Craxi ovvero il coraggio in politica
Inviato: 9 ago 2022, 0:29
Nei dibattiti prelettorali riesco ad ascoltare solo Paragone e pochi altri, perché è l'unico che dice quello che pensa e inoltre pensa cose che condivido. Il problema è che gli altri, coinvolti nel governo in qualche misura oppure no, non hanno il coraggio di dire quello che pensano, che a volte è molto diverso da quello che dicono.
Basta pensare a Salvini, prima ammiratore della Russia ed ora prono a Biden, che senz'altro detesta, quantomeno perché preferirebbe Trump, il prossimo rivale. Ma forse detesta anche gli USA, quantomeno nel loro ruolo di padroni tirannici del mondo, e preferirebbe un mondo multipolare. Ma sembra che oggi un politico non possa dire queste cose, per timore di diventare il bersaglio della propaganda sinistra e che nessuno, si teme, poi lo voti. Questo deriva dalla mancanza di democrazia in Italia e non solo: in Germania la AfD, partito di destra, è demonizzato da tutti gli altri partiti e spiato dalla polizia, col risultato che pochi tedeschi hanno il coraggio di votarlo.
Anche la Meloni, che sta all'opposizione ed è quindi un pò più libera, si dichiara atlantista senza se e senza ma, affermazione di fede, quindi demenziale in geopolitica, specie ora in tempi di realpolitik. Quantomeno potrebbe distinguere tra atlantismo e fedeltà ai dem di Biden, visto che poi tra due anni tornerà, spero, Trump ed allora la Meloni dovrà fare una sterzata ridicola e rimangiarsi tutto, visto che quello potrebbe anche avviare una nuova politica americana di dialogo con Putin.
Il prezzo di questo stato di cose è che di politica si può parlare solo con ipocrisia e malafede, come nelle dittature, appunto. Questo almeno è quello che pensano i più.
La prudenza e la dissimulazione fanno parte del bagaglio del politico, che fa un brutto mestiere. Oggi però siamo arrivati al punto di non poter più neanche parlare liberamente di politica, perché i media sono di parte e vedono solo il main stream, la visione del potere attuale. Il resto non esiste, non deve esistere, perché la democrazia è finita, per decisione di una parte politica che ha preso il potere a Whashington, a Bruxell e a Roma.
Assecondare questo per prudenza è una scelta che non mi convince. Temo che la destra, fingendo di essere una brutta copia della sinistra, si stia suicidando e le prossime elezioni vedranno vincitore il Pd, partito-stato, sostenuto da Whashington e Bruxell. In tal caso il loro uomo alla PdR darà loro l'incarico di governo, a prescindere dai risultati delle coalizioni.
In politica estera si dovrebbe avere il coraggio di denunciare la politica criminale degli USA o almeno insinuare dubbi in merito. Non sarebbe difficile: criticare Biden non vuol dire essere contro l'alleanza atlantica e inoltre in nome della pace non è scandaloso ipotizzare nuovi equilibri mondiali, anche multipolari. Del resto lo stesso Trump era orientato verso rapporti internazionali bilaterali e fra due anni l'attuale prepotenza usa potrebbe essere sconfitta nelle loro elezioni. Ergo criticare la politica di Biden non significa essere anti-atlantici.
Temo che la paura sia cattiva consigliera. Gli elettori premieranno il Pd perché ha il potere, oltre allo zoccolo duro del 20%. Perché votare le brutte copie? Meglio l'originale, l'usato sicuro. Elettori del centro destra demotivati si asterranno, come il Pd spera: non a caso Mattarella, Draghi e Letta si sono incontrati e hanno deciso in fretta e furia il voto, osteggiato per anni, in tempo strettissimo e stagione proibitiva. L'ideale per l'astensionismo massimo. La lotta all'invasione migratoria non basterà a Salvini per fare il pieno. Ho letto che la UE sta per fare una piccola dimostrazione di distribuzione degli immigrati clandestini in Italia, come promozione elettorale.
Forse sarebbe meglio non far finta di non vedere tutte queste cose e ributtargliele in faccia. Dichiararsi non antieuropeisti, come dice la propaganda sinistra, ma anti-cricca di Bruxell si. Non necessariamente antiatlantisti, ma anti-dem si. O almeno che qualche esponente coraggioso dei due partiti di destra lo faccia, anche a titolo personale. Sarebbe meglio di niente.
Finché la destra è culturalmente succube della sinistra, inutile fare elezioni e farsi illusioni. Vedo sempre che tutti considerano Craxi un grande politico della sinistra non comunista, e va bene, e pensano che il suo più grande merito sia stato l'opporsi agli USA a Sigonella. A mio parere invece quello non fu che un fatuo gesto demagogico, per mostrare che aveva le palle ad opporsi al grande padrone, ma su una quisquillia, la consegna di un criminale che aveva ucciso un cittadino americano. Gli USA avevano ragione a chiederne la consegna, ma hanno capito l'esigenza del leader di un paese per il resto fedele e lo hanno accontentato, in cambio di cedimenti più sostanziosi, ma meno vistosi.
Altri e tanti i meriti di Craxi, in primis il tentativo di eliminare finalmente i comunisti dal nostro paese, ma purtroppo non c'è riuscito. Ovvio che oggi, che lo hanno eliminato anche fisicamente, i sinistri si mostrino magnanimi, lodandolo qualche volta, ma lodando solo l'unico suo gesto irrilevante e demagogico come quello appunto di Sigonella. Così dimentichiamo il suo maggiore merito, il coraggio politico, il coraggio di affrontare l’avversario con determinazione, specie se si tratta di soggetto subdolo e pericoloso.
Purtroppo i coraggiosi fanno spesso una brutta fine, ma hanno vissuto una vita degna.
Vedere quindi oggi suoi i ammiratori e seguaci che della sua vita politica non vedono altro che il nulla e dimenticano il tutto e soprattutto non vedono altro che quello che la sinistra vuole che si veda, mi fa capire quanto il comunismo sia vincitore su Craxi, sul socialismo anticomunista e sulla democrazia, che non a caso è tramontata.
Basta pensare a Salvini, prima ammiratore della Russia ed ora prono a Biden, che senz'altro detesta, quantomeno perché preferirebbe Trump, il prossimo rivale. Ma forse detesta anche gli USA, quantomeno nel loro ruolo di padroni tirannici del mondo, e preferirebbe un mondo multipolare. Ma sembra che oggi un politico non possa dire queste cose, per timore di diventare il bersaglio della propaganda sinistra e che nessuno, si teme, poi lo voti. Questo deriva dalla mancanza di democrazia in Italia e non solo: in Germania la AfD, partito di destra, è demonizzato da tutti gli altri partiti e spiato dalla polizia, col risultato che pochi tedeschi hanno il coraggio di votarlo.
Anche la Meloni, che sta all'opposizione ed è quindi un pò più libera, si dichiara atlantista senza se e senza ma, affermazione di fede, quindi demenziale in geopolitica, specie ora in tempi di realpolitik. Quantomeno potrebbe distinguere tra atlantismo e fedeltà ai dem di Biden, visto che poi tra due anni tornerà, spero, Trump ed allora la Meloni dovrà fare una sterzata ridicola e rimangiarsi tutto, visto che quello potrebbe anche avviare una nuova politica americana di dialogo con Putin.
Il prezzo di questo stato di cose è che di politica si può parlare solo con ipocrisia e malafede, come nelle dittature, appunto. Questo almeno è quello che pensano i più.
La prudenza e la dissimulazione fanno parte del bagaglio del politico, che fa un brutto mestiere. Oggi però siamo arrivati al punto di non poter più neanche parlare liberamente di politica, perché i media sono di parte e vedono solo il main stream, la visione del potere attuale. Il resto non esiste, non deve esistere, perché la democrazia è finita, per decisione di una parte politica che ha preso il potere a Whashington, a Bruxell e a Roma.
Assecondare questo per prudenza è una scelta che non mi convince. Temo che la destra, fingendo di essere una brutta copia della sinistra, si stia suicidando e le prossime elezioni vedranno vincitore il Pd, partito-stato, sostenuto da Whashington e Bruxell. In tal caso il loro uomo alla PdR darà loro l'incarico di governo, a prescindere dai risultati delle coalizioni.
In politica estera si dovrebbe avere il coraggio di denunciare la politica criminale degli USA o almeno insinuare dubbi in merito. Non sarebbe difficile: criticare Biden non vuol dire essere contro l'alleanza atlantica e inoltre in nome della pace non è scandaloso ipotizzare nuovi equilibri mondiali, anche multipolari. Del resto lo stesso Trump era orientato verso rapporti internazionali bilaterali e fra due anni l'attuale prepotenza usa potrebbe essere sconfitta nelle loro elezioni. Ergo criticare la politica di Biden non significa essere anti-atlantici.
Temo che la paura sia cattiva consigliera. Gli elettori premieranno il Pd perché ha il potere, oltre allo zoccolo duro del 20%. Perché votare le brutte copie? Meglio l'originale, l'usato sicuro. Elettori del centro destra demotivati si asterranno, come il Pd spera: non a caso Mattarella, Draghi e Letta si sono incontrati e hanno deciso in fretta e furia il voto, osteggiato per anni, in tempo strettissimo e stagione proibitiva. L'ideale per l'astensionismo massimo. La lotta all'invasione migratoria non basterà a Salvini per fare il pieno. Ho letto che la UE sta per fare una piccola dimostrazione di distribuzione degli immigrati clandestini in Italia, come promozione elettorale.
Forse sarebbe meglio non far finta di non vedere tutte queste cose e ributtargliele in faccia. Dichiararsi non antieuropeisti, come dice la propaganda sinistra, ma anti-cricca di Bruxell si. Non necessariamente antiatlantisti, ma anti-dem si. O almeno che qualche esponente coraggioso dei due partiti di destra lo faccia, anche a titolo personale. Sarebbe meglio di niente.
Finché la destra è culturalmente succube della sinistra, inutile fare elezioni e farsi illusioni. Vedo sempre che tutti considerano Craxi un grande politico della sinistra non comunista, e va bene, e pensano che il suo più grande merito sia stato l'opporsi agli USA a Sigonella. A mio parere invece quello non fu che un fatuo gesto demagogico, per mostrare che aveva le palle ad opporsi al grande padrone, ma su una quisquillia, la consegna di un criminale che aveva ucciso un cittadino americano. Gli USA avevano ragione a chiederne la consegna, ma hanno capito l'esigenza del leader di un paese per il resto fedele e lo hanno accontentato, in cambio di cedimenti più sostanziosi, ma meno vistosi.
Altri e tanti i meriti di Craxi, in primis il tentativo di eliminare finalmente i comunisti dal nostro paese, ma purtroppo non c'è riuscito. Ovvio che oggi, che lo hanno eliminato anche fisicamente, i sinistri si mostrino magnanimi, lodandolo qualche volta, ma lodando solo l'unico suo gesto irrilevante e demagogico come quello appunto di Sigonella. Così dimentichiamo il suo maggiore merito, il coraggio politico, il coraggio di affrontare l’avversario con determinazione, specie se si tratta di soggetto subdolo e pericoloso.
Purtroppo i coraggiosi fanno spesso una brutta fine, ma hanno vissuto una vita degna.
Vedere quindi oggi suoi i ammiratori e seguaci che della sua vita politica non vedono altro che il nulla e dimenticano il tutto e soprattutto non vedono altro che quello che la sinistra vuole che si veda, mi fa capire quanto il comunismo sia vincitore su Craxi, sul socialismo anticomunista e sulla democrazia, che non a caso è tramontata.