Gli emigrati italiani di oggi

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Gli emigrati italiani di oggi

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https://www.lenius.it/emigrati-italiani ... 0e%20Lazio.

A partire dagli anni settanta da paese di emigrazione l’Italia diviene paese di immigrazione, seppure si conta ancora una media di 50 mila espatri all’anno sia verso mete nuove, sia verso quelle già battute.

Dopo un decennio con numeri intorno alle 30-40 mila partenze annue, gli emigrati italiani tornano a crescere a seguito della crisi economica di fine anni duemila, con un aumento significativo dei numeri a partire dal 2011, dando avvio a quella che viene definita “Nuova Emigrazione”, tuttora in corso, anche se nel 2020, causa pandemia, c’è stato un rallentamento. Secondo i dati Istat, nell’ultimo decennio (2011-2020) sono 980 mila gli italiani e italiane che hanno lasciato il nostro paese, di cui circa 250 mila con titolo di studio uguale o superiore alla laurea.


Alle 121 mila persone di cittadinanza italiana emigrate nel 2020 dobbiamo aggiungere anche circa 39 mila persone di cittadinanza straniera che risiedevano in Italia e che si sono trasferite in un altro paese, per un totale quindi di circa 160 mila cancellazioni anagrafiche. Parallelamente diminuiscono i rientri dei nostri connazionali e il saldo migratorio con l’estero si assottiglia: nel 2020 sono state appena 56 mila le iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini italiani con un saldo negativo tra italiani emigrati e rientrati di circa 65 mila unità.

Il 20% degli emigrati italiani del 2020 ha meno di 20 anni. L’età media è di 32 anni per gli uomini e 30 per le donne; a emigrare sono prevalentemente uomini, il 54% del totale, ma fino ai 25 anni non si registrano differenze di genere. A proposito di titolo di studio, anche nel 2020 molti emigrati italiani sono istruiti: 1 su 4 ha almeno la laurea.

In termini relativi alla popolazione però, le regioni con il tasso di emigratorietà più alto sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise (oltre 3 emigrati ogni mille abitanti), seguite da Marche, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Pochi emigrati italiani partono invece da Puglia e Lazio.

Quanto alle destinazioni, continua il boom di partenze per il Regno Unito (+18% rispetto al 2019). La spiegazione data da Istat è che molti italiani in realtà già presenti nel Regno Unito ma che non avevano fatto la cancellazione dall’anagrafe italiana, lo abbiano fatto nel 2019 e 2020 per trasferire la residenza nel Regno Unito all’interno del cosiddetto “periodo di transizione” che precede la Brexit, periodo terminato il 31 dicembre 2020.

Va anche detto però che dal Regno Unito nel 2020 sono rientrare in Italia circa diecimila persone. L’effetto Brexit quindi si fa sentire, se consideriamo i rientri e il fatto che i nuovi inglesi hanno in realtà regolarizzato la loro posizione.

Dopo il Regno Unito, le destinazioni più gettonate sono Germania, Francia, Svizzera, Spagna e Brasile. Rispetto al 2019, in crescita Regno Unito e Belgio, stabili Francia e Spagna, in calo la Germania, mentre crollano i flussi extraeuropei verso Brasile e Cina, probabilmente causa pandemia.

I numeri però sono molto probabilmente sottostimati, in quanto non tutti gli espatriati effettuano prontamente la cancellazione anagrafica e la registrazione nel paese d’arrivo, come abbiamo visto nel caso del Regno Unito.

Inoltre, è interessante anche il fenomeno dei nuovi cittadini italiani che emigrano. Si tratta di persone italiane che hanno un’origine straniera e che rientrano al luogo di origine o emigrano in un paese terzo dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. Sono circa 33 mila i nuovi italiani emigrati nel 2020, di questi oltre il 30% è nato in Brasile, il 9,5% in Marocco, il 6% in Pakistan, il 5% in Bangladesh.

Anche per questa tipologia di emigranti i paesi dell’Unione Europea sono le principali mete con una preferenza per il Regno Unito per i nati in Asia (91%), per la Francia per i nati in Africa (50%), per la Germania per i cittadini italiani nati in altri paesi Ue.

Nuove categorie di emigrati italiani
Anche se sono la maggioranza, a lasciare l’Italia non sono solo i più giovani. Oltre agli spostamenti di singoli e intere famiglie con figli al seguito, assistiamo in questi anni all’emersione di nuove categorie di migranti:

I migranti maturi disoccupati: è la categoria che registra la crescita più importante, si tratta di ultracinquantenni che si spostano per far fronte alla precarietà lavorativa e all’assenza di prospettive in Italia. Devono sostenere economicamente la famiglia e sono ancora lontani dalla pensione, hanno quindi bisogno di accumulare gli anni di contributi mancanti per arrivarvi.

I migranti genitori-nonni ricongiunti: hanno un’età avanzata e seguono i propri figli e nipoti, spesso per facilitare la gestione familiare nel nuovo paese.

I migranti di rimbalzo: emigrati di ritorno, cioè persone che sono rientrate in Italia dopo essere state all’estero a lungo ma decidono di ripartire, spesso per bisogni familiari o perché l’esperienza di rientro ha deluso le loro aspettative.

I migranti previdenziali: uomini e donne in pensione che si spostano verso paesi in cui la vita costa meno rispetto all’Italia, per aumentare il proprio potere d’acquisto. La loro scelta non è però soltanto economica: sono particolarmente attratti dal clima e dal contesto socio-culturale dei luoghi in cui si trasferiscono.

Un quadro quindi quello degli emigrati italiani con una dimensione storica molto radicata, ma anche con una dinamicità che rende gli italiani tra i più grandi popoli migranti di ieri e di oggi.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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ereticamente ha scritto: 8 giu 2023, 22:53 https://www.lenius.it/emigrati-italiani ... 0e%20Lazio.

A partire dagli anni settanta da paese di emigrazione l’Italia diviene paese di immigrazione, seppure si conta ancora una media di 50 mila espatri all’anno sia verso mete nuove, sia verso quelle già battute.

Dopo un decennio con numeri intorno alle 30-40 mila partenze annue, gli emigrati italiani tornano a crescere a seguito della crisi economica di fine anni duemila, con un aumento significativo dei numeri a partire dal 2011, dando avvio a quella che viene definita “Nuova Emigrazione”, tuttora in corso, anche se nel 2020, causa pandemia, c’è stato un rallentamento. Secondo i dati Istat, nell’ultimo decennio (2011-2020) sono 980 mila gli italiani e italiane che hanno lasciato il nostro paese, di cui circa 250 mila con titolo di studio uguale o superiore alla laurea.


Alle 121 mila persone di cittadinanza italiana emigrate nel 2020 dobbiamo aggiungere anche circa 39 mila persone di cittadinanza straniera che risiedevano in Italia e che si sono trasferite in un altro paese, per un totale quindi di circa 160 mila cancellazioni anagrafiche. Parallelamente diminuiscono i rientri dei nostri connazionali e il saldo migratorio con l’estero si assottiglia: nel 2020 sono state appena 56 mila le iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini italiani con un saldo negativo tra italiani emigrati e rientrati di circa 65 mila unità.

Il 20% degli emigrati italiani del 2020 ha meno di 20 anni. L’età media è di 32 anni per gli uomini e 30 per le donne; a emigrare sono prevalentemente uomini, il 54% del totale, ma fino ai 25 anni non si registrano differenze di genere. A proposito di titolo di studio, anche nel 2020 molti emigrati italiani sono istruiti: 1 su 4 ha almeno la laurea.

In termini relativi alla popolazione però, le regioni con il tasso di emigratorietà più alto sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise (oltre 3 emigrati ogni mille abitanti), seguite da Marche, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Pochi emigrati italiani partono invece da Puglia e Lazio.

Quanto alle destinazioni, continua il boom di partenze per il Regno Unito (+18% rispetto al 2019). La spiegazione data da Istat è che molti italiani in realtà già presenti nel Regno Unito ma che non avevano fatto la cancellazione dall’anagrafe italiana, lo abbiano fatto nel 2019 e 2020 per trasferire la residenza nel Regno Unito all’interno del cosiddetto “periodo di transizione” che precede la Brexit, periodo terminato il 31 dicembre 2020.

Va anche detto però che dal Regno Unito nel 2020 sono rientrare in Italia circa diecimila persone. L’effetto Brexit quindi si fa sentire, se consideriamo i rientri e il fatto che i nuovi inglesi hanno in realtà regolarizzato la loro posizione.

Dopo il Regno Unito, le destinazioni più gettonate sono Germania, Francia, Svizzera, Spagna e Brasile. Rispetto al 2019, in crescita Regno Unito e Belgio, stabili Francia e Spagna, in calo la Germania, mentre crollano i flussi extraeuropei verso Brasile e Cina, probabilmente causa pandemia.

I numeri però sono molto probabilmente sottostimati, in quanto non tutti gli espatriati effettuano prontamente la cancellazione anagrafica e la registrazione nel paese d’arrivo, come abbiamo visto nel caso del Regno Unito.

Inoltre, è interessante anche il fenomeno dei nuovi cittadini italiani che emigrano. Si tratta di persone italiane che hanno un’origine straniera e che rientrano al luogo di origine o emigrano in un paese terzo dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. Sono circa 33 mila i nuovi italiani emigrati nel 2020, di questi oltre il 30% è nato in Brasile, il 9,5% in Marocco, il 6% in Pakistan, il 5% in Bangladesh.

Anche per questa tipologia di emigranti i paesi dell’Unione Europea sono le principali mete con una preferenza per il Regno Unito per i nati in Asia (91%), per la Francia per i nati in Africa (50%), per la Germania per i cittadini italiani nati in altri paesi Ue.

Nuove categorie di emigrati italiani
Anche se sono la maggioranza, a lasciare l’Italia non sono solo i più giovani. Oltre agli spostamenti di singoli e intere famiglie con figli al seguito, assistiamo in questi anni all’emersione di nuove categorie di migranti:

I migranti maturi disoccupati: è la categoria che registra la crescita più importante, si tratta di ultracinquantenni che si spostano per far fronte alla precarietà lavorativa e all’assenza di prospettive in Italia. Devono sostenere economicamente la famiglia e sono ancora lontani dalla pensione, hanno quindi bisogno di accumulare gli anni di contributi mancanti per arrivarvi.

I migranti genitori-nonni ricongiunti: hanno un’età avanzata e seguono i propri figli e nipoti, spesso per facilitare la gestione familiare nel nuovo paese.

I migranti di rimbalzo: emigrati di ritorno, cioè persone che sono rientrate in Italia dopo essere state all’estero a lungo ma decidono di ripartire, spesso per bisogni familiari o perché l’esperienza di rientro ha deluso le loro aspettative.

I migranti previdenziali: uomini e donne in pensione che si spostano verso paesi in cui la vita costa meno rispetto all’Italia, per aumentare il proprio potere d’acquisto. La loro scelta non è però soltanto economica: sono particolarmente attratti dal clima e dal contesto socio-culturale dei luoghi in cui si trasferiscono.

Un quadro quindi quello degli emigrati italiani con una dimensione storica molto radicata, ma anche con una dinamicità che rende gli italiani tra i più grandi popoli migranti di ieri e di oggi.
Una politica di spreco. Prendiamo i meno qualificati e facciano emigrare i piu giovani e meglio qualificati, sia italiani di nascita che diventati. Ela tendenza sta peggiorando, pur avendo al governo chi doveva farla migliorare. Sarebbe comunque oportuno non REGALARE la nazionalita' cosi presto perche molti (vedi il 30% dei Brasiliani!) lo fanno solo per beneficiare della nazionalita per poter andare piu facimente in altri Paesi. Se vogliono andare in Germania o UK lo facciano direttamente senza approfittare della nostra generosita' e delle nostre spese per addestrarli e riqualificarli.
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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se ci pensi è abbastanza normale.

chi ha 100 vuole 110 . chi è italiano, cerca Stati con benessere maggiore. Nota la ricerca: rispetto alla popolazione, il nord italia è piu rappresentato del sud nell'emigrazione verso l'estero.

io penso perché per il meridionale, il nord è già un avanzamento.

per l'immigrato è un avanzamento l'italia.

ma per l'italiano settentrionale, rimane l'estero.


io sarei per bloccare l'afflusso di emigranti.
penso sempre che i vari governi, da qualunque partito siano appoggiati che sia pd / calenda/bonino / fdi / lega non vogliano in realtà farlo perché questo implicherebbe una diminuzione della percentuale di disoccupati e di seguito un aumento dei salari.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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ereticamente ha scritto: 8 giu 2023, 23:25 se ci pensi è abbastanza normale.

chi ha 100 vuole 110 . chi è italiano, cerca Stati con benessere maggiore. Nota la ricerca: rispetto alla popolazione, il nord italia è piu rappresentato del sud nell'emigrazione verso l'estero.

io penso perché per il meridionale, il nord è già un avanzamento.

per l'immigrato è un avanzamento l'italia.

ma per l'italiano settentrionale, rimane l'estero.


io sarei per bloccare l'afflusso di emigranti.
penso sempre che i vari governi, da qualunque partito siano appoggiati che sia pd / calenda/bonino / fdi / lega non vogliano in realtà farlo perché questo implicherebbe una diminuzione della percentuale di disoccupati e di seguito un aumento dei salari.
redo che l' aumento sia dei posti di lavoro che dei salari sia indispensabie per trattenere i migliori in Italia, ma anche per far vivere meglio gli Italiani. Ma a questo dovrebbero pensare le Imprese piu che i governi. Quanto all' immigrazione dovrebbe solo esistere se disciplinata. Se la Meloni non interviene fara' una brutta fine. I Leghisti e parte di FI e FdI l' hanno votata per questo. Deve assolutamente differenziarsi dal PD sia per l' immigrazione sia per la sua eccessiva subservienza verso gli USA (e la EU).
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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Sayon ha scritto: 9 giu 2023, 0:46

redo che l' aumento sia dei posti di lavoro che dei salari sia indispensabie per trattenere i migliori in Italia, ma anche per far vivere meglio gli Italiani. Ma a questo dovrebbero pensare le Imprese piu che i governi. Quanto all' immigrazione dovrebbe solo esistere se disciplinata. Se la Meloni non interviene fara' una brutta fine. I Leghisti e parte di FI e FdI l' hanno votata per questo. Deve assolutamente differenziarsi dal PD sia per l' immigrazione sia per la sua eccessiva subservienza verso gli USA (e la EU).


ma se i suoi uomini hanno dichiarato che vogliono 500 mila immigrati.
e di certo non li vogliono cittadini e sindacalizzati.

io non credo tu abbia chiara la realtà: la destra italiana vuole i migranti, solo che li vuole senza diritti in modo da poterli sfruttare come lavoratori e non spendere un soldo in welfare.
vuole il nero che si alza nel bus per il posto all'italiano e che lavora i campi sotto il sole senza salari minimi o accordi sindacali di mezzo.
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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ereticamente ha scritto: 9 giu 2023, 8:57
Sayon ha scritto: 9 giu 2023, 0:46

redo che l' aumento sia dei posti di lavoro che dei salari sia indispensabie per trattenere i migliori in Italia, ma anche per far vivere meglio gli Italiani. Ma a questo dovrebbero pensare le Imprese piu che i governi. Quanto all' immigrazione dovrebbe solo esistere se disciplinata. Se la Meloni non interviene fara' una brutta fine. I Leghisti e parte di FI e FdI l' hanno votata per questo. Deve assolutamente differenziarsi dal PD sia per l' immigrazione sia per la sua eccessiva subservienza verso gli USA (e la EU).


ma se i suoi uomini hanno dichiarato che vogliono 500 mila immigrati.
e di certo non li vogliono cittadini e sindacalizzati.

io non credo tu abbia chiara la realtà: la destra italiana vuole i migranti, solo che li vuole senza diritti in modo da poterli sfruttare come lavoratori e non spendere un soldo in welfare.
vuole il nero che si alza nel bus per il posto all'italiano e che lavora i campi sotto il sole senza salari minimi o accordi sindacali di mezzo.
Si, certo, mentre le migliaia che oggi "lavorano" grazie al bracciantato nelle
nostre campagne sono pure responsabilità delle destre .

Ma una via di mezzo di tanto in tanto no ?
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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Leno Lazzari ha scritto: 9 giu 2023, 9:16

Si, certo, mentre le migliaia che oggi "lavorano" grazie al bracciantato nelle
nostre campagne sono pure responsabilità delle destre .

Ma una via di mezzo di tanto in tanto no ?
mica ho detto che il pd non li voleva ?

ti faccio un esempio: nel csx vi sono tantissimi razzisti anti-meridionali. Vi sono persino in Unione Popolare. Non è che non vi sono. Io li vedo benissimo.
La differenza con le destre è che la Lega vuole una istituzionalizzazione del razzismo anti-meridionale.
Quello che nella sinistra è un chiccoso quanto schifoso clima culturale, nella destra è richiesto per legge.

Lo stesso per i migranti.
Non ti credere che i sinistri non siano pieni di razzismo contro i migranti.
Quanto hanno provato a portarli a Capialbo hanno protestato con il loro rolex sopra il polsino così quando fanno le analisi del voto, i migranti sono guardati con disprezzo nella sinistra rossa.

Ma non possono chiedere una istituzionalizzazione del "sei immigrato, sei povero allora sei una merda e devi avere meno diritti".
La destra invece lo fa.
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Re: Gli emigrati italiani di oggi

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ereticamente ha scritto: 9 giu 2023, 9:22
Leno Lazzari ha scritto: 9 giu 2023, 9:16

Si, certo, mentre le migliaia che oggi "lavorano" grazie al bracciantato nelle
nostre campagne sono pure responsabilità delle destre .

Ma una via di mezzo di tanto in tanto no ?
mica ho detto che il pd non li voleva ?

ti faccio un esempio: nel csx vi sono tantissimi razzisti anti-meridionali. Vi sono persino in Unione Popolare. Non è che non vi sono. Io li vedo benissimo.
La differenza con le destre è che la Lega vuole una istituzionalizzazione del razzismo anti-meridionale.
Quello che nella sinistra è un chiccoso quanto schifoso clima culturale, nella destra è richiesto per legge.

Lo stesso per i migranti.
Non ti credere che i sinistri non siano pieni di razzismo contro i migranti.
Quanto hanno provato a portarli a Capialbo hanno protestato con il loro rolex sopra il polsino così quando fanno le analisi del voto, i migranti sono guardati con disprezzo nella sinistra rossa.

Ma non possono chiedere una istituzionalizzazione del "sei immigrato, sei povero allora sei una merda e devi avere meno diritti".
La destra invece lo fa.
Tanto di cappello per la tua onestà, ma ...."a Lega vuole una istituzionalizzazione del razzismo anti-meridionale".....
questa cosa non risulta .

La faccenda di Capalbio la ricordo bene .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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