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Oggi l'oro è quotato quasi 114 euro al grammo, non lontano dal record storico di 121 del 20 ottobre scorso. Eppure l'estrazione di questo metallo è in continua crescita. Quindi in un certo senso è sempre meno raro. I principali produttori mondiali sono, nell'ordine, Cina, Russia, Australia, Canada e USA. Quest'anno la produzione dovrebbe toccare un livello record intorno alle 3700 tonnellate (di cui un 75% dalle miniere, il resto dal riciclo di materiali contenenti oro, tipicamente rifiuti elettronici e vecchi gioielli). Va detto però che le riserve aurifere (da non confondersi con quelle auree custodite nei caveau delle banche) si stanno assottigliando quindi crescono i costi di estrazione e anche questo fattore spinge il prezzo di mercato. Secondo l'IA di Google, finora l'umanità ha estratto quasi 200mila tonnellate d'oro e ne restano di estraibili a costi ragionevoli poco più di 50mila. Di conseguenza, se non rallenta l'estrazione e se non si scoprono nuovi giacimenti, l'oro minerale si esaurirà in circa 20 anni. E allora assistiamo a una corsa globale ad acquistare oro, sia da parte dei privati sia dalle nazioni. Ma la spinta maggiore al prezzo dell'oro oggi viene senza dubbio dalla sua caratteristica di "bene rifugio". A parte la tensione geopolitica crescente, con la guerraccia in Ucraina, con il riarmo della NATO e della Cina, e con il mattoide Trump che minaccia di riprendere i test nucleari costringendo Putin a rispondergli per le rime, oggi non c'è bisogno di analisti dal naso fine per capire che stiamo imboccando una svolta epocale: il capitalismo liberista si avvia al tramonto. Che potrebbe anche essere un crollo assai più traumatico della caduta del comunismo. Spero di no, ma non escludo nulla, nemmeno che l'Unione Europea e gli Stati Uniti, come a suo tempo l'Unione Sovietica, perdano l'unità. Un sistema perverso, basato sul libero mercato, sul profitto, cioè sullo sfruttamento del lavoro, e sulla perniciosa illusione della crescita economica infinita, è di per sé instabile (non lo dico io, lo dice la matematica) specie nell'ultima versione neoliberista di un mercato globalizzato e deregolato. È inoltre un sistema economico ambientalmente, socialmente e umanamente insostenibile. Inquina l'ambiente, accelera il riscaldamento globale, accresce l'egoismo, l'ingordigia, la disuguaglianza, lo stress, e mette in crisi le relazioni e i valori umani più profondi. Per giunta alimenta in modo quasi automatico il perverso processo di finanziarizzazione dell'economia che rende il denaro sempre più volatile, evanescente, virtuale. E allora, cosa meglio dell'oro per garantire solidità e stabilità agli investitori, spesso anche guadagno netto? Ed è buona l'idea dell'India di affiancare l'argento all'oro nel ruolo di base e garanzia del valore. Un'idea che potrebbe essere abbracciata dall'UE che ha grandi giacimenti di argento in Polonia. Ho però un dubbio sull'articolo allegato. Come si fa a fissare un rapporto 10:1 tra oro e argento quando oggi il primo vale circa 80 volte il secondo?
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo