Nessuna psicosi terrorismo. Per le festività pasquali intensificazione delle attività di vigilanza e di controllo da parte delle Forze di polizia “con la pianificazione di specifici servizi operativi, fissi e dinamici, riservando la massima attenzione ai luoghi di maggiore aggregazione e transito di persone, nonché a tutti gli obiettivi sensibili, alla luce di un loro eventuale aggiornamento”. E’ quanto disposto in mattinata al Viminale durante la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza presieduta dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’attentato d venerdì scorso a Mosca dove hanno perso la vita almeno 137 persone (oltre 180 i feriti).
Nel corso della riunione al Viminale è stata effettuata una attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca anche ai fini dell’aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte. Nel corso del vertice è stata evidenziata l’importanza di proseguire l’attenta attività di monitoraggio, anche sul web, da parte delle forze di polizia e della intelligence per l’individuazione delle eventuali situazioni di rischio sul territorio nazionale. Dal 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas in Israele, ad oggi questa specifica attività di prevenzione ha consentito di espellere per motivi di sicurezza 47 soggetti, di cui 9 con provvedimento del Ministro dell’Interno. Nel 2024 sono stati 23 i provvedimenti, di cui 5 emessi dal Ministro dell’Interno.
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“L’Italia ha sempre mantenuto costante l’attenzione verso la minaccia terroristica, su più fronti – ha spiegato Mantovano – così come periodicamente a distanza ravvicinata, da 15 anni, si riunisce il comitato che raccoglie i vertici delle forze di polizia e di intelligence e punta a fare la prima cosa principale forse mancata anche a Mosca, cioè mandare in circolo le informazioni”. Il sistema preventivo di monitoraggio sta lavorando a pieno regime, mantenendo l’obiettivo focalizzato sul fronte dell’estremismo e della radicalizzazione.
Dal 7 ottobre è stata disposta una ricognizione degli obiettivi sensibili che in Italia sono oltre 28mila, di cui 205 riconducibili ad Israele, in prevalenza sedi diplomatiche o centri religiosi. La chiare resta il controllo delle ‘piazze digitali‘ perché gran parte dei soggetti radicalizzati e presenti in Italia sono stati individuati proprio perché seguivano la propaganda online.