La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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vito
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La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Dalla deriva dei continenti alle ere glaciali i fenomeni naturali non sono mai mancati .

Oggi più che di cambiamento climatico parlerei di frequenza di fenomeni naturali che in alcuni casi sono diventati catastrofici , di quanto quella tendenza possa continuare nel tempo e cosa potremmo fare per mitigarne le conseguenze .
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Sayon
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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vito ha scritto: 18 nov 2024, 22:25 Dalla deriva dei continenti alle ere glaciali i fenomeni naturali non sono mai mancati .

Oggi più che di cambiamento climatico parlerei di frequenza di fenomeni naturali che in alcuni casi sono diventati catastrofici , di quanto quella tendenza possa continuare nel tempo e cosa potremmo fare per mitigarne le conseguenze .
Dobbiamocapire che siamo come ogni altro essere animale. Il nostro tempo di vita e' limitato nel tempo a qualche decina di migliaia di anni. Dopo di che qualche cambio climatico o i nostri vulvani o qualche meteorite ci faranno morire TUTTI e sostityuiti da altre forme animali. Dobbiamo quindi concentrarci sul nostro relativamente corto periodo di vita e fare il possibile per sopravvivere ancora per qualche millennio. Dopo di che forse dovremo emigrare in qualce altro pianeta. Meglio ascoltare Musk e dedicarsi al miglioramento dei razzi e stazioni spaziali, chiudendo le maledette fabbriche delle armi e dedicarle alla ricerca spaziale.
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Fosforo31
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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vito ha scritto: 18 nov 2024, 22:25 Dalla deriva dei continenti alle ere glaciali i fenomeni naturali non sono mai mancati .
Oggi più che di cambiamento climatico parlerei di frequenza di fenomeni naturali che in alcuni casi sono diventati catastrofici , di quanto quella tendenza possa continuare nel tempo e cosa potremmo fare per mitigarne le conseguenze .
Stai parlando di due fenomeni naturali, la deriva dei continenti (o meglio la tettonica a placche) e le ere glaciali, che si sviluppano su archi temporali dell'ordine delle centinaia o delle decine di milioni di anni. Ambedue influenzano il clima della Terra ma non hanno nulla, ma proprio NULLA A CHE VEDERE CON IL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPOGENICO IN CORSO. Un incremento di un grado e mezzo della temperatura media superficiale globale sull'arco di appena un secolo o poco più è assolutamente ANOMALO anche rispetto ai periodi glaciali e ai periodi interglaciali dell'attuale era glaciale, per i quali la scala temporale è tre ordini di grandezza più piccola rispetto alle precedenti (centinaia o decine di migliaia di anni). Ti dirò di più, oggi attraversiamo un periodo interglaciale (Olocene), cioè un periodo relativamente caldo all'interno della era glaciale in corso (Glaciazione del Quaternario), e ci dirigiamo verso un periodo glaciale. Quindi, se non ci fossimo noi e le 50 miliardi e passa di tonnellate di gas serra che riversiamo ogni anno in atmosfera, MADRE NATURA TENDEREBBE A RAFFREDDARE IL PIANETA. E invece, secondo diversi scienziati, il global warming antropogenico, cioè il riscaldamento causato dall'uomo e non dalla Natura, potrebbe ritardare se non addirittura cancellare l'atteso periodo glaciale.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
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Fosforo31
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Sayon ha scritto: 19 nov 2024, 0:20 Dobbiamo capire che siamo come ogni altro essere animale. Il nostro tempo di vita e' limitato nel tempo a qualche decina di migliaia di anni. Dopo di che qualche cambio climatico o i nostri vulvani o qualche meteorite ci faranno morire TUTTI e sostituiti da altre forme animali. Dobbiamo quindi concentrarci sul nostro relativamente corto periodo di vita e fare il possibile per sopravvivere ancora per qualche millennio. Dopo di che forse dovremo emigrare in qualce altro pianeta. Meglio ascoltare Musk e dedicarsi al miglioramento dei razzi e stazioni spaziali, chiudendo le maledette fabbriche delle armi e dedicarle alla ricerca spaziale.
La nostra specie è più resiliente dei dinosauri e di molti altri animali. È altamente improbabile nell'arco di millenni un cataclisma che porti all'estinzione dell'uomo e degli altri mammiferi. In 200 milioni di anni non si è mai verificato. È invece possibile, secondo alcuni probabile, perfino entro il secolo in corso, un evento catastrofico (eruzione di un supervulcano, guerra nucleare, pandemia, impatto con un asteroide, riscaldamento globale) che porti a una brusca o graduale decimazione della specie umana, lasciando i sopravvissuti in condizioni a dir poco difficili per una o più generazioni. C'è anche chi ipotizza che condizioni di estrema sofferenza, specie se sopravvenute in modo brusco, potrebbero indurre i sopravvissuti a un deliberato suicidio di massa. L'eutanasia della specie. Io ci credo poco, credo di più nell'intelligenza collettiva e nell'istinto di autoconservazione. Se oggi si ripetesse l'impatto del meteorite nello Yucatan che causò l'estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa, equivalente all'esplosione di 72 milioni di bombe atomiche da 1 megaton o a un terremoto di magnitudo 11, ci sarebbero centinaia di milioni di morti tra Messico e USA , molti anni di inverno globale per l'effetto schermante delle polveri sollevate, la fame falcerebbe miliardi di vite, ma io credo che nel giro di un secolo o due l'umanità rifiorirebbe.
I razzi, le stazioni spaziali, i viaggi su Marte sono una prospettiva di affari per Elon Musk (leggasi spillare soldi pubblici per progetti faraonici quanto inutili e inconcludenti), il futuro dell'umanità è qui sulla Terra. Non ci sono pianeti solari vivibili, vivere su Marte sarebbe molto più difficile che vivere su una Terra devastata da una guerra atomica mondiale. Per raggiungere un esopianeta ci vorranno forse 500 anni di tecnologia, raggiungere un esopianeta vivibile e piantarci una colonia è tutt'altra storia. Un tale pianeta potrebbe non esistere nella Galassia, o nell'intero Universo. Per la teoria della probabilità deve esistere, anzi devono esisterne infiniti, e non solo simili ma uguali alla Terra (paradosso della replicazione infinita) se l'Universo è infinito. Ma quest'ultima è solo un'ipotesi. La mia è solo un'opinione ma vado ben oltre l'ipotesi della "Terra rara", e dico che la Terra è unica. Mi sembrano troppi e troppo precisi per essere replicabili altrove i parametri astrofisici e biofisici che rendono il nostro pianeta idoneo allo sviluppo della vita in forme complesse ed evolute fino agli esseri intelligenti.
https://en.wikipedia.org/wiki/Rare_Earth_hypothesis
E abbraccio il famoso "argomento del tornado nella discarica" del grande astronomo Fred Hoyle.
La possibilità che forme di vita superiore possano essere emerse in modo casuale è paragonabile alla possibilità che una tromba d'aria che attraversa una discarica di rottami possa assemblare un Boeing 747 perfettamente funzionante dai materiali in essa contenuti.
https://en.wikipedia.org/wiki/Junkyard_tornado
Hoyle usava questo argomento a supporto della tesi della panspermia (risalente al presocratico Anassagora) secondo la quale la vita non nasce sulla Terra ma permea tutto l'Universo. I creazionisti lo usano a supporto del "disegno intelligente". Per me invece esso depone a favore della rarità e unicità della Terra come incubatrice e casa della vita.
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Sayon
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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NON siamo piu resilienti di altri animali. Forse i trilobiti, gli scorpioni e le formiche che vivono parzialmente sotto la sabbia o la terra lo sono. Noi umani siamo invece fragili e in caso di cataclismi non lasceremmo alcuna traccia perche anche le nostre ossa sono fragili e decomponibili. Anche la Terra non e' affatto unica. Ci sono miliardi di pianeti piu o meno come il nostro. Siamo solo NOI che siamo unici, ma la vita come sulla Terra, la troveresti in miliardi di pianeti considerando la vastita' dell' Universo. L' uomo e' gia in grado di vivere nello spazio per anni se riuscisse ad avere suffiente cibo ed acqua, e una piccola frazione dell' umanita' potrebbe sopravvivere in una grande capsula se si trovasse acqua sotto la superficie di Marte, ad esempio, e si creasse qualche tipo di vegetazione e carne a riproduzione perenne. In poche parole, meglio guardare a Musk che non ai Bidens di questa terra. La Terra non ha un futuro, ma forse l' uomo si, se invece di costruire missili e bombe, si dedicasse ai viaggi spaziali.
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Fosforo31
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Sayon ha scritto: 20 nov 2024, 5:23 NON siamo piu resilienti di altri animali. Forse i trilobiti, gli scorpioni e le formiche che vivono parzialmente sotto la sabbia o la terra lo sono. Noi umani siamo invece fragili e in caso di cataclismi non lasceremmo alcuna traccia perche anche le nostre ossa sono fragili e decomponibili. Anche la Terra non e' affatto unica. Ci sono miliardi di pianeti piu o meno come il nostro. Siamo solo NOI che siamo unici, ma la vita come sulla Terra, la troveresti in miliardi di pianeti considerando la vastita' dell' Universo. L' uomo e' gia in grado di vivere nello spazio per anni se riuscisse ad avere suffiente cibo ed acqua, e una piccola frazione dell' umanita' potrebbe sopravvivere in una grande capsula se si trovasse acqua sotto la superficie di Marte, ad esempio, e si creasse qualche tipo di vegetazione e carne a riproduzione perenne. In poche parole, meglio guardare a Musk che non ai Bidens di questa terra. La Terra non ha un futuro, ma forse l' uomo si, se invece di costruire missili e bombe, si dedicasse ai viaggi spaziali.
Io parlavo dei mammiferi, egregio Sayon, che abitano la Terra da 200 milioni di anni e che in parte sopravvissero all'immane cataclisma avvenuto 66 milioni di anni fa per il probabile impatto di un asteroide, che causò l'estinzione dei dinosauri e dell'80% delle specie animali e vegetali. Nonché ad altre epoche durissime come il global warming che 55 milioni di anni fa incrementò la temperatura media di circa 6°C in appena 20.000 anni portandola fino a 12°C sopra il valore attuale. Ci fu un rapido ed eccezionale aumento del carbonio nell'atmosfera - quindi dell'effetto serra - e negli oceani con conseguente acidificazione e pesanti ricadute sulla catena alimentare. Molti mammiferi diventarono più piccoli ma sopravvissero. Le probabili cause furono un'eccezionale attività vulcanica e disastrosi effetti di controreazione positiva dell'incremento di temperatura, come lo scioglimento dei clatrati di metano (cristalli idrati che intrappolano sul fondo degli oceani questo potente gas serra emesso nella decomposizione degli organismi marini). Faccio notare che oggi, per effetto del riscaldamento globale antropogenico in corso (e in accelerazione), la temperatura cresce di oltre 0,2°C per decade, cioè a una velocità circa 70 volte quella del periodo citato.
Ora tu insisti sulla prospettiva della colonizzazione umana dello spazio. Come ho già provato a spiegare, è un'ipotesi alquanto remota e altamente improbabile, almeno in questo millennio. E non si può escludere che resti confinata per sempre nella fantascienza. Meno irrealistica la possibilità di colonizzare lo spazio con dei robot, ovvero con macchine autoreplicanti, come le cd. sonde di von Neumann. Si stima che potrebbero colonizzare l'intera galassia in mezzo milione di anni.
https://en.wikipedia.org/wiki/Self-repl ... ann_probes
Tieni conto che il progresso tecnologico è ancora lontano dal raggiungere i limiti intrinseci e invalicabili imposti dalle leggi naturali, ma questi limiti ci sono. Inoltre a oggi non c'è una sola prova scientifica dell'esistenza di pianeti abitabili e di forme di vita extraterrestri. Per non parlare di vita intelligente (marziani, ufo e panzane simili). Per inciso, il fatto che non sia mai stata trovata una macchina autoreplicante sulla Terra è un forte indizio dell'inesistenza di civiltà evolute extraterrestri. Oggi abbiamo radiotelescopi in grado di catturare dallo spazio, sotto forma di segnali radio, una quantità d'informazione dell'ordine del PB/s (petabyte al secondo) cioè superiore all'intero traffico dati della rete Internet globale (fissa e mobile). Ma è tutta informazione morta, priva di vita, priva di intelligenza, al contrario dei messaggi che noi inviamo nello spazio nel programma Active SETI (Active Search for Extra-Terrestrial Intelligence) e che mettevano in ansia il compianto Stephen Hawking (gli alieni potrebbero captarli, individuarci e venire a colonizzare la Terra, magari usandoci come schiavi o come cibo). La presenza di acqua allo stato liquido in superficie è condizione necessaria per l'abitabilità di un pianeta, ma assolutamente non sufficiente. L'acqua liquida ha una ben definita firma spettrale ma, a oggi, non è mai stata rilevata al di fuori della Terra, né sui pianeti del sistema solare né sugli esopianeti, nonostante i passi da gigante dell'astronomia nell'infarosso e il potentissimo telescopio spaziale JWST posizionato a 1,5 milioni di km dalla Terra. Magari sul finire del secolo potremo formare una piccola colonia su Marte se si troveranno un centinaio di volontari (non di più) disposti a chiudersi in una prigione pressurizzata, a lasciare le loro vite appese alle macchine e a rovinarsi le ossa, la funzione renale e il sistema immunitario per la bassa gravità. Il tutto a un costo astronomico nell'ordine di alcuni PIL dell'Italia per l'intero programma che l'affarista Musk sogna di avviare subito con i soldi della NASA. Questa non sarebbe una vera colonizzazione né una scappatoia ma solo un'assurda distrazione di risorse dallo "sforzo mostruoso" (G. Parisi) necessario per fermare il cambiamento climatico. Impresa difficile e cogente che l'umanità DEVE compiere ben prima della fine del secolo, o meglio: AL PIÙ PRESTO POSSIBILE, perché la CO2 emessa ogni giorno (attualmente oltre 100 milioni di tonnellate) fa salire la temperatura e il ciclo naturale del carbonio impiega secoli per rimuoverla. Ma è un'impresa assolutamente REALISTICA se siamo coesi e accettiamo uno stile di vita più sobrio e qualche piccolo sacrificio, specie nei paesi ricchi. Potrei sbagliarmi, ma io penso che l'umanità non abbia futuro al di fuori di questo pianeta. Qui nascemmo e qui ci estingueremo. C'è un proverbio indiano, ben noto a Heyoka:
La Terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla Terra.
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Fosforo wrote:
55 milioni di anni fa incrementò la temperatura media di circa 6°C in appena 20.000 anni portandola fino a 12°C sopra il valore attuale. Ci fu un rapido ed eccezionale aumento del carbonio nell'atmosfera - quindi dell'effetto serra - e negli oceani con conseguente acidificazione e pesanti ricadute sulla catena alimentare
Mi faccia capire: la co2 aumentò in seguito all'aumento della temperatura o fu la co2 a cagionare l'aumento della temperatura? Perché io ho altri dati paleoclimatici: 55 milioni di anni fa ci fu effettivamente un aumento della temperatura, ma di fronte ad un trend di forte discesa della CO2. I grafici che tracciano temperatura e concentrazioni di co2 fino a 570 milioni di anni fa non mostrano assolutamente correlazione tra loro. E quando la CO2 arrivò al suo massimo più alto, la temperatura era al minimo storico. Per quanto riguarda il resto sono d'accordo nel considerare come irrealistica la prospettiva della possibilità di vita su altri pianeti, almeno fin dove riusciamo a scrutare
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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contericci ha scritto: 3 dic 2024, 23:36 Mi faccia capire: la co2 aumentò in seguito all'aumento della temperatura o fu la co2 a cagionare l'aumento della temperatura? Perché io ho altri dati paleoclimatici: 55 milioni di anni fa ci fu effettivamente un aumento della temperatura, ma di fronte ad un trend di forte discesa della CO2. I grafici che tracciano temperatura e concentrazioni di co2 fino a 570 milioni di anni fa non mostrano assolutamente correlazione tra loro. E quando la CO2 arrivò al suo massimo più alto, la temperatura era al minimo storico. Per quanto riguarda il resto sono d'accordo nel considerare come irrealistica la prospettiva della possibilità di vita su altri pianeti, almeno fin dove riusciamo a scrutare
La tua affermazione non è corretta, egregio Contericci. Non può non esservi correlazione tra la temperatura media superficiale del pianeta e la concentrazione atmosferica di un gas serra come la CO2. Guarda per es. il grafico relativo agli ultimi 800.000 anni:
Immagine
Le curve relative alle due grandezze sono quasi sovrapponibili: una correlazione evidente, diretta e strettissima. Peraltro sul diagramma c'è un errore: le 280 ppm di CO2 non corrispondono a oggi, cioè all'anno zero del diagramma, ma all'epoca preindustriale, mentre oggi la concentrazione supera le 420 ppm. Ma se ci spingiamo a epoche assai più remote la correlazione statistica può essere mascherata da altre grandezze d'influenza, di natura geologica, biofisica e astronomica. Per es. nell'Ordoviciano (485-444 milioni di anni fa) la CO2 era abbondantissima (intorno a 7000 ppm), il pianeta era molto caldo e il livello del mare circa 300 m sopra l'attuale. Eppure sul finire di questo periodo geologico arrivò una terribile glaciazione che causò una delle peggiori estinzioni di massa delle specie viventi. La concentrazione crollò a 4400 ppm, forse in seguito a una intensa espulsione vulcanica di rocce silicatiche in grado di assorbire la CO2, e alla proliferazione di vegetali e microrganismi voraci di questo gas serra. Ma come poterono formarsi calotte ghiacciate ai poli con 4400 ppm di CO2? Un paradosso. Si ipotizza che l'impatto con uno sciame di meteoriti abbia portato alla formazione di anelli planetari intorno alla Terra, simili a quelli di Saturno. Questi anelli avrebbero esercitato un'azione schermante sui raggi solari. Inoltre il Sole stesso era sensibilmente più debole di oggi. Proviamo a capirlo. Il nucleo solare, dove avvengono le reazioni di fusione nucleare, perde 4 milioni di tonnellate di massa al secondo trasformandola in energia secondo la ben nota relazione di Einstein: E=mc² dove c è la velocità della luce nel vuoto. Dunque il nucleo si rimpicciolisce, anche perchè i nuclei di idrogeno fondono in elio che è più denso. Superficie minore del nucleo solare implica maggiore pressione da parte degli strati esterni, questa pressione viene equilibrata incrementando la temperatura del nucleo stesso e la velocità delle reazioni di fusione. In definitiva il Sole invecchiando diventa più luminoso: circa l'1% in più ogni 100 milioni di anni (effetto del tutto trascurabile rispetto al rapido GW antropogenico). Tornando ancora più indietro nel tempo sorge allora un paradosso contrario al precedente. Le più antiche tracce di vita risalgono a oltre 3 miliardi di anni fa. Quindi all'epoca doveva esserci già acqua allo stato liquido sulla superficie della Terra. Ma con un Sole più debole del 30% rispetto a oggi la Terra avrebbe dovuto essere una palla di ghiaccio perenne. Questo è il famoso paradosso del Sole giovane e debole. Che si spiega più o meno così. Prima della nascita delle piante e della formazione degli oceani l'atmosfera era ricca di CO2 e di CH4 (metano), ambedue di origine vulcanica, e povera di ossigeno (non essendoci fotosintesi clorofilliana). Non c'erano piante né oceani in grado di assorbire il carbonio, inoltre il metano, che è un gas serra molto più potente della CO2, era ben poco ossidato in CO2 stante la scarsità di ossigeno. In definitiva, le concentrazioni di anidride carbonica e metano erano molto alte e determinarono un effetto serra sufficiente a fare sciogliere parzialmente i ghiacci e fare nascere la vita nonostante il Sole giovane e debole.
Tornando al PETM di 55 milioni di anni fa (Massimo Termico del Paleocene-Eocene), i proxies paleoclimatici sono ovviamente incerti, ho letto in rete stime della concentrazione della CO2 che vanno da valori poco superiori agli attuali fino a 2000 ppm e oltre. Però io non avevo parlato di CO2 bensì di eccezionali concentrazioni di carbonio con effetti di riscaldamento globale e di acidificazione degli oceani. Premesso che parliamo di fenomeni naturali molto più lenti del GW antropogenico in corso, non è del tutto chiara l'origine di questo carbonio. Senza scendere in dettagli, ho letto che particolari tipologie di vulcanismo, concentrate nei millenni precedenti al PETM, avrebbero determinato ingenti emissioni di CO2 e/o metano dal sottosuolo. Tieni conto che 1 kg di metano immesso in atmosfera ha un potenziale di riscaldamento globale sull'arco di 30 anni pari a quello di oltre 80 kg di CO2 (meno su periodi più lunghi dato che il tempo medio di permanenza in atmosfera della molecola di metano è molto minore di quello della CO2). L'effetto serra conseguente innescò meccanismi di controreazione (feedback) positiva. Per es., come ho scritto, si ipotizza lo scioglimento dovuto alla temperatura dei clatrati di metano nelle profondità marine. Questo ulteriore metano andò a sommarsi alla causa iniziale del riscaldamento (C02 o metano emessi dai vulcani) e dunque a rinforzare l'uscita cioè l'incremento di temperatura. Ma questo fece a sua volta sciogliere ulteriori clatrati con ulteriori emissioni di metano e ulteriore riscaldamento. E così via. È evidente l'effetto destabilizzante di questi "feedback positivi" (ma negativi e pericolosi per il clima). Un feedback climatico "negativo" è invece quello in cui l'uscita si sottrae all'ingresso e tende a stabilizzare il sistema. Per es. le piante e gli oceani che sottraggono carbonio all'atmosfera. Guai se non ci fossero questi meccanismi di autoregolazione naturale: Ii riscaldamento globale antropogenico avrebbe già reso invivibile il pianeta.
Come è invivibile Marte, o meglio Venere che è un pianeta caldissimo. Un interessante video sulle enormi difficoltà dei viaggi su Marte:
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Io veramente non capisco questa smania di voler colonizzare altri pianeti INVIVIBILI, quando basterebbe programmare in modo SANO e NATURALE, lo sviluppo demografico di questo GIOIELLO planetario che è la Terra.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

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Fosforo wrote:
La tua affermazione non è corretta, egregio Contericci. Non può non esservi correlazione tra la temperatura media superficiale del pianeta e la concentrazione atmosferica di un gas serra come la CO2. Guarda per es. il grafico relativo agli ultimi 800.000 anni:
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Abbiamo dati fino a centinaia di milioni di anni fa, lei si concentra sugli ultimi ottocentomila, non si capisce perché, o meglio, lo si capisce benissimo. Dai quali dati, quelli di centinaia di milioni di anni, si evince che c'è una scarsa relazione tra anidride carbonica e temperatura anzi, se si vuole trovare una correlazione questa è prevalentemente inversa. Non so inserire i grafici sul forum, mi farò aiutare dai miei figli se non debbono pensare ad altro. Ma rispecchiano quello che ho detto. Questi sono i dati (riassumendo fino a considerare solo il succo di tutta la storia) a mia disposizione che ho ricavato da quello che sostengono due illustri fisici (sa, il mondo scientifico NON è assolutamente concorde con l'AGW di origine antropica) William Happer, dell'università di Princeton, e Richard Lindzen del MIT. Inutile che lei ci stia a postare le opioni degli scienziati dell'IPCC messi in quel ruolo dalla politica. Le dirò di più. Le concentrazioni di CO2 a 415 ppm, sono pericolosamente vicino al minimo di 150 che garantisce l'esistenza del mondo vegetale, superato il quale si avrebbe la fine del mondo. Certo che l'Uomo ha un impatto sul pianeta, come ce lo hanno le piante, gli animali, i vulcani, i terremoti, perfino il Sole a cui lei si riferisce nel suo chilometrico intervento, ma solo in passato perché ora il piccolo uomo influisce di più del sole che costituisce il 99,9% del la massa di tutto il sistema solare. E se questa incidenza c'è bisognerebbe dire di quanto (il 5, il 50, o il 100%?). In base a quale equazione matematica si evince ciò? Me la scriva e io la farò sperimentare in laboratorio. Lei può tirare fuori tutti i numeri che vuole, ma una affermazione scientifica per essere considerata "vera", deve essere sperimentalmente riproducibile di modo che si possa verificare. Lo diceva Galileo.
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contericci ha scritto: 7 dic 2024, 18:40 Fosforo wrote:

Abbiamo dati fino a centinaia di milioni di anni fa, lei si concentra sugli ultimi ottocentomila, non si capisce perché, o meglio, lo si capisce benissimo. Dai quali dati, quelli di centinaia di milioni di anni, si evince che c'è una scarsa relazione tra anidride carbonica e temperatura anzi, se si vuole trovare una correlazione questa è prevalentemente inversa. Non so inserire i grafici sul forum, mi farò aiutare dai miei figli se non debbono pensare ad altro. Ma rispecchiano quello che ho detto. Questi sono i dati (riassumendo fino a considerare solo il succo di tutta la storia) a mia disposizione che ho ricavato da quello che sostengono due illustri fisici (sa, il mondo scientifico NON è assolutamente concorde con l'AGW di origine antropica) William Happer, dell'università di Princeton, e Richard Lindzen del MIT. Inutile che lei ci stia a postare le opioni degli scienziati dell'IPCC messi in quel ruolo dalla politica. Le dirò di più. Le concentrazioni di CO2 a 415 ppm, sono pericolosamente vicino al minimo di 150 che garantisce l'esistenza del mondo vegetale, superato il quale si avrebbe la fine del mondo. Certo che l'Uomo ha un impatto sul pianeta, come ce lo hanno le piante, gli animali, i vulcani, i terremoti, perfino il Sole a cui lei si riferisce nel suo chilometrico intervento, ma solo in passato perché ora il piccolo uomo influisce di più del sole che costituisce il 99,9% del la massa di tutto il sistema solare. E se questa incidenza c'è bisognerebbe dire di quanto (il 5, il 50, o il 100%?). In base a quale equazione matematica si evince ciò? Me la scriva e io la farò sperimentare in laboratorio. Lei può tirare fuori tutti i numeri che vuole, ma una affermazione scientifica per essere considerata "vera", deve essere sperimentalmente riproducibile di modo che si possa verificare. Lo diceva Galileo.
una affermazione scientifica per essere considerata "vera", deve essere sperimentalmente riproducibile di modo che si possa verificare. Lo diceva Galileo.
Non e' vero. Per quanto riguarda la "scienza", la si puo' solo provare sul pianeta terra. Infatti tutta la scienza nostrana e' valida solo nelle condizioni "terrestri" basata sulla gravita' della Terra. Una volta che si va nello spazio o si ha l' influenza gravitazionale di altri pianeti o stelle, la nostra scienza non puo' provare nulla. Per quanto riguarda la Co2, gli studi si limitano agli anni piu recenti concernemti la vita dell' uomo. Cercare di speculare piu in la', resta solo una speculazione e i dati potrebbero essere del tutto insuficenti. Detto questo, di pianeti abitati da specie vegetali ed animali ce ne sono probabilmente miliardi e potrebbero esserci esseri molto sviluppati derivati da altre forme animali. Quello che distingue l' uomo da ogni altro animale non e' il fisico, ma ;a presenza di a seconda del nostro comportamento. un'anima. Il fatto di avere una scintilla di Dio dentro di noi che puo' estendersi o spegnersi. Siamo forse un esperimento di Dio: quello di creare una natura spirituale partendo da una natura primitva ed animale. Dio avrebbe potuto certamente fare altri esperimenti con altre forme animali. Con le nostre limitazioni, e capacita di scorgere e capire solo una frazione minuta dell' Universo, nonpossiamo saperlo. Il NOSTRO mondo finira' per cause naturali o umane. L; unica cosa che non sappiamo e' QUANDO questo avverra'. Ma avendo gia scoperto la natura micidiale dell' inquinamento nucleare, e' evidente che l;' uomo moderno sta gia contribuendo alla sua stessa fine, Lo vediamo con i fatti: l' uomo ha fatto gia scomparire almeno 10 specie animali. Ne fara scomparire anno dopo anno molte di piu. Il mondo non e; piu nostro e loro. E' solo nostro e li abbiamo uccisi. Alla fine uccideremo anche la nostra specie umana . In conclusione, si abbiamo il dovere di ridurre il nostro contributo NEGATVO verso la Terra e noi stessi. Indipendentemente dai fenomeni naturali che potrebbero farci scomparire nei prossimi 100,000anni, noi abbiamo il potenziale di auto-distruggerci in una DECINA di anni.
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Fosforo31
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Re: La storia della terra è talmente lunga che di cambiamenti se ne contano tanti

Messaggio da leggere da Fosforo31 »

contericci ha scritto: 7 dic 2024, 18:40 Fosforo wrote:

Abbiamo dati fino a centinaia di milioni di anni fa, lei si concentra sugli ultimi ottocentomila, non si capisce perché, o meglio, lo si capisce benissimo. Dai quali dati, quelli di centinaia di milioni di anni, si evince che c'è una scarsa relazione tra anidride carbonica e temperatura anzi, se si vuole trovare una correlazione questa è prevalentemente inversa. Non so inserire i grafici sul forum, mi farò aiutare dai miei figli se non debbono pensare ad altro. Ma rispecchiano quello che ho detto. Questi sono i dati (riassumendo fino a considerare solo il succo di tutta la storia) a mia disposizione che ho ricavato da quello che sostengono due illustri fisici (sa, il mondo scientifico NON è assolutamente concorde con l'AGW di origine antropica) William Happer, dell'università di Princeton, e Richard Lindzen del MIT. Inutile che lei ci stia a postare le opioni degli scienziati dell'IPCC messi in quel ruolo dalla politica. Le dirò di più. Le concentrazioni di CO2 a 415 ppm, sono pericolosamente vicino al minimo di 150 che garantisce l'esistenza del mondo vegetale, superato il quale si avrebbe la fine del mondo. Certo che l'Uomo ha un impatto sul pianeta, come ce lo hanno le piante, gli animali, i vulcani, i terremoti, perfino il Sole a cui lei si riferisce nel suo chilometrico intervento, ma solo in passato perché ora il piccolo uomo influisce di più del sole che costituisce il 99,9% del la massa di tutto il sistema solare. E se questa incidenza c'è bisognerebbe dire di quanto (il 5, il 50, o il 100%?). In base a quale equazione matematica si evince ciò? Me la scriva e io la farò sperimentare in laboratorio. Lei può tirare fuori tutti i numeri che vuole, ma una affermazione scientifica per essere considerata "vera", deve essere sperimentalmente riproducibile di modo che si possa verificare. Lo diceva Galileo.
Non pretendo che tu legga con attenzione i miei post, egregio Contericci, magari sono io che mi esprimo male, ma credo che dovresti ponderare meglio certe affermazioni. I dati (ovvero i proxies climatici) degli ultimi 800mila anni sono assai più precisi e attendibili di quelli di centinaia di milioni di anni fa, ma soprattutto descrivono un pianeta in condizioni assai più simili a quelle in cui viviamo. Non a caso Homo sapiens si è evoluto solo negli ultimi 200mila anni, mentre 100 milioni di anni fa non esisteva nessuna specie di ominidi e nemmeno di primati. Dici che c'è scarsa correlazione tra CO2 e temperatura e che è una correlazione "prevalentemente inversa"(?!). Mi fai pensare al mio rapporto con il latte fresco. Mi piace e prevalentemente lo tollero bene per la mia età, ma sporadicamente mi causa diarree inenarrabili. Dipende da cos'altro ho mangiato, dalla quantità, dalla temperatura e dalla velocità a cui lo bevo: in estate mi piace berlo dal frigo, a digiuno, anche mezzo litro tutto d'un fiato, ma così è pericoloso. Non puoi pensare che una cosa molto più complessa come il clima del pianeta dipenda da un'unica variabile! Come scrivevo nel post precedente, ci sono altre grandezza di influenza che possono mascherare la correlazione statistica tra CO2 e temperatura. Che la CO2 sia un gas serra e che di conseguenza un suo incremento ceteris paribus tenda a riscaldare il pianeta per "effetto coperta" è ben noto da fine '800. Anche se solo quest'anno si è trovata la spiegazione teorica precisa del fenomeno: una risonanza di Fermi tra i moti rotovibrazionali della molecola. La Meccanica Quantistica è alla base della chimica e dell'elettronica (e quindi delle telecomunicazioni e dell'informatica) ma anche del riscaldamento globale:
https://iopscience.iop.org/article/10.3847/PSJ/ad226d
Mi citi due fisici attempati (non due climatologi aggiornati), noti negazionisti climatici. Leggo su Wiki che il primo ha collaborato con l'amministrazione Trump, ed è tutto un dire, mentre il secondo dice che c'è scarsa correlazione anche tra fumo e cancro al polmone. Sorge il sospetto che collabori con qualche multinazionale delle sigarette.
415 ppm di CO2 (in realtà siamo oltre 420) non sono pericolosamente vicine a 150 ppm (soglia minima di sopravvivenza per le piante) bensì sono quasi il triplo. Nel grafico che ho allegato nel post precedente si vede che negli ultimi 800mila anni e fino all'epoca preindustriale la concentrazione atmosferica della CO2 ha oscillato tra circa 170 e 280 ppm, eppure le foreste ricoprivano la Terra ben più di oggi. Ti avevo già risposto anche sulla influenza dell'uomo sul clima rapportata a quella del Sole:
viewtopic.php?t=17177&start=15#p155762
La grandezza fisica che la esprime è il forzante radiativo antropogenico, che l'IPCC nel 2019 stimava in 2,72 W/m². Nel frattempo sarà cresciuto un po' (a causa delle successive emissioni di gas serra) ma rapportato all'irradianza solare media in ingresso (340 W/m²) siamo entro l'1% scarso. L'azione dell'uomo equivale, ceteris paribus, a un incremento dell'1% scarso del riscaldamento solare. Può sembrare poco o molto, fatto sta che dall'inizio dell'era industriale a oggi ha incrementato di 1,55°C la temperatura media superficiale del pianeta. Misura scientifica, galileana, ripetibile e riproducibile, effettuata dal sistema satellitare Copernicus. Gli equilibri naturali sono delicati. Per es. 37°C di temperatura corporea sono fisiologici ma 38 e mezzo è febbre ed è pericolosa se non va via in pochi giorni. È verissimo che in un passato remoto (non meno di 2 milioni di anni fa secondo l'IPCC) la CO2 poteva essere più abbondante di oggi e che nel contempo il pianeta poteva essere più freddo. Venerdì ti portavo per l'appunto l'esempio estremo del tardo Ordoviciano: ben 4.400 ppm di CO2 ma ERA GLACIALE ed estinzioni di massa! Ma 450 milioni di anni fa il Sole era di circa il 4,5% più debole di oggi (e ho spiegato la ragione fisica), inoltre era probabilmente schermato da anelli planetari simili a quelli di Saturno. Se quel Sole giovane e debole lo avessimo oggi, con "sole" 420 ppm di CO2, avremmo, in base ai numeri precedenti, oltre 7°C in meno di temperatura media (4,5 x oltre 1,55), un livello dei mari abbassato di molti metri e la cima dell'Etna ghiacciaio perenne eccetto i periodi eruttivi. Se segui il metodo galileano, caro Contericci, non mi puoi confrontare mele con pere.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
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