vito ha scritto: 25 gen 2025, 19:32
Oltre 5 milioni di morti l'anno per i combustibili fossili
https://www.fondazioneveronesi.it/magaz ... li-fossili
L'impatto dell'inquinamento dell'aria dovuto all'uso di petrolio, carbone e gas. Nel mondo milioni di vite salvate ogni anno se si passasse alle rinnovabili
Nuove stime suggeriscono che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili potrebbe avere un impatto maggiore di quanto si pensasse in precedenza sulle morti da inquinamento atmosferico nel pianeta. È ciò che è emerso dalla ricerca dal titolo Air pollution deaths attributable to fossil fuels: observational and modelling study, condotta da un team internazionale di ricercatori e recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica British Medical Journal. Si stima infatti, stando all’esito dello studio, che circa 5,13 milioni di morti in eccesso ogni anno a livello globale siano attribuibili esclusivamente all’inquinamento atmosferico dovuto all’uso di combustibili fossili. Oltre l’80 per cento di queste morti sarebbero evitabili se scomparissero le emissioni di particolato e ozono prodotte dalle attività umane.
Cosa diresti, caro Vito, di un anziano malato di bronchite cronica e problemi connessi in fase di aggravamento, il quale annuncia che sospenderà le cure e fumerà di più? Io lo paragonerei a Trump che ritira l'America dagli Accordi di Parigi e annuncia a modo suo il programma energetico del secondo inquinatore ed emettitore mondiale di gas serra:
"Trivelleremo baby, trivelleremo!"
Il personaggio è quello che è, ma non c'erano doppi sensi a sfondo sessuale: l'America può trivellare giacimenti di
shale oil pari al triplo di tutte le riserve di petrolio saudite. Ovviamente l'impatto ambientale sarebbe a dir poco devastante, basta pensare che in paesi come la Francia il fracking è una tecnica estrattiva illegale.
Ora tra i malanni del pianeta l'inquinamento atmosferico è senza dubbio patologia più acuta del riscaldamento globale. Il dato che hai allegato,
oltre 5 milioni di decessi l'anno causati dal solo inquinamento dovuto ai combustibili fossili è realistico e credibile. In pratica
bruciare gas, petrolio e carbone (soprattutto gli ultimi due che inquinano molto più del gas, ma tutti e tre sono ai record storici di estrazione e consumo)
costa in termini di vite umane quasi quanto una tragica pandemia permanente. Il Covid secondo Wiki causò in poco più 3 anni tra 19 e 36 milioni di decessi con un livello di confidenza del 95% (come è noto, il dato ufficiale di circa 7 milioni è largamente errato per difetto). Secondo Eurostat nel 2022 il solo particolato fine (polveri sottili PM 2,5) ha causato 239mila decessi nei 27 paesi UE,
48.600 decessi in Italia:
https://ec.europa.eu/eurostat/databrows ... le?lang=en
Per quanto ne so, questo
tragico primato europeo si deve all'alta densità automobilistica (694 vetture circolanti per 1000 abitanti nel 2023, il valore più alto nell'UE) e alla vetustà del parco auto circolante in Italia. Su quasi 41 milioni di autovetture circolanti nel 2023 oltre 3 milioni e mezzo erano ancora Euro zero (auto storiche escluse), cioè senza catalizzatore, e l'età media era oltre 12 anni:
https://www.sicurauto.it/news/attualita ... o-14-anni/
Un'altra causa dell'alta mortalità da polveri sottili in Italia sono le particolari condizioni di bassa ventilazione e aria stagnante che si determinano spesso nella
pianura padana facendo impennare i valori dello smog, cioè della concentrazione di particolato fine nei centri urbani:
https://www.futuroprossimo.it/2024/02/p ... in-futuro/
Da quanto sopra deduciamo che in Italia, e in modo particolare nelle grandi e medie città della pianura padana, è necessario e urgente:
- Ridimensionare drasticamente la mobilità privata e incentivare il trasporto pubblico (in particolare il treno, mezzo di trasporto collettivo già elettrificato): con circa 8 milioni in meno di automobili circolanti ci allineeremmo alla media europea del tasso di motorizzazione.
- Svecchiare ed elettrificare il parco auto circolante.
Quanto sopra si può (e si deve) ovviamente estendere al mondo intero. Purtroppo con le attuali tecnologie è impensabile elettrificare a batteria l'intero parco mondiale di 1,5 miliardi di autovetture (mancherebbero o diventerebbero carissime materie prime come il litio, il nichel, il cobalto, le terre rare) mentre l'idrogeno verde (per le fuel cell o la combustione diretta) è ancora poco competitivo per problemi di costo e di efficienza energetica. Quindi bisognerà tagliare la mobilità privata, ma non solo. Bisognerà tagliare drasticamente anche il commercio e il turismo mondiali, in particolari quelli internazionali e soprattutto quelli intercontinentali. Il trasporto aereo e marittimo sono settori le cui emissioni inquinanti e climalteranti sono
hard to abate. Naturalmente bisognerà anche spegnere tutte le centrali termoelettriche a combustibili fossili, a cominciare da quelle a carbone e a olio combustibile.
Ma qui mi preme sottolineare una cosa. Non è l'inquinamento atmosferico,
non sono i 5 milioni e passa di vittime l'anno della "pandemia permanente da smog" a spingere i governi del pianeta (con rare eccezioni come il troglodita Trump)
verso il phase out dai combustibili fossili. 5 milioni e passa di vite umane sono poca cosa in un mondaccio dominato dal liberismo, dal consumismo, dall'illusione ottica della crescita sostenibile e dalla lobby mondiale dei fossili che tuttora incassa ben più di mille miliardi di dollari l'anno in sussidi pubblici (diretti e indiretti). Un mondaccio in definitiva dominato dall'ingordigia del più vorace dei suoi parassiti.
Il motivo vero della transizione ecologica è un altro, assai più grave e cogente. Le fonti rinnovabili non sono un vaccino contro quelle fossili, sono probabilmente l'ultima spiaggia per l'economia mondiale, e non solo. C'è qualcosa di più nero e di più tetro del fumo nero delle ciminiere: è
la minaccia esistenziale della catastofe climatica che incombe sull'umanità, è il
CIGNO NERO che lentamente ma inesorabilmente si avvicina.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo