Come fai a dire che "entro un anno" ci sarà un terremoto "sicuramente disastroso" nell'area dei Campi Flegrei? Hai la palla di vetro o hai prenotato un premio Nobel? Perché al momento a me risulta che la scienza non è assolutamente in grado di prevedere i terremoti. Almeno non in modo deterministico. Si possono fare previsioni molto vaghe di tipo probabilistico. Per es. dire che c'è un'alta probabilità che nei prossimi 20 anni ci saranno all'incirca una ventina di scosse (diciamo tra 15 e 25) di magnitudo maggiore o uguale a 5 lungo l'intera fascia appenninica (dall'Emilia alla Calabria). Che è un'area sismica, interessata cioè da faglie (fratture) della crosta terrestre legate allo spostamento reciproco di placche tettoniche. Nella fattispecie la placca adriatica si sposta verso est, cioè verso la placca euroasiatica, trascinando e "lacerando" l'Appennino e restringendo l'Adriatico. Questa "previsione" non è altro che una proiezione nel futuro della sismicità mediamente osservata nei decenni e nei secoli precedenti. Nella sua aleatorietà essa ci fornisce comunque un'indicazione concreta e cogente: nella fascia appenninica va controllata ed eventualmente rinforzata la staticità degli edifici esistenti, mentre tutti i nuovi edifici vanno progettati e realizzati con criteri di ingegneria antisismica (come in Giappone, per capirci ). Ma i Campi Flegrei e la provincia di Napoli più che un'area sismica sono un'area vulcanica. Molto raramente (per non dire mai) vi si localizzano epicentri di forti terremoti di natura tettonica. Nei Campi Flegrei non ci sono faglie, c'è il bradisismo, che è un fenomeno vulcanico. Nella fase ascendente, in corso ai Campi Flegrei dal 2005, il suolo si solleva, si gonfia (attualmente fino a 2-4 cm al mese), probabilmente per la pressione dei gas liberati dal magma sottostante e del vapore acqueo delle falde freatiche surriscaldato dal magma stesso. Durante il bradisismo ascendente si verificano frequenti ma relativamente piccole rotture della crosta, che causano terremoti di natura vulcanica, in genere di modesta entità (rarissimi quelli di magnitudo superiore a 4: il 4,4 di lunedì sera, che ho ben percepito a casa mia, è il record storico per l'area flegrea da quando esistono i sismografi). Mentre nelle fasi discendenti il suolo si assesta e non ci sono scosse. Escluderei dunque, o quasi, il rischio di terremoti disastrosi, ma forse tu intendevi dire che entro un'anno ci sarà un'eruzione disastrosa dei Campi Flegrei. Anche questa previsione è priva di fondamento scientifico. Le eruzioni vulcaniche, a differenza dei terremoti, sono precedute da tutta una serie di segnali premonitori che sappiamo riconoscere e che sono particolarmente evidenti per le eruzioni più forti. Dunque le eruzioni sono in qualche misura prevedibili, anche se è molto controverso il dato più importante ai fini della protezione dei residenti nell'area: il tempo di preavviso, che è strettamente legato al tempo disponibile per l'evacuazione. Al momento il monitoraggio dei Campi Flegrei, che misura costantemente i parametri fisico-chimici una cui brusca variazione potrebbe precorrere l'eruzione, mantiene tuttora l'area in stato di allerta gialla o livello di attenzione (mentre il Vesuvio è in allerta verde). Uno stadio successivo sarebbe l'allerta arancione (preallarme) e solo con l'allerta rossa (allarme) si procederebbe alla evacuazione obbligatoria di tutta la popolazione della cosiddetta Zona Rossa (area flegrea e area nord di Napoli), circa 500.000 persone. Nel piano della Protezione Civile l'operazione dovrebbe essere completata in 72 ore. Quindi è implicito che si ritiene di poter prevedere il fenomeno eruttivo entro un minimo di 72 ore. Per quanto ne so, non tutti i vulcanologi ritengono che ciò sia possibile o sempre possibile. Ovviamente è sempre possibile privilegiare la prudenza e procedere a sgomberi inutili, ovvero seguiti da un rientrato allarme in allerta arancione. Ma bisogna anche tenere conto degli enormi problemi e dei costi legati all'evacuazione stessa. Il problema complessivo, insomma, è molto serio, e non finisce certo qui. Basta pensare che la Zona Rossa è dimensionata per uno scenario di riferimento dato da un'eruzione di tipo subpliniano, ovvero corrispondente a un VEI (indice di esplosività vulcanica) pari a 4. Per capirci, grosso modo un decimo della forza dell'eruzione del Vesuvio (VEI=5) che nel 79 d.C. distrusse Pompei ed Ercolano e uccise Plinio il Vecchio (mentre la osservava da Stabia). Questo scenario non è il caso peggiore ma dovrebbe coprire secondo i vulcanologi circa il 95% della casistica eruttiva dei Campi Flegrei. Per es. l'ultima eruzione risale al 1538 ed è stimata VEI=3. Essa sollevò una collinetta vulcanica di 133 metri, il Monte Nuovo, che tuttora sovrasta Pozzuoli. Grazie agli appariscenti segnali premonitori, la popolazione ebbe tutto il tempo di mettersi al sicuro, e non ci sarebbero state vittime se un gruppo di curiosi e di incoscienti non avesse deciso di esplorare la neonata collina non appena il vulcano sembrò acquietarsi. Ma ci fu un'esplosione secondaria che uccise 24 persone. I Campi Flegrei venivano da circa 3000 anni di quiescenza, seguirono fino a oggi altri quasi 500 anni di mero vulcanismo secondario: bradisismo con piccoli terremoti nelle fasi ascendenti, solfatare, fumarole, emissioni abbondanti di gas (soprattutto CO2) dal sottosuolo. Oggi non esiste alcuna ragione scientifica per prevedere una nuova eruzione nel giro di un anno. Anche se ovviamente non la si può nemmeno escludere. Di sicuro, al momento, sembrano molto improbabili eruzioni con VEI>4. Ma già VEI=4 sarebbe probabilmente un disastro irreparabile per quella che Stendhal definì: "senza nessun paragone la città più bella dell'Universo. Si stima che anche in zona gialla (dunque in tutto il centro storico) il tetto di moltissimi edifici non reggerebbe il peso della cenere. Napoli significa "città nuova" e andrebbe rifatta di nuovo, ma sarebbe un'altra città. I Campi Flegrei sono un SUPERVULCANO capace di VEI=6, come l'eruzione di 15.000 anni fa o quella, tremenda, del Krakatoa nel 1883. Un tale cataclisma metterebbe in ginocchio l'intera Italia. E sono capaci anche di VEI=7, come l'eruzione ultrapliniana di 39.000 anni fa in cui il mostro eruttò, si stima, 320 km³ di roccia densa equivalente (circa 1000 miliardi di tonnellate di materiali incandescenti). Una simile catastrofe epocale potrebbe metterebbe in ginocchio l'intera Europa meridionale e causare un lungo "inverno vulcanico" globale.vatel ha scritto: 22 mag 2024, 8:51 Io francamente non capisco la filosofia di un governo, di una regione o di altri enti preposti di fronte al terremoto.
In questo caso quello sicuramente disastroso che si avrà nei Campi Flegrei entro un anno; ebbene se si sa che prima o poi cade tutto perchè attendere per far trasferire i residenti di quella zona altrove?
Secondo me è meglio prevenire che combattere, ma evidentemente ai nostri politici interessa più il business che salvare vite umane..
Napoli e l'Italia sono sedute su una bomba atomica. Allarmismo e catastrofismo sono controproducenti ma il problema non va ignorato né sottovalutato. L'approccio deve essere quasi totalmente razionale, come quello di Ulisse al cospetto del Ciclope. Ma qui alla logica non deve unirsi la furbizia bensì l'umiltà.