Se é possibile, io non riesco a capire neanche se sia
possibile, mi piacerebbe poter mettere questa foto...........
Si tratta di un legame sia pur lontano della mia famiglia .
Grazie di cuore Nerorosso .Leno Lazzari ha scritto: 8 dic 2021, 8:40 ......chiedo aiuto a uno di voi geni del web .
Se é possibile, io non riesco a capire neanche se sia
possibile, mi piacerebbe poter mettere questa foto...........
Si tratta di un legame sia pur lontano della mia famiglia .
E grazie anche a te Shamash .Shamash ha scritto: 11 dic 2021, 16:19 Bellissimo condividere ricordi di famiglia.![]()
Inserita. Mi sono permesso di aumentarne sensibilmente le dimensioni, restando nelle misure consentite.![]()
Allora, sperando di non annoiare troppo (nel caso e quando ditemelo che la chiudo subito) la storia inerente a questa foto ha il suo incipit in un antico e piccolo borgo chiamato Civita di Cascia che oggi si trova sulla strada che, lasciata la Salaria (viaggiando in direzione nord) si prende la strada che indica Cascia e Norcia . A circa 18 km dalla Salaria si incontra Civita di Cascia che però, dopo il terremoto distruttivo del '79, é completamente ricostruita . Della vecchia rimangono poche rovine e i quattro muri scinnicati in pietra di quello che era stato il carcere borbonico e poi dogana sul confine con lo Stato Vaticano .Leno Lazzari ha scritto: 11 dic 2021, 18:07E grazie anche a te Shamash .Shamash ha scritto: 11 dic 2021, 16:19 Bellissimo condividere ricordi di famiglia.![]()
Inserita. Mi sono permesso di aumentarne sensibilmente le dimensioni, restando nelle misure consentite.![]()
Interessanti ste vecchie storie. Devo vedere se mia madre ricorda qualche vecchia storia parentale…Leno Lazzari ha scritto: 11 dic 2021, 21:25Allora, sperando di non annoiare troppo (nel caso e quando ditemelo che la chiudo subito) la storia inerente a questa foto ha il suo incipit in un antico e piccolo borgo chiamato Civita di Cascia che oggi si trova sulla strada che, lasciata la Salaria (viaggiando in direzione nord) si prende la strada che indica Cascia e Norcia . A circa 18 km dalla Salaria si incontra Civita di Cascia che però, dopo il terremoto distruttivo del '79, é completamente ricostruita . Della vecchia rimangono poche rovine e i quattro muri scinnicati in pietra di quello che era stato il carcere borbonico e poi dogana sul confine con lo Stato Vaticano .
CdC é stata sin dall'Impero Romano (se non prima) una via di traffico commerciale (appunto la dogana) . Il signore del mio avatar aveva un padre e assieme a mia cugina (stabilitasi in quel paesino nel '79 appena in tempo per godersi il suo primo devastante terremoto) ci siamo scervellati mezza serata al telefono per ricordare il nome e siamo quasi sicuri che si tratti di Guglielmo Giacobetti mentre quello della foto é il figlio Alessandro Giacobetti, nativi entrambe di CdC ma Guglielmo era della fine del '700 o l'inizio dell'800 mentre il figlio Alessandro era sicuramente nato, anno più o meno nel 1.850 . Alessandro aveva una sorella e un fratello di nome Cesare . Il capo famiglia trasferisce moglie Alessandro, la sorella (?) e Pietro a Roma . Sono campagnoli e come tali hanno anche dimestichezza col bestiame .
Alessandro a un certo punto trova impiego preso gli Orsini come domatore dei cavalli della famiglia dalle parti di Santa Marinella . Pietro invece si dette da fare col padre e comprarono una botticella (il taxi di quei tempi) che in pochi anni permise loro di mettere su una flotta di trasporto urbano di (credo) una ventina di queste carrozze più tardi convertite in taxi veri con l'arrivo dell'automobile .
La sorella di Pietro e Alessandro a un certo punto si sposa e nasce mia nonna paterna, Giulia Giacobetti (1903-4) . Di Pietro non sappiamo nulla ma diversi anni più tardi Alessandro si sposa anche lui e nasce Giovanni Giacobetti (cugino di mia nonna Giulia) meglio noto col nome d'arte Tata Giacobbetti che alcuni di voi giovincelli non conoscono, gli altri sanno che era uno dei quattro del Quartetto Cetra che ha praticamente fatto la canzone sulla TV italiana che sarebbe nata qualche anno più tardi .
Di tutta la famiglia, fino a Tata-Giovanni e Giulia nessuno mise più piede a Civita .
Vi avverto, questa può diventare una sorta di saga, perciò datevi una regolata, del resto io volendo la posso chiudere anche quì .
P.S. C'era qualcosa che non andava, e infatti avevo dimenticato di spiegare che mia nonna, figlia di UNA Giacobetti, ha sempre usato per motivi che ignoro il cognome della mamma e non del padre . Però so che é sempre stata una testa matta !
La suocera di mia cugina aveva conservato tutte le foto di famiglia per una vita, e tra queste ne ho circa una cinquantina fatte da militari (ovviamente in qualche modo legate a persone di CdC e dintorni) dal fronte di guerra e sono state scattate quasi tutte attorno ad Asmara . Nel mucchio c'é di tutto, dai militari italiani in foto di gruppo a un paio di minareti, un paio di chiese cristiane ma anche le vere truppe cammellate somali tra cui un paio di "notabili" autoctoni .nerorosso ha scritto: 11 dic 2021, 22:59Interessanti ste vecchie storie. Devo vedere se mia madre ricorda qualche vecchia storia parentale…Leno Lazzari ha scritto: 11 dic 2021, 21:25
Allora, sperando di non annoiare troppo (nel caso e quando ditemelo che la chiudo subito) la storia inerente a questa foto ha il suo incipit in un antico e piccolo borgo chiamato Civita di Cascia che oggi si trova sulla strada che, lasciata la Salaria (viaggiando in direzione nord) si prende la strada che indica Cascia e Norcia . A circa 18 km dalla Salaria si incontra Civita di Cascia che però, dopo il terremoto distruttivo del '79, é completamente ricostruita . Della vecchia rimangono poche rovine e i quattro muri scinnicati in pietra di quello che era stato il carcere borbonico e poi dogana sul confine con lo Stato Vaticano .
CdC é stata sin dall'Impero Romano (se non prima) una via di traffico commerciale (appunto la dogana) . Il signore del mio avatar aveva un padre e assieme a mia cugina (stabilitasi in quel paesino nel '79 appena in tempo per godersi il suo primo devastante terremoto) ci siamo scervellati mezza serata al telefono per ricordare il nome e siamo quasi sicuri che si tratti di Guglielmo Giacobetti mentre quello della foto é il figlio Alessandro Giacobetti, nativi entrambe di CdC ma Guglielmo era della fine del '700 o l'inizio dell'800 mentre il figlio Alessandro era sicuramente nato, anno più o meno nel 1.850 . Alessandro aveva una sorella e un fratello di nome Cesare . Il capo famiglia trasferisce moglie Alessandro, la sorella (?) e Pietro a Roma . Sono campagnoli e come tali hanno anche dimestichezza col bestiame .
Alessandro a un certo punto trova impiego preso gli Orsini come domatore dei cavalli della famiglia dalle parti di Santa Marinella . Pietro invece si dette da fare col padre e comprarono una botticella (il taxi di quei tempi) che in pochi anni permise loro di mettere su una flotta di trasporto urbano di (credo) una ventina di queste carrozze più tardi convertite in taxi veri con l'arrivo dell'automobile .
La sorella di Pietro e Alessandro a un certo punto si sposa e nasce mia nonna paterna, Giulia Giacobetti (1903-4) . Di Pietro non sappiamo nulla ma diversi anni più tardi Alessandro si sposa anche lui e nasce Giovanni Giacobetti (cugino di mia nonna Giulia) meglio noto col nome d'arte Tata Giacobbetti che alcuni di voi giovincelli non conoscono, gli altri sanno che era uno dei quattro del Quartetto Cetra che ha praticamente fatto la canzone sulla TV italiana che sarebbe nata qualche anno più tardi .
Di tutta la famiglia, fino a Tata-Giovanni e Giulia nessuno mise più piede a Civita .
Vi avverto, questa può diventare una sorta di saga, perciò datevi una regolata, del resto io volendo la posso chiudere anche quì .
P.S. C'era qualcosa che non andava, e infatti avevo dimenticato di spiegare che mia nonna, figlia di UNA Giacobetti, ha sempre usato per motivi che ignoro il cognome della mamma e non del padre . Però so che é sempre stata una testa matta !
Purtroppo da che io sappia, le vecchie foto di famiglia risalgono al massimo ai bisnonni…
E c'é dell'altro inerente alle origini rocambolesche della famiglia di mio nonno paterno .