La Dottoressa è un'altra vittima di un sistema che, paradossalmente, punisce chi lavora bene, spesso premiando invece chi non lo fa, ma è ligio ai dettami del medesimo.
La sua colpa? Aver sollevato dubbi sull'efficacia del vaccino per il Covid-19 e soprattutto sconsigliato la sua inoculazione in quanto non si conoscono gli effetti a distanza. Inoltre, ha preferito consigliare l'assunzione di olio di fegato di merluzzo (notoriamente ricco di vitamina D) e vitamina C (notoriamente efficace per alzare le difese immunitarie), così come lattoferrina (anch'essa ha proprietà benefiche, contribuendo alle naturali difese dell'organismo), oltre a stare all'aria aperta. Insomma, tutti consigli assolutamente corretti, di cui si è spesso parlato anche qui nel Forum e che ho riportato. Dunque, il suo consiglio da buon medico, è stato quello di evitare farmaci dagli effetti sconosciuti e preferire elementi utili a rinforzare il sistema immunitario, barriera naturale che ci aiuta a difenderci dalle malattie.
Ma per il sistema imperante bisogna assumere il farmaco, seppure non adeguatamente testato, di cui non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine (e, purtroppo, iniziano a conoscersi quelli a breve termine, con tantissimi casi di reazioni avverse, miocarditi e addirittura la morte).
In compenso, ci sono stati medici e vari altri esperti del mondo sanitario, di cui non farò il nome per evitare querele, che sono divenuti invece star, propugnando affermazioni spesso infondate o non adeguatamente supportate dalla letteratura scientifica, pur di far vaccinare tutti indistintamente e senza ritegno.
Da parte mia desidero inviare la mia più sincera vicinanza alla Dott.ssa de Mari e a tutti i suoi colleghi ingiustamente colpiti e vessati da un sistema marcio, che basa il suo operato sul famoso Giuramento di Ippocrate e che poi lo disattende.
Infatti, nella sua declinazione contemporanea esso cita:
...insomma, tutto ciò che questi medici hanno fatto, eroi che hanno preferito disattendere le linee del sistema per aiutare veramente le persone, spesso salvando effettivamente vite.Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l'indipendenza della professione;
di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l'eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte;
di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato;
di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un'informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa;
di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell'autonomia della persona;
di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita;
di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto;
di prestare soccorso nei casi d'urgenza e di mettermi a disposizione dell'Autorità competente, in caso di pubblica calamità;
di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che osservo o che ho osservato,inteso o intuito nella mia professione o in ragione del mio stato o ufficio;
di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della professione.
https://presskit.it/2023/06/08/silvana- ... -distanza/
https://www.humanitas.it/enciclopedia/i ... -merluzzo/
https://www.humanitas.it/enciclopedia/v ... i%20liberi.
https://www.humanitas.it/enciclopedia/i ... na-bovina/
https://omceopi.org/ordine/deontologia- ... -ippocrate