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Shamash
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Re: La pubblicità

Messaggio da leggere da Shamash »

Per ragion di cronaca è doveroso apportare il punto di vista di chi, seppur marginalmente, è un addetto ai lavori.
La pubblicità oggi non è più come quella di un tempo, così come il marketing è profondamente cambiato. Questo non solo per l'avvento di internet, nuovi equilibri economici e geo-politici ed esigenze dei consumatori differenti, bensì per il fatto che oggi il cliente è molto più attento e accorto di una volta, più informato e con un bacino di scelta di prodotti potenzialmente immenso. Viene da sé che la concorrenza è sempre più agguerrita, anzi, lo è più di qualsiasi altra epoca passata.
Giusto criticare la pubblicità fastidiosa e incessante, propugnata su internet spesso con banner sgradevoli. Tuttavia bisogna considerare una strategia: insistere, ripaga. Anche chi ne esce infastidito e non clicca, ricorderà il prodotto o quantomeno si fisserà nella memoria, seppur per brevi istanti.
Oggi, infatti, la pubblicità per avere successo deve usare metodi sottili per far sì che si ricordi il brand, il messaggio, più che il prodotto stesso.
Oltre a ciò, ci sono specifiche strategie, come quelle adottate da vari colossi come Amazon. In periodi di sconti succulenti, propongono i loro prodotti (inteso proprio quelli brandizzati da loro) sottoprezzo, magari addirittura perdendoci. Ma poi, il potenziale cliente attratto dall'offerta irrinunciabile, diverrà cliente, egli resterà fedele e nel tempo comprerà molto altro (ecco dove poi il negozio guadagnerà davvero).

Occupandomi di linguistica (neurolinguistica), neuroscienze, neuromarketing e neurobranding, mi trovo spesso "dietro le quinte" nel lancio di prodotti, affinché essi siano ricordati, migliori la reputazione del produttore e abbia maggior pervasività nel mercato.

Giusto spezzare una lancia a favore delle scienze sociali / umane, perché meritano grande considerazione al pari delle scienze matematiche, fisiche e naturali. Sono di parte, ovviamente, ma è doveroso far notare che esse traggono fondamento da molti ambiti disciplinari, spesso eterogenei, tutti basati sul metodo scientifico. Dipende peraltro certamente dal percorso scelto, tuttavia i corsi oggi sono sempre più ricchi di nozioni che affondano le radici nelle scienze (così come in ambito squisitamente scientifico si fa sempre più attenzione a quello umanistico).

La conoscenza, intesa come formazione e poi professione non è mai bianca o nera. Ci sono infinite sfumature in mezzo e tutte sono utili per il proprio bagaglio.
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Ovidio
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Shamash ha scritto: 30 ott 2020, 22:35 Per ragion di cronaca è doveroso apportare il punto di vista di chi, seppur marginalmente, è un addetto ai lavori.
La pubblicità oggi non è più come quella di un tempo, così come il marketing è profondamente cambiato. Questo non solo per l'avvento di internet, nuovi equilibri economici e geo-politici ed esigenze dei consumatori differenti, bensì per il fatto che oggi il cliente è molto più attento e accorto di una volta, più informato e con un bacino di scelta di prodotti potenzialmente immenso. Viene da sé che la concorrenza è sempre più agguerrita, anzi, lo è più di qualsiasi altra epoca passata.
Giusto criticare la pubblicità fastidiosa e incessante, propugnata su internet spesso con banner sgradevoli. Tuttavia bisogna considerare una strategia: insistere, ripaga. Anche chi ne esce infastidito e non clicca, ricorderà il prodotto o quantomeno si fisserà nella memoria, seppur per brevi istanti.
Oggi, infatti, la pubblicità per avere successo deve usare metodi sottili per far sì che si ricordi il brand, il messaggio, più che il prodotto stesso.
Oltre a ciò, ci sono specifiche strategie, come quelle adottate da vari colossi come Amazon. In periodi di sconti succulenti, propongono i loro prodotti (inteso proprio quelli brandizzati da loro) sottoprezzo, magari addirittura perdendoci. Ma poi, il potenziale cliente attratto dall'offerta irrinunciabile, diverrà cliente, egli resterà fedele e nel tempo comprerà molto altro (ecco dove poi il negozio guadagnerà davvero).

Occupandomi di linguistica (neurolinguistica), neuroscienze, neuromarketing e neurobranding, mi trovo spesso "dietro le quinte" nel lancio di prodotti, affinché essi siano ricordati, migliori la reputazione del produttore e abbia maggior pervasività nel mercato.

Giusto spezzare una lancia a favore delle scienze sociali / umane, perché meritano grande considerazione al pari delle scienze matematiche, fisiche e naturali. Sono di parte, ovviamente, ma è doveroso far notare che esse traggono fondamento da molti ambiti disciplinari, spesso eterogenei, tutti basati sul metodo scientifico. Dipende peraltro certamente dal percorso scelto, tuttavia i corsi oggi sono sempre più ricchi di nozioni che affondano le radici nelle scienze (così come in ambito squisitamente scientifico si fa sempre più attenzione a quello umanistico).

La conoscenza, intesa come formazione e poi professione non è mai bianca o nera. Ci sono infinite sfumature in mezzo e tutte sono utili per il proprio bagaglio.
Sì, la manipolazione in campo pubblicitatio è una vera e propria scienza, o meglio, segue i procedimenti propri della scienza come da me elencati, con l'unica differenza che si deve costantemente adeguare ad uno scenario in continua evoluzione. Quello che era valido ieri non lo è più oggi, quello di oggi non lo sarà più domani.

Inoltre in tutte le scienze vi sono pericoli latenti se male applicate, ma la pubblicità è fatta per manipolare, per dare vantaggio ad un particolare gruppo di persone, non all'umanità. Usa la scienza, ma non è scienza, con tutto il rispetto per gli operatori del campo.

Utile per pochi, non per molti.

E se i suoi criteri vengono applicati alla politica, precipitiamo nel mondo di Orson Welles.
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Ovidio ha scritto: 30 ott 2020, 23:01 Sì, la manipolazione in campo pubblicitatio è una vera e propria scienza, che soddisfa tutti i requisiti da me elencati, con l'unica differenza che si deve costantemente adeguare ad uno scenario in continua evoluzione. Quello che era valido ieri non lo è più oggi, quello di oggi non lo sarà più domani.
"Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale. Diciamo che la percezione è, solitamente, questa. Tuttavia non ha nulla di cattivo, solo si sfruttano conoscenze in ambito psicologico per "piacere di più" ai clienti, facendo leva su principi validi che suscitano piacere e interesse nel loro cervello.
Non si manipola nessuno, si rende gradevole qualcosa usando il linguaggio della psiche.
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Shamash ha scritto: 30 ott 2020, 23:04
Ovidio ha scritto: 30 ott 2020, 23:01 Sì, la manipolazione in campo pubblicitatio è una vera e propria scienza, che soddisfa tutti i requisiti da me elencati, con l'unica differenza che si deve costantemente adeguare ad uno scenario in continua evoluzione. Quello che era valido ieri non lo è più oggi, quello di oggi non lo sarà più domani.
"Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale. Diciamo che la percezione è, solitamente, questa. Tuttavia non ha nulla di cattivo, solo si sfruttano conoscenze in ambito psicologico per "piacere di più" ai clienti, facendo leva su principi validi che suscitano piacere e interesse nel loro cervello.
Non si manipola nessuno, si rende gradevole qualcosa usando il linguaggio della psiche.
Se la vuoi mettere così. Un tema difficile. La pubblicità è l'anima del commercio, ed il commercio è uno dei fattori essenziali alla vita dell'uomo. Quindi ci vuole la pubblicità ed io stesso la consulto spesso.

Ma il pericolo di utilizzare i suoi strumenti per altri fini permane. E questo lo si sta già facendo con i tolk show politici, i telegiornali, i media.

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Ovidio ha scritto: 30 ott 2020, 23:20 Se la vuoi mettere così. Un tema difficile. La pubblicità è l'anima del commercio, ed il commercio è uno dei fattori essenziali alla vita dell'uomo. Quindi ci vuole la pubblicità ed io stesso la consulto spesso.

Ma il pericolo di utilizzare i suoi strumenti per altri fini permane. E questo lo si sta già facendo con i tolk show politici, i telegiornali, i media.

Timeo danaos et dona ferentes!
È uno strumento, dunque come tale va considerato.
Nelle mani giuste crea valore (non solo economico riferito a scambi commerciali, bensì conoscitivo, emotivo, reputazionale, ecc), mentre nelle mani sbagliate può fare danni. Un esempio è la Turchia e quanto accaduto con Macron e il boicottaggio dei prodotti francesi per presunti insulti a sfondo religioso.

A livello dei media, funziona alla grande la creazione di titoli di tipo "emozionale". L'essere umano è naturalmente attratto dalle storie e da ciò che suscita emozioni, dunque ciò spinge i lettori ad aprire il contenuto. Spesso, però, ciò che si trova non è coerente con il titolo e quindi si ottiene un pessimo risultato.

Come in tutti gli ambiti, bisogna saper fare le cose bene. ;)
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Bisogna fare le cose per bene ... Vero
Ma bisogna pure capire quando non è il caso di insistere troppo e non diventare invasivi
E da quando tutte le TV sincronizzano allo stesso momento lo spazio pubblicitario la situazione è precipitata rendendo inutile il telecomando
O almeno... Io lo uso solo per volume ....ormai il mio cervello rifiuta ogni suggestione forzata
“Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso.”
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Gasiot ha scritto: 31 ott 2020, 7:43 Bisogna fare le cose per bene ... Vero
Ma bisogna pure capire quando non è il caso di insistere troppo e non diventare invasivi
E da quando tutte le TV sincronizzano allo stesso momento lo spazio pubblicitario la situazione è precipitata rendendo inutile il telecomando
O almeno... Io lo uso solo per volume ....ormai il mio cervello rifiuta ogni suggestione forzata
Ad oggi la pubblicità in tv non è quella più efficace (in termini di accoglienza ed effetto) seppur la migliore in quanto a diffusione (perché entra in tutte le case). Ma, a differenza di altri mezzi, costa moltissimo. Ecco che i vari competitors si trovano soprattutto in determinate fasce orarie a lottare per uno spazio di sparuti secondi.
Altri modi sono decisamente consigliabili, con migliori effetti. La cartellonistica stradale, ad esempio, che seppur non venga guardata con attenzione coglie comunque lo sguardo (e si fa ricordare), ma soprattutto la pubblicità in store e, ancor di più, quella personalizzata che arriva sullo smartphone (e via mail dalle newsletter a cui ci si è iscritti). Lì arrivano proposte specifiche, in base ai tuoi acquisti o interessi precedenti e dunque con un costo più contenuto si hanno maggiori possibilità che il cliente acquisti di nuovo.
Oggi non si spara più nel mucchio, ma si fa una pubblicità "tailor made", cucita addosso al singolo caso specifico, di cui si conoscono già gusti e bisogni e si prevede cosa vorrà. Non dimentichiamo poi che l'intelligenza artificiale predittiva è e sarà determinante anche in questo settore.

Basta indicazioni gratuite, poi inizio ad emettere fatture... :grin:
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Shamash ha scritto: 31 ott 2020, 8:32
Gasiot ha scritto: 31 ott 2020, 7:43 Bisogna fare le cose per bene ... Vero
Ma bisogna pure capire quando non è il caso di insistere troppo e non diventare invasivi
E da quando tutte le TV sincronizzano allo stesso momento lo spazio pubblicitario la situazione è precipitata rendendo inutile il telecomando
O almeno... Io lo uso solo per volume ....ormai il mio cervello rifiuta ogni suggestione forzata
Ad oggi la pubblicità in tv non è quella più efficace (in termini di accoglienza ed effetto) seppur la migliore in quanto a diffusione (perché entra in tutte le case). Ma, a differenza di altri mezzi, costa moltissimo. Ecco che i vari competitors si trovano soprattutto in determinate fasce orarie a lottare per uno spazio di sparuti secondi.
Altri modi sono decisamente consigliabili, con migliori effetti. La cartellonistica stradale, ad esempio, che seppur non venga guardata con attenzione coglie comunque lo sguardo (e si fa ricordare), ma soprattutto la pubblicità in store e, ancor di più, quella personalizzata che arriva sullo smartphone (e via mail dalle newsletter a cui ci si è iscritti). Lì arrivano proposte specifiche, in base ai tuoi acquisti o interessi precedenti e dunque con un costo più contenuto si hanno maggiori possibilità che il cliente acquisti di nuovo.
Oggi non si spara più nel mucchio, ma si fa una pubblicità "tailor made", cucita addosso al singolo caso specifico, di cui si conoscono già gusti e bisogni e si prevede cosa vorrà. Non dimentichiamo poi che l'intelligenza artificiale predittiva è e sarà determinante anche in questo settore.

Basta indicazioni gratuite, poi inizio ad emettere fatture... :grin:
Quest'ultima forma mirata non mi disturba più di tanto , se ho in mente un particolare acquisto mi va bene ricevere informazioni da terzi , certo che non è per il quotidiano come per gli acquisti al supermercato
Il massimo del disturbo lo ottengono quelli che chiedono soldi per beneficenza,
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Shamash ha scritto: 30 ott 2020, 23:04
Ovidio ha scritto: 30 ott 2020, 23:01 Sì, la manipolazione in campo pubblicitatio è una vera e propria scienza, che soddisfa tutti i requisiti da me elencati, con l'unica differenza che si deve costantemente adeguare ad uno scenario in continua evoluzione. Quello che era valido ieri non lo è più oggi, quello di oggi non lo sarà più domani.
"Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale. Diciamo che la percezione è, solitamente, questa. Tuttavia non ha nulla di cattivo, solo si sfruttano conoscenze in ambito psicologico per "piacere di più" ai clienti, facendo leva su principi validi che suscitano piacere e interesse nel loro cervello.
Non si manipola nessuno, si rende gradevole qualcosa usando il linguaggio della psiche.
Mi ricordi i mafiosi che negavano l’esistenza della mafia ed erano sinceri, perché trovavano naturale prevaricare ed estorcere. Oggi hanno capito e stanno zitti, praticano e basta.
Così te che neghi che di manipolazione si tratti: "Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale.” Già, meglio non dirlo.
Tu stesso sei vittima delle tecniche manipolatorie, che hanno fatto il loro ingresso nel tempio del sapere, della scienza, ormai plagiato e asservito all’interesse estortivo della cosca, che tale è diventata quella che era una rispettabile professione.
Fenomeno tipico di una società decadente, che ha trasformato persone in drogati, consumatori di qualunque porcheria, per la gioia dei cinesi, portando al consumo compulsivo, al consumismo. Per fortuna una società così ridotta non ha un lungo avvenire.
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Vento ha scritto: 31 ott 2020, 10:24 Mi ricordi i mafiosi che negavano l’esistenza della mafia ed erano sinceri, perché trovavano naturale prevaricare ed estorcere. Oggi hanno capito e stanno zitti, praticano e basta.
Così te che neghi che di manipolazione si tratti: "Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale.” Già, meglio non dirlo.
Tu stesso sei vittima delle tecniche manipolatorie, che hanno fatto il loro ingresso nel tempio del sapere, della scienza, ormai plagiato e asservito all’interesse estortivo della cosca, che tale è diventata quella che era una rispettabile professione.
Fenomeno tipico di una società decadente, che ha trasformato persone in drogati, consumatori di qualunque porcheria, per la gioia dei cinesi, portando al consumo compulsivo, al consumismo. Per fortuna una società così ridotta non ha un lungo avvenire.
Immaginavo e prevedevo che, prima o poi, sarebbe giunto un commento che giudica superficialmente la questione, proprio a causa del fatto che se ne disconosce totalmente il campo. Questa è la percezione comune, proprio perché si tende a non fidarsi o vedere qualcosa di sospetto in ciò che non si conosce.

Facciamo chiarezza. Qui non si manipola nessuno e, bisogna ribadirlo, non per vittimismo o negazione, bensì è la realtà.
Manipolare significa indurre qualcuno a fare qualcosa, attraverso artifici che lo spingono in tale direzione senza che egli se ne accorga.
Qui non capita nulla di tutto ciò. Si creano contenuti (pubblicità, packaging, posizione dei prodotti nelle vetrine o scaffali, modalità di presentazione e molto altro) affinché tutto ciò crei un'esperienza gradevole nella psiche di chi osserva e, dunque, ci si augura che compia l'acquisto.

Insomma, io ti sottopongo qualcosa nel migliore dei modi, poi alla fine sei tu a scegliere se aprire il portafoglio o passare oltre.

Il neuromarketing sfrutta tecniche proprie delle neuroscienze per conoscere i comportamenti delle persone e dunque sapere cosa il cervello gradisce meglio. Nulla di mafioso o tremendo. Semplicemente sono tecniche scientifiche di natura conoscitiva applicate per confezionare prodotti sempre più affini ai gusti dei clienti (o potenziali tali) e farsi così preferire rispetto alla sterminata concorrenza del mercato.

Un esempio? La posizione della merce nei supermercati non è affatto casuale. Si effettuano studi di eye-tracking per sapere dove, come, per quanto tempo, da che distanza (e così via) i clienti guardano gli oggetti esposti. Colori, forme, scritte, posizioni diventano determinanti per ricordare meglio e compiere scelte d'acquisto. Viene da sé che, in base ai dati raccolti, vi sia una guerra (a suon di quattrini) da parte delle aziende per far sì che i propri prodotti siano posizionati nei luoghi migliori, più accessibili e visibili (di norma ad altezza d'occhio).

Che poi tutto ciò sia conseguenza (non causa, si badi bene!) di un consumismo sempre più spinto, è la realtà e la direzione in cui va il mondo.
In un contesto altamente competitivo, attingere alla scienza per vendere meglio è solo uno strumento in più verso il successo di un'azienda.
Oggi, chi non sfrutta tutto ciò e resta indietro è destinato a soccombere.
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Shamash ha scritto: 31 ott 2020, 10:51
Vento ha scritto: 31 ott 2020, 10:24 Mi ricordi i mafiosi che negavano l’esistenza della mafia ed erano sinceri, perché trovavano naturale prevaricare ed estorcere. Oggi hanno capito e stanno zitti, praticano e basta.
Così te che neghi che di manipolazione si tratti: "Manipolazione" suona losco, subdolo, illegale.” Già, meglio non dirlo.
Tu stesso sei vittima delle tecniche manipolatorie, che hanno fatto il loro ingresso nel tempio del sapere, della scienza, ormai plagiato e asservito all’interesse estortivo della cosca, che tale è diventata quella che era una rispettabile professione.
Fenomeno tipico di una società decadente, che ha trasformato persone in drogati, consumatori di qualunque porcheria, per la gioia dei cinesi, portando al consumo compulsivo, al consumismo. Per fortuna una società così ridotta non ha un lungo avvenire.
Immaginavo e prevedevo che, prima o poi, sarebbe giunto un commento che giudica superficialmente la questione, proprio a causa del fatto che se ne disconosce totalmente il campo. Questa è la percezione comune, proprio perché si tende a non fidarsi o vedere qualcosa di sospetto in ciò che non si conosce.

Facciamo chiarezza. Qui non si manipola nessuno e, bisogna ribadirlo, non per vittimismo o negazione, bensì è la realtà.
Manipolare significa indurre qualcuno a fare qualcosa, attraverso artifici che lo spingono in tale direzione senza che egli se ne accorga.
Qui non capita nulla di tutto ciò. Si creano contenuti (pubblicità, packaging, posizione dei prodotti nelle vetrine o scaffali, modalità di presentazione e molto altro) affinché tutto ciò crei un'esperienza gradevole nella psiche di chi osserva e, dunque, ci si augura che compia l'acquisto.

Insomma, io ti sottopongo qualcosa nel migliore dei modi, poi alla fine sei tu a scegliere se aprire il portafoglio o passare oltre.

Il neuromarketing sfrutta tecniche proprie delle neuroscienze per conoscere i comportamenti delle persone e dunque sapere cosa il cervello gradisce meglio. Nulla di mafioso o tremendo. Semplicemente sono tecniche scientifiche di natura conoscitiva applicate per confezionare prodotti sempre più affini ai gusti dei clienti (o potenziali tali) e farsi così preferire rispetto alla sterminata concorrenza del mercato.

Un esempio? La posizione della merce nei supermercati non è affatto casuale. Si effettuano studi di eye-tracking per sapere dove, come, per quanto tempo, da che distanza (e così via) i clienti guardano gli oggetti esposti. Colori, forme, scritte, posizioni diventano determinanti per ricordare meglio e compiere scelte d'acquisto. Viene da sé che, in base ai dati raccolti, vi sia una guerra (a suon di quattrini) da parte delle aziende per far sì che i propri prodotti siano posizionati nei luoghi migliori, più accessibili e visibili (di norma ad altezza d'occhio).

Che poi tutto ciò sia conseguenza (non causa, si badi bene!) di un consumismo sempre più spinto, è la realtà e la direzione in cui va il mondo.
In un contesto altamente competitivo, attingere alla scienza per vendere meglio è solo uno strumento in più verso il successo di un'azienda.
Oggi, chi non sfrutta tutto ciò e resta indietro è destinato a soccombere.
Vero... Come bisogna saper acquistare , bisogna anche saper vendere
E qui non capisco come certe aziende ( prodotti ) diano un' immagine così negativa
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Gasiot ha scritto: 31 ott 2020, 11:09 Vero... Come bisogna saper acquistare , bisogna anche saper vendere
E qui non capisco come certe aziende ( prodotti ) diano un' immagine così negativa
Purtroppo, la professionalità non è capillarmente diffusa, come in qualsiasi altro mestiere.
Da un lato vi sono tecniche e conoscenze, del tutto obiettive, dall'altro la soggettività umana, i gusti e le preferenze di chi propone tutto ciò.
Vi è un miscuglio di tecnica e creatività.
Oltre a questo fatto, non bisogna dimenticare che la pubblicità non è mai generalista. Ci si rivolge ad un target preciso, un pubblico interessato (per fascia d'età, sesso, preferenze, inclinazioni, cultura d'appartenenza, ecc) che troverà interessante il prodotto e al contempo la comunicazione ad esso associata sarà diretta proprio perché parla lo stesso linguaggio del destinatario.
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“Che poi tutto ciò sia conseguenza (non causa, si badi bene!) di un consumismo sempre più spinto, è la realtà e la direzione in cui va il mondo. “

Ma guarda un pò! Beh se lo dici te, che sei un esperto, sarà vero. Tecniche per creare consumo non necessario, compulsivo, consumismo, che puntualmente si manifesta, ma non è loro effetto, dici. Che sia la causa? Ma come parli bene, come gli avvocati della mafia.

“Il neuromarketing sfrutta tecniche proprie delle neuroscienze per conoscere i comportamenti delle persone e dunque sapere cosa il cervello gradisce meglio.”

Dalla semplice seduzione, siete passati, per totale mancanza di scrupoli e di sensibilità etica, a tecniche lesive della intimità delle persone. Sarebbero condannabili anche se praticate a fin di bene. Qui invece il fine è perfido, forzare le persone a comprare cose di cui non hanno bisogno. Siete in pratica degli spacciatori.
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Re: La pubblicità

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Vento ha scritto: 31 ott 2020, 13:39 “Che poi tutto ciò sia conseguenza (non causa, si badi bene!) di un consumismo sempre più spinto, è la realtà e la direzione in cui va il mondo. “

Ma guarda un pò! Beh se lo dici te, che sei un esperto, sarà vero. Tecniche per creare consumo non necessario, compulsivo, consumismo, che puntualmente si manifesta, ma non è loro effetto, dici. Che sia la causa? Ma come parli bene, come gli avvocati della mafia.

“Il neuromarketing sfrutta tecniche proprie delle neuroscienze per conoscere i comportamenti delle persone e dunque sapere cosa il cervello gradisce meglio.”

Dalla semplice seduzione, siete passati, per totale mancanza di scrupoli e di sensibilità etica, a tecniche lesive della intimità delle persone. Sarebbero condannabili anche se praticate a fin di bene. Qui invece il fine è perfido, forzare le persone a comprare cose di cui non hanno bisogno. Siete in pratica degli spacciatori.
Mi rammento di un episodio della serie "Colombo" dove l'assassino induceva la vittima a bere una bibita avvalenata inserendo numerosi fotogrammi nel film che stava vedendo.

I fotogrammi erano talmente corti da non essere percepiti a livello coscienzale, ma solo a livello subconscio, e provocavano nella vittima una tale sete da spingerlo a bere la bevanda avvelenata.

Non so se questo sia plausibile, ma in ogni caso non darei la colpa di simili pratiche ai pubblicisti che fanno, e molto bene, il loro lavoro, ma a quelle teorie economiche mirate a "massimizzare il guadagno" e quindi portando alcuni dirigenti a seguire pratiche di dubba morale.
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Re: La pubblicità

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Vento ha scritto: 31 ott 2020, 13:39 “Che poi tutto ciò sia conseguenza (non causa, si badi bene!) di un consumismo sempre più spinto, è la realtà e la direzione in cui va il mondo. “

Ma guarda un pò! Beh se lo dici te, che sei un esperto, sarà vero. Tecniche per creare consumo non necessario, compulsivo, consumismo, che puntualmente si manifesta, ma non è loro effetto, dici. Che sia la causa? Ma come parli bene, come gli avvocati della mafia.

“Il neuromarketing sfrutta tecniche proprie delle neuroscienze per conoscere i comportamenti delle persone e dunque sapere cosa il cervello gradisce meglio.”

Dalla semplice seduzione, siete passati, per totale mancanza di scrupoli e di sensibilità etica, a tecniche lesive della intimità delle persone. Sarebbero condannabili anche se praticate a fin di bene. Qui invece il fine è perfido, forzare le persone a comprare cose di cui non hanno bisogno. Siete in pratica degli spacciatori.
Quando non si conosce minimamente qualcosa ma si vuole trarre ugualmente giudizi, il risultato è quello di arrivare a conclusioni totalmente erronee, condite da panzane degne di un romanzo noir.
Consumo non necessario? Immagino comprerai beni di prima necessità, per nutrirti almeno 3 volte al giorno. Vero?
Bene, fra quei prodotti che acquisti, non ci sono solo quelle solite tre cose, ma centinaia se non migliaia di altri di pari caratteristiche (magari migliori, magari peggiori di quelli abitualmente acquistati). Ora, visto che quelle aziende devono vivere, perché è il loro scopo, devono conoscere i tuoi gusti per rendersi più appetibili rispetto alla concorrenza.
Conoscendo i gusti, di conseguenza, sapranno come mostrarti il loro prodotto al meglio.
Visto? Né mafie, né uccisioni né lesioni dell'intimità. Semplicemente tu, consumatore, scegli. La guerra, semmai, è fra le aziende che vogliono conquistarti.

Mi auguro sia chiaro ora.
«Siate il meglio di qualunque cosa siate» [Martin Luther King]
«Dove regna la saggezza, non vi è alcun conflitto tra pensiero e sentimento» [Carl Gustav Jung]
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