Antinegazionismo, libertà, diritto.

Discussioni inerenti la politica internazionale
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PhyroSphera
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Antinegazionismo, libertà, diritto.

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Sono passati tanti anni da quando in Francia è stata fatta la norma contro la negazione dell'esistenza della Shoah. Molti si preoccuparono che potesse essere controproducente o che potesse impedire il diritto all'opinione e che fosse contro la stessa libertà di pensiero... E lamentavano: come potrebbe essere altrimenti? In verità la norma per essere in armonia con l'ordinamento legislativo francese potrebbe solo indicare una necessità dello stesso tipo di quella, per esempio, legata alla difesa dei cartelli stradali: se lo Stato mette un cartello di pericolo di frana si riserva il diritto di perseguire coloro che ne contraddicono l'indicazione con altri... Dunque io penso che non avevano ragione quelli che ritenevano le sorti della democrazia compromesse. I legislatori avevano ritenuto opportuno di considerare la negazione della Shoah un pericolo per la vita di molti! Sicuramente però questa norma — non la chiamo légge perché non penso sarebbe preciso farlo — assolutamente non deve essere interpretata alla stregua di una imposizione di una lezione di storia.
Il fatto che lo Stato francese sia sicuro di possedere la versione corretta dei fatti e di dover garantirne il racconto e di doversi difendere dai tentativi di oscurare questo racconto, non implica che sia proibito avere e manifestare, nel rispetto per le necessità comunicative altrui, un altro pensiero.
Davvero la suddetta norma è stata recepita ed applicata correttamente in Francia? Notizie da questo Paese ne vennero poche. Sentii che i racconti differenti non in tutte le situazioni e circostanze venivano sanzionati o impediti, ma trovai tanta reticenza. In particolare da molti sedicenti intellettuali italiani vennero informazioni sbagliate sulla légge in generale e non solo francese... Si tendeva a descrivere uno Stato dove ritenere un fatto accaduto diversamente fosse di per sé una circostanza di delitto...
Certo che sono in pochi e niente affatto accreditati quelli che sostengono che tutti o quasi tutti i morti dell'Olocausto erano per peste e carestie oppure che quasi tutte le presunte vittime erano andate via segretamente...
Nonostante tutto però, quel che può spaventare dell'intera faccenda, non tanto dell'antinegazionismo normativo francese ma soprattutto di alcuni tentativi di intenderlo a discapito di una corretta concezione del diritto di espressione, è la tendenza a considerare la realtà sempre facilmente comprensibile e priva di possibili inganni, la voglia di troppi di rapportarsi ai racconti storici come se si trattasse di impressioni certe... Si può notare tutto questo ampiamente diffuso nella società occidentale e pare consistere nella degenerazione dei fanatismi pseudoreligiosi di fronte ai testi dei libri sacri dei grandi monoteismi (Ebraismo, Cristianesimo, Islam): invece di provare a mettere intelligenza, il che può accadere anche e non solo col dubbio, codesti fanatici pensano che la sacralità richieda di trattare delle parole scritte come se altro fossero e come se si debba di fronte ad esse diventare scemi... Ma si tratta di soggetti già non autenticamente religiosi! Difatti ad una attenta analisi si trova che il fattaccio dipende in realtà da appropriazioni indebite. Non è stata la fede, nemmeno quella degli stessi ebrei e giudei, ad aver potuto coesistere con tanta incomprensione né l'abbandono di essa potrebbe accadere senza lasciare qualcosa di buono.
Quale destino per il diritto e le occasioni in Occidente? Dopo la norma antinegazionista in Francia davvero è andato tutto bene?
Peraltro non risulta che essa riguardasse solo la Shoah... Le lezioni di storia accadono ancora liberamente? Quale profitto negli studi, senza libertà? La cosa non riguarda solo la Francia... Molti eventi infatti accadono in connessioni internazionali.

Mauro Pastore
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PhyroSphera
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Re: Antinegazionismo, libertà, diritto.

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Può essere interessante, ai fini della discussione, la notizia di cui al seguente link:

https://www-linkiesta-it.cdn.ampproject ... ucraina%2F

È stato approvato il riconoscimento del crimine di Stalin contro gli ucraini, esposti alla fame per non aver accettato il regime collettivista dell'URSS. Milioni di morti!
La legge appena approvata dal Senato italiano è senza dubbio giusta e non sono condivisibili le rimostranze ufficiali russe. Ma davvero i russi sono consapevoli di questo funesto passato o, prima dell'inizio della fine del regime sovietico stalinista in Russia, i responsabili e i loro veri eredi hanno fatto sparire prove e racconti? Io sono dell'idea che i russi non hanno più avuto modo per capire, già da moltissimo tempo.
Inoltre: io non trovo rapporti tra la crisi ucraina attuale e gli eventi della passata tragedia con Stalin. Allora dispiace che molti politici abbiano votato con una motivazione sbagliata, pensando più all'attualità e per giunta con una persuasione sbagliata su di essa.
Si deve ammettere che il regime di Zelensky in Ucraina ha commesso, sostenuto da ingenti masse, un torto contro la vita etnica russa. Se il regime di Putin non sa o non vuole ammettere il crimine di Stalin, questo è altro conto.
Oltretutto in Occidente si tenta di usare i passati torti sovietici per giustificare una presente situazione occidentale che è fatta di falsi diritti oltre che di veri. Il capitalismo uscito vittorioso dalla Guerra Fredda non era quello odiernamente imperante in quasi tutto l'Occidente.

...Allora cosa accadrà dopo la suddetta legge in Italia? Davvero non vi saranno strumentalizzazioni? Nessuno ne profitterà?


Mauro Pastore
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PhyroSphera
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Re: Antinegazionismo, libertà, diritto.

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Mi dispiace che questa discussione non abbia avuto ancora sèguito. Dicevo nel primo messaggio dei problemi esistenti circa non autentici approcci ai libri sacri dei tre grandi monoteismi e del rischio da ciò costituito per la libera espressione. Non ritengo un caso la censura cui veniva sottoposto un mio commento ad un articolo su Palestina, Israele, sorte dei cristiani in codesti luoghi, visibile al seguente link:

https://confronti.net/2024/06/la-fine-d ... GR4DypjVIQ

Davvero è un bene tanto attaccamento per un luogo da parte di accreditati esponenti di ebraismo, cristianesimo, islam? La fede monoteista non dipende dalle cose del mondo né si fonda sulla umanità.
Ecco il mio testo, rifiutato dal sito:



Ebrei “religiosiâ€, ebrei “laiciâ€â€¦ “ebrei doc"... L’espressione “denominazione di origine controllata†mi lascia più che perplesso.
A detta di uomini di fede ebraica, le radici storiche dell'Ebraismo non sono nelle vicende bibliche dell’Esodo ma nella vicenda della diaspora dopo la sconfitta coi romani segnata dalla distruzione del 70 d.C.. Invece che nascere dalla volontà di replicare il passato, l’ebraismo nasceva dal riconoscere per propria la realtà apolide. Questo non significava destituire l’Esodo di significato, ma fare di Gerusalemme città ideale il centro, in analogia con la Gerusalemme Celeste dei cristiani. Si dava cioè valore simbolico alla storia biblica, però diversamente dai cristiani, cioè secondo una ciclicità… che solo alcuni ebrei intesero anche come ritorno alla concreta città di Gerusalemme.
Per i cristiani che vedevano nell’Esodo un episodio unico si trattò di un diverso valore storico simbolico… Ma parimenti alcuni di essi tornavano dal simbolo celeste allo stesso segno terreno.
La stessa duplicità si ritrova tra i musulmani, tra luogo delle tradizioni, risalenti alle imprese di Maometto, e luogo non necessariamente coincidente con queste, con altre o in certo senso nessuna. Gli ottomani rappresentarono l’innovazione, ma anch’essi non senza qualche ‘richiamo’ al passato.
A questi tre eventi, tra rivalità in cui simboli e idee si scontrarono ripetutamente sui riferimenti concreti, se ne è aggiunto anche un altro: ci sono palestinesi che affermano un diritto alla terra di Palestina che sarebbe da anteporre a quegli altri interessi, manifestando un legame religioso proprio con il luogo… che evidentemente fa emergere un contrasto coi monoteismi, per i quali la Palestina sembra essere diventato un grande affare politico. Per quel poco che ho potuto capire, considerando la necessità del rispetto per tutte le religioni e religiosità, questa istanza ha una ragione in più di quella di cristiani, musulmani e ebrei, ma non mi è risultata di ordine diverso.
A me tutta questa vicenda fa venire in mente le bestie che incontrai in questi posti tanto contesi in nome di Dio o del Divino (che pure è di Dio): ricordo in particolare un insetto su un muricciolo che mi parve di antichissima costruzione; l’animaletto mi diede l’impressione, per quanto adattato fosse, che il luogo fosse ‘aperto’, ben rappresentato più dai deserti che altro… Difatti anche le piante me ne diedero sensazione. Un luogo che definirei una distesa di nessuno ma per qualcuno e non ugualmente per tutti… Infatti neanche il deserto era del tutto rappresentativo… Ma non credo che si possa basare le religioni su di esso, non universalmente. Si prega Dio anche contemplando l’Artico o altrove.
La amarezza di questi versi era secoli fa’ già indicativa dello stesso triste fenomeno che ancora adesso è sotto gli occhi di tutti gli osservatori non solo politici:

“[…]
Così all’egro fanciul porgiamo aspersi
Di soavi licor gli orli del vaso:
Succhi amari, ingannato, intanto ei beve,
E dall’inganno suo vita riceve.â€

Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata, Canto Primo (testo del 1581).

Mauro Pastore
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Sayon
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Re: Antinegazionismo, libertà, diritto.

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PhyroSphera ha scritto: 5 nov 2024, 7:42 Mi dispiace che questa discussione non abbia avuto ancora sèguito. Dicevo nel primo messaggio dei problemi esistenti circa non autentici approcci ai libri sacri dei tre grandi monoteismi e del rischio da ciò costituito per la libera espressione. Non ritengo un caso la censura cui veniva sottoposto un mio commento ad un articolo su Palestina, Israele, sorte dei cristiani in codesti luoghi, visibile al seguente link:

Caro Phiro non c'e partecipazione, non perche l' argomento non sia interessante, ma perche; i tuoi post sono troppo lunghi, e richiedono anche lunghe risposte. Purtroppo in un Forum Politico si deve essere concisi. Non c'e' spazio per lunghe argomentazioni. Io stesso scrivo "troppo" nel tentativo di essere obiettivo. Comunque, le conclusioni del post (che presenta ottimi links) confermano un punto fondamentale: che gli immigrati ebrei hanno sfruttato ogni decisione UN a loro vantaggio, ed ignorato ogni decisione a loro contraria. Si e' creata cosi una situazione di abuso da parte di Israele. Quanto alle minorita' cristiana, ci sono DUE verita': la prima che venga sempre piu compressa e disminuita dalle imposizioni sia israeliani che mussulmane. La seconda e' tutto il contrario. In mia opinione, il Cristianesimo, con la sua dottrina di pace, fratellanza e non violenza, sta risultando come la vera vincitrice al confronto con la brutalita'e arcaicismo della religione ebraica, e l' assolutismo della religione mussulmana. Il cuore degli uomini non si conquista con le megabombe o gli attentati terroristi. Si puo' conquistare solo con l' amore e il desiderio di pace. Questo diventera' sempre piu chiaro con il gtempo anche se, a parte di qualche parola del Papa, le nazioni "cristiane" fra cui l' Italia, sembrano aver abbandonato il loro ruolo e la loro stessa religione. Le nazioni EU hanno abdicato di difendere l'unica religione di pace ancora esistente, per favorire le religioni obsolete di "guerra", "vendetta" e "strage. Chi ci ha guadagnato? Non certo le stesse nazioni europee divenute succube delle iniziative sbagliate degli altri.
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PhyroSphera
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Re: Antinegazionismo, libertà, diritto.

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Sayon ha scritto: 5 nov 2024, 15:25
Il cristianesimo non è riducibile alla pace, ancor meno a quella che i materialisti sognano quando sentono di pastori e pecore dei vangeli.
Sono d'accordissimo (e l'ho pure scritto) sul fatto che la litigiosità di musulmani ed ebrei attorno alla questione palestinese troverebbe soluzione coi precetti evangelici sulla pacificazione, ma come dicevo tanti cristiani che contano hanno una percezione unilaterale del messaggio di Cristo e si fanno accompagnare da pessimi soggetti: se si rimettesse la Palestina nelle mani degli attuali poteri dominanti tra i cristiani, questi assieme a una poco realista mansuetudine si porterebbero appresso sfruttatori e insensati. Difatti dietro il progetto di far risolvere tutto alle chiese cristiane c'è il proposito di una colonizzazione dei luoghi, per niente evangelica.
Cristo proclamava anche la spada... Sicuramente i fuochi incrociati della questione palestinese hanno bisogno di incontrare il verbo del 'non resistere al male'... La spirale degli odii deve finire e il cristianesimo ha le sue ragioni da dare... Ma in che modo? Distraendosi sui cattivi compari e confondendo la visione del bene del cristianesimo col sogno augusteo della "pax romana"? I presagi dei poeti latini, Virgilio, Ovidio, presentavano altro. L'ordine che un certo "Occidente" sogna per la Palestina era stato già accantonato dall'Impero bizantino (che anche romano era). Il romanismo negli Stati Uniti d'America ha ricevuto pessime imitazioni proprio alla Casa Bianca. Speriamo adesso che Trump, qualora vincesse le elezioni come pare che stia accadendo, lui che dice di avere a cuore gli interessi di Israele, rovesci l'attuale logica delle opposizioni.
Comunque, ribadisco: c'è anche da notare che tanta attenzione per la cosiddetta Terra Santa non rientra nel còmpito delle religioni monoteiste.

P.S.
La spada di Cristo è cosa diversa da quel che i più pensano sulle armi, sulla guerra, sul destino, sull'onore.

MAURO PASTORE
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