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io sono ateo ma spesso mi unisco a gruppi di meditazione buddhista.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
Seguivo e frequentavo un po', ma poi ho cominciato a leggere che eri pieno di PARANOIE politiche e mi son detto che il Cristianesimovdi Pietro, produceva meno paturnie.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
ereticamente ha scritto: 1 dic 2021, 0:33
io sono ateo ma spesso mi unisco a gruppi di meditazione buddhista.
Faresti bene a non farlo. Il buddismo è distruzione, è una religione votata alla rovina, alla devastazione, all'annichilimento. Molti occidentali allocchi, avendo abolito Dio dalla loro vita, imbrattano la parete bianca che è diventata la loro anima con qualsiasi impiastro di colorazioni varie, in questo caso arancio-nerastro. Per carità, non intendo analizzare le diverse correnti di cui il buddhismo tibetano (quello con a capo il dalai lama) è solo una, ma agli occhi di un occidentale il buddismo risulta inscalfibile ad ogni critica. Io vorrei partire da quanto detto sopra e vorrei che i devoti meditanti dell'OM mi spiegassero come si fa a praticare una religione che, ben lungi dal creare armonia e rilassatezza, mira all'annullamento del sé per condurlo verso il niente assoluto.
ereticamente ha scritto: 1 dic 2021, 0:33
io sono ateo ma spesso mi unisco a gruppi di meditazione buddhista.
Faresti bene a non farlo. Il buddismo è distruzione, è una religione votata alla rovina, alla devastazione, all'annichilimento. Molti occidentali allocchi, avendo abolito Dio dalla loro vita, imbrattano la parete bianca che è diventata la loro anima con qualsiasi impiastro di colorazioni varie, in questo caso arancio-nerastro. Per carità, non intendo analizzare le diverse correnti di cui il buddhismo tibetano (quello con a capo il dalai lama) è solo una, ma agli occhi di un occidentale il buddismo risulta inscalfibile ad ogni critica. Io vorrei partire da quanto detto sopra e vorrei che i devoti meditanti dell'OM mi spiegassero come si fa a praticare una religione che, ben lungi dal creare armonia e rilassatezza, mira all'annullamento del sé per condurlo verso il niente assoluto.
A parte il fatto che il Buddismo, per molti è una moda ( come quella di avere un cane), ma credo che Buddismo e Cristianesimo abbiano moltissime cose in comune.
Si dice che, anni fa, il Dalai Lama, sorpreso per la valanga di occidentali che accorrevano in India per rinnegare il Cristianesimo e abbracciare il Buddismo, disse LORO che, quello che cercavano nel Buddismo lo potevano trovare benissimo nel Cristianesimo.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
Non è assolutamente vero che buddhismo e cristianesimo abbiamo molto in comune. La radice per così dire "filosofica" del buddhismo è profondamente nichilista e maligna e conduce l'umanità verso un desolante panorama di distruzione. L'immagine pacifica e meditante del Dalai Lama proiettata in occidente dove è tanto amato, non trova riscontro dai commenti degli studiosi che considerano come minimo "sospetto" il buddhismo praticato dal premio Nobel, quel Nobel immeritatamente conferitogli da veri e propri ignoranti della materia. Il buddhismo "tibetano" che fa parte di una corrente (quella dei Gelugpa) è intriso di oscuri elementi sciamanici e animisti derivati probabilmente dalla religione Bon che era praticata prima del Buddismo dai tibetani. All'epoca della diffusione in occidente delle pratiche buddiste, nel Tibet quella del Dalai Lama non costituiva nemmeno la corrente maggioritaria che era invece appannaggio della setta Kagyu con cui i Gelupa si scannano da sempre perché queste sono comunità bellicosissime tra loro. Da qui l'idiozia di dare il premio Nobel per la Pace al Dalai Lama e, per estensione, a quei contenuti di una religione che non si fa scrupoli a fomentare le guerre.
Per inciso la sopraccitata setta dei Kagyu aveva come massimo esponente un maniaco sessuale, tal Chogyam Trungpa, e stava per sfondare in occidente per primo, identificandosi con le istanze di ricerca del profondo e di trasgressione che pulsavano tra chi si opponeva alla cultura tradizionale. Ma il Dalai lama fu giudicato più funzionale alla bisogna di tali pulsioni pittoresche e ciabattone, e partì così la cagnara di campagne mediatiche con film, libri, spot, conversioni di personaggi dello spettacolo e dello sport di questa cultura alternativa al cristianesimo e rispetto ad esso del tutto vuota e inconsistente. I sempliciotti occidentali ora credono che il buddhismo si identifichi nel Dalai Lama, una cosa di una falsità totale considerata la varietà globale del culto: il Therevada, lo zen, lo shingon, le mille ramificazioni in Corea, Vietnam, Thainlandia, Mongolia. Il Dalai Lama pontefice massimo del buddismo, quasi più autorevole del Papa cattolico. Per restare alla tradizione tibetana, prendiamone il testo divulgativo principale: il Kalachakra Tantra. In esso si promuovono lo stupro, la pedofilia, l'omicidio rituale, il suicidio rituale, si teorizza un nazionalismo messianico di matrice apocalittica, e un contorno agghicciante di pratiche che in occidente non esiteremmo a definire di magia nera. Con tanto di riti sessuali annessi, di rapporti pedofili, di ingestione di sostanze impure come il mestruo e gli escrementi, di vergini deflorate sugli altari, di cannibalismo, di commercio coi demoni. Mi sapete dire cosa c'entra questo col Cristianesimo?