Director12 ha scritto: 26 mag 2024, 8:35
l candidato alle Europee della Lega voluto da Matteo Salvini, il enerale Roberto Vannacci, “tira fuori gli istinti più bassi e si fa presto a tirarli fuori. Così sono buoni tutti. Può avere successo ma dura un quarto d’ora perché poi la gente capisce”. Così Romano Prodi al Festival dell’Economia di Trento.Prodi spiega di aver letto “fino ai tre quinti” del libro e di aver poi detto “basta. C’è tutto il bar, anzi l’osteria, perché il bar è più moderno. Il degrado del Paese è simboleggiato da questo atteggiamento”. (askanews)
per non dimenticARE:QUELLO DELLE 69 TASSE EX NOVO..QUELLO DELLA TASSA PER ENTRARE IN EUROPA..QUELLO CHE "CON L'EURO LAVOREREMO MENO E STAREMO MEGLIO"!!!!
Contestualizziamo e precisiamo. L'articolo del prof. PRODI sulla prima pagina del Corriere risale al 9 agosto 1977. Il titolo è una semplificazione giornalistica (ammesso che non sia un fotomontaggio) e sappiamo che spesso il titolo lo decide il caporedattore o il direttore e non l'autore, specie se questo è un esterno al giornale. Nell'articolo Prodi scrive (i grassetti sono miei):
L'Italia è stato l'unico paese dell'Occidente a dover gestire il proprio sviluppo senza il determinante contributo di lavoratori stranieri. Detto in linguaggio più semplice l'Italia è stato l'unico paese dell'Occidente a mandare avanti una società industriale senza "negri", che negli Stati Uniti erano negri nel senso letterale della parola. Nel Nord Europa erano invece emigranti italiani, spagnoli, turchi o nordafricani.
Secondo Prodi questi "negri" (tra virgolette)
addetti soprattutto ai mestieri meno graditi... anche quando non sono discriminati... costituiscono un grandioso ammortizzatore dei conflitti sociali.
Insomma, secondo Prodi una delle ragioni dei conflitti sociali degli anni '70 in Italia era l'assenza di lavoratori stranieri destinati ai lavori umili e sottopagati. Mi sembra una tesi discutibile perché con più immigrati avremmo avuto anche più disoccupati e/o più italiani costretti a emigrare. Ma alla fine la tesi di Prodi era il contrario di quello che pensa
Director. Non era affatto favorevole all'immigrazione bensì a un aumento dei salari per i lavori manuali poco graditi agli italiani:
Io credo che, al punto in cui siamo, sia una follia ripercorrere la via degli altri paesi europei, aggiungendo ai problemi che abbiamo anche quelli di una difficile convivenza razziale... Le professioni manuali debbono essere pagate sempre di più.
https://spazio70.com/media/documenti/in ... rodi-1977/
Si evince che il giovane democristiano Prodi, che all'epoca aveva 38 anni e non mi pare ricoprisse ancora ruoli pubblici (diventò ministro l'anno dopo, poi presidente dell'IRI),
un po' razzistello probabilmente lo era. Ma direi nella fisiologia o nella media degli italiani dell'epoca, o almeno di quelli nati sotto il fascismo. Scriveva "negri" tra virgolette, ma non li voleva in Italia per problemi di "convivenza razziale".
Non voglio giustificarlo ma va detto che
fino a tutti gli anni '70 la parola negro era assolutamente di uso comune in Italia, anche nel discorso pubblico (mentre veniva già contestata negli Usa). Non era considerata offensiva ma un leggero senso dispregiativo secondo me era in ogni caso implicito. Al contrario di quanto riportato qui (fonte Wiki):
L'interpretazione negativa di nigger da parte della cultura americana prese forma lungo tutto il decennio degli anni Settanta e, tuttavia, giunse, tradotta in Italia e in altri paesi europei, soltanto molti anni dopo.
Nel 1978, un testo scolastico di geografia per la scuola media inferiore italiana, edito da Garzanti in una scheda intitolata «Negri» e «Indiani», tutto sbagliato, riportava la seguente spiegazione:
«Da qualche tempo gli abitanti di colore degli Stati Uniti rifiutano di essere chiamati con il termine «negro» (nigger), che viene quasi sempre usato in tono spregiativo (come, ad esempio in Italia, si fa spesso purtroppo con il termine «terrone») e vogliono invece essere chiamati «neri» (in inglese blacks). Da noi, in Italia, il termine «negro» non ha alcun tono di disprezzo, e quindi possiamo continuare a chiamarli così.»
Il resto della scheda prosegue, descrivendo i problemi dei discendenti degli schiavi sempre usando il termine "negro" per indicarli.
Una cosa che ricordo bene è che molti popolari telecronisti e radiocronisti davano tranquillamente del "negro" a calciatori come Jair e Cané. Esempio:
"
Il negro riceve la palla, dribbla l'avversario e segna.
Come anche agli atleti di colore partecipanti alle Olimpiadi, almeno fino a quelle di Montreal del 1976.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo