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Il 20 novembre scorso si è tenuta a Leverkusen (Germania) la partita di calcio tra la nazionale italiana e quella ucraina, incontro valido per le qualificazioni al prossimo campionato europeo. Allo stadio è successo un fatto inaccettabile: a bordo campo, nella parte centrale e maggiormente visibile, era affissa e ben distesa una bandiera che non poteva passare inosservata. Dai televisori la si è vista nitidamente in tutto il mondo, chi era presente in campo la deve aver vista ancora meglio.
La bandiera in questione è quella della 10° Brigata da Montagna “Edelweiss” dell’Esercito ucraino, unità speciale fondata nel 2015, nel pieno della guerra in Donbass. Il nome è stato scelto in omaggio alla 1° Brigata da montagna “Edelweiss” della Germania nazista. Quest’ultima fu determinante durante l’invasione dell’Unione Sovietica per la conquista da parte dei tedeschi dei territori dell’attuale ucraina. In particolare, la Edelweiss tedesca si distinse nelle battaglie nella regione di Donetsk, per questo l’omonima dell’Ucraina adotta lo stesso nome
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Nella primavera del 1943, con il ritiro dall’Unione Sovietica delle truppe nazifasciste, la Brigata Edelweiss tedesca, venne mandata nei Balcani, operando anche nelle isole greche. Dopo l’armistizio, a settembre del 1943 proprio nelle isole di Cefalonia, Corfù e Zante, diverse migliaia di militari italiani vennero massacrati dalle truppe tedesche, prevalentemente per mano della Brigata Edelweiss. La Divisione “Aqui” venne annientata, vennero trucidati anche numerosi finanzieri, carabinieri e marinai.