sassolino di Renzi contro la Meloni
Inviato: 15 mag 2023, 9:07
Io ricordo ancora la Boschi inviperita contro (il figlio di) Grillo che sputava addosso al comico la rabbia per il giustizialismo dei 5 stelle.
Ora è Renzi a togliersi qualche sassolino:
https://www.msn.com/it-it/notizie/polit ... 3d3e1&ei=7
Inchieste sulla famiglia Meloni: quando su Renzi Fratelli d’Italia era tutto fuorché garantista
garantismo non è ad personam. O si è coerenti sempre e, quindi, si è garantisti con tutti (dal politico al disgraziato di turno) oppure, sbagliando, s’invoca il garantismo a convenienza, quando inchieste dei media e operazioni di polizia giudiziaria coinvolgono il tuo partito o la tua sfera privata, salvo poi mantenere quotidianamente uno spirito giustizialista su tutte le altre vicende.
Ne sanno qualcosa Giorgia Meloni e gli esponenti di Fratelli d’Italia. Nelle scorse ore, infatti, Il Domani e Repubblica hanno pubblicato due inchieste sulle società e sugli affari della madre e dell’entourage vicino alla premier Giorgia Meloni. Un lavoro che prova a smontare la narrazione meloniana dell’underdog, ovvero della sfavorita che, nonostante le difficoltà, ce la fa e riesce ad emergere, analizzando le attività economiche dei familiari della Premier e i presunti affari (e plusvalenze) della madre tra una casa acquistata nonostante un reddito basso e un bar rilevato e rivenduto a prezzi più alti.
[..]
E’ doveroso però ricordare come gli stessi esponenti di Fratelli d’Italia, premier in testa, in passato tutto questo garantismo non lo invocavano. Anzi. La stessa Meloni in Parlamento e l’allora consigliere regionale toscano Giovanni Donzelli, presentarono addirittura due interrogazioni per provare a far luce sugli ‘affari’ dell’azienda di Tiziano Renzi, padre di Matteo, e sull’inchiesta Consip.
Una inchiesta che vide addirittura Donzelli definirsi non felice “ma arrabbiato” per l’arresto del padre di Renzi (finì per un breve periodo ai domiciliari) perché “sono anni che alcuni fatti sono arcinoti, alcuni li abbiamo denunciati in maniera incontrovertibile: mi sorprendo che siano emersi solo adesso”. Peccato per Donzelli che dopo un lungo calvario giudiziario i genitori di Renzi sono stati assolti dal processo sulle false fatture perché “il fatto non costituisce reato”.
La stessa Meloni, all’epoca, sfoggiò la solita retorica giustizialista e populista sulla società del padre di Renzi: “E’ normale che in un’Italia in cui gli imprenditori non riescono ad accedere al credito e si suicidano oltre 200mila euro di debiti della famiglia Renzi vengano pagati da fondi pubblici?”. Ma il tempo è galantuomo, è Meloni a distanza di anni avrà, si spera, sicuramente cambiato approccio su inchieste mediatiche e giudiziarie. La presunzione d’innocenza vale per tutti e per averne certezza basta chiederne conferma al ministro della Giustizia (voluto proprio dalla premier) Carlo Nordio, garantista DOCG.
Ora è Renzi a togliersi qualche sassolino:
https://www.msn.com/it-it/notizie/polit ... 3d3e1&ei=7
Inchieste sulla famiglia Meloni: quando su Renzi Fratelli d’Italia era tutto fuorché garantista
garantismo non è ad personam. O si è coerenti sempre e, quindi, si è garantisti con tutti (dal politico al disgraziato di turno) oppure, sbagliando, s’invoca il garantismo a convenienza, quando inchieste dei media e operazioni di polizia giudiziaria coinvolgono il tuo partito o la tua sfera privata, salvo poi mantenere quotidianamente uno spirito giustizialista su tutte le altre vicende.
Ne sanno qualcosa Giorgia Meloni e gli esponenti di Fratelli d’Italia. Nelle scorse ore, infatti, Il Domani e Repubblica hanno pubblicato due inchieste sulle società e sugli affari della madre e dell’entourage vicino alla premier Giorgia Meloni. Un lavoro che prova a smontare la narrazione meloniana dell’underdog, ovvero della sfavorita che, nonostante le difficoltà, ce la fa e riesce ad emergere, analizzando le attività economiche dei familiari della Premier e i presunti affari (e plusvalenze) della madre tra una casa acquistata nonostante un reddito basso e un bar rilevato e rivenduto a prezzi più alti.
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E’ doveroso però ricordare come gli stessi esponenti di Fratelli d’Italia, premier in testa, in passato tutto questo garantismo non lo invocavano. Anzi. La stessa Meloni in Parlamento e l’allora consigliere regionale toscano Giovanni Donzelli, presentarono addirittura due interrogazioni per provare a far luce sugli ‘affari’ dell’azienda di Tiziano Renzi, padre di Matteo, e sull’inchiesta Consip.
Una inchiesta che vide addirittura Donzelli definirsi non felice “ma arrabbiato” per l’arresto del padre di Renzi (finì per un breve periodo ai domiciliari) perché “sono anni che alcuni fatti sono arcinoti, alcuni li abbiamo denunciati in maniera incontrovertibile: mi sorprendo che siano emersi solo adesso”. Peccato per Donzelli che dopo un lungo calvario giudiziario i genitori di Renzi sono stati assolti dal processo sulle false fatture perché “il fatto non costituisce reato”.
La stessa Meloni, all’epoca, sfoggiò la solita retorica giustizialista e populista sulla società del padre di Renzi: “E’ normale che in un’Italia in cui gli imprenditori non riescono ad accedere al credito e si suicidano oltre 200mila euro di debiti della famiglia Renzi vengano pagati da fondi pubblici?”. Ma il tempo è galantuomo, è Meloni a distanza di anni avrà, si spera, sicuramente cambiato approccio su inchieste mediatiche e giudiziarie. La presunzione d’innocenza vale per tutti e per averne certezza basta chiederne conferma al ministro della Giustizia (voluto proprio dalla premier) Carlo Nordio, garantista DOCG.