M'è venuta voglia di buttare giù un post sulla finale di Champions (leggasi mattanza dei nerazzurri) solo dopo avere visto in tv le immagini dell'eruzione dell'Etna. Mi direte: ma che c'entra? Purtroppo c'entra, e non mi riferisco a quella pletora di incoscienti/deficienti disposti a rischiare la pelle pur di riprendere con il telefonino l'esplosione del vulcano: un chiaro esempio di turismo patologico. Mi riferisco alla teppaglia interista, alla feccia salita fino a Monaco di Baviera a urlare i suoi beceri cori contro Napoli e i napoletani, in particolare il ritornello più gettonato dai trogloditi:
Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta...
Per il momento il Vesuvio è tranquillo, un po' meno i Campi Flegrei, ma lo scudetto ce l'abbiamo noi e la feccia interista (mi riferisco ovviamente alla minoranza di cui sopra) rosica di brutto. Credo che le 5 pappine servite da Kvara & C., record assoluto di scarto al passivo nelle 260 finali della storia del calcio internazionale, ci vorranno almeno un paio di decenni per digerirle. Mentre oggi può consolarsi perfino Mourinho, Special One un po' in crisi, pure lui secondo in campionato (in Turchia), nel dire: il triplete dell'Inter resta solo il mio.
Era stato improvvido Simone Inzaghi, nella conferenza stampa dopo la vittoria con il Feyenord negli ottavi, a parlare di triplete : scudetto, Champions e Coppa Italia (per l'esattezza parlò di treble e fece il segno delle tre dita rispondendo a un giornalista straniero che gli chiedeva se puntasse al double). E invece porta a casa una manita a dir poco umiliante di 5 palloni (5 dita) e zero tituli, per citare ancora il Mou. Mentre Antonio Conte, vecchio marpione, rinunciò di fatto alla Coppa Italia (schierando 11 riserve negli ottavi con la Lazio) e pronunciò la parola "scudetto" solo dopo la 37sima giornata. In verità per la bacheca nerazzurra ci sarebbe ancora una teorica possibilità nel mondiale per club che sta per iniziare negli USA, sempre che gli altri siano d'accordo e che Lautaro & C. siano in grado di reggersi in piedi dopo una stagione avara quanto massacrante. Quella di Monaco è stata anche una finale divisiva come mai in passato: gli italiani si sono divisi in tifosi dell'Inter e tifosi del Paris Saint Germain (o "gufi"). Ovviamente io ho tifato per i parigini ma non contro l'Inter. Da sportivo ammiro il magnifico calcio del PSG e Kvicha Kvaratskelia, uno dei più grandi talenti visti nel Napoli e nel campionato italiano. Senza il georgiano abbiamo vinto ugualmente lo scudetto, ma con molti rischi. In ogni caso ha commesso un errore madornale De Laurentiis, imprenditore abile ma che a mio avviso lucra troppo sul calcio, a cederlo, per giunta a campionato in corso e dopo averlo sfruttato per due stagioni e mezza come il campione più sottopagato del calcio europeo. Non dimentico il portierone del PSG e della nazionale, Gigione Donnarumma, da Castellammare di Stabia. Aggiungo che per me ha poco senso parlare di nazionalismo e di campanilismo nelle competizioni per club. L'Inter rappresenta mezza Milano, non l'Italia. Quella del triplete (2010) aveva un allenatore portoghese e 10 titolari stranieri su 11. Inoltre è perfettamente lecito per un napoletano tifare Juve o Inter o Milan (ne conosco tanti, ahiloro) e viceversa per un torinese o un milanese. In ogni caso, un vero sportivo tiferà sempre per e mai contro. E l'odio sportivo è nella migliore delle ipotesi un ossimoro. Lo sport nasce per affratellare, non per dividere. Mi feci grasse risate quando la Juve fu retrocessa in B per i noti motivi (per me andava radiata) ma piangerei vedendo Torino inondata dal Po. Durante le olimpiadi antiche si sospendevano tutti i conflitti. Era la famosa tregua olimpica, che oggi purtroppo non esiste più.