine antropica è andato rapidamente crescendo negli anni ed è ormai pressoché UNANIME E TOTALE. Naturalmente parliamo di scienziati seri e competenti nella materia. In particolare di pubblicazioni scientifiche
peer reviewed, ovvero sottoposte a
revisione paritaria, cioè ad analisi critica da parte di specialisti di pari livello degli autori. Ebbene, come leggiamo alla fine di questa pagina Wiki, uno studio statistico a campione del 2021 su oltre 80.000 lavori scientifici sul clima pubblicati tra il 2012 e il 2020 ha valutato il consenso suddetto pari al
99,53%. È presumibile che uno studio sui lavori più recenti rileverebbe un consenso ancora più vicino al 100%.
https://en.wikipedia.org/wiki/Scientifi ... ate_change
Per rispondere anche a
Vento, l'unico premio Nobel, che io sappia, che ha espresso nell'ultimo decennio opinioni sul clima in palese contrasto con la comunità scientifica internazionale è
Carlo Rubbia. Il quale è un grande fisico ma non è un climatologo e nel 2014, durante un'audizione al Senato, la fece in effetti un pò fuori dal vaso. I suoi errori e le sue imprecisioni sono analizzati qui:
https://www.climalteranti.it/2019/03/21 ... -su-clima/.
Va detto che in dichiarazioni pubbliche precedenti e successive Rubbia ha espresso una posizione diversa.
In effetti il metano, egregio Contericci, presenta diversi vantaggi rispetto agli altri due combustibili fossili, il petrolio e il carbone. In particolare è assai meno inquinante e anche meno climalterante, nel senso che la combustione completa di 1 kg di metano produce più energia termica di quella di 1 kg di petrolio o di carbone, e una centrale termoelettrica alimentata a gas naturale ha un fattore di emissione sensibilmente inferiore a quello di una centrale a olio combustibile o a carbone , ovvero emette meno gas serra a parità di kWh elettrici generati. Va detto però che non tutto il gas naturale estratto dal sottosuolo è metano, in quanto contiene anche idrocarburi gassosi meno pregiati e più inquinanti (etano, propano etc.). In particolare il gas russo e quello italiano (ormai in via di esaurimento) sono di ottima qualità, mentre il gas che importiamo dall'Algeria è di qualità molto inferiore. Inoltre l'estrazione, il trasporto e l'eventuale liquefazione e rigassificazione del metano comportano inevitabili fughe in atmosfera di gas incombusto. E il metano è un gas serra potentissimo, molto più potente (a parità di massa) della CO2, anche se ha un tempo permanenza in atmosfera assai più breve. In particolare l'allevamento dei bovini è una causa significativa del riscaldamento globale perché il processo digestivo di questi ruminanti comporta emissioni dirette di metano. Resta il fatto che la combustione del metano produce CO2 e queste emissioni ci siamo impegnati ad azzerarle, come la maggior parte dei paesi ricchi, entro il 2050 (la Germania entro il 2045). Questo perché stiamo rapidamente esaurendo il budget restante di emissioni globali che possiamo ancora permetterci prima di entrare nella
"terra incognita" del Nobel Giorgio Parisi, ovvero prima di superare i 2 °C di riscaldamento globale oltre i quali oggi nessuno può escludere effetti catastrofici e irreversibili sul clima. Come leggiamo sul contatore in questa pagina, al ritmo attuale di emissioni ci restano meno di 23 anni, ma le emissioni globali, stando ai dati non ancora consolidati sul 2023, sono ancora in aumento.
https://www.mcc-berlin.net/en/research/co2-budget.html