Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.vatel ha scritto: 30 gen 2023, 15:37Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Non voglio difendere il governo, ma non lo puoi criticare quando porta un servizio in più in periferia, anche se c'è tantissimo altro da fare.
Giusto, ma per presidiare il territorio i piccoli centri devono incrementare tutte le attività. Perché altrimenti muoiono e chi ci resta perché la sua attività si svolge lí, non avrà più infrastrutture.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Bravissimo, stai facendo funzionare il cervello, a conferma di quello che ho scritto nel post precedente.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:41Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.vatel ha scritto: 30 gen 2023, 15:37
Sbagliato, molti giovani oggi si stanno dando all'agricoltura ed è probabile che rioccupino anche le periferie ovvero i paesini che si spopolano.
Non voglio difendere il governo, ma non lo puoi criticare quando porta un servizio in più in periferia, anche se c'è tantissimo altro da fare.
Una cascina che nei primi del '900 dava lavoro a 4 padroni e 400 manovali, oggi ha 4 padroni e 20 manovali.
Non parlo della minoranza, parlo della maggioranza, che piaccia o meno.
Non critico il governo, critico chi dice che questo serva a ripopolare le piccole realtà. Tali realtà si ripopolano riportando il lavoro, non SOLO quello dello Stato.
Spero si noi la differenza, se non si nota, allora vuol dire che posso smettere di postare, perché i problemi sono altri.
Ovvio che questo progetto non risolve il problema alla radice, ma è la strada buona da percorrere; probabilmente l'avranno fatto solo per acchiappare più soldi, però non si può negare che nel discorso della Meloni di oggi c'è anche quello di recuperare i territori e se è veramente intenzionata a farlo ben venga.Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 15:50Giusto, ma per presidiare il territorio i piccoli centri devono incrementare tutte le attività. Perché altrimenti muoiono e chi ci resta perché la sua attività si svolge lí, non avrà più infrastrutture.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
È un discorso antieconomico, ma bisognerà affrontarlo. Questo progetto è un primo passo, ma non basta, ed ha un costo.
L'errore è quello di voler mantenere realtà che oggi non hanno più ragione di essere, perché hanno perso i motivi per cui erano state create. Mi riferisco a quelli che vengono chiamati "borghi". Occorre ripercorrere dal passato la loro esistenza, dal perché sono nati (fonte di reddito e difesa comune) al perché oggi si svuotano (migrazione verso maggiori concentrazioni di popolazione).
Ci sono, è vero, strategie per ripopolarli. Come fornire i servizi amministrativi decentrati (progetto Polis), ma questa è una soluzione che non tiene conto del perché si svuotano. Quindi, per quanto sia comoda per i residenti può rivelarsi una "soluzione tampone".
Il che mi riporta sempre a parlare di una "progettualità" affrettata, miope, parziale.
Ergo, le buone intenzioni non bastano a risolvere i problemi. E molti "think tank" sono pieni di gente che non meritano di farne parte, "imbucati" attirati da guadagni facili, e non abbastanza riflessivi.
Ne ho conosciuti diversi.
Intendevo dire le periferie ovvero i paesini che si stanno spopolando.Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?
Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.
Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.
1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale
2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".
E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).
Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.
Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Io sono un sognatore, e ogni tanto mi piace sognare. Molti lavori oggi potrebbero essere eseguiti in lavoro agile (smart working per gli adoratori degli inglesismi in mezzo ad una discussione in italiano, in cui a volte ricado colpevolmente pure io, purtroppo), come in molte realtà estere. Questo è, allo stato dell'arte, l'unico modo per permettere di far rivivere determinati centri. Che hanno sicuramente una qualità della vita migliore (metto la mia opinione, in cui lavorerei molto più piacevolmente in una zona vicino almeno alle colline se non ai monti, rispetto alla piena pianura che ha molti vantaggi, ma non quello della qualità della vita), me peccano di industrializzazione e lavoro.Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?
Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.
Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.
1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale
2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".
E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).
Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.
Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Non si può inventare un'intera comunità. Il risultato, inevitabile per la mia esperienza, è un "campo profughi".Crossfire ha scritto: 31 gen 2023, 7:31Io sono un sognatore, e ogni tanto mi piace sognare. Molti lavori oggi potrebbero essere eseguiti in lavoro agile (smart working per gli adoratori degli inglesismi in mezzo ad una discussione in italiano, in cui a volte ricado colpevolmente pure io, purtroppo), come in molte realtà estere. Questo è, allo stato dell'arte, l'unico modo per permettere di far rivivere determinati centri. Che hanno sicuramente una qualità della vita migliore (metto la mia opinione, in cui lavorerei molto più piacevolmente in una zona vicino almeno alle colline se non ai monti, rispetto alla piena pianura che ha molti vantaggi, ma non quello della qualità della vita), me peccano di industrializzazione e lavoro.Valerio ha scritto: 30 gen 2023, 16:15 Attento Vatel, cosa intendi dicendo "recuperare territori"?
Spero non sia farli vivere a dispetto della loro improduttività.
Considera, inoltre, che c'è un pericoloso bivio.
1) presidiare il territorio, oggi un aspetto più che mai essenziale
2) ridurre l'occupazione caotica del pianeta che riduce l'area "verde".
E qui il discorso si espande in maniera "esplosiva" (esplosione demografica).
Considera che ogni porzione di territorio, occupata in maniera selvaggia e non ecologica, si rivela un danno per l'esistenza dell'uomo.
Non sono un visionario, mi preoccupo solo che continui a valere il 2+2=4. Se quell'addizione acquista un risultato diverso, siamo tutti fottuti.
Una soluzione ci sarebbe ed e' quella delle grandi imprese del Nord a corto di personale di facilitare almeno l' alloggio a chi provenga dal Sud. E' indubbio anche che i salari sono troppo bassi ed andrebbero aumentati e portati alla media europea. Il fatto e' che in Italia nessuno (ne' imprese ne' individui) vuole fare il minimo sforzo.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Questo vale se si vuole aumentare il numero degli abitanti delle grandi città. Che è il contrario di quanto stiamo dicendo fino ad ora...Sayon ha scritto: 31 gen 2023, 16:13Una soluzione ci sarebbe ed e' quella delle grandi imprese del Nord a corto di personale di facilitare almeno l' alloggio a chi provenga dal Sud. E' indubbio anche che i salari sono troppo bassi ed andrebbero aumentati e portati alla media europea. Il fatto e' che in Italia nessuno (ne' imprese ne' individui) vuole fare il minimo sforzo.Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:20 Il problema è sempre lo stesso, il lavoro.
I centri di montagna, i piccoli paesini, non possono vivere di assistenzialismo. Oggi esiste il lavoro agile, ma la maggior parte della classe imprenditoriale italiana lo vede di malavoglia (lo vedo dal 90% delle mie conoscenza che lavorano, farlo è sempre una fatica), quindi si può vivere solo vicino alle aziende. Le quali, sono produttive e vicine ai centri logistici, e via discorrendo.
Se si vogliono ripopolare bisogna cambiare mentalità, per permettere alle persone, che possono, di andare in sede 2 volte al mese non tutti i giorni, per allinearsi. Alla fine, tolta la produzione vera e propria, che bisogno c'è che gli uffici acquisti, di progettazione, amministrativi e via discorrendo siano in ditta tutti i giorni? Fino a quando la mentalità è questa, allora non ripopoleremo mai quei centri, che vivranno di assistenzialismo, ma i giovani che vogliono qualcosa in più (senza offendere nessuno) di un mero lavoro che ti da uno stipendio base di assistenzialismo, finiti i posti del turismo e altro, andranno a cercare fortuna altrove. La situazione è fisiologica.
Una volta c'era tanta agricoltura, ma oggi le aziende agricole hanno bisogno di molto meno personale, e il lavoro si è spostato. E un domani si sposterà ancora.
Crossfire ha scritto: 30 gen 2023, 15:41
Molti? Alcuni lo fanno, e come proprietari. Ma i proprietari non possono essere migliaia, altrimenti a monte non guadagnano abbastanza per vivere, perché i campi per migliaia di persone sono piccoli. E piccoli, vuol dire che non hai il guadagno sulla quantità e alla fine vai in perdita, fallisci e ciaone.
Una cascina che nei primi del '900 dava lavoro a 4 padroni e 400 manovali, oggi ha 4 padroni e 20 manovali.
Non parlo della minoranza, parlo della maggioranza, che piaccia o meno.
Non critico il governo, critico chi dice che questo serva a ripopolare le piccole realtà. Tali realtà si ripopolano riportando il lavoro, non SOLO quello dello Stato.
Spero si noi la differenza, se non si nota, allora vuol dire che posso smettere di postare, perché i problemi sono altri.