SPIGOLANDO......

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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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Morale zen

Un cavallo depresso si sdraia e non vuole più saperne di rialzarsi.
Il fattore disperato, dopo aver provato di tutto, chiama il veterinario.
Questi, arrivato in loco, visita l'animale e dice al fattore:

"Casi così sono gravi; l'unica è provare per un paio di giorni a dargli queste pillole:
Se non reagisce sarà necessario abbatterlo".

Il maiale ha sentito tutto e corre dal cavallo:

"Alzati, alzati, altrimenti butta male!!!"

Ma il cavallo non reagisce e gira la testa di lato.
Il secondo giorno il veterinario torna e somministra nuovamente le pillole, dicendo poi al fattore:

"Non reagisce: aspettiamo ancora un po', ma credo non ci sia alcunchè da fare."

Il maiale ha sentito tutto e corre ancora dal cavallo

"Devi ASSOLUTAMENTE reagire: guarda che altrimenti sono guai!!!".

Ma il cavallo niente.
Il terzo giorno il veterinario verifica l'assenza di progressi e, rivolto al fattore:

"Dammi la carabina: è ora di abbattere quella povera bestia."

Il maiale corre disperato dal cavallo:

"Devi reagire, è l'ultima occasione, ti prego, stanno per ammazzarti!!!"

Il cavallo allora si alza di scatto e comincia a correre, saltare gli ostacoli ed accennare passi di danza.
Il fattore è felicissimo e rivolto al veterinario gli dice:

"Grazie... Grazie!!! Lei è un medico meraviglioso, ha fatto un miracolo!
Dobbiamo assolutamente fare una grande festa: Su, presto, ammazziamo il maiale!!!"


Morale Zen:

FATTI SEMPRE GLI AFFATI TUOI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

La sincerità ne li comizzi

Er deputato, a dilla fra de noi,
ar comizzio ciagnede contro voja,
tanto ch’a me me disse: – Oh Dio che noja! -,
Me lo disse: è verissimo, ma poi
sai come principiò? Dice: – È con gioja
che vengo, o cittadini in mezzo a voi,
per onorà li martiri e l’eroi,
vittime der pontefice e der boja! –
E, lì, rimise fòra l’ideali,
li schiavi, li tiranni, le catene,
li re, li preti, l’anticlericali…
Eppoi parlò de li principî sui:
e allora pianse: pianse così bene
che quasi ce rideva puro lui!

TRILUSSA
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Ovidio
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da Ovidio »

grazia ha scritto: 14 ott 2020, 8:51 Morale zen

Un cavallo depresso si sdraia e non vuole più saperne di rialzarsi.
Il fattore disperato, dopo aver provato di tutto, chiama il veterinario.
Questi, arrivato in loco, visita l'animale e dice al fattore:

"Casi così sono gravi; l'unica è provare per un paio di giorni a dargli queste pillole:
Se non reagisce sarà necessario abbatterlo".

Il maiale ha sentito tutto e corre dal cavallo:

"Alzati, alzati, altrimenti butta male!!!"

Ma il cavallo non reagisce e gira la testa di lato.
Il secondo giorno il veterinario torna e somministra nuovamente le pillole, dicendo poi al fattore:

"Non reagisce: aspettiamo ancora un po', ma credo non ci sia alcunchè da fare."

Il maiale ha sentito tutto e corre ancora dal cavallo

"Devi ASSOLUTAMENTE reagire: guarda che altrimenti sono guai!!!".

Ma il cavallo niente.
Il terzo giorno il veterinario verifica l'assenza di progressi e, rivolto al fattore:

"Dammi la carabina: è ora di abbattere quella povera bestia."

Il maiale corre disperato dal cavallo:

"Devi reagire, è l'ultima occasione, ti prego, stanno per ammazzarti!!!"

Il cavallo allora si alza di scatto e comincia a correre, saltare gli ostacoli ed accennare passi di danza.
Il fattore è felicissimo e rivolto al veterinario gli dice:

"Grazie... Grazie!!! Lei è un medico meraviglioso, ha fatto un miracolo!
Dobbiamo assolutamente fare una grande festa: Su, presto, ammazziamo il maiale!!!"


Morale Zen:

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Re: SPIGOLANDO......

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Ma quali laboratori!
Il virus nasce dalla Natura Matrigna


L’essere umano sconfitto dalla Natura. Ancora. Il perchè ce lo ricorda Giacomo Leopardi nel “Dialogo della Natura e di un Islandese” alla faccia di complottisti che vedono l'uomo padrone di tutto.
«L'ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo». Il virologo Roberto Burioni con uno sfogo significativo sul suo profilo Twitter ha espresso una volta di più la sua forte nausea per le fake news e teorie complottiste che stanno circolando attorno alla faccenda coronavirus (nausea alla quale ci uniamo).

Virus tra Natura e laboratorio - Ma quali laboratori! Il virus nasce dalla Natura Matrigna

L’epidemiologo Pierluigi Lopalco risponde al tweet di Burioni scrivendo: «Lo so che è triste ammetterlo, ma dobbiamo accettare gli insegnamenti di Leopardi sulla Natura matrigna». Il dialogo virtuale che da idiote fake news (divampate anche all'estero, tra cui le idee strampalate di Boris Johnson) si eleva a citazioni poetiche, scaturisce dal video diventato subito virale che riprendeva un servizio del Tg3 del 2015 secondo il quale il virus sarebbe stato creato in laboratorio. Tesi smentita dalla scienza. Ma, ahinoi, ripresa e urlata da un ex ministro dell'Interno (all'anagrafe Matteo Salvini) incurante - come da tradizione - degli effetti devastanti che questo avrebbe avuto su tutti noi.

“Purtroppo” come dice Burioni ed attorno a quel purtroppo si apre un mondo. La difficoltà dell’essere umano in questo momento, tra le tante ma ci viene da metterla sul podio delle maggiori, è quella di accettare che un nemico invisibile e - appunto - naturale stia mettendo in ginocchio l’essere umano stesso. L’idea complottista non prende in considerazione il fatto che l’uomo sia nell’universo un puntino insignificante, ritenendo, al contrario, che sia sempre e solo l’uomo il deus ex machina di ogni cosa. Niente di più falso.


La Natura Matrigna di Leopardi rispolverata da Lopalco ce lo insegna o comunque ricorda. Il Leopardi pensiero si manifesta ne “Dialogo della Natura e di un Islandese” dove la Natura interpreta sé stessa assumendo le sembianze di una dama gigantesca e l’Islandese è l’uomo antropocentrico. Il passaggio chiave arriva dalla bocca della Natura dopo un lungo monologo dell’Islandese che ripercorre le sue tappe di riflessione sul senso e sul ruolo della vita umana. La Natura dice: «Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n'avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei».

Va da sé che è netto il contrasto tra la teoria del coronavirus nato da una fonte naturale e quella per cui sia nato da laboratorio. La Natura marcia secondo un ciclo di “costruzione e distruzione” che non prevede di curare con un occhio di riguardo l’essere umano; secondo i complottisti invece il laboratorio punta a far del male all’uomo. Difficile per l’uomo invincibile del 2000 accettare tutto ciò, ma se è vero che la scienza, la tecnologia e le conoscenze sono progredite anni luce rispetto all’epoca leopardiana è altrettanto vero che le leggi della Natura sono sempre le stesse. Anzi, con effetti ancora più devastanti e qui sì che la colpa è dell’essere umano.

Federico Biffignandi
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da heyoka »

Il saggio ripone fiducia in Madre Natura vhe opera come un grande Statista.
Il Trotone ripone fiducia nella Scienza Umana che ha dimostrato di operare come un politico.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da Ovidio »

La Natura non solo non è mai matrigna, ma, come madre amorevole, impartisce ogni giorno insegnamenti e corregge tutti gli errori umani commessi.

Se non sapremo seguire questi insegnamenti, ci estingueremo, e a ragione. E questa eliminazione sarà l’ultimo insegnamento che la Natura ci potrà dare!

P. s. heyoka, la scienza si fonda sull’osservazione della Natura, e da questa trae insegnamento. La scienza, al contrario della politica e della filosofia, segue questo insegnamento quindi ... cambia opinione sulla scienza!
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da Ovidio »

grazia ha scritto: 16 ott 2020, 9:14 Ma quali laboratori!
Il dalla Natura Matrigna

«Lo so che è triste ammetterlo, ma dobbiamo accettare gli insegnamenti di Leopardi sulla Natura matrigna».
La Natura Matrigna di Leopardi rispolverata da Lopalco ce lo insegna o comunque ricorda.
Federico Biffignandi
Non è detto che se uno è un bravo poeta, possa allo stesso dare pensieri illuminanti di saggezza.

Canti la luna e lasci stare la natura se non la capisce!
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Re: SPIGOLANDO......

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La Natura non ci ama e le scelte politiche: le prime lezioni del Covid-19
scritto da Econopoly il 13 Marzo 2020
Distruzione creativa


L’autore è Enrico Mariutti, ricercatore e analista in ambito economico ed energetico. Founder della piattaforma di microconsulenza Getconsulting e presidente dell’Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) –

L’epidemia si allarga a macchia d’olio sul territorio nazionale, le autorità rilanciamo messaggi allarmanti, la popolazione è spaventata. In questo momento bisogna assolutamente evitare il panico, tenere a freno l’immaginazione e razionalizzare. Mentre aspettiamo che il peggio sia passato, potremmo iniziare a chiederci cosa ci lascerà in eredità questa terribile crisi, cosa dovremo imparare da quest’epidemia per evitare che situazioni analoghe si ripropongano nel futuro. E, in realtà, abbiamo già materiale su cui riflettere.

1) La Natura non è una madre amorosa ma è una matrigna crudele, come scriveva Leopardi
Il Covid-19 non è molto diverso dalla tubercolosi o dalla peste: una malattia (la prima di origine virale, la seconda e la terza di origine batterica) che ha fatto il salto di specie infettando l’uomo. È perfettamente naturale che esistano malattie di questo genere: dei quasi 1.500 agenti patogeni in grado di infettare l’uomo, più del 60% proviene da altre specie. Nonostante qualche esperto si sia affannato a individuare un collegamento tra l’epidemia di Covid-19 e il cambiamento climatico, la realtà è che le epidemie sono da sempre la livella con cui la Natura mantiene l’equilibrio tra le specie viventi complesse. Non c’è niente di più naturale di una pandemia. Quello che non è naturale, invece, è che una specie sviluppi gli strumenti per contenere e contrastare gli agenti patogeni. Continuiamo a ripeterci che dobbiamo ripristinare l’equilibrio naturale ma il Covid-19 ci dimostra che questa narrativa non è solamente infantile ma anche estremamente pericolosa. L’unico modo che abbiamo per convivere con la Natura è privarla della capacità di minacciarci. E se nel 2020 ci troviamo a fronteggiare una nuova pandemia globale sconosciuta e potenzialmente catastrofica vuol dire che abbiamo ancora tanta strada da fare. Non dobbiamo cercare un equilibrio con la Natura, la dobbiamo neutralizzare.

2) Raramente la Scienza parla con una voce sola
Mentre l’epidemia ha iniziato a diffondersi sul territorio nazionale abbiamo assistito a uno spettacolo impietoso: gli scienziati hanno iniziato a litigare. Certo alcuni, come la professoressa Ilaria Capua, sono riusciti a sottrarsi alle polemiche adottando un impeccabile profilo istituzionale ma molti altri si sono abbandonati a battibecchi pubblici poco edificanti. Speriamo che questa esperienza mandi definitivamente in soffitta lo slogan “ascoltate gli scienziati”, che oltretutto presenta più di una sfumatura antidemocratica e una validità epistemologica pressoché nulla, come dovrebbe ricordarci la sottile satira di Giovenale nei confronti della Repubblica di Platone (“chi controllerà i controllori stessi?”). Gli scienziati prima di essere serbatoi di conoscenze sono esseri umani come tutti gli altri. E quindi, per esempio, hanno una percezione del rischio diversa a seconda della personalità e delle esperienze. In questo momento, qui, in Italia, sono più preoccupanti le ripercussioni sanitarie o economiche dell’epidemia di coronavirus? Dipende dai punti di vista, non abbiamo tutti lo stesso. E non ce l’hanno neanche gli scienziati.

3) Le decisioni politiche le devono prendere i politici, non gli scienziati
L’epidemia di Covid-19 è un’emergenza sanitaria che mette a dura prova il tessuto sociale delle comunità e danneggia gravemente l’economia. La gestione della crisi coinvolge decine di esperti diversi, matematici, virologi ed epidemiologi, psicologi, sociologi ed economisti. Nessun tecnico può avere chiaro il quadro d’insieme, ciascuno specialista è portato a interpretare il problema sotto la lente della sua disciplina. Spetta alla politica prendere tutti questi fili e farne una treccia, adottando come principio guida l’interesse nazionale. Sono i politici che si devono assumere la responsabilità di decidere quanti disoccupati vale la vita di un paziente oncologico terminale, magari anche anziano.

Scelte facili, ovvie, fino a quando non si è chiamati a prenderle per conto del popolo italiano, scontrandosi con le priorità dell’elettore medio. Scelte di cui il decisore sarà chiamato a rispondere davanti all’intera comunità nazionale e che non potranno essere giustificate semplicemente con una cattedra e una lunga lista di pubblicazioni.

4) L’attuale modello di sviluppo non produce solo disuguaglianze e miseria come vogliono far credere alcuni
Non è la prima volta che, nell’epoca industriale, i Paesi avanzati si trovano a fronteggiare un’emergenza sanitaria. Poco più di un secolo fa l’Influenza Spagnola uccise in due anni il 2% della popolazione mondiale, probabilmente un centinaio di milioni di persone. In meno di un secolo l’HIV, un altro virus che ha fatto il salto di specie, ha ucciso più di 30 milioni di individui, nonostante l’imponente sforzo economico e sanitario per contenere l’epidemia. E più andiamo a ritroso, peggio è: il vaiolo e la peste hanno ucciso probabilmente più di un miliardo di persone ciascuna in epoche in cui la popolazione mondiale era un decimo o un ventesimo di quella attuale, la tubercolosi a cavallo della piccola glaciazione (1600-1800) era responsabile di un quarto di tutti i decessi in Europa. Quello che cambia oggi, con il Covid-19, è che, per la prima volta nella Storia, abbiamo gli strumenti per fronteggiare una pandemia sconosciuta. Abbiamo informazioni in tempo reale, abbiamo supercomputer per selezionare rapidamente molecole adatte a contrastare il virus, abbiamo tecnologie a buon mercato per produrre respiratori artificiali. Se la situazione precipita, per quanto sia impopolare ricordarlo, abbiamo strumenti per monitorare capillarmente gli spostamenti delle persone. Al massimo entro un anno avremo il vaccino, forse addirittura entro qualche mese. È una situazione del tutto nuova per l’umanità: per la prima volta una pandemia non è un flagello che ci lascia come unica possibilità quella di pregare ma è una sfida che possiamo vincere grazie alla Scienza e alla tecnologia.

5) Abbiamo una visione distorta del rischio
Quanto dobbiamo preoccuparci per un fenomeno raro ma dai potenziali effetti catastrofici? Per natura, sottostimiamo i rischi che si presentano più raramente: i terremoti, le eruzioni vulcaniche e, nell’ultimo secolo almeno, le pandemie. Per questo genere di rischi abbiamo, sostanzialmente, un solo strumento a disposizione: la ridondanza, essere pronti a tutti. Tradizionalmente, le malattie più pericolose per l’uomo sono quelle a trasmissione area, per evidenti motivi legati alla forma di contagio. Come è possibile che non siano state predisposte scorte adeguate di mascherine, ma anche di disinfettati e altri presidi sanitari di base, persino di respiratori se sappiamo che i polmoni sono un punto debole dal punto di vista epidemiologico? Abbiamo sviluppato da anni unità di emergenza sanitaria mobili, che possono trasformare un capannone in un reparto di terapia intensiva perfettamente attrezzato per il biocontenimento. Un fiore all’occhiello della tecnologia sanitaria. Dove sono adesso che servono?
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Re: SPIGOLANDO......

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LA STRETTA DE MANO
Trilussa (Carlo Alberto Salustri)

Quela de da' la mano a chissesia
nun è certo un'usanza troppo bella:
te pô succede ch'hai da strigne quella
d'un ladro, d'un ruffiano o d'una spia.

Deppiù la mano, asciutta o sudarella,
quanno ha toccato quarche porcheria,
contiè er bacillo d'una malatia
che t'entra in bocca e va ne le budella.

Invece, a salutà romanamente,
ce se guadagna un tanto co' l'iggene
eppoi nun c'è pericolo de gnente.

Perché la mossa te viè a di' in sostanza:
— Semo amiconi... se volemo bene...
ma restamo a una debbita distanza. —
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Re: SPIGOLANDO......

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grazia ha scritto: 17 ott 2020, 9:07
“grazia” ha scritto: L’autore è Enrico Mariutti, ricercatore e analista in ambito economico ed energetico. Founder della piattaforma di microconsulenza Getconsulting e presidente dell’Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG)
Mariutti può essere anche Leonardo Da Vinci, ma se dice castronerie non bisogna dargli credito.
“grazia” ha scritto: 1) La Natura non è una madre amorosa ma è una matrigna crudele, come scriveva Leopardi
Non dobbiamo cercare un equilibrio con la Natura, la dobbiamo neutralizzare.
Leopardi sbaglia, e Mariotti non solo sbaglia, ma dice cose senza senso. Non si può neutralizzare la natura.

Se ci curiamo da malattie, lo facciamo utilizzando i mezzi e gli insegnamenti che ci dà la natura.
“grazia” ha scritto: 2) Raramente la Scienza parla con una voce sola
Mariotti non ha capito niente sulla scienza.

Innanzi tutto la medicina non è una scienza, o almeno non come lo sono la matematica, la fisica, la chimica e la biologia.

Nella scienza ogni nuova teoria non è in contrapposizione con la precedente, ma ingloba la precedente, interpretando la Natura da una visione più ampia.

La scienza non si contraddice, ma si allarga a nuovi orizzonti.

Quando gli scienziati dibattono, vuol dire che non hanno ancora terminato gli studi scientifici che portano ad una teoria accettata da tutti. La scienza è una teoria accettata da tutti.

I dibattiti attuali tra virologi non si basano su conoscenze scientifiche, ma su interpretazioni personali di dati.

Gli scienziati non mettono mai in discussione i risultati scientifici.

Faccio un esempio: se uno scienziato dice che la terra è piatta, non dice qualcosa di errato, ma dice solo che con gli strumenti attuali a sua disposizione può solo dedurre che la terra è piatta.

Se in seguito uno scienziato dice che la terra è rotonda, non contraddice il precedente scienziato, ma dice che ha ragione a fare quell’affermazione quando si fanno solo le sue osservazioni, ma che con nuovi strumenti e nuove osservazioni, si deve dedurre che la terra è rotonda. Ovvero piatta a livello locale, rotonda a livello di globo.

Non pretendo da Grazia logica nel discorso, ma da questo presunto luminare si.
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Colpo di Fulmine

La guardava estasiato, l'aveva tanto desiderata,
che quasi quasi non credeva ai suoi occhi. Ed
invece si, Lei era li accanto a lui splendida ,
desiderabile come non mai. Il suo aspetto reso
possente dalla sua sfolgorante bellezza
lo intimidiva, gli incuteva quasi un senso di
timore e di inadeguatezza. Quante notti aveva
trascorso insonne, con quel chiodo fisso nella
testa, “la voglio, la voglio” “la faro' mia a
qualunque costo", a "qualunque prezzo”. Quanti
giorni aveva trascorso in sua adorazione mentre
Lei sdegnosa e indifferente esibiva la sua bellezza
davanti a tutti. L'abbraccio' ancora una volta con
lo sguardo, consegno' l'assegno al concessionario,
mise in moto e con un rombo feroce, quasi un urlo
di felicita' volò via con la sua Yamaha....

grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

L'ELOGIO DELLA FOLLIA (di Erasmo da Rotterdam)


Checché se ne dica, ecco la prova decisiva che io sola, la Follia, sono in grado di tenere allegro il genere umano. Infatti, non appena mi sono presentata a questa affollatissima assemblea, con indosso la divisa variopinta dei buffoni e sul capo il classico berretto a sonagli, i vostri volti si sono illuminati e mi avete applaudito con entusiasmo, dimenticando le vostre angosce. È bastata la mia presenza.
Fra poco capirete perché sono venuta qui oggi, folleggiando anche nel vestire. Ma dovete seguirmi con ben altra attenzione di quella che riservate in chiesa ai predicatori, o in teatro agli attori, o in piazza ai ciarlatani.
M’ispirerò all’antico genere encomiastico e quindi ascolterete un elogio, ma non quello di un personaggio famoso, bensì il mio: l’elogio della Follia. Né mi curo dei sapientoni che dànno del pazzoide a chi si loda svisceratamente da sé. Che c’è di più coerente della Follia che canta le proprie lodi? Chi mi conosce meglio di me? E non è meglio lodarsi che farsi lodare dagli altri, magari in cambio di qualcosa? E poi, se nessuno mi loda, perché non dovrei lodarmi da me?
Si sa che la gente è ingrata. Tutti mi corteggiano e si servono di me, ma nessuno ha il coraggio di fare un bell’elogio della Follia.
Ebbene, aspettatevi da me un discorso estemporaneo, non elaborato, perché mi piace dire quel che mi salta in mente. Non faccio come quegli oratori che fanno finta di parlare a braccio, mentre si sono scervellati per ore a preparare il loro discorso.
Perciò non vi annoierò con la definizione di me stessa. Perché dovrei indicare i miei limiti se il mio potere è sconfinato? Una definizione di me non potrebbe che essere riduttiva e non farebbe che offuscare un’immagine che avete sempre chiarissima davanti agli occhi.
Il mio volto non vi basta a capire che sono un’autentica dispensatrice di beni? Non vedete il mio sguardo, che è lo specchio del mio animo? Io non riesco a mostrare in volto una cosa, mentre ne ho un’altra nel cuore.

È LA FOLLIA CHE GARANTISCE LA CONTINUITÀ DEL GENERE UMANO

Orbene, che cosa può esserci di più dolce e prezioso della vita? Ma a chi, se non a me, va il merito della sua riproduzione?
Posso essere più esplicita, secondo il mio costume? È forse con la testa, col volto, col cuore, con le mani, con le orecchie (parti che tutte si possono nominare con decoro) che si generano gli esseri umani? No davvero! Propagatrice del genere umano è quella parte così buffa che non si può nominare senza ridere. E, ditemi, quale uomo porgerebbe il collo al capestro del matrimonio se prima ne considerasse gli svantaggi? Quale donna accosterebbe un uomo, se conoscesse e avesse in mente i pericolosi travagli del parto e i fastidi di allevare i figli? Perciò, se dovete la vita al matrimonio, cercate di capire quello che dovete a me. D’altra parte quale donna dopo la prima esperienza vorrebbe riprovarci, se non ci fosse il mio aiuto?
È così che sono nati anche i grandi filosofi (ai quali adesso sono subentrati i teologi), i re, i santi e i papi, che sono i più santi di tutti, tanto che già da vivi si fanno chiamare «santità».


LA FOLLIA RENDE PIACEVOLE LA VITA CHE ALTRIMENTI SAREBBE INSOPPORTABILE

Ma non solo la riproduzione della vita, anche tutto quello che nella vita vi è di piacevole, lo si deve a me.
Se togliete il piacere alla vita, che rimane?
E non fatevi confondere da quelli che predicano contro il piacere. Fanno finta, per distoglierne gli altri e tenerselo tutto per sé.
Ditemi voi, quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, tedioso senza il piacere, cioè senza un pizzico di follia?
Tanto per cominciare, chi non sa che l’infanzia è la più lieta e gradevole delle età dell’uomo? Che cos’hanno i bambini per indurci a baciarli e a vezzeggiarli? Che cosa, se non quella grazia che la natura provvidamente infonde nei neonati in modo che possano conciliarsi la simpatia di chi li deve accudire e proteggere?
E l’adolescenza non piace a tutti? Non è forse merito mio se gli adolescenti sono così privi di senno e perciò sono sempre di buonumore? Ma va detto che gli adolescenti, con l’esperienza e l’educazione, rapidamente maturano e vien meno il loro fascino. Più si allontanano da me e meno vivono felici.
Fino a che non sopraggiunge la penosa vecchiaia. Tanto penosa che nessuno riuscirebbe a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire, io non venissi in aiuto e non riportassi all’infanzia quanti sono prossimi alla tomba. Tanto è vero che il volgo li chiama rimbambiti, cioè bambini di ritorno.
Volete sapere come opero questo prodigio? Non ne faccio misteri. Li faccio bere alla fonte dell’oblio. Così dimenticano le tristi esperienze della vita e tornano a essere felici come bambini.
Grazie a me dicono cose senza senso, come i bambini. Ma è proprio questo che li rende piacevoli. Sono infatti liberi dagli affanni dell’età matura, non avvertono il tedio della vita. Così riscuotono la simpatia degli amici, che gradiscono la loro compagnia. Sono addirittura più simpatici dei bambini, che non sono in grado di sostenere una piacevole conversazione.
Considerate inoltre che ai vecchi piacciono moltissimo i bambini, e ai bambini i vecchi, poiché ogni simile ama il suo simile. In che differiscono se non nelle rughe e negli anni, che nel vecchio sono di più? Per il resto: capelli radi e sbiaditi, bocca senza denti, corporatura ridotta, desiderio di latte, garrulità, mancanza di senno, smemoratezza, irriflessione. E più invecchiano più somigliano ai bambini, finché, come bambini, senza il tedio della vita, senza il senso della morte, lasciano la vita.
Se gli esseri umani si guardassero dalla saggezza e vivessero sempre sotto la mia protezione, la vecchiaia nemmeno ci sarebbe, ma solo un’eterna giovinezza.
Non vi accorgete che gli uomini seri, cogitabondi, impegnati in faccende complicate, consumano la loro linfa vitale?
Soltanto io sono in grado di prolungare la giovinezza, altrimenti fuggevolissima. Quelli del Brabante sono famosi perché si dice che, mentre altrove la maturità è l’età della saggezza, essi più invecchiano e più diventano matti. Non c’è infatti popolazione più gioconda di quella. Ma anche i miei connazionali Olandesi, vicini al Brabante sia geograficamente che nei costumi, si sono ben meritati il soprannome di matti, e ne vanno fieri.
Vadano pure gl'imbe.cilli a cercare rimedi all’invecchiamento. Solo io possiedo la formula che risuscita la giovinezza svanita, anzi la mantiene per sempre.
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Re: SPIGOLANDO......

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L'angolino del sorriso

LETTERA AL FIGLIO

Caro figlio,

ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi fammelo sapere, cosí te la rimando. Scrivo lentamente perché so che tu non sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tuo padre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione, cosí abbiamo deciso di traslocare un po’ piú lontano. La nuova casa è meravigliosa: c’è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri c’ho messo dentro il bucato, ho tirato l’acqua e il bucato è sparito completamente.

Il tempo qui non è troppo brutto, la settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per 3 giorni, la seconda per 4.

Ti voglio anche informare che tuo padre ha un nuovo lavoro: adesso ha 500 persone sotto di se, infatti taglia l’erba nel cimitero.

A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Piero mi ha detto che spedirla coi bottoni sarebbe costato molto caro (per via del peso dei bottoni). Allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi tutti nella tasca interna.

Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso chiudendo di scatto la portiera e lasciando dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare in casa a prendere il crick per spaccare il vetro e cosí siamo potuti scendere dalla macchina anche noi.

Se vedi Margherita salutamela da parte mia, se non la vedi non dirle niente.


Adesso ti saluto perché devo correre all’ospedale, tua sorella sta per partorire, ma non sappiamo ancora se avrá un bambino o una bambina, per cui non so dirti se sarai zio o zia.Un forte abbraccio dalla tua mamma che ti vuole tanto bene.P.S. volevo metterti anche un po’ di soldi ma avevo giá chiuso la busta.
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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PERCHE' L'AMORE E' CIECO


Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini. Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia, come sempre un po' folle propose: "Giochiamo a nascondino!"

L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: "A nascondino? Di che si tratta?"

"E' un gioco, - spiegò la pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco."

L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia alla quale non interessava mai niente ... però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi, perchè, se poi alla fine tutti la scoprono? La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arrischiarsi.

"Uno, due, tre..." - cominciò a contare la pazzia.

La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla cima dell'albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? il migliore per la voluttà. Una folata di vento? magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.

L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sè. La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è; vero, si nascose dietro l'arcobaleno). La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio ... non mi ricordo ... dove? Quando la pazzia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poichè li trovava tutti occupati, finchè scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.

"Un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare.

La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e potè dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo. Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.

Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacchè lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi. Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo l'amore non le appariva da nessuna parte.

La pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami.

Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore ! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.

Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna.

SARA LUCE
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Ovidio
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da Ovidio »

grazia ha scritto: 19 ott 2020, 10:48 PERCHE' L'AMORE E' CIECO


Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini. Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia, come sempre un po' folle propose: "Giochiamo a nascondino!"

L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: "A nascondino? Di che si tratta?"

"E' un gioco, - spiegò la pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco."

L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l'apatia alla quale non interessava mai niente ... però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi, perchè, se poi alla fine tutti la scoprono? La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arrischiarsi.

"Uno, due, tre..." - cominciò a contare la pazzia.

La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla cima dell'albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? il migliore per la voluttà. Una folata di vento? magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.

L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sè. La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è; vero, si nascose dietro l'arcobaleno). La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio ... non mi ricordo ... dove? Quando la pazzia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poichè li trovava tutti occupati, finchè scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.

"Un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare.

La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e potè dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo. Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.

Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacchè lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi. Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo l'amore non le appariva da nessuna parte.

La pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami.

Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore ! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.

Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna.

SARA LUCE
Bello!
Tenere sempre a mente la „regola d‘oro“
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