Vento ha scritto: 2 mag 2025, 20:09
“La scienza senza coscienza è solo rovina dell’anima.” — François Rabelais
Le parole del grande Rabelais erano riferite alla scienza (conoscenza) e alla coscienza individuali. Ma potremmo tranquillamente trasporle in questo modo:
La scienza dell'uomo senza coscienza collettiva è solo rovina del pianeta.
La rivoluzione industriale, nata a metà '700 con l'invenzione della macchina a vapore, è stata ed è tuttora, in buona sostanza, la rivoluzione tecnologica dell'energia sporca e rovinosa per l'ambiente. Purtroppo una verità evidente ma di cui solo da pochi decenni l'umanità comincia, dico comincia a prendere coscienza. In precedenza l'uomo usava quasi esclusivamente energie pulite e rinnovabili. Il carbone era conosciuto da 2000 anni (dai cinesi) ma si bruciavano pressoché solo biomasse (legno, oli e residui vegetali, grassi animali) che inquinano poco e che non alterano minimamente il ciclo naturale del carbonio. Inoltre si usavano in modo diretto altre primordiali energie rinnovabili e pulite: il vento per spingere le navi, l'acqua per i mulini, i muscoli degli animali per il trasporto e per lavorare la terra, i muscoli dei lavoratori (e degli schiavi nell'antichità). La concentrazione atmosferica della CO2 era pressoché costante (da millenni) come pure l'effetto serra e la temperatura media sul pianeta. Ancora nel 1800 il carbone rappresentava appena il 2% dei consumi energetici e il consumo pro capite di energia era appena un quinto dell'attuale. Poi cominciò l'impennata del
processo vizioso e pernicioso che consiste nell'estrarre carbonio dalle viscere della Terra, dove giaceva inoffensivo da centinaia di milioni di anni, per riversarlo in atmosfera alterando gravemente un ciclo naturale che, insieme a quello dell'acqua, è assolutamente fondamentale per la vita. Il risultato è che un parametro naturale costante da millenni è stato artificialmente alterato di oltre il 50% (da 280 a oltre 420 ppm di CO2 nell'atmosfera) e la temperatura media del pianeta è salita non solo a un livello senza precedenti negli ultimi 2000 anni, ma addirittura negli ultimi 100mila e oltre (almeno come media multisecolare secondo l'IPCC):

In buona sostanza
Homo sapiens non aveva mai vissuto in un pianeta così caldo come oggi dopo la sua uscita dall'Africa (circa 70mila anni fa). Nel frattempo è degenerato in
Homo consumens (secondo il filosofo Zygmunt Bauman) che continua ancora oggi a distruggere la propria casa nonostante i segnali allarmanti che gli lancia Madre Natura. Il processo vizioso e autodistruttivo ha rallentato ma non si ferma: non ho i dati definitivi del 2024 ma sembra che siano ancora una volta cresciute le estrazioni di tutti e tre i combustibili fossili e di conseguenza le emissioni globali di CO2. Per giunta c'è chi propone o si illude e illude di non fermarlo mai. Continuiamo a trasferire carbonio dal sottosuolo all'atmosfera, ma riversiamoci anche ingenti quantità di zolfo, così oscuriamo parzialmente il Sole e restiamo freschi e felici di consumare e inquinare sempre di più. Ovvero, come ammoniva Naomi Klein, inquinare per poter inquinare sempre di più. Della serie: la scienza e la tecnologia distratte dal bene comune e asservite all'ingordigia umana. Un circolo vizioso palesemente in grado di affossare l'umanità. Una rivoluzione ci salverà, scriveva Naomi. Speriamo, ma io, 10 anni dopo, ancora non la vedo questa rivoluzione. Anzi vedo segnali in preoccupante controtendenza. Come l'America di Trump che vuole rilanciare il carbone e inondare il mondo con i suoi inquinantissimi shale oil e shale gas. E come l'Europa che mette il gas e il nucleare nella sua tassonomia verde, mentre alcuni governacci come il nostro e le lobby industriali degli inquinatori premono per una retromarcia sul
green deal e sulle auto a motore sporco. Mezza giornata di
black out in Spagna è stata gonfiata a tragedia e strumentalizzata dalla disinformazione per sparare sulle rinnovabili speculando sull'ignoranza in elettrotecnica del popolo bue. Per pura combinazione qualche giorno prima avevo riaperto un vecchio e ingiallito diario di mio padre e mi ero soffermato sulla pagina del
21 febbraio 1943. Sulle lunghe e drammatiche ore passate da un adolescente con la sua famiglia e una dozzina di altre in un gelido e oscuro ricovero sotterraneo durante i bombardamenti angloamericani. A un certo punto restarono con una sola candela e i cerini dei fumatori. Quelli sì che erano blackout seri! Mio padre sottolinea un dettaglio: nessuno pianse, nemmeno le donne e i bambini, nemmeno mentre il soffitto tremava per le esplosioni. Tutti si confortavano a vicenda, chi aveva del cibo lo divideva con tutti, immensa fu la gioia al cessato allarme. Le lacrime arrivarono solo dopo, nelle pagine successive del diario, alle notizie di parenti o amici che non ce l'avevano fatta. Oggi l'individualismo sta uccidendo la socialità, la coscienza collettiva arranca, dilagano il populismo e l'ignoranza. Diceva William James, probabilmente il maggiore filosofo espresso dagli Stati Uniti:
La nostra scienza è una goccia, la nostra ignoranza un mare .
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo