Nonostante una ricerca fatta ...

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Fosforo31
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Re: Nonostante una ricerca fatta ...

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contericci ha scritto: 23 lug 2024, 17:48 Va bene fosforo, lasci stare. Se lei ci crede nessuno glielo vieta. Sono costretto a registrare il fatto che lei rimane nelle sue convinzioni ed io nelle mie. Con la differenza che io me ne resterò qui, ignaro, nella mia bella valle del centro Italia dove ieri mattina nel pieno di quel Luglio che sarà (ci scommettiamo) il più caldo del secolo, si è verificata una pioggerellina leggera durante tutta la mattinata, rinfrescandci un bel po'. Sarà che sono in calo i fenomeni ordinari. Mentre lei dovrà emigrare in posti più freddi, intendo più semplicemente cambiare di altitudine per sfuggire all'avanzata del mare il cui livello starà salendo a ritmi vertiginosi. Sia coerente, scappi via, si metta in salvo.
Io non "credo" in nulla, egregio Contericci, fideisticamente intendo. I miei amici mi danno dell'illuminista e del razionalista, facendomi un po' arrabbiare perché in fondo io sono, al contrario, un idealista romantico. Ma la mia formazione culturale mi porta spesso a cercare, laddove possibile, le cause oggettive e i nessi causali. Nella fattispecie di cui stiamo discutendo ci sono molti dati oggettivi e incontrovertibili. Ecco i principali:

- La CO2 è un "gas serra" che assorbe e trattiene nella bassa atmosfera una buona parte (circa il 65% secondo Wiki) del calore reirradiato dal suolo sotto forma di onde elettromagnetiche nella banda dell'infrarosso, impedendogli di disperdersi nello spazio esterno. Questo è l'effetto serra, detto anche "effetto coperta", senza il quale la vita umana sulla Terra sarebbe impossibile. Il pianeta sarebbe mediamente più freddo di circa 15°C, ovvero ben più che nei picchi dei periodi glaciali, e per giunta ci sarebbe un tremendo sbalzo termico tra il giorno e la notte.
- La concentrazione volumetrica della CO2 nell'atmosfera è cresciuta dall'inizio della rivoluzione industriale (1750 circa) dal valore iniziale e pressoché stabile nei millenni precedenti di 280 ppm alle attuali 420 ppm e oltre, che sono il valore più alto negli ultimi 2 milioni di anni almeno. Ovvero un incremento di oltre il 50%, concentrato per circa i 3/4 negli ultimi 60 anni. Ed è tuttora in crescita.
- Questo incremento è dovuto essenzialmente alle attività umane, ovvero alle emissioni di CO2 legate all'uso dei combustibili fossili e di altri gas serra (es.dispersioni di metano), nonché alla deforestazione che riduce un meccanismo naturale di assorbimento del carbonio (fotosintesi clorofilliana). Questo nesso causale tra le attività umane e l'incremento della concentrazione dei gas serra in atmosfera è scientificamente provato.
- Un incremento di oltre il 50% dello "spessore" della "coperta" che avvolge il pianeta comporta, sia intuitivamente sia in base ai calcoli, un aumento della temperatura media superficiale del pianeta. Questo riscaldamento globale viene misurato e registrato da una fitta rete mondiale di strumenti ed è attualmente pari a circa 1,2°C sopra la linea base data dalla temperatura media nel periodo 1850-1900. Questo incremento di temperatura media non ha precedenti negli ultimi 2000 anni, e con tutta probabilità nemmeno negli ultimi 100.000 anni. Ed è tuttora in crescita, per giunta in modo accelerato. Esso ha causato, per il duplice meccanismo dello scioglimento dei ghiacciai e della dilatazione termica dell'acqua, un innalzamento del livello medio globale dei mari di circa 22 cm rispetto al 1900. Che è tuttora in crescita e a ritmo accelerato (secondo le ultime stime siamo a quasi 4mm/anno).

Egregio Contericci, anch'io non voglio forzarti a cambiare idea e ti lascio nella tua fresca valle, augurandoti che resti tale a lungo. Magari la frescura ti aiuterà a riflettere sulle mie modeste ma razionali considerazioni. Per quanto mi riguarda, fino a pochi anni fa consideravo l'estate la stagione di gran lunga più bella e più attesa. Oggi non più: da circa un mese sto soffrendo, giorno e notte, anche perché abito all'ultimo piano, sopra di me c'è una guaina di asfalto, e mi ostino a non installare il condizionatore. Nulla di drammatico, per ora. Vivo pur sempre in uno dei posti dal clima più mite del mondo (il Golfo di Napoli) e penso a chi, nel Sud del mondo, soffre di più e non può permettersi neppure un ventilatore.
Intanto stamane gli attivisti climatici hanno bloccato uno degli aeroporti più importanti d'Europa, Francoforte, causando la cancellazione di decine di voli. Bravi! Continuate così, ragazzi! È proprio questo il salto di qualità nella lotta di cui c'era bisogno, il mezzo giustificato dal fine. Il turismo e il commercio mondiali danneggiano il clima, le emissioni degli aerei e delle navi sono hard to abate. I danni causati dal blocco alle compagnie e ai passeggeri? Sono danni a ricchi e benestanti, probabilmente inferiori a quelli di un solo giorno di siccità nella sola Sicilia (finora 2,7 miliardi di danni all'agricoltura).
https://www.repubblica.it/esteri/2024/0 ... 423412755/
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"Una valutazione del 2020 di Evans e Arden Burrell, un ricercatore di telerilevamento presso il Woodwell Climate Research Center di Falmouth, Massachusetts, ha rilevato che circa il 6% delle zone aride ha subito la desertificazione dal 1982, solo un quarto delle stime precedenti basate sulle condizioni meteorologiche. Queste aree includevano gran parte degli Stati Uniti sudoccidentali, il Brasile nord-orientale soggetto a siccità e parti dell’Asia centrale.

Ma Evans e Burrell hanno scoperto che il greening è molto più importante di quanto si pensasse in precedenza, e più di tre volte più importante della desertificazione. Ha interessato il 41% delle zone aride del pianeta, dall’India al Sahel africano e dalla Cina settentrionale all’Australia sudorientale.

L’anno scorso, Guolong Zhang e colleghi dell’Università di Lanzhou in Cina hanno segnalato una divergenza globale tra aridità e superficie fogliare nelle zone aride negli ultimi tre decenni. Zhang spiega che la ragione di questo “disaccoppiamento” risiede nell’”effetto fertilizzante della CO2”.

Prendiamo l’esempio della regione del Sahel, all’estremità meridionale del deserto del Sahara. La crescita della vegetazione ha beneficiato dell’aumento della CO2 presente nell’atmosfera. Ma la regione ha visto anche il ritorno delle piogge dopo la devastante siccità degli anni ’70 e ’80"


Ecco, mi metto anche io a sparacchiare dati, numeri e teorie, tanto per aumentare la caciara. Che il clima stia lentamente cambiando lo vedo anche io, stando a casa mia, colline Appennino, dove da qualche anno sono arrivate le cicale. Ma i segnali sono tanti, come il verde in aumento, probabilmente per l'intervento umano ed è difficile dare una spiegazione che li comprenda tutti.
Quello che trovo pericoloso è la sparata sulla CO2, causa di tutti i mali, mentre altri osservano che la CO2 è un concime prezioso per le piante, che a loro volta hanno un effetto benefico sul clima. Insomma dovremmo affrontare i tanti piccoli problemi non controversi (la dispersione delle plastiche!) ed evitare le spiegazioni totalitarie che non spiegano nulla e sanno di truffa.
Basta poi il buon senso per capire che occorre moderare il viaggiare frenetico, provocato dalla pubblicità forsennata del settore turistico. Ma ogni consumismo, come tutti gli ismi, va condannato, senza dover ricorrere a teorie pseudoscientifiche truffaldine, perché inutile al benessere delle anime e utile solo a far guadagnare i soliti noti.
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Fosforo31
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Vento ha scritto: 25 lug 2024, 11:33 "Una valutazione del 2020 di Evans e Arden Burrell, un ricercatore di telerilevamento presso il Woodwell Climate Research Center di Falmouth, Massachusetts, ha rilevato che circa il 6% delle zone aride ha subito la desertificazione dal 1982, solo un quarto delle stime precedenti basate sulle condizioni meteorologiche...
Prendiamo l’esempio della regione del Sahel, all’estremità meridionale del deserto del Sahara. La crescita della vegetazione ha beneficiato dell’aumento della CO2 presente nell’atmosfera. Ma la regione ha visto anche il ritorno delle piogge dopo la devastante siccità degli anni ’70 e ’80"

Ecco, mi metto anche io a sparacchiare dati, numeri e teorie, tanto per aumentare la caciara. Che il clima stia lentamente cambiando lo vedo anche io, stando a casa mia, colline Appennino, dove da qualche anno sono arrivate le cicale. Ma i segnali sono tanti, come il verde in aumento, probabilmente per l'intervento umano ed è difficile dare una spiegazione che li comprenda tutti.
Quello che trovo pericoloso è la sparata sulla CO2, causa di tutti i mali, mentre altri osservano che la CO2 è un concime prezioso per le piante, che a loro volta hanno un effetto benefico sul clima. Insomma dovremmo affrontare i tanti piccoli problemi non controversi (la dispersione delle plastiche!) ed evitare le spiegazioni totalitarie che non spiegano nulla e sanno di truffa.
Basta poi il buon senso per capire che occorre moderare il viaggiare frenetico, provocato dalla pubblicità forsennata del settore turistico. Ma ogni consumismo, come tutti gli ismi, va condannato, senza dover ricorrere a teorie pseudoscientifiche truffaldine, perché inutile al benessere delle anime e utile solo a far guadagnare i soliti noti.
Perché dici di "sparacchiare" dati? Molte delle cose che hai scritto sono sostanzialmente vere, il problema del tuo post sta nelle omissioni, nelle cose che non hai scritto. La Natura possiede potenti e meravigliosi meccanismi di autoregolazione e di risposta alle perturbazioni dei suoi delicati equilibri. Guai se non fosse così: le emissioni antropiche avrebbero reso invivibile il pianeta già da decenni. È verissimo che la CO2 è un fertilizzante delle piante e che le piante a foglie sottraggono ingenti quantità di carbonio dall'atmosfera. Questo è un meccanismo naturale di stabilizzazione del carbonio atmosferico, ovvero dell'effetto serra. Sta di fatto, purtroppo, che nonostante questo ed altri meccanismi di stabilizzazione del ciclo naturale del carbonio, esso risulta oggi PESANTEMENTE ALTERATO dall'opera irresponsabile dell'uomo, tanto è vero che la concentrazione atmosferica della CO2 supera di oltre il 50% il valore sul quale Madre Natura si era stabilizzata prima della rivoluzione industriale, ovvero prima che dei parassiti cominciassero a scavare carbonio dalle viscere della Terra (leggasi combustibili fossili) e a riversarlo in atmosfera per ossidazione (combustione). È anche vero che una maggiore temperatura media provoca maggiore evaporazione delle acque, quindi maggiore piovosità media. Ciò non solo favorisce le piante innescando il benefico meccanismo precedente, ma ne innesca un secondo: la maggiore formazione di nuvole che schermano dai raggi solari ha un effetto refrigerante sulla superficie del pianeta, ovvero l'effetto si oppone alla causa che lo ha generato (l'aumento di temperatura). Meccanismi del genere sono chiamati dai climatologi feedback negativi, anche se la loro funzione è assolutamente positiva per l'ambiente e per noi. Il termine è mutuato dell'elettronica dove la controreazione (feedback) negativa è usata per stabilizzare gli amplificatori. In effetti il cambiamento climatico renderà sempre più piovoso, in media, il pianeta. Questo vale anche per l'Italia: le precipitazioni totali sono in aumento negli ultimi anni. Un problema sono i nubifragi e le alluvioni. Un altro problema è la disuniformità di questo aumento medio. L'area mediterranea è un hot-spot climatico, ovvero la temperatura media cresce più della media globale ed è esposta a fenomeni locali di siccità. Quest'anno tocca alla Sicilia e un po' a tutto il Centrosud, mentre il Nord (al contrario del 2022) ha gli invasi pieni. Ora se in un dato territorio fa caldo e piove poco, la poca acqua caduta non ha il tempo di penetrare nel terreno e di fertilizzarlo ma evapora rapidamente. Come evapora più rapidamente, al crescere della temperatura, l'acqua degli invasi artificiali. Ieri abbiamo appreso che non solo alla Sicilia ma anche alla Puglia restano 3 settimane di riserve idriche per l'irrigazione dei campi. Però ieri i tg meloniani si aggrappavano alla notizia della scoperta di una riserva profonda di acqua fossile sotto i Monti Iblei nel ragusano. Cercavano il petrolio e hanno trovato 17 km³ di acqua. La cui utilizzabilità pratica è tutta da dimostrare (ma i tg non ce l'hanno detto). Intanto la temperatura media del pianeta continua ad aumentare, per la CO2 e anche perché accanto ai feedback negativi ci sono quelli positivi: meccanismi il cui effetto va a rafforzare la causa. Per es. lo scioglimento dei ghiacciai riduce l'albedo della superficie della Terra ovvero il suo coefficiente di riflessione della radiazione solare. Il maggiore assorbimento fa crescere la temperatura che a sua volta fa sciogliere i ghiacci riducendo ulteriormente l'albedo e incrementando ulteriormente la temperatura. Per farsi un'idea dell'effetto destabilizzante del feedback positivo basta pensare che in elettronica esso è usato nei laser e che un fascio laser può tagliare una lastra d'acciaio come se fosse burro. Maggiori precipitazioni medie dovrebbero far crescere più foreste sulla Terra, perfino in regioni un tempo semidesertiche. Vero, ma purtroppo ci sono i soliti parassiti (noi) che le tagliano o le bruciano. La deforestazione è in calo negli ultimi anni ma purtroppo continuiamo a perdere milioni di ettari di foreste l'anno, soprattutto per fare spazio all'agricoltura:
https://en.wikipedia.org/wiki/Deforestation
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contericci
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A proposito di sparacchiate, il grafico di Nature sul caldo record del 2023 è stato sbugiardato https://www.pressreader.com/italy/la-ve ... 9605597648
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Fosforo31
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Re: Nonostante una ricerca fatta ...

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contericci ha scritto: 23 ago 2024, 22:51 A proposito di sparacchiate, il grafico di Nature sul caldo record del 2023 è stato sbugiardato https://www.pressreader.com/italy/la-ve ... 9605597648
Egregio Contericci, se permetti, in una discussione sul clima in un forum serio non lascerei l'ultima parola al prof. Franco Battaglia. Mi accorgo solo stamane che l'articolo che hai allegato un mese fa, e di cui PressReader omette la firma, è di questo noto, ostinato e spesso e volentieri delirante negazionista climatico. Le tesi bislacche di questo docente di chimica in pensione trovano tuttora (!) spazio su La Verità, Il Giornale, Libero e simili, mentre non risulta nessuna sua pubblicazione sul clima in riviste scientifiche internazionali. Ebbene, nell'articolo citato egli si permette di scrivere che, se fosse stato un revisore per la prestigiosa rivista Nature (emerge un'inclinazione al mondo dei sogni), avrebbe respinto la pubblicazione di questo studio delle università di Cambridge, Mainz e Brno:
https://www.nature.com/articles/s41586-024-07512-y
L'articolo non è in chiaro ma in sostanza dice che l'estate 2023 fu la più calda da quando si registrano misure sistematiche della temperatura sul pianeta. Per l'esattezza, la media estiva nell'emisfero Nord al di sopra della fascia tropicale superò di 2,07°C quella della linea base di riferimento dell'IPCC, ovvero la media tra il 1850 e il 1900. Il Battaglia contesta questo risultato perché (secondo lui) non si può ottenere una stima precisa al centesimo di grado dell'incremento rispetto a una temperatura misurata con i termometri dell'800, che indicavano solo il decimo di grado. A parte il fatto che in studi del genere di solito si fornisce il valore centrale della stima (ovvero il valore più probabile all'interno di una fascia di incertezza ricavata rispetto a un dato livello di confidenza, per es. il 95%), Battaglia scrive che "non si può assegnare a una misura una precisione maggiore di quella degli strumenti usati". È noto, però, che disponendo di N misure ripetute e indipendenti della medesima grandezza, l'errore casuale sulla loro media aritmetica è all'incirca pari a quello delle singole misure diviso per la radice quadrata di N. Inoltre, ampliando opportunamente il contesto della misurazione (es. usando strumenti diversi), è possibile trattare come casuali anche gli errori sistematici o parte di essi. Ma la conclusione degli autori va ben oltre gli ultimi 150 anni. Con tecniche di dendrocronologia, la disciplina che, come già intuì Leonardo, risale dall'analisi comparata degli anelli di accrescimento annuale dei tronchi degli alberi non solo al loro periodo di formazione ma anche a parametri climatici del periodo (temperatura, piovosità), gli autori dimostrano che l'estate 2023 è stata, nell'area considerata, la più calda degli ultimi 2000 anni. In sostanza poco importa l'accuratezza al decimo o centesimo di grado dell'incremento rispetto alla linea base 1850-1900, ma il prof. Battaglia usa in modo in apparenza ingenuo, in realtà ingannevole, il risultato di 2,07°C per dirci che è stato superato il limite dei 2°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2015, e che alla fine non si è verificata nessuna catastrofe. Dunque, secondo lui, quegli accordi sono solo "fuffa", quindi (sottinteso) sono assurde le misure di decarbonizzazione necessarie per rispettarli. Ma i 2°C di Parigi hanno ben altro senso. Sono il limite entro il quale si ritiene di poter gestire il cambiamento climatico mitigandone gli effetti, mentre sopra i 2°C non c'è necessariamente la catastrofe planetaria bensì la "terra incognita" del Nobel Parisi, dove la scienza oggi non è in grado di escludere nulla. Ed è chiaro che, così come una rondine non fa primavera, non basta una singola estate caldissima in una parte del globo per dire che abbiamo superato la linea rossa. Ciò avverrà se la temperatura media annua globale supererà stabilmente i 2°C. Battaglia liquida come "marea di errori" un articolo pubblicato dopo revisione paritaria sulla più prestigiosa rivista scientifica del mondo. Ma eccoti un esempio (fra i tanti) di una marea seria di erroracci di questo improvvisato climatologo:
https://www.climalteranti.it/2016/07/17 ... 31-pagine/
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Franco Battaglia al di là delle questioni di lana caprina che gli vengono contestate, sostiene la completa inaffidabilità dei modelli climatici tramite i quali vengono fatti previsioni catastrofiche e delle relative misure draconiane per contrastare gli effetti della CO2 che si stanno rilevando di assoluta inefficacia. Proprio perché l'Uomo NON è in grado di contrastare alcunché. In primis perché tali modelli non considerano l'influenza che potrebbe avere il Sole (la sua massa costituisce il 99% del sistema solare) sulle variazioni di clima e temperatura del pianeta terra. Ed esprime semplicemente dubbi scientifici legittimi e necessari per contrastare quella narrativa che vorrebbe assegnare la certezza assoluta ad un evento distruttivo come il Global warming; e che, se non si agisce immediatamente con misure draconiane, si verificherà entro pochi decenni con effetti inimmaginabili. Ma https://www.startmag.it/energia/lemerge ... estininzi/non è il solo, grazie a Dio.
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contericci ha scritto: 28 set 2024, 18:56 Franco Battaglia al di là delle questioni di lana caprina che gli vengono contestate, sostiene la completa inaffidabilità dei modelli climatici tramite i quali vengono fatti previsioni catastrofiche e delle relative misure draconiane per contrastare gli effetti della CO2 che si stanno rilevando di assoluta inefficacia. Proprio perché l'Uomo NON è in grado di contrastare alcunché. In primis perché tali modelli non considerano l'influenza che potrebbe avere il Sole (la sua massa costituisce il 99% del sistema solare) sulle variazioni di clima e temperatura del pianeta terra. Ed esprime semplicemente dubbi scientifici legittimi e necessari per contrastare quella narrativa che vorrebbe assegnare la certezza assoluta ad un evento distruttivo come il Global warming; e che, se non si agisce immediatamente con misure draconiane, si verificherà entro pochi decenni con effetti inimmaginabili. Ma https://www.startmag.it/energia/lemerge ... estininzi/non è il solo, grazie a Dio.
Egregio Contericci, passare dal chimico Battaglia al geologo Prestininzi in una discussione sul clima è un po’ come cadere dalla padella alla brace. Perdonami, ma a questo punto per tentare di abbassare la tua permeabilità alla balle dei negazionisti ti suggerirei di iscriverti alla famosa Società degli APOTI del grande Prezzolini, letteralmente il club di quelli che non se la bevono, ma purtroppo è un sodalizio immaginario. Il prof. Prestininzi declassa un FENOMENO GLOBALE, EPOCALE E SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA DI HOMO SAPIENS, a un sorta di effetto rimbalzo rispetto alla cd. Piccola era glaciale. La quale non fu che un periodo di modesto raffreddamento a carattere regionale, che interessò essenzialmente la regione nord-atlantica:
https://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ice_Age
Come puoi vedere in questo grafico, le variazioni della temperatura media globale, sia nella Piccola era glaciale sia nel cd. Periodo caldo medievale, furono poca cosa rispetto al global warming in atto:
https://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ic ... awkins.svg
È verissimo che il clima è influenzato da molteplici fattori, planetari, astrofici, le variazioni dell’attività solare, etc., ma è strettamente correlato anche alla concentrazione atmosferica della CO2. Come puoi vedere in questo secondo grafico relativo agli 800mila anni precedenti la rivoluzione industriale, gli andamenti della temperatura media globale e della concentrazione della CO2 sono quasi sovrapponibili. Ovvio se pensiamo che la CO2 è il principale driver dell’effetto serra, o effetto coperta. Notiamo anche che in 800mila anni questa concentrazione non si era MAI neppure avvicinata al valore attuale (oltre 420 ppm e in crescita):
https://en.wikipedia.org/wiki/Carbon_di ... ica-v2.jpg
Inoltre, come provai a spiegare nel post del 19 giugno ore 23:42, il rapido ed eccezionale incremento di concentrazione che osserviamo non è un fenomeno naturale ma è dovuto alle emissioni di CO2 nelle attività umane:
viewtopic.php?p=150605#p150605
D’altra parte l’IPCC tiene conto eccome dei vari fattori astrofisici! Il punto è che i loro effetti risultano pressoché trascurabili rispetto al riscaldamento globale antropogenico. Come scrivevo in altra discussione di questo forum sul clima, questi effetti sono quantificabili mediante una precisa grandezza, il cd. FORZANTE RADIATIVO, ovvero la variazione dell’irradiazione solare in ingresso che darebbe luogo a un riscaldamento medio globale equivalente:
viewtopic.php?p=155762#p155762
Ebbene, il forzante radiativo antropogenico stimato nell’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6) vale 2,72 watt/mq (dato del 2019, oggi è sicuramente maggiore), mentre i forzanti degli effetti astrofisici li leggiamo al paragrafo Total solar irradiance (TSI) forcing summary in questa pagina:
https://en.wikipedia.org/wiki/Radiative_forcing
Come vedi, il più grosso di questi effetti è legato al ciclo delle macchie solari e varia tra +0,1 e -0,1 watt/mq (i valori negativi corrispondono a raffreddamento).
SEGUE NEL POST SUCCESSIVO
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...Nell’intervista che hai allegato il prof. Prestininzi si esibisce con poca fortuna in un calcoletto alquanto impreciso e non aggiornato nei dati, sballato nelle ipotesi e quanto meno illogico nelle conclusioni. La massa totale della CO2 in atmosfera non è 3000 Gt ma ha ormai raggiunto le 3300 Gt per effetto delle emissioni antropiche. L’UE non chiede ai paesi membri di tagliare del 40% le emissioni di CO2 rispetto al 1990 entro il 2030, bensì del 55% (almeno) le emissioni complessive di gas serra (GHG). Inoltre il prof. prende un granchio e calcola la variazione di CO2 rispetto al 2021 invece che rispetto al 1990, quando l’UE (a 27, cioè escluso UK) emetteva 3,81 Gt di CO2 (Edgar Database) contro le 2,73 del 2021. Quindi il 40% sono 1,52 Gt e non 1,09. Della concentrazione atmosferica di 420 ppm (arrotondate per difetto) l’uomo non è responsabile di 120 ppm ma di 140 (la concentrazione preindustriale era 280 ppm). Nel calcolare l’incidenza del taglio richiesto dalla UE sulla quota totale antropica di CO2 in atmosfera, Prestininzi ipotizza implicitamente che le emissioni tra il 1990 e il 2030 abbiano uguale effetto a tutte quelle datate dalla rivoluzione industriale (1750 circa) a oggi. Ma una parte non piccola della CO2 emessa negli ultimi 270 anni non si trova più in atmosfera essendo stata smaltita dal ciclo naturale del carbonio (assorbimento dagli oceani, dalle piante per fotosintesi, etc.) e ciò introduce un ulteriore grave errore per difetto nel suo calcolo. Inoltre gli effetti a breve delle emissioni recenti o future devono tenere conto anche dei gas serra a relativamente breve permanenza media in atmosfera come il metano (che da solo è responsabile di circa il 18% del global warming). Ulteriore motivo per tagliare i GHG come ci chiede l’UE e non solo la CO2. Insomma, un CALCOLO ALLA CARLONA, il mio barbiere autodidatta con la terza media lo avrebbe svolto molto meglio, ma anche prendendo per buono il risultato del professore ho più volte spiegato che per arrestare il cambiamento climatico è necessario AZZERARE le emissioni e che per azzerare una somma vanno azzerati TUTTI gli addendi, per quanto piccoli, incluse ovviamente le emissioni annue dell’UE, che nel 2023 sono state il 6,44% di quelle globali per la sola CO2, il 6,08% per i GHG.
Infine Presitininzi pone l’accento sulle insufficienze delle opere di prevenzione e di mitigazione degli effetti dei fenomeni estremi, come le alluvioni. Giusto, ma non bisogna trascurare e men che meno negare la CAUSA. La correlazione tra il global warming e la frequenza dei fenomeni estremi è studiata da decenni ed è ormai un dato scientificamente consolidato. In AR6 l’IPCC gli attribuisce un alto livello di confidenza quando non la virtuale certezza. Mi chiedo quanti climatologi seri, esperti e competenti ci siano tra i 1500 firmatari del manifesto “There is no climate emergency”. Probabilmente nessuno o forse qualche bastian contrario patologico.
Saluti
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contericci
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I climatologi non esistono, non c'è al mondo nessuna università che sforna climatologi, ma la climatologia è una scienza che si avvale del contributo di meteorologi, fisici, chimici, geologi. Perfino di matematici e anche di qualcun altro che ora non mi viene in mente. Che in buona sostanza, se fossero umili e conoscitori dei limiti della ricerca e del cervello umano, dichiarerebbero all'umanità di non capirci una emerità cippa su questo complessissimo argomento. Se lei vuole continuare a credere a questa balla fatta di numeri accomodati alla bisogna (vedasi il climategate) è libero di farlo. Però sia coerente: questo inverno non si scaldi, non accenda nemmeno la legna, si copra col piumone d'oca e mangi lo stretto necessario. Chissà, forse diventerà un oracolo e ci saranno pellegrinaggi per venirla a trovare e ascoltare il suo verbo. Ma consenta a me di vivere tranquillamente questi ultimi lustri che mi rimangono e di augurare a lei e a tutti i catastrofisti di questo mondo che non si verifichi la sciagura climatica prossima ventura, data, da quello che scrive, ormai per certa.
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Fosforo31
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Re: Nonostante una ricerca fatta ...

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contericci ha scritto: 2 ott 2024, 17:54 I climatologi non esistono, non c'è al mondo nessuna università che sforna climatologi, ma la climatologia è una scienza che si avvale del contributo di meteorologi, fisici, chimici, geologi. Perfino di matematici e anche di qualcun altro che ora non mi viene in mente. Che in buona sostanza, se fossero umili e conoscitori dei limiti della ricerca e del cervello umano, dichiarerebbero all'umanità di non capirci una emerità cippa su questo complessissimo argomento. Se lei vuole continuare a credere a questa balla fatta di numeri accomodati alla bisogna (vedasi il climategate) è libero di farlo. Però sia coerente: questo inverno non si scaldi, non accenda nemmeno la legna, si copra col piumone d'oca e mangi lo stretto necessario. Chissà, forse diventerà un oracolo e ci saranno pellegrinaggi per venirla a trovare e ascoltare il suo verbo. Ma consenta a me di vivere tranquillamente questi ultimi lustri che mi rimangono e di augurare a lei e a tutti i catastrofisti di questo mondo che non si verifichi la sciagura climatica prossima ventura, data, da quello che scrive, ormai per certa.
Egregio Contericci, prima di tutto non capisco perché continui a darmi del lei. Poi, in verità, questo tuo post lo trovo un po' deludente. Mi piacevi di più quando, in buona fede e anche con un certo entusiasmo, spezzavi una lancia per negazionisti che non la meritano. Qui invece oscilli tra pregiudizio e dietrologia, tra semplicismo e indifferenza un po' egoistica, tra ironia un po' banale e alterazioni del mio pensiero. Hai un pregiudizio sui climatologi, che esistono eccome. Quelli che stanno per sparire sono i metereologi, soppiantati dai computer e dall'intelligenza artificiale. La climatologia è multidisciplinare più o meno quanto l'ingegneria. A Pisa c'è un indirizzo di laurea magistrale in climatologia, academic degrees analoghi sono sempre più diffusi all'estero. Certo mi è difficile immaginare uno sbocco professionale diverso dalla ricerca. Ma il settore è in netta espansione. La scienza del clima si basa su dati oggettivi, costantemente aggiornati e affinati, e niente affatto accomodati alla bisogna. Al contrario, mi pare che alcuni siano contestati da te e da altri anche per la scomodità delle loro implicazioni, D'inverno io indosso il cappotto o il giaccone, ma per un periodo certo più breve rispetto a 30 anni fa, nonostante gli acciacchi dell'età. Non sono un oracolo, non ho mai dato per certa e men che meno imminente nessuna catastrofe, mi limito a leggere i dati (cosa semplice ma non banale) e a ragionarci sopra con la logica e, se permetti, anche grazie a una preparazione culturale modesta ma interdisciplinare. Certo spero anch'io di non morire di caldo né di siccità o di medicane (gli uragani mediterranei favoriti dal global warming), ma non vorrei nemmeno morire lasciando ai posteri un pianeta meno vivibile (un pochino anche per colpa mia) di quello che mi ha ospitato. Una delle mie frasi preferite si deve al grande commediografo latino Terenzio, un nordafricano portato a Roma come schiavo: Homo sum, humani nihil a me alienum puto. Sono un essere umano, nulla di ciò che è umano lo considero a me estraneo. Nemmeno il destino di chi oggi è un bambino o non è nemmeno ancora nato.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
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