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Bene fai ad essere neutrale, al contrario di tutti, direi. Tutti infatti si lasciano coinvolgere dalle beghe interne al mondo semita, senza capire che questa è la loro maggiore arma contro gli altri, quindi anche contro noi. Una volta coinvolti è inevitabile diventare responsabili di ciò che accade, quindi anche delle sciagure che i semiti si autoinfliggono. Patetico vedere gli europei, in particolare belgi e francesi, ormai invasi dai semiti, che sbavano come tifosi senesi al palio, nelle dispute che vedono contrapposte le due tribù, ebrei ed arabi, senza rendersi conto che si stanno scavando la fossa, perdendo la residua sovranità sulle proprie terre.
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Giornata della memoria, L. Segre, senatrice a vita, raccomanda: studiare storia e geografia e non attaccarsi al telefonino, "accoglienza, all'altro - accoglienza", qualunque sia il colore, religione, etnia, nazionalità.
Parole rivolte ad altri contesti oltre il suo e che sono irrealizzabili o proprio immorali. Non è il prossimo, ma l'altro... e l'altro può essere anche un assassino intruso.
Quanti intrusi hanno ucciso, negli Stati, nelle società, civiltà, tra selvaggi, primitivi? La senatrice sa che ci sono anche nazionalismi fanatici non solo le glorie nazionali, intrusioni e sopraffazioni etniche non solo convivenze meravigliose, intolleranze religiose non solo scambi e dialoghi, razzismo non solo orgoglio razziale, ma non considera che l'accoglienza può essere un'arma a doppio taglio. Può essere proprio la causa stessa dei mali denunciati.
Esempio: se la civiltà teutonica non avesse accolto incautamente le masse di ebrei orientali ma li avrebbe solo accettati cercando di costruire una convivenza diversa da un tentativo di un unico popolo, non sarebbe mai nato il dissidio sociale sfociato poi nella intolleranza antigiudaica; e se si fossero mantenute le distanze religiose questo dissidio si sarebbe potuto evitare; e una volta accaduto era assurdo voler organizzare una convivenza senza tener conto delle differenze razziali, che, fosse puro caso e coincidenza, spesso c'erano davvero ed estreme: accogliere tutti significava ammetterli in tutte le attività, secondo diritto, senza tener conto delle diverse capacità legate alle diversità di razza, ed era disastroso e creava insofferenze in ambienti basati ancora del tutto su capacità particolari. Culturalmente: come organizzare una istruzione tedesca, se moltitudini non volevano integrarsi e pretendevano una istruzione internazionale, non europea? E come fare, in queste condizioni, a difendere la vita nazionale, visto che gli Stati Nazionali risalgono perlopiù soltanto al Secolo XIX e non era giusto abortirli?
Accogliere tutti in tutto? Come fare a difendere nazioni, conservare etnie, continuare con la propria religione, vivere la propria appartenenza razziale? E' impossibile.
Accogliere indistintamente crea una confusione, poi fusione e infine morte, implica contrarietà non solo a volontà innocenti ma pure a bisogni ineludibili, forti e necessari. Tranne che non si voglia essere criminali - come lo furono Stalin e gli stalinisti - bisogna dare un grande no all'appello alla indistinta e generica accoglienza all'altro... che non è il prossimo! Non si scorge nel discorso di Segre la traccia dell'etica del monoteismo, neanche di quello ebraico, e neppure della morale pagana e politeista... ma il segno dell'ateismo prepotente che non intende i problemi e si pone contro il modo per risolverli.
Attualmente le sinistre politiche in maggioranza agiscono per un meticciato che è un destino indesiderato o impossibile per svariate moltitudini che hanno bisogno di altro che una unica grande chimerica società mondiale dove si ignorano le differenze. Una nazione dimidiata, incapace poi di sussistere? La vergogna delle proprie caratteristiche razziali? L'ignoranza religiosa, finanche smarrendo la nozione di "prossimo"? L'impossibilità di seguire la propria destinazione etnica? Quale società, civiltà, cultura, così? Infatti l'accoglienza generica all'altro genera claustrofobia e penuria.
Si vogliono dare lezioni di storia e geografia, con questo mandato liberticida e dissennato, di accogliere sempre e senza distinzioni?
Invece di proporsi tanto sacralmente, imitando la funerea freddezza di "Stalin", la Segre potrebbe imparare dalla storia sovietica che Stalingrado ebbe un significato, di nome e di fatto, per l'Unione Sovietica, proprio liberando le energie dei singoli, non delle masse. Lo potrebbe, non fosse che proprio l'accoglienza che Segre vanta fece invadere le culture dagli impostori e alterare i libri di storia.
E che dire delle contestazioni del Quarto Mondo, che l'intellettualità filàntropa legata a Marx (e Stalin) ancora ignora volontariamente? Il Quarto Mondo non vuole aiuti, ovvero non vuole che si cancelli la vita selvaggia o primitiva e le civiltà direttamente in contatto con esse... non vuole essere accolto, ma sopravvivere e vivere, anche accanto se non separatamente.
Non solo questo mondo, anche altri, non hanno bisogno dell'appello all'accoglienza, devono rifiutarlo per durare come vogliono; e una senatrice, per essere realmente tale, non deve fare cattiva demagogia, offendendo tutti quanti in volontà di serietà, protagonisti, coinvolti, non coinvolti, estranei alla Shoah.
Arrogante, predica agli altri l'accoglienza, mentre i suoi non tollerano i palestinesi. E lo capisco, ma allora la smetta con la demagogia e la smetta col vittimismo del cosiddetto olocausto. Hanno distrutto la civiltà tedesca e hanno provato a distruggere anche quella russa. Sono un pericolo per il mondo, di certo per l'occidente, ma non abbiamo il coraggio di accorgercene.
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