Sfollati Ambientali: 45,8 Milioni nel 2024, Raddoppio in 15 Anni

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vito
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Sfollati Ambientali: 45,8 Milioni nel 2024, Raddoppio in 15 Anni

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Sfollati Ambientali: 45,8 Milioni nel 2024, Raddoppio in 15 Anni

https://asud.net/ultima/sfollati-ambien ... n-15-anni/

Poi i nostrani politici ci raccontano le loro storie chiaccherando sull'immigrazione ......
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Fosforo31
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Re: Sfollati Ambientali: 45,8 Milioni nel 2024, Raddoppio in 15 Anni

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vito ha scritto: 26 mag 2025, 17:12 Sfollati Ambientali: 45,8 Milioni nel 2024, Raddoppio in 15 Anni

https://asud.net/ultima/sfollati-ambien ... n-15-anni/

Poi i nostrani politici ci raccontano le loro storie chiaccherando sull'immigrazione ......
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Visto che il global warming non solo continua ma accelera, il problema dei cd. migranti climatici o rifugiati climatici, già molto serio, è destinato ad aggravarsi, e non di poco, nei prossimi anni e decenni. In verità spesso è difficile distinguere questi migranti da quelli economici o da quelli che fuggono da guerre, conflitti locali o regimi oppressivi. È noto, infatti, che i paesi poveri sono in genere anche i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico. Per due insiemi di ragioni: naturali ed economiche. Per collocazione geografica spesso i paesi del cd. Sud del mondo sono più soggetti ai fenomeni estremi (siccità, carestie, alluvioni, uragani, ondate di calore, etc.) la cui frequenza cresce con il riscaldamento globale. Non di rado sono anche afflitti da persecuzioni politiche o religiose, da governi instabili o regimi autoritari e conflitti locali. Inoltre la povertà ostacola la realizzazione delle piccole e grandi opere di adattamento e di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico (es. canali e bacini artificiali contro la siccità). Per giunta questi paesi hanno di solito elevati tassi di natalità (da che mondo è mondo la maggiore ricchezza dei poveri è la prole) e sono soggetti a pressione demografica. Per capirci, una siccità in Etiopia (135 milioni di abitanti, PIL pro capite 1/40 del nostro) può essere molto più pericolosa di una nella pianura padana (come quella del 2022) perché può affamare milioni di persone. Come ho scritto più volte, la causa del global warming antropogenico è l'incremento della concentrazione dei gas serra in atmosfera, che a sua volta non è determinato dalle attuali emissioni annue di gas serra (nella cui classifica primeggia la Cina) bensì dalle emissioni cumulate di CO2 dall'inizio dell'era industriale ad oggi (dato che gli altri gas serra emessi con le attività umane, es. il metano CH4, hanno per fortuna tempi medi di permanenza in atmosfera molto più brevi). E qui primeggiano gli USA e l'UE. Ebbene, incrociando i dati di Ourworldindata e della Banca Mondiale (aggiornati a fine 2023) sono pervenuto ai seguenti risultati.
I paesi ad alto reddito pro capite sono tuttora e di gran lunga i maggiori responsabili del riscaldamento globale con il 63% delle emissioni cumulate globali, pur avendo solo il 17,4% della popolazione del pianeta. I paesi a reddito medio-alto hanno il 27,9% delle emissioni cumulate e il 35,1% della popolazione. I paesi a reddito medio-basso sono il 38,3% della popolazione mondiale ma hanno contribuito alle emissioni cumulate per appena il 6,2% del totale. Infine i paesi poveri (per convenzione della Banca Mondiale quelli con PIL pro capite sotto i 1085 dollari, ovvero fino a poco più di 1/40 del nostro) sono il 9,2 % della popolazione mondiale ma hanno contribuito alle emissioni cumulate per un irrisorio 0,58%. Nella sommatoria delle emissioni cumulate, ovvero dei contributi all'attuale livello di riscaldamento medio della superficie del pianeta rispetto all'epoca preindustriale (oltre 1,5°C), entrano anche circa 2 punti e mezzo percentuali legati alla navigazione e all'aviazione internazionali. Contributi non riconducibili a singoli paesi ma è chiaro che anche nel commercio e nel turismo internazionali la parte ricca del pianeta gioca e ha sempre giocato il ruolo preponderante. In definitiva, salta all'occhio una profonda e drammatica ingiustizia. I paesi poveri sono quelli dove più si soffre per gli effetti di un cambiamento climatico che essenzialmente non è stato causato da loro ma da paesi più ricchi o molto più ricchi di loro. E questi ultimi sono generalmente restii a dare ospitalità ai migranti climatici, spesso indistinguibili da quelli economici.
Credo che il faro di ogni uomo libero non debba essere l'economia ma la giustizia. Pertanto, il 9 giugno prossimo, il mio al referendum sulla cittadinanza sarà ancora più convinto dei 4 SÌ ai quesiti sul lavoro.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
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