La sinistra ha un passato, anche se lo nasconde per prudenza, ma molta gente se lo ricorda e vota. La sinistra ha un futuro, una visione, anche se non la esplicita per prudenza, ma molta gente la sente e vota. Si chiama globalismo e non è altro che una nuova versione del comunismo, che riesce a conciliare anche gli interessi delle aristocrazie occidentali finanziarie e tecnologiche. Totalitarismo ed uguaglianza, con le eccezioni delle aristocrazie suddette. Piccoli aggiustamenti. Due secoli di storia, dalla rivoluzione francese, a Marx e alla rivoluzione russa, ad oggi. Quanta strada! Che soddisfazione per un tifoso!
E la destra?
Si affanna a rinnegare il suo passato, anche i valori e le realizzazioni che ci furono, tutto nel cesso e solo per paura della propaganda sinistra, che però li stana sempre. Fassisti! Si affanna a dissimulare la sua visone del futuro, sempre per paura della manganellata. Fassisti! Così non si capisce cosa hanno in mente. Si capisce solo che non hanno una VISIONE, perché non possono permetterselo. La sinistra non glielo permette. Come se non bastasse questa fatale debolezza, gli stolti vanno in giro dicendo che hanno già vinto le elezioni. Ma si sa, sono i deboli a fare i gradassi, per godersi la breve illusione che precede il fallimento.
Mancanza di identità di cui FI si compiace, FdI no, ma è costretta a subirla, mentre la Lega con Salvini ha scelto un ruolo nazionale, in sintonia col carattere tribunizio del leader, che non sembra dare frutti. Credo che la Lega farebbe bene a tornare alle origini ed interpretare il ruolo di partito del nord, aperto al confronto e alla collaborazione nazionale. Anche il Pd in fondo è partito locale tosco-emiliano, che però si è impadronito dello stato che ormai controlla. Inoltre usa l’eredità ideologica comunista per partecipare al deliro globalista, dove si trova con quelli che contano, organizzazioni internazionali e aristocrazie globali e questo gli consente di muoversi da posizione di grande forza. Non deve sorprendere quindi che la destra cerchi di essere più simile possibile alla sinistra e adotti i suoi paradigmi nel dibattito poltico. Ma questo è il suo suicidio.
Se si adotta una visione localista, colpisce poi la mancanza di un partito del sud. La presenza della mafia, enfatizzata dalle forze poitiche non del sud, impedisce il formarsi di un partito meridionalista, di cui secondo me ci sarebbe bisogno. Conte e Di Maio dovrebbero pensarci.
Le famiglie politiche principali si rifanno inevitabilmente al passato: la sinistra al comunismo, anzi ne è la continuazione con abili camuffamenti. La destra può rifarsi a quella liberale risorgimentale e a quella fascista,. Tutte e due hanno in comune una visione nazionalista, demonizzata dalla propaganda sinistra, ma perfettamente lecita, visto che opera ovunque, anche negli USA e nella GB. FdI mi pare più vicina all’eredità fascista, che ha i suoi meriti e demeriti. Totalitarismo e guerra i due lati negativi, ma la guerra è frutto di varie forze e interessi e iniziative, a cominciare dalla GB, anche se poi la responsabilità viene esclusivamente attribuita ai vinti dai vincitori. Ma dopo un secolo dobbiamo trovare il coraggio di parlarne senza troppa paura.
Nazionalismo e localismo mi sembrano in definitiva le due visioni disponibili per questa destra, rispettivamente per FdI e Lega, mentre FI dovrebbe rispolverare il risorgimento, ma questo richiede cultura e conoscenza della storia che forse da quelle parti mancano. Il Pd non ha bisogno di consigli ed ha anche un leader veramente abile. Conte-Di Maio farebbero bene a mettere da parte il buffone genovese e ripiegarsi sulle loro comuni origini per costruire un partito del sud, quindi localista nell’ispirazione, ma anche nazionalista, nel senso che dovrebbero buttare nel cesso il meridionalismo piagnone e parassita e trattare, da pari a pari e soprattutto con spirito di partecipazione alla nazione comune, con le altre forze poliitiche, insomma con senso di responsabilità.