Progetto Polis

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Progetto Polis

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Finalmente un progetto che serviva all'Italia e di cui i territori, specie i più isolati e disagiati, ne avevano bisogno:

https://www.today.it/economia/poste-progetto-polis.html

Non so se il merito sia delle Poste o della Meloni, ma era ora che iniziasse a sciorinare qualche iniziativa utile, anche se non rivoluzionaria: questa è la strada che deve percorrere il governo per rimettere in piedi l'Italia, ovvero ripartire dai territori, specie i centri di montagna, perchè se si dovessero spopolare sarebbe un vero dramma e poi per ripopolarli sarebbe molto difficile.
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Una bella inversione di rotta per un ente che negli ultimi anni chiudeva tutti gli uffici nei piccoli centri!
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Re: Progetto Polis

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Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
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Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.

Non voglio difendere il governo, ma non lo puoi criticare quando porta un servizio in più in periferia, anche se c'è tantissimo altro da fare.
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vatel ha scritto: 30 gen 2023, 15:37
Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.

Non voglio difendere il governo, ma non lo puoi criticare quando porta un servizio in più in periferia, anche se c'è tantissimo altro da fare.
Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.
Una cascina che nei primi del '900 dava lavoro a 4 padroni e 400 manovali, oggi ha 4 padroni e 20 manovali.
Non parlo della minoranza, parlo della maggioranza, che piaccia o meno.
Non critico il governo, critico chi dice che questo serva a ripopolare le piccole realtà. Tali realtà si ripopolano riportando il lavoro, non SOLO quello dello Stato.
Spero si noi la differenza, se non si nota, allora vuol dire che posso smettere di postare, perché i problemi sono altri.
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Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Giusto, ma per presidiare il territorio i piccoli centri devono incrementare tutte le attività. Perché altrimenti muoiono e chi ci resta perché la sua attività si svolge lí, non avrà più infrastrutture.

È un discorso antieconomico, ma bisognerà affrontarlo. Questo progetto è un primo passo, ma non basta, ed ha un costo.

L'errore è quello di voler mantenere realtà che oggi non hanno più ragione di essere, perché hanno perso i motivi per cui erano state create. Mi riferisco a quelli che vengono chiamati "borghi". Occorre ripercorrere dal passato la loro esistenza, dal perché sono nati (fonte di reddito e difesa comune) al perché oggi si svuotano (migrazione verso maggiori concentrazioni di popolazione).

Ci sono, è vero, strategie per ripopolarli. Come fornire i servizi amministrativi decentrati (progetto Polis), ma questa è una soluzione che non tiene conto del perché si svuotano. Quindi, per quanto sia comoda per i residenti può rivelarsi una "soluzione tampone".

Il che mi riporta sempre a parlare di una "progettualità" affrettata, miope, parziale.

Ergo, le buone intenzioni non bastano a risolvere i problemi. E molti "think tank" sono pieni di gente che non meritano di farne parte, "imbucati" attirati da guadagni facili, e non abbastanza riflessivi.

Ne ho conosciuti diversi.
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Re: Progetto Polis

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Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:41
vatel ha scritto: 30 gen 2023, 15:37
Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.

Non voglio difendere il governo, ma non lo puoi criticare quando porta un servizio in più in periferia, anche se c'è tantissimo altro da fare.
Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.
Una cascina che nei primi del '900 dava lavoro a 4 padroni e 400 manovali, oggi ha 4 padroni e 20 manovali.
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Non critico il governo, critico chi dice che questo serva a ripopolare le piccole realtà. Tali realtà si ripopolano riportando il lavoro, non SOLO quello dello Stato.
Spero si noi la differenza, se non si nota, allora vuol dire che posso smettere di postare, perché i problemi sono altri.
Bravissimo, stai facendo funzionare il cervello, a conferma di quello che ho scritto nel post precedente.
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Re: Progetto Polis

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Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 15:50
Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Giusto, ma per presidiare il territorio i piccoli centri devono incrementare tutte le attività. Perché altrimenti muoiono e chi ci resta perché la sua attività si svolge lí, non avrà più infrastrutture.

È un discorso antieconomico, ma bisognerà affrontarlo. Questo progetto è un primo passo, ma non basta, ed ha un costo.

L'errore è quello di voler mantenere realtà che oggi non hanno più ragione di essere, perché hanno perso i motivi per cui erano state create. Mi riferisco a quelli che vengono chiamati "borghi". Occorre ripercorrere dal passato la loro esistenza, dal perché sono nati (fonte di reddito e difesa comune) al perché oggi si svuotano (migrazione verso maggiori concentrazioni di popolazione).

Ci sono, è vero, strategie per ripopolarli. Come fornire i servizi amministrativi decentrati (progetto Polis), ma questa è una soluzione che non tiene conto del perché si svuotano. Quindi, per quanto sia comoda per i residenti può rivelarsi una "soluzione tampone".

Il che mi riporta sempre a parlare di una "progettualità" affrettata, miope, parziale.

Ergo, le buone intenzioni non bastano a risolvere i problemi. E molti "think tank" sono pieni di gente che non meritano di farne parte, "imbucati" attirati da guadagni facili, e non abbastanza riflessivi.

Ne ho conosciuti diversi.
Ovvio che questo progetto non risolve il problema alla radice, ma è la strada buona da percorrere; probabilmente l'avranno fatto solo per acchiappare più soldi, però non si può negare che nel discorso della Meloni di oggi c'è anche quello di recuperare i territori e se è veramente intenzionata a farlo ben venga.
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Re: Progetto Polis

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Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?

Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.

Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.

1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale

2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".

E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).

Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.

Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
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Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?

Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.

Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.

1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale

2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".

E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).

Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.

Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Intendevo dire le periferie ovvero i paesini che si stanno spopolando.

Più ci si sposta e si riscoprono i paesini più le città si svuotano e meglio è per tutti.
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Re: Progetto Polis

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Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?

Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.

Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.

1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale

2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".

E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).

Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.

Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Io sono un sognatore, e ogni tanto mi piace sognare. Molti lavori oggi potrebbero essere eseguiti in lavoro agile (smart working per gli adoratori degli inglesismi in mezzo ad una discussione in italiano, in cui a volte ricado colpevolmente pure io, purtroppo), come in molte realtà estere. Questo è, allo stato dell'arte, l'unico modo per permettere di far rivivere determinati centri. Che hanno sicuramente una qualità della vita migliore (metto la mia opinione, in cui lavorerei molto più piacevolmente in una zona vicino almeno alle colline se non ai monti, rispetto alla piena pianura che ha molti vantaggi, ma non quello della qualità della vita), me peccano di industrializzazione e lavoro.
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Re: Progetto Polis

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Crossfire ha scritto: 31 gen 2023, 7:31
Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?

Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.

Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.

1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale

2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".

E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).

Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.

Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Io sono un sognatore, e ogni tanto mi piace sognare. Molti lavori oggi potrebbero essere eseguiti in lavoro agile (smart working per gli adoratori degli inglesismi in mezzo ad una discussione in italiano, in cui a volte ricado colpevolmente pure io, purtroppo), come in molte realtà estere. Questo è, allo stato dell'arte, l'unico modo per permettere di far rivivere determinati centri. Che hanno sicuramente una qualità della vita migliore (metto la mia opinione, in cui lavorerei molto più piacevolmente in una zona vicino almeno alle colline se non ai monti, rispetto alla piena pianura che ha molti vantaggi, ma non quello della qualità della vita), me peccano di industrializzazione e lavoro.
Non si può inventare un'intera comunità. Il risultato, inevitabile per la mia esperienza, è un "campo profughi".
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Re: Progetto Polis

Messaggio da leggere da Sayon »

Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Una soluzione ci sarebbe ed e' quella delle grandi imprese del Nord a corto di personale di facilitare almeno l' alloggio a chi provenga dal Sud. E' indubbio anche che i salari sono troppo bassi ed andrebbero aumentati e portati alla media europea. Il fatto e' che in Italia nessuno (ne' imprese ne' individui) vuole fare il minimo sforzo.
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Re: Progetto Polis

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Sayon ha scritto: 31 gen 2023, 16:13
Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
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Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Una soluzione ci sarebbe ed e' quella delle grandi imprese del Nord a corto di personale di facilitare almeno l' alloggio a chi provenga dal Sud. E' indubbio anche che i salari sono troppo bassi ed andrebbero aumentati e portati alla media europea. Il fatto e' che in Italia nessuno (ne' imprese ne' individui) vuole fare il minimo sforzo.
Questo vale se si vuole aumentare il numero degli abitanti delle grandi città. Che è il contrario di quanto stiamo dicendo fino ad ora...
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Re: Progetto Polis

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Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:41
Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.
Una cascina che nei primi del '900 dava lavoro a 4 padroni e 400 manovali, oggi ha 4 padroni e 20 manovali.
Non parlo della minoranza, parlo della maggioranza, che piaccia o meno.
Non critico il governo, critico chi dice che questo serva a ripopolare le piccole realtà. Tali realtà si ripopolano riportando il lavoro, non SOLO quello dello Stato.
Spero si noi la differenza, se non si nota, allora vuol dire che posso smettere di postare, perché i problemi sono altri.

con conte si parlava di south working e di ampliare lo smart.
ci fu una protesta abbastanza palese dei sindaci delle grandi città, capeggiati da sala.
con draghi la piega "rivoluzionaria" del south working come mezzo di ripopolamento è stata abbandonata ed è stato conservato solo quello che economicamente conveniva alle aziende (le multinazionali continuano a farlo, più flessibile e più dedite ad ottimizzare le spese per gli uffici visto che già sono abituate alla dislocazione e alle regole da grande aziende).
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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