Infatti, purtroppo l'uomo non ha l'umiltà di riconoscere quando sbaglia e correggersi, segue gl'istinti più primitivi, che sono quasi sempre sbagliati.Fosforo31 ha scritto: 24 mag 2024, 10:22L'uomo si è allontanato troppo dalle sue radici, che affondano nella Madre Terra. Negli ultimi decenni il processo ha accelerato e si è globalizzato, presto anche le ultime nicchie felici saranno raggiunte dalla cosiddetta civilizzazione o modernizzazione. Il processo è troppo veloce perché ci si possa adattare in termini evolutivi, ammesso e non concesso che sia possibile. In particolare, la rivoluzione digitale ha portato molti vantaggi e comodità ma sta intaccando in modo grave, vistoso e senza precedenti un elemento esistenziale e nel contempo un punto di forza della nostra specie: la socialità. Internet, la telefonia mobile, i social media non sono nati per caso: sono applicazioni dell'elettronica dettate dal nostro essere animali sociali. Lo erano anche la radio e la tv ma queste, nella peggiore delle ipotesi, sottraevano tempo al rapporto umano: non lo surrogavano e non lo sostituivano. Gli strumenti digitali stanno pericolosamente travalicando la loro funzione, stanno snaturando e diluendo la socialità in una miriade di connessioni impersonali e poco appaganti. 3 ore di Fb o Twitter e quant'altro non valgono un abbraccio fisico di 3 secondi. 3 ore di pornografia on line non valgono un bacio. E allora si surroga la qualità con la quantità e si crea dipendenza: ci si droga ogni giorno con dosi più o meno abbondanti di oppio digitale. Il quale sta sostituendo forme di socialità antichissime e importantissime. Come la religione, che Marx definiva "oppio dei popoli" ma che in realtà è sempre stata un potentissimo legame sociale (dal verbo latino religare: legare insieme). E come la politica, intesa come partecipazione attiva del singolo a quella che Pericle definisce "l'arte del vivere insieme". Mentre per Aristotele l'uomo è "animale politico". Ecco, in estrema sintesi, potremmo dire che l'uomo del XXI secolo, l'uomo digitale, si sta allontanando dalla natura, da Dio e dai suoi simili, e sta disimparando l'arte del vivere insieme. Ma poiché Dio o la natura ci hanno creati per l'appunto per vivere insieme, amandoci e amando Dio e la natura, questo genera infelicità, smarrimento, noia, solitudine, nichilismo. Riusciremo a fermarci e a tornare indietro? Non lo so, forse è troppo tardi. Forse non ci resta che sperare in una salutare "punizione" divina o nell'azione riequilibratrice della natura. Per esempio una catastrofe climatica che riconduca i sopravvissuti a uno stile di vite più semplice, più naturale, più umano.vatel ha scritto: 23 mag 2024, 11:40 Questa mattina vi pongo un quesito filosofico impegnativo, ovvero secondo voi perchè l'uomo si è ridotto così?
Ovvero non è felice, non sa vivere e non si sente in armonia con sè stesso e con la natura e ha intrapreso una strada che va verso il nichilismo.
Vi dò qualche indizio: le popolazioni o tribù più felici della terra sono in Amazzonia, in Kenya ed in altri luoghi dove la "civiltà" non è arrivata..
Inoltre abbiamo trasformato il nostro pianeta in qualcosa di invivibile.
Serve altro?
La decadenza di gusto, costumi, espressione si può respirare anche nel cinema, sia italiano che straniero, dove il 99% dei film non dice nulla eppure la critica li osanna come capolavori e la gente li va a vedere! Non parliamo poi dei reality tipo Il grande porcello..
Il teatro, la letteratura, l'arte e la musica per fortuna reistono, ma purtroppo il cinema è veramente la rappresentazione del nulla in cui si sta intrappolando l'uomo.