Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

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PhyroSphera
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Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

Messaggio da leggere da PhyroSphera »

Al seguente link un articolo come tanti uguali, dove alla descrizione sommaria si aggiunge la mancanza di distinzioni necessarie. Esso tuttavia mi ha suscitato una lunga riflessione in forma di analisi.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine ... B1zX6TAr4s

Accanto ai problemi dovuti al servizio scolastico offerto, esiste una inevitabile difficoltà per i nuovi arrivati che provengono da culture diverse o differenti, la quale non può ricevere alcuna soluzione ma solo delle compensazioni che non elimineranno mai tutti i disagi. Oltre a ciò, ci sono gli eventuali problemi di convivenza etnica, che possono essere vari. Vi può essere una non accettazione o contrarietà, reciproca o da una delle parti, anche solo da parte delle nuove presenze. Questo ultimo dato è trascurato, perlopiù nascosto dietro quello opposto.
La preoccupazione dell'attuale governo è che gli immigrati finiscano con l'influenzare e modificare la istruzione pubblica e che ciò possa accadere ai danni della cultura italiana. L'opposizione invece teme la emarginazione degli immigrati. Purtroppo accanto a questo timore v'è spesso il proposito di creare per le scuole italiane una istruzione o finanche una educazione su base internazionale o addirittura non nazionale, negando di fatto diritto allo Stato nazionale di essere tale. I torti possono dunque essere due: oltre a una prepotenza etnocentrica, una opposta dittatura sociale; ma a volte, come ci insegna la tragica esperienza del nazionalsocialismo in Germania, le due negatività possono anche unirsi. Di fatto la situazione è ancora più complessa.
In Italia l'istituzione di un diritto-dovere all'istruzione non è stata accompagnata dal riconoscimento di tutte le differenze dello stesso Paese italiano oppure si è tentato di far annullare la nazione dalle sue parti. Realtà locali e nazionali sono state e in parte sono ancora in dissidio, un contrasto della stessa italianità. La massiccia immigrazione ha aggiunto un conflitto con l'esterno che va considerato in tutta la sua possibile ambivalenza. Una situazione dunque difficilissima per la cultura e che non riguarda solo i rapporti col Terzo Mondo ma pure con l'America. Non ci sono solo i lavoratori dal Sud, anche i soldati americani con le loro basi e una propaganda inserita nella stessa politica italiana; l'evenienza della africanizzazione è stata preceduta da quella della americanizzazione. Una volta i nobili italiani si preoccupavano di come potessero fare avendo come prima lingua il francese, adesso il popolo italiano deve preoccuparsi di come fare con una lingua colma di termini inglesi, nei dizionari purtroppo confusi tra i nostri. A questo si aggiunge, nonostante la forte apparenza opposta e non senza una connessione tra i due fenomeni, una colonizzazione culturale dal Sud del mondo, evidente soprattutto nelle scelte musicali. Certo, tutto ciò va considerato nel nuovo contesto della società globale, dove le distanze contano meno, per gli spostamenti facili e le comunicazioni istantanee. Ciononostante, si tenta di trasformare la globalizzazione in una vecchia mondializzazione che ha per risultato l'omologazione forzata o l'annullamento delle identità. Questo tentativo accade con l'assolutizzazione della prospettiva sociale.
La scuola è al centro di questo evento. In un Paese che ha dei doveri di accoglienza si hanno anche dei diritti di autoconservazione. In passato si è lottato per il riconoscimento delle minoranze linguistiche, si deve ora lottare per la difesa della lingua italiana, mentre intolleranze e invadenze si incrociano confusamente. Anche con l'intera cultura accade lo stesso; più generalmente si può dire che ci troviamo nella necessità di difendere la nostra stessa identità etnica. Ma se a ciò viene sostituito il disconoscimento dell'altro, il nostro diritto non potrà più essere affermato e le possibili intrusioni da parte degli stranieri ne saranno favorite, non impedite.


Mauro Pastore
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PhyroSphera
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Re: Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

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Al link seguente una notizia su cui riflettere e da confrontare con quanto ho già detto:

https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cr ... dee5c.html

Il ministro stava davvero evocando e diffondendo un verbo nazista, oppure si stava riferendo soltanto a una necessità e volontà di continuare una determinata esistenza, senza perdere un destino etnico e nazionale fortemente voluto?
La filosofa stava esternando un illustre parere o stava con delle pericolose illazioni negando il diritto a conservare una identità?
Chi davvero era andato oltre il dovuto? Chi si occupa di filosofia non ha modo di pensare che le sostituzioni etniche sono possibili e possono accadere anche soltanto dando bisogni sociali diversi?
La società italiana era ed è già multietnica; forse per questo gli italiani hanno l'obbligo di cambiare tutto sempre di più, fino a estinguere la propria realtà multietnica per un'altra non propria?
Queste domande non sono fatte per assolvere o condannare, ma perché si possa comprendere cosa sta succedendo, a prescindere da accadimenti ed esiti particolari.


Mauro Pastore
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Sayon
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Re: Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

Messaggio da leggere da Sayon »

Non c'e una soluzione perfetta al problema perche l' Italia ha dovuto subire negli ultimi anni un aumento schock della popolazione immigrante sia in quantita' che in diversita'. Si e' stabilito, forse proprio nel periodo piu critico e "piddino", una immigrazione basata sul "desiderio"di chi voleva venire in Europa (cinese, africano, medio-orientale, latina, Roma, est-europeo) e ben diverso ad esempio dlla immigrazione in Francia che dura da 70 anni e che riguardava persone di lingua francese. Quello che il lato piddino rifiuta di capire e' che una immigrazione cosi massiccia di persone di lingua e cultura diversa non puo' essere "assorbita in maniera "elegante e fluida; fatta al loro servizio. E' basicamente impossibile a meno che gli immigrati stessi facciano lo SFORZO di integrarsi. Ne consegue che accusare Lollobrigida di essere un "nazista" e' una gravissima offesa soprattutto se proveniente da una professoressa che dovrebbe conoscere la storia ma anche la situazione caotica della scuola italiana. L' Italia e' frutto di diverse etnie ma ottenuto a tempi lunghi e in perido storici diversi. Inoltre ESISTE UNA CULTURA ITALIANA ben definita che ci accumuna da secoli. Fu fornita prima dall' impero Romano, poi dalle repubbliche marinare "italiane' e le guerre contro "stranieri" spagnoli ed austriaci. La soluzione c'e ed e' sempre la stessa. OCCORRE BLOCCARE L' IMMIGRAZIONE IRREGOLARE (cosa che i Piddini non riescono a capire) e favorite una imigrazione regolare di gente che abbia la capacita' d'inserirsi. In poche parole non e' che importanto spacciatori di droga si potra' mai raggiungere ' integrazione. Occorrono lavoratori , dal manovale al dottore, che vengano per lavorare e non solo per essere curati, protetti e mantenuti.Se ci sono bambini DOVRANNO assimilarsi come fatto dai bambini degli immigrati italiani all' estero, mai aiutati da nessuno : fare uno sforzo personale, imparare la lingua, e copiare i coetanei locali. I poche parole DIVENTARE ITALIANO, e non la scuola diventare poli-etnica
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Michelangelo
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Re: Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

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PhyroSphera ha scritto: 1 apr 2024, 13:40 Al seguente link un articolo come tanti uguali, dove alla descrizione sommaria si aggiunge la mancanza di distinzioni necessarie. Esso tuttavia mi ha suscitato una lunga riflessione in forma di analisi.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine ... B1zX6TAr4s

Accanto ai problemi dovuti al servizio scolastico offerto, esiste una inevitabile difficoltà per i nuovi arrivati che provengono da culture diverse o differenti, la quale non può ricevere alcuna soluzione ma solo delle compensazioni che non elimineranno mai tutti i disagi. Oltre a ciò, ci sono gli eventuali problemi di convivenza etnica, che possono essere vari. Vi può essere una non accettazione o contrarietà, reciproca o da una delle parti, anche solo da parte delle nuove presenze. Questo ultimo dato è trascurato, perlopiù nascosto dietro quello opposto.
La preoccupazione dell'attuale governo è che gli immigrati finiscano con l'influenzare e modificare la istruzione pubblica e che ciò possa accadere ai danni della cultura italiana. L'opposizione invece teme la emarginazione degli immigrati. Purtroppo accanto a questo timore v'è spesso il proposito di creare per le scuole italiane una istruzione o finanche una educazione su base internazionale o addirittura non nazionale, negando di fatto diritto allo Stato nazionale di essere tale. I torti possono dunque essere due: oltre a una prepotenza etnocentrica, una opposta dittatura sociale; ma a volte, come ci insegna la tragica esperienza del nazionalsocialismo in Germania, le due negatività possono anche unirsi. Di fatto la situazione è ancora più complessa.
In Italia l'istituzione di un diritto-dovere all'istruzione non è stata accompagnata dal riconoscimento di tutte le differenze dello stesso Paese italiano oppure si è tentato di far annullare la nazione dalle sue parti. Realtà locali e nazionali sono state e in parte sono ancora in dissidio, un contrasto della stessa italianità. La massiccia immigrazione ha aggiunto un conflitto con l'esterno che va considerato in tutta la sua possibile ambivalenza. Una situazione dunque difficilissima per la cultura e che non riguarda solo i rapporti col Terzo Mondo ma pure con l'America. Non ci sono solo i lavoratori dal Sud, anche i soldati americani con le loro basi e una propaganda inserita nella stessa politica italiana; l'evenienza della africanizzazione è stata preceduta da quella della americanizzazione. Una volta i nobili italiani si preoccupavano di come potessero fare avendo come prima lingua il francese, adesso il popolo italiano deve preoccuparsi di come fare con una lingua colma di termini inglesi, nei dizionari purtroppo confusi tra i nostri. A questo si aggiunge, nonostante la forte apparenza opposta e non senza una connessione tra i due fenomeni, una colonizzazione culturale dal Sud del mondo, evidente soprattutto nelle scelte musicali. Certo, tutto ciò va considerato nel nuovo contesto della società globale, dove le distanze contano meno, per gli spostamenti facili e le comunicazioni istantanee. Ciononostante, si tenta di trasformare la globalizzazione in una vecchia mondializzazione che ha per risultato l'omologazione forzata o l'annullamento delle identità. Questo tentativo accade con l'assolutizzazione della prospettiva sociale.
La scuola è al centro di questo evento. In un Paese che ha dei doveri di accoglienza si hanno anche dei diritti di autoconservazione. In passato si è lottato per il riconoscimento delle minoranze linguistiche, si deve ora lottare per la difesa della lingua italiana, mentre intolleranze e invadenze si incrociano confusamente. Anche con l'intera cultura accade lo stesso; più generalmente si può dire che ci troviamo nella necessità di difendere la nostra stessa identità etnica. Ma se a ciò viene sostituito il disconoscimento dell'altro, il nostro diritto non potrà più essere affermato e le possibili intrusioni da parte degli stranieri ne saranno favorite, non impedite.


Mauro Pastore
A mio avviso, uno Stato ha il dovere di preservare la propria identità culturale ed etnica. E un governo deve essere in grado di trovare soluzioni in tal senso, senza farsi condizionare dalle critiche che provengono dall'Unione Europea e dalle opposizioni. L'unico modo possibile e civile, presumo che sia quello di "aiutare gli stranieri a casa loro". E dunque, adoperarsi per evitare che i "disperati" ( o presunti tali ) partano e approdino in Italia.

Non credo che ci siano molti altri modi ( come quello utilizzato dal Ministro Lollobrigida ) per descrivere e sintetizzare una invasione perpetua di migranti e - parallelamente - una riduzione delle nascite tra gli italiani. Siamo di fronte ad una sostituzione etnica work in progress. E' un dato di fatto. E ritengo che debba essere un problema di importanza prioritaria per il governo, il quale dovrebbe fare in modo che le coppie italiane non siano intimorite dai costi e oneri che comporterebbe il mettere su famiglia ( prolificare, tra italiani "indigeni", affinché si riequilibri la situazione demografica ).

Lo stesso concetto ( solo un po' più articolato di quello espresso dal Ministro Lollobrigida ) lo espresse nel 2019 il giornalista di sinistra Rampini, durante un convegno. E riferendosi alle "conseguenze" - nel caso in cui ( teorizzando )ci fosse una immigrazione africana per sempre - ( cioè, di fatto, quella a cui assistiamo ormai da svariati anni, impotenti ), disse queste parole: I nostri cittadini hanno diritto di sapere che stiamo parlando di una modifica, profonda, sostanziale permanente della composizione etnica del paese...Questo è un tema così enorme, per la sua portata, sul tipo di società in cui viviamo, che i cittadini hanno diritto di pronunciarsi”.
A me i due discorsi ( Lollobrigida e Rampini ) sembrano pressoché identici. Ma per il concetto espresso da Rampini non ci fu nessuno scandalo e né la frase fu classificata come "nazista".

P.S. : Penso che il Ministro Lollobrigida abbia fatto bene a denunciare la filosofa. L'accusa ( della filosofa ) la trovo del tutto fuori luogo e insensata. Parrebbe un tipico caso di auto-razzismo( fenomeno molto diffuso in Italia ). Alcuni italiani pur di difendere gli stranieri ( e mai gli italiani ) e non lasciarne fuori dall'Italia neanche UNO, sarebbero disposti anche a farsi arrestare.

QUI, il video/spezzone di Rampini:

https://youtu.be/v-im3ST4PCk?t=262
“Un popolo che dimentica i fasti del patriottismo è un popolo in decadenza. Il passato segna i doveri dell’avvenire.”
Francesco Crispi
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serge
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Re: Istruzione pubblica, difesa nazionale e rispetto per l'altro.

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Senza gli scolari in tante aule non si può l’anno scolastico. Questa semplice e ovvia considerazione pare non sia nota ai politici nostrani, secondo cui il problema consiste nella percentuale di allievi stranieri e italiani nel formare una classe. In questa discussione prevale il fatto che nascono pochi bambini italiani: da anni nel nostro Paese la denatalità è in atto e ora ha raggiunto livelli preoccupanti. Naturalmente i motivi di tale stato di cose sono molteplici, tra i quali la mancanza di asili nido e scuole materne gratuite , come esistenti in altri Stati europei. Non solo, ma mancano programmi per le giovani coppie che rendano loro possibile una occupazione dignitosa e rimunerativa. , l’accensione di un mutuo e la conseguente decisione di mettere al mondo dei figli
A mio modo di vedere ,le discussioni sulle quote non hanno motivo di esserci e sono solo una perdita di tempo. Tuttavia, a sostegno della loro necessità, qualcuno si appiglia alla scarsa conoscenza della lingua italiana da parte dei bambini stranieri. Che nella grande maggioranza sono nati nel nostro Paese. Spesso il fatto è vero, ma da bambini tutte le lingue si possono apprendere rapidamente: basta che qualcuno le insegni. E qui entra in gioco la scuola.
Parlo per esperienza diretta, in quanto giunsi in Italia da adolescente e mi integrai subito nella mia nuova realtà.
Bye
Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire.(Jean-Paul Sartre)
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