La dieta sostenibile dei centenari delle Zone Blu

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ereticamente
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La dieta sostenibile dei centenari delle Zone Blu

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Ci sono aree del mondo in cui la concentrazione di centenari e pluricentenari è nettamente sopra la media. Si chiamano Zone Blu, o in inglese Blue Zones, e vengono studiate da anni dai ricercatori per riuscire a capire se vi siano dei tratti comuni e delle caratteristiche specifiche nella dieta e nello stile di vita di queste persone, oltre alla genetica, che determinano la longevità e il vivere in buona salute senza malattie.

A coniare il termine blue zone sono stati i suoi due scopritori, il demografo belga Michel Poulain, ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia, e l’epidemiologo sardo Gianni Pes dell’università di Sassari. Dopo attente verifiche e indagini, nel 2000 Poulain e Pes identificarono alcuni villaggi nell’area montuosa dell’Ogliastra in cui viveva un numero di centenari decisamente superiore alla media. Per segnare quest’area sulla cartina, Poulain e Pes usarono un pennarello blu. Da qui derivò il nome di questa e altre zone speciali del mondo. A oggi, secondo Poulain, le zone blu che corrispondono ai criteri della ricerca scientifica sull’invecchiamento sono quattro: l’Ogliastra-Barbagia, due aree regionali e prevalentemente montuose della Sardegna, l’isola di Ikaria in Grecia, l’arcipelago di isole di Okinawa in Giappone e la penisola di Nicoya in Costa Rica. C’è poi il caso di Loma Linda, in California, dove vive una comunità cristiana degli Avventisti del settimo giorno che Poulain non riconosce però come zona blu in senso stretto.


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Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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