Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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ereticamente
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Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

Messaggio da leggere da ereticamente »

per ora sono soffiate ai giornalisti con agganci.
in sede governativa potrebbero cambiare molte cose, potrebbero spuntar manine amiche o si potrebbe tenere in considerazioni feedback di popolazione e addetti ai lavori sulla fuoriuscita di informazioni (è un vecchio trucco quello di far circolare prima la notizia di un provvedimento e vedere come è la reazione per poi decidere cosa fare.

personalmente sono contrario al 110% che è un favore a chi i soldi li ha invece ritengo che la stretta della meloni sul rdc sia eccessiva (vanno modificate alcune cose ma non aggredito in maniera cosi dura)



https://www.open.online/2022/09/29/gove ... uperbonus/

Il nuovo governo di Giorgia Meloni mette nel mirino reddito di cittadinanza e Superbonus 110%. Mentre la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza certifica un Pil in frenata e 10 miliardi di nuove entrate, la premier studia una stretta per fare altra cassa. Risparmiando sul sussidio e sui bonus edilizi. D’altro canto il primo decreto di Meloni premier porterà una sanatoria delle cartelle esattoriali proprio per aumentare le entrate per le bollette. E anche l’esecutivo di Draghi pensava di non rinnovarlo prima delle modifiche sui crediti delle banche. Ma il tempo per scrivere la legge di bilancio rimane poco, pochissimo. Soprattutto perché va a incrociarsi con i tempi per l’incarico e per la formazione del nuovo governo. Mentre per il rinnovo dei sussidi serviranno a breve 40 miliardi.



Cosa dice la Nadef di Draghi
Con ordine. La Nadef approvata dal Consiglio dei Ministri è insolitamente a metà. Contiene infatti solo la parte tendenziale e non quella programmatica. Perché gli effetti della manovra di bilancio dovrà calcolarli il nuovo esecutivo. Il Pil migliora quest’anno al +3,3%. Ma nel 2023 arriverà una brusca frenata: +0,6% invece del 2,4% previsto dal Def. Il deficit è in discesa al 5,1%. Cala anche il debito, che imbocca un percorso di discesa (145,4% del Pil quest’anno e 143,2% il prossimo) che lo porterà nel 2025 sotto quota 140% (al 139,3%). E nonostante la Nota fotografi un rialzo del sentiero dell’inflazione, resta la previsione che il tasso comincerà «a scendere entro la fine di quest’anno». Con queste prospettive di partenza è logico che le decisioni siano prese dalla nuova premier. Che ha già preso contatti con via XX Settembre. La prima mossa sarà un nuovo decreto energia. Diventato ancora più urgente dopo le previsioni sui rialzi delle bollette. Servono almeno 20 miliardi. Per coprire l’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette, che costa circa 3 miliardi, l’Iva ridotta al 5% sul gas (500 milioni), il credito di imposta rafforzato per le aziende (circa 4,7 miliardi al mese), il bonus sociale rafforzato. Fino allo sconto sulla benzina. Per questo l’esecutivo sta già lavorando a un “Saldo e stralcio” delle cartelle esattoriali fino a 3.500 euro. Che prevede il pagamento del 20% del dovuto e il perdono sul restante 80%. Oppure una rateizzazione in più anni con la maggiorazione del 5% della cifra dovuta cancellando interessi e more.



Via il reddito se rifiuti un lavoro
Ma il governo Meloni comincerà anche a lavorare alla riforma del reddito di cittadinanza. La premier ha parlato in più occasioni di abolizione. E anche sua madre si è schierata per la cancellazione della “vergogna“. La prima mossa però sarà una modifica da infilare nella legge di bilancio. Il Fatto Quotidiano spiega oggi che Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fdi, e Maurizio Leo, responsabile economico del partito, ci lavorano già. La modifica riguarderà le offerte di lavoro: oggi il sussidio si perde se se ne rifiutano due. Sia dai centri per l’impiego che dai privati. Fratelli d’Italia vuole ridurre le possibilità di rifiutare un lavoro a una. E rafforzare il sistema dei controlli con l’obiettivo di scovare i “furbetti” del Rdc. Una mossa che però a prima vista non dovrebbe portare molti risparmi alle casse dello Stato. Ma d’altro canto il mancato sfondamento di Fdi al Sud è dovuto proprio alla sua posizione sul reddito. E oggi Francesco Lollobrigida immagina un percorso guidato per la riforma fino all’abolizione. Un percorso graduale che preveda però che rimangano i sussidi per chi è disoccupato.

Il bonus edilizio da riformare
Per il Superbonus 110% la questione è più complicata. La Stampa spiega oggi che i sussidi per le ristrutturazioni hanno pesato per 25 miliardi di euro tra 2020 e 2021. Venti miliardi invece sono la spesa totale per il sussidio voluto dal governo di Conte. Il premier Draghi lo ha criticato in più occasioni. Anche perché non tenendo conto del valore degli immobili e delle difficoltà nell’applicarlo nei condomini, è diventato un affare soprattutto per la classe medio-alta e per i possessori di seconde case. Ecco quindi che una prima modifica potrebbe riguardare l’esclusione di una fascia di immobili. Un’abolizione tout court è meno probabile. Anche se sarebbe infinitamente più remunerativa per le casse dello Stato. Ma in questo caso Meloni dovrebbe fare fronte anche alle proteste dei suoi. Che, come per il rigassificatore di Piombino, sul territorio tendono a pensarla diversamente rispetto che a Roma. Proprio ieri infatti il consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione di Fdi che chiede la proroga del Superbonus per gli interventi sul patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica almeno fino al 2025.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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RedWine
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Re: Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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ereticamente ha scritto: 29 set 2022, 10:42 per ora sono soffiate ai giornalisti con agganci.
a mè piu che altro sembrano idiozie di giornalisti che non sanno che cazzo scrivere.
dubito molto che nello stesso centro destra ci sia un accordo chiaro su cosa fare e con che priorità, e certamente non lo vanno a dire a open
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ereticamente
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Re: Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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RedWine ha scritto: 29 set 2022, 10:54 a mè piu che altro sembrano idiozie di giornalisti che non sanno che cazzo scrivere.
dubito molto che nello stesso centro destra ci sia un accordo chiaro su cosa fare e con che priorità, e certamente non lo vanno a dire a open


può essere che tu abbia ragione.
può essere anche una terza ipotesi: open e altri giornali stanno cercando di suggerire/influenzare il nuovo governo in formazione.

ancora un mese o due e capiremo.
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Sayon
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Re: Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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ereticamente ha scritto: 29 set 2022, 10:42 per ora sono soffiate ai giornalisti con agganci.
in sede governativa potrebbero cambiare molte cose, potrebbero spuntar manine amiche o si potrebbe tenere in considerazioni feedback di popolazione e addetti ai lavori sulla fuoriuscita di informazioni (è un vecchio trucco quello di far circolare prima la notizia di un provvedimento e vedere come è la reazione per poi decidere cosa fare.

personalmente sono contrario al 110% che è un favore a chi i soldi li ha invece ritengo che la stretta della meloni sul rdc sia eccessiva (vanno modificate alcune cose ma non aggredito in maniera cosi dura)



https://www.open.online/2022/09/29/gove ... uperbonus/

Il nuovo governo di Giorgia Meloni mette nel mirino reddito di cittadinanza e Superbonus 110%. Mentre la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza certifica un Pil in frenata e 10 miliardi di nuove entrate, la premier studia una stretta per fare altra cassa. Risparmiando sul sussidio e sui bonus edilizi. D’altro canto il primo decreto di Meloni premier porterà una sanatoria delle cartelle esattoriali proprio per aumentare le entrate per le bollette. E anche l’esecutivo di Draghi pensava di non rinnovarlo prima delle modifiche sui crediti delle banche. Ma il tempo per scrivere la legge di bilancio rimane poco, pochissimo. Soprattutto perché va a incrociarsi con i tempi per l’incarico e per la formazione del nuovo governo. Mentre per il rinnovo dei sussidi serviranno a breve 40 miliardi.



Cosa dice la Nadef di Draghi
Con ordine. La Nadef approvata dal Consiglio dei Ministri è insolitamente a metà. Contiene infatti solo la parte tendenziale e non quella programmatica. Perché gli effetti della manovra di bilancio dovrà calcolarli il nuovo esecutivo. Il Pil migliora quest’anno al +3,3%. Ma nel 2023 arriverà una brusca frenata: +0,6% invece del 2,4% previsto dal Def. Il deficit è in discesa al 5,1%. Cala anche il debito, che imbocca un percorso di discesa (145,4% del Pil quest’anno e 143,2% il prossimo) che lo porterà nel 2025 sotto quota 140% (al 139,3%). E nonostante la Nota fotografi un rialzo del sentiero dell’inflazione, resta la previsione che il tasso comincerà «a scendere entro la fine di quest’anno». Con queste prospettive di partenza è logico che le decisioni siano prese dalla nuova premier. Che ha già preso contatti con via XX Settembre. La prima mossa sarà un nuovo decreto energia. Diventato ancora più urgente dopo le previsioni sui rialzi delle bollette. Servono almeno 20 miliardi. Per coprire l’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette, che costa circa 3 miliardi, l’Iva ridotta al 5% sul gas (500 milioni), il credito di imposta rafforzato per le aziende (circa 4,7 miliardi al mese), il bonus sociale rafforzato. Fino allo sconto sulla benzina. Per questo l’esecutivo sta già lavorando a un “Saldo e stralcio” delle cartelle esattoriali fino a 3.500 euro. Che prevede il pagamento del 20% del dovuto e il perdono sul restante 80%. Oppure una rateizzazione in più anni con la maggiorazione del 5% della cifra dovuta cancellando interessi e more.



Via il reddito se rifiuti un lavoro
Ma il governo Meloni comincerà anche a lavorare alla riforma del reddito di cittadinanza. La premier ha parlato in più occasioni di abolizione. E anche sua madre si è schierata per la cancellazione della “vergogna“. La prima mossa però sarà una modifica da infilare nella legge di bilancio. Il Fatto Quotidiano spiega oggi che Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fdi, e Maurizio Leo, responsabile economico del partito, ci lavorano già. La modifica riguarderà le offerte di lavoro: oggi il sussidio si perde se se ne rifiutano due. Sia dai centri per l’impiego che dai privati. Fratelli d’Italia vuole ridurre le possibilità di rifiutare un lavoro a una. E rafforzare il sistema dei controlli con l’obiettivo di scovare i “furbetti” del Rdc. Una mossa che però a prima vista non dovrebbe portare molti risparmi alle casse dello Stato. Ma d’altro canto il mancato sfondamento di Fdi al Sud è dovuto proprio alla sua posizione sul reddito. E oggi Francesco Lollobrigida immagina un percorso guidato per la riforma fino all’abolizione. Un percorso graduale che preveda però che rimangano i sussidi per chi è disoccupato.

Il bonus edilizio da riformare
Per il Superbonus 110% la questione è più complicata. La Stampa spiega oggi che i sussidi per le ristrutturazioni hanno pesato per 25 miliardi di euro tra 2020 e 2021. Venti miliardi invece sono la spesa totale per il sussidio voluto dal governo di Conte. Il premier Draghi lo ha criticato in più occasioni. Anche perché non tenendo conto del valore degli immobili e delle difficoltà nell’applicarlo nei condomini, è diventato un affare soprattutto per la classe medio-alta e per i possessori di seconde case. Ecco quindi che una prima modifica potrebbe riguardare l’esclusione di una fascia di immobili. Un’abolizione tout court è meno probabile. Anche se sarebbe infinitamente più remunerativa per le casse dello Stato. Ma in questo caso Meloni dovrebbe fare fronte anche alle proteste dei suoi. Che, come per il rigassificatore di Piombino, sul territorio tendono a pensarla diversamente rispetto che a Roma. Proprio ieri infatti il consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione di Fdi che chiede la proroga del Superbonus per gli interventi sul patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica almeno fino al 2025.
Guardando a queste "soffiate" con calma si vede che:
a) le modifche al RdC erano state auspicate dallo stesso Conte durante la campagna elettorale, ad esempio abbassare il reddito se non si accetta il primo lavoro, e
b) gli abusi verso il 110% sono stati eccessivi e, credo, che lo stesso Draghi se fosse rimasto al governo l' avrebbe abolito
Tutto sommato quindi la Meloni sta attuando modifiche giuste ed accettabili a TUTTI, meno ovviamente ai furbetti del RdC; ai truffatori del 110% e ai giornalisti d'indole piddina.
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Re: Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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l'articolo di prima è su dove (si dice) Meloni taglierebbe.
questo invece su dove la Meloni intenderebbe mettere soldi:



https://www.today.it/economia/misure-la ... eloni.html

Sobrietà. Questa la parola d'ordine della campagna elettorale di Giorgia Meloni che almeno sui temi economici non ha promesso mari e monti come invece hanno fatto a più riprese i suoi alleati. Il discorso cambia se guardiamo al programma di Fratelli d'Italia, un documento che individua "25 priorità" e contiene obiettivi piuttosto ambiziosi, da realizzare però - si badi bene - nell'arco di tutta la legislatura.

Che cosa devono aspettarsi in concreto i lavoratori? Una delle misure su cui Meloni ha insistito di più negli ultimi anni (non mesi) è il taglio del cuneo fiscale che per usare le parole della leader di Fdi altro non è che "la differenza tra quanto costa un lavoratore al datore di lavoro e quanto concretamente arriva in busta paga". "Si può fare" dice Meloni in un video pubblicato sul sito di Fratelli d'Italia. In che modo? "Facendo pagare allo Stato una parte dei contributi previdenziali che oggi sono a carico dell'impresa e del lavoratore. Sono misure che esistono giù sulla carta ma che vanno enormemente potenziate".

Il taglio del cuneo fiscale non è una misura caldeggiata solo da Meloni. Lo stesso presidente del consiglio Draghi ha sottolineato più volte la necessità di ridurre il carico fiscale per i lavoratori, misura già parte attuata con gli sconti fiscali introdotti dal decreto Aiuti bis per chi ha redditi sotto i 35mila euro. L'idea dell'esecutivo era di rendere centrale l'intervento sul costo del lavoro nella prossima manovra. Un'idea condivisa anche dal segretario del Pd Letta che in campagna elettorale ha promesso "la riduzione tasse su lavoro e del cuneo fiscale, per aiutare lavoratori e lavoratrici ad arrivare ad una quattordicesima in più".

La proposta di Fdi sul taglio del cuneo fiscale
La proposta che Fdi intende portare avanti è quella di un taglio alle tasse che sia per due terzi a favore dei lavoratori e per un terzo a favore delle imprese, "riducendo il cuneo di almeno 5 punti percentuali per redditi da lavoro fino a 35mila euro". Insomma, i lavoratori guadagnerebbero un po' di più e costerebbero anche meno al datore di lavoro. Sarebbe ovviamente lo Stato a farsi carico delle risorse che servono per coprire la decontribuzione e la differenza di salario.

La detassazione degli straordinari nel settore turistico
Altri obiettivi indicati da Fdi sono la "riduzione delle tasse sui premi produzione" e la detassazione delle "mance" e degli straordinari nel settore turistico e della somministrazione, una misura quest'ultima già proposta nel 2008 dal centrodestra e contestata da alcuni economisti perché rischierebbe di svantaggiare i lavoratori più deboli che fanno meno straordinari e chi è alla ricerca di un lavoro. A differenza dell'idea lanciata allora da Berlusconi la detassazione degli straordinari proposta di Fdi sembra però circoscritta al settore turistico e dunque non riguarderebbe tutti i lavoratori (a differenza del taglio alle tasse sui premi produzione).

Le misure per autonomi e partite Iva
E veniamo alle partite Iva. Sono due gli obiettivi principali che Fratelli d'Italia intende perseguire.

estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato;
introduzione della flat tax sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese;
La flat tax al 15% è fino ad oggi limitata alle partite Iva con ricavi fino a 65mila euro. Se Meloni dovesse diventare primo ministro potrebbe dunque essere estesa ai redditi fino a 100mila euro che dunque beneficerebbero di un significativo vantaggio fiscale.

Per quanto riguarda il secondo punto l'idea di Meloni è applicare la flat tax solo alla parte di reddito eccedente rispetto a quanto dichiarato l'anno prima. Una proposta meno onerosa per le casse dello Stato rispetto a quelle di Berlusconi e Salvini.

Sul fronte fiscale Fdi propone anche la "progressiva eliminazione dell'Irap" e la "razionalizzazione dei micro-tributi". Un altro punto è invece quello di introdurre la cedolare secca al 21% anche per l'affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate e degradate".

E ancora: altra priorità è la "progressiva introduzione di un meccanismo fiscale premiale per le aziende ad alta intensità di lavoro, secondo il principio 'più assumi meno tasse paghi'. Già nell’immediato", si legge sul sito di Fdi, è prevista l'introduzione "di una super deduzione del costo del lavoro per le imprese che incrementano l’occupazione rispetto agli anni precedenti".

Della riforma dell'Irpef invece abbiamo già detto in un altro articolo. Uno dei punti del programma di Fdi è la "progressiva introduzione del quoziente familiare", ovvero di un sistema che nel calcolo della tassazione tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare. In altre parole il reddito su cui si applica l'imposta non sarebbe più su base individuale ma dovrebbe essere diviso per il numero dei componenti della famiglia.
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Gasiot
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Re: Così il governo Meloni cambierà reddito di cittadinanza e Superbonus

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Capisco le maratone TV il giorno dopo Alle elezioni ma stanno continuando a tutt'oggi
Che volete che dicano i soliti opinionisti/ giornalisti... Si inventano ipotesi
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
Desmond Bagley
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