Nei giorni scorsi Mykhailo Podolyak, consigliere capo dell’Ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, aveva dichiarato che il numero delle vittime tra i militari ucraini oscillava tra le 100 e le 200 unità al giorno. Il suo era un messaggio drammatico, l’ennesimo, per sottolineare la complicata situazione in cui si trovavano – e si trovano tutt’ora – le forze di Kiev, in balia dei russi e a corto di armi pesanti.
Un appello disperato, dunque, che tuttavia ha provocato reazioni inaspettate, segnali di possibili spaccature interne al fronte ucraino. Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, ha attaccato duramente Podolyak proprio sul numero di militari morti.
L’attacco di Danilov è pungente, sia nel significato generale delle frasi citate dall’Ukrainska Pravda che nelle parole utilizzate. “Voglio rivolgermi ancora una volta alle figure che dicono che abbiamo 200, 300 e più persone morte al fronte ogni giorno. Alcuni addirittura hanno detto circa 1.000… Non hanno la possibilità di ottenere tali informazioni. Questi non sono birilli o un circo. Questa è la vita delle persone”, ha tuonato lo stesso Danilov.
Quel che dice Danilov è un monito pesante anche al giornalismo atlantico-schierato che di pagliacciate da circo ha un repertorio infinito
In Ucraina litigano sulle cifre
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In Ucraina litigano sulle cifre
Scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne. Amos 5,24