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UN ANNO DI MELONI. COSA HA FATTO (E COSA NO) IL GOVERNO
È trascorso un anno dalle elezioni che hanno premiato la maggioranza di centrodestra. Il governo formato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si è poi insediato un mese dopo, vedendo per la prima volta una donna, Giorgia Meloni, nel ruolo di presidente del Consiglio.
Un anno è soltanto una minima parte di tempo per potere realizzare gli obiettivi prefissati in 5 anni ma è comunque possibile fare un primo bilancio. In appena 12 mesi l’esecutivo ha anche subito un evento rilevante, ovvero la morte del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
L’immigrazione
Sul fronte interno, la questione che tiene maggiormente banco è l’immigrazione. L’obiettivo del programma di governo è quello di contrastare l’immigrazione irregolare favorendo al contempo l’inclusione degli immigrati regolari.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha stilato un decreto che vieta alle ONG di effettuare salvataggi multipli e che inasprisce le pene per gli scafisti.
L’esecutivo ha scritto un decreto Flussi che prevede 452.000 ingressi in un triennio per inserire determinate figure lavorative provenienti dall’estero.
Per impedire le partenze, Giorgia Meloni è andata più volte in Africa per stringere degli accordi che coinvolgano anche l’Unione Europea.
Gli arrivi proseguono tuttavia spediti. Al 27 settembre del 2023 gli sbarchi sono 133.131. Quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022 e il triplo rispetto al 2021.
Misure sociali
Per quanto riguarda gli aspetti economici e sociali, il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone ha varato un decreto che riduce la platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza.
Non vi è traccia del taglio delle accise sulla benzina più volte promesso, con il caro carburante che non è mai terminato.
Il sostegno alle famiglie e alla natalità è invece in fase di scrittura nella prossima legge di bilancio.
Economia e sanità
Sempre nella manovra dovrebbe trovare posto il taglio del cuneo fiscale, oltre a esserci l’addio al superbonus.
In merito agli extraprofitti delle banche e all’ostruzionismo alle compagnie aeree come Ryanair, il governo ha effettuato una inversione a U dopo i primi richiami di Francoforte e Bruxelles.
Per quanto riguarda la tutela delle aziende, il capitolo viene continuamente rinviato ma, da TIM fino all’ex Ilva, la tutela nazionale annunciata sembra destinata a svanire.
In ambito sanitario, il ministro della Salute Orazio Schillaci si è reso protagonista di ordinanze che imponevano nuovamente le mascherine in ospedale, oltre ad adeguarsi al piano di vaccinale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Politica estera
Per quanto riguarda la politica estera, a dispetto di certe dichiarazioni del passato il governo Meloni sta rispettando quanto annunciato, ovvero “un’Italia parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente”.
Questa posizione ha determinato l’allontanamento dalla Via della Seta senza però andare allo scontro con la Cina, oltre al sostegno senza se e senza ma all’Ucraina.
Per Giorgia Meloni la relazione con gli Stati Uniti è fuori discussione a prescindere da Joe Biden o magari un domani Donald Trump, adeguandosi alle future scelte di Washington e della NATO in merito al conflitto.
Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’Unione Europea. È in questo ambito che si pone una questione assai rilevante nel prossimo futuro. Il governo ha rinviato la discussione sul Meccanismo Europeo di Stabilità che tornerà però a emergere prossimamente. Si vedrà dunque se anche in questo caso l’esecutivo seguirà i consigli che arrivano da Bruxelles.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)