cuneoman ha scritto: 3 feb 2020, 8:03
Sayon ha scritto: 30 gen 2020, 19:21
Io ho parlato del decennio 30-40 ovvero in pieno periodo fascista e sotto l' autorita' del Re d'Italia. A me sembra che i morti ammazzati per motivi politici siano stati molto meno che i morti ammazzati per motivi politici fra il 1943 e il 1950 ovvero nel periodo di dopoguerra in cui l' Italia era protetta dai partigiani. O mi sbaglio?
Ma solo perchè li aveva già epurati tutti prima, hai dimenticato il periodo 1919-1930!!!
«Mentre i galantuomini sono nelle loro case a dormire, arrivano i camions di fascisti nei paeselli, nelle campagne, nelle frazioni composte di poche centinaia di abitanti; arrivano accompagnati naturalmente dai capi dell'agraria locale, sempre guidati da essi, perché altrimenti non sarebbe possibile conoscere nell'oscurità in mezzo alla campagna sperduta la casetta del capolega o il povero miserello ufficio di collocamento, si presentano davanti alla casetta e si sente l'ordine: "Circondate la casa!" Sono venti, sono cento persone armate di fucili e rivoltelle. Si chiama il capolega e gli si intima di scendere; se il capolega non discende, gli si dice: "Se non scendi ti bruciamo la casa, tua moglie, i tuoi figlioli". Il capolega discende: se apre la porta lo pigliano, lo legano, lo portano sul camion, gli fanno passare le torture più inenarrabili, fingendo di ammazzarlo, di annegarlo, poi lo abbandonano in mezzo alla campagna, nudo, legato ad un albero. Se il capolega è un uomo di fegato e non apre e adopera le armi per la sua difesa, allora è l'assassinio immeditato che si consuma nel cuore della notte. Cento contro uno. Questo è il sistema del Polesine.» (Giacomo Matteotti)
Facciamo l'elenco di quanti politici, anche del Parlamento Italiano sono stati, picchiati, minacciati di morte, mandati a confino, costretti all'esilio? Dimentichi le leggi per chi la pensava diversamente dal fascismo?
Copio dall’introduzione a “Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922” di mimmo franzinelli.
Mi pare che da qualche parte ce ne sia un’estratto online
La diffusione a macchia d’olio dello squadrismo era stata proceduta da un biennio di violenza “rossa” dai caratteri di massa, collegato direttamente a scioperi operai e a vertenze bracciantili, l’esito sanguinoso delle proteste popolari fu il tipico delitto di folla, seguito da repressioni non meno cruente della forza pubblica a cui rispondevano nuove manifestazioni…..
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il massimalismo, attaccando confusamente lo stato borghese senza essere in grado di imporre un’alternativa, lo delegittimò; la metodica avversione alla forza pubblica scavo un incolmabile fossato d’odio fra socialsti, ...(e forze dell’oridine)…. Esauritesi la spinta propulsiva della sinistra agrari e imprenditori finanziarono e incoraggiarono su larga scale le bande armate….
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il fenomeno squadrista è piu complesso e sfaccettato di quanto non lo si sia rappresentato. E porta con se alcuni miti da sfatare. Non è vero che a sinistra ci fossero solo vittime inermi, come pure non risponde a realtà che la violenza fosse patrimonio di una parte sola: i “sovversivi” si difesero e agirono con puntate offensive, per quanto armi, tecniche e condizioni lo consentissero. È infondato sostenere che i fascisti aggredissero a freddo e muovessero all’attacco in dieci contro uno: diversi di loro morirono per i colpi di franchi tiratori. Il movimento fascista ebbe la forza di trasformare i suoi caduti in martiri, traendo da quelle morti uno slancio politico organizzativo notevolissimo. La stampa d’opinione agevolò questo fenomeno trattando in modo diverso l’uccisione di una camicia nera o di un “sovversivo”