Due pesi e due misure

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Fosforo31
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Due pesi e due misure

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Ieri prima giornata del Consiglio europeo a Bruxelles, con la nostra premier proveniente da Tunisi dove ha incensato ancora una volta Saied, egoarca ben noto per l'auto-colpo di stato del 2021 (self-coup) quando, approfittando della pandemia, coronò il vecchio sogno proibito di un altro amico della Giorgia: i "pieni poteri". Saied è stato ringraziato per la sua "lotta ai trafficanti di uomini", e poco importano (al nostro governaccio) i metodi denunciati da Amnesty International: centri di detenzione molto simili ai lager libici di Gheddafi (anche con quest'altro campione i nostri governanti andarono a trattare sui migranti, uno addirittura lo magnificò come "leader di libertà" e gli baciò la mano) e la popolazione bianca aizzata ad accogliere a bastonate i neri sfiniti dalla lunga marcia nel deserto. Ma i nostri media appecorati si sono concentrati su un curioso dettaglio: la "conferenza stampa" della premier senza giornalisti. Appunto: nelle autocrazie i giornalisti sono rimpiazzati da sedie vuote e la Giorgia ha parlato senza battere ciglio alle sedie vuote. Prove tecniche per il suo "premierato forte"? Anche se l'aggettivo scomodo è stato rimosso dai media, ci sono già le prime avvisaglie di bavaglio anche da noi, vedasi per es. lo sciopero di 5 giorni dei giornalisti RAI.
Ma veniamo al Consiglio europeo. I capi di governo dell'UE hanno espresso la più "ferma condanna" per l'attacco dell'Iran sul territorio di Israele e hanno annunciato (ulteriori) sanzioni contro Teheran. Benissimo: non si lanciano missili e droni in casa altrui, nemmeno con ampio preavviso, nemmeno se non fanno vittime e se il tutto ha un puro valore dimostrativo o "simbolico", come riconosciuto da tutti gli analisti nel caso in oggetto. Rilevo però una cosa un po' strana e che non è stata rilevata da nessuno dei tre o quattro tg che ho seguito ieri. Per inciso, si conferma che a molti cosiddetti giornalisti del paese di Pulcinella un bavaglio toglierebbe poco o nulla. Il Consiglio europeo, a quanto risulta, non ha espresso nessuna "ferma condanna" per l'attacco israeliano che il primo aprile scorso aveva distrutto un pezzo dell'ambasciata iraniana a Damasco e ammazzato 12 persone, tra le quali funzionari dell'ambasciata e due generali. E men che meno ha annunciato né minacciato sanzioni a Israele. Come ha detto Massimo Cacciari dalla Gruber (il prof non si lascia imbavagliare facilmente), attaccare un'ambasciata è sempre e comunque (perfino in guerra) un atto di terrorismo. Chissà cosa direbbe e cosa farebbe il Consiglio europeo se, per ipotesi, l'Iran avesse attaccato un'ambasciata americana, che so in Giordania, ammazzando 10 funzionari e due generali dei marines. Ma soprattutto, chissà cosa farebbero gli USA. Ho qualche dubbio che si limiterebbero a una risposta preavvisata e "simbolica". Il doppiopesismo delle istituzioni europee, sempre accucciate e inerti nel loro piatto atlantismo e sionismo, non è certo una novità, ma qui risalta in modo particolare. Ho letto su Wiki che i famosi droni kamikaze iraniani, usati in Ucraina dalla Russia e nell'attacco dimostrativo su Israele, valgono sul mercato delle armi circa 20.000 dollari l'uno. Mentre gli F35, i modernissimi cacciabombardieri stealh usati da Netanyhau per colpire l'ambasciata iraniana a Damasco, valgono 5.000 volte tanto, circa 100 milioni di dollari l'uno. Sono aerei invisibili al radar, il raid su Damasco fu senza preavviso. Israele ha una commessa per ben 75 di questi caccia della Lockheed Martin. Anche diversi paesi europei, Italia inclusa, stanno acquistando questo caccia di quinta generazione, tecnicamente un aereo da combattimento multiruolo, ma di fatto progettato soprattutto per l'attacco al suolo. La Germania inizialmente aveva rinunciato: gli F35 sembravano troppo costosi, non privi di difetti tecnici e per nulla superiori, nel ruolo di difesa dello spazio aereo, ai ben collaudati Eurofighter realizzati da un consorzio europeo comprendente la nostra Leonardo ex Finmeccanica. Ma la Germania ha cambiato idea. La guerra in Ucraina ha innescato un'assurda corsa al riarmo, la crisi in Medioriente l'ha accelerata, tutti i paesi NATO devono raggiungere e superare al più presto la soglia del 2% del PIL in spesa militare, altri paesi hanno avviato trattative con la Lockheed per gli F35. Quello che sembrava destinato a un mezzo flop sta diventando un grande successo commerciale per il colosso americano. E il Consiglio europeo non deve azzardarsi, e non si azzarda, a far passare l'F35 per una micidiale arma assassina del terrorismo di stato.
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