Eni, Enel, A2A, Irein sono pubbliche… i politici di cosa parlano?
Inviato: 2 ott 2022, 22:08
https://maschileindividuale.wordpress.c ... a-parlano/
Un po’ tutti i politici parlando di caro-energia, che siano sostenitori del vecchio governo o sostenitori del nuovo governo (nell’immagine l’ultima uscita del futuro presidente del consiglio).
Ebbene, andiamo a guardare i principali giocatori nel campo dell’energia in Italia
L’Enel secondo wiki ha i seguenti azionisti:
Al 31 dicembre 2020[569]:
Ministero dell’Economia e delle Finanze – 23,6%
Investitori istituzionali – 62,3%
Investitori individuali – 14,1%
Per quanto riguarda l’ENI:
Dal 1995 al 2001 lo Stato italiano ha venduto in cinque fasi parte consistente del capitale azionario, conservandone una quota superiore al 30% (sommando le quote detenute dal Dipartimento del tesoro e dalla Cassa depositi e prestiti), e detenendo comunque il controllo effettivo della società[9]. In base alla legge 30 luglio 1994, n. 474, lo Stato, tramite il Ministero dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministero dello sviluppo economico, è titolare di una serie di poteri speciali (la cosiddetta golden share) da esercitare nel rispetto di criteri prestabiliti.
Ah ma anche gli enti locali non scherzano.
A2A appartiene al 50% a due singoli comuni:
L’azionariato comunicato alla Consob è il seguente:[7][8]
Comune di Brescia: 25,000%
Comune di Milano: 25,000%
Il restante 50% è collocato sul mercato.
Infine IREN:
FSU (Finanziaria Sviluppo Utilities) Comune di Genova – 18,85%
FCTH (Finanziaria Città di Torino Holding) Comune di Torino – 13,80%
Comune di Reggio Emilia – 6,42%
Comuni della Provincia di Reggio Emilia – 5,29%
Comune di Parma – 3,16%
Comune e Provincia di La Spezia – 1,89%
Comune di Piacenza – 1,37%
Altri comuni – 0,04%
Azioni proprie – 1,22%
Altri azionisti – 47,96%
Dato aggiornato al 31 dicembre 2020.[49]
Insomma i politici, nazionali e reginali (lombardia, piemonte, ligura, emilia romagna) già controlla indirettamente le aziende energetiche italiane e potrebbe decidere di non seguire la speculazione.
Invece di ritroviamo di fronte a continui annunci. Magari prendendo soldi pubblici e mettendoli alle aziende quando magari sarebbero in grado semplicemente di abbassare i prezzi.
Un po’ tutti i politici parlando di caro-energia, che siano sostenitori del vecchio governo o sostenitori del nuovo governo (nell’immagine l’ultima uscita del futuro presidente del consiglio).
Ebbene, andiamo a guardare i principali giocatori nel campo dell’energia in Italia
L’Enel secondo wiki ha i seguenti azionisti:
Al 31 dicembre 2020[569]:
Ministero dell’Economia e delle Finanze – 23,6%
Investitori istituzionali – 62,3%
Investitori individuali – 14,1%
Per quanto riguarda l’ENI:
Dal 1995 al 2001 lo Stato italiano ha venduto in cinque fasi parte consistente del capitale azionario, conservandone una quota superiore al 30% (sommando le quote detenute dal Dipartimento del tesoro e dalla Cassa depositi e prestiti), e detenendo comunque il controllo effettivo della società[9]. In base alla legge 30 luglio 1994, n. 474, lo Stato, tramite il Ministero dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministero dello sviluppo economico, è titolare di una serie di poteri speciali (la cosiddetta golden share) da esercitare nel rispetto di criteri prestabiliti.
Ah ma anche gli enti locali non scherzano.
A2A appartiene al 50% a due singoli comuni:
L’azionariato comunicato alla Consob è il seguente:[7][8]
Comune di Brescia: 25,000%
Comune di Milano: 25,000%
Il restante 50% è collocato sul mercato.
Infine IREN:
FSU (Finanziaria Sviluppo Utilities) Comune di Genova – 18,85%
FCTH (Finanziaria Città di Torino Holding) Comune di Torino – 13,80%
Comune di Reggio Emilia – 6,42%
Comuni della Provincia di Reggio Emilia – 5,29%
Comune di Parma – 3,16%
Comune e Provincia di La Spezia – 1,89%
Comune di Piacenza – 1,37%
Altri comuni – 0,04%
Azioni proprie – 1,22%
Altri azionisti – 47,96%
Dato aggiornato al 31 dicembre 2020.[49]
Insomma i politici, nazionali e reginali (lombardia, piemonte, ligura, emilia romagna) già controlla indirettamente le aziende energetiche italiane e potrebbe decidere di non seguire la speculazione.
Invece di ritroviamo di fronte a continui annunci. Magari prendendo soldi pubblici e mettendoli alle aziende quando magari sarebbero in grado semplicemente di abbassare i prezzi.