Attacchi alla stampa e figure di letame

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Fosforo31
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

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heyoka ha scritto: 25 mag 2024, 11:16
"NON RESTA CHE FARE ATTI ECLATANTI PER ESSERE ASCOLTATI".
Scusami Fosforo , se ti rubo questa citazione che anche tu hai rubato.
Mi chiedevo se il Popolo VENETO, dopo essersi espresso a schiacciante maggioranza ( 92%) nel Referendum di 7 anni fa, per avere la stessa autonomia di cui gode il SudTirol, deve fare come hanno fatto i patrioti partigiani sudtirolesi che facevano saltare i tralicci.
In Veneto ci troviamo nell' assurda situazione dove molti Comuni confinanti con Il FVG e con il Trentino/SudTirol chiedono di poter modificare i confini regionali. Non si comprende perchè i VENETI, in particolare hanno sofferto le pene dell' Inferno nella guerra del 15/18 per andare a conquistare quelle due regioni che adesso son più LIBERE ed Autonome del Veneto.
Per inciso, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano quei giornalisti che frequentano il salotto della SudTirolese Gruber.
Avevo aperto questa discussione per parlare dei soprusi subiti da alcuni giornalisti, ma il discorso è scivolato sugli ecologisti di Ultima Generazione (detestati dai più, ammirati dal sottoscritto), poi sul mutamento climatico causato dall'uomo (che qualche san Tommaso mette tuttora in dubbio), ora siamo addirittura all'autonomia differenziata! Beh, in fondo anche questo è il bello di un forum ricco di presenze e di spunti interessanti.
Ma devo subito dirti che l'autonomia differenziata è una materia che conosco pochissimo, dunque non mi pronuncio nel merito. Non la conosco perchè ho un pregiudizio: io sono nonostante tutto, ripeto nonostante tutto, per la Repubblica una e indivisibile. Così comincia l'art.5 della Costituzione, ma il resto (dell'articolo) lo abolirei. Perché io sono per lo Stato centrale e abolirei le Regioni (e le Province autonome di Trento e Bolzano in primis). Intendiamoci: nutro religioso rispetto per le autonomie nel senso delle culture e delle tradizioni locali, ma respingo in toto qualsiasi forma di autonomia politica. Il massimo, ma proprio il massimo per me è un limitato grado di autonomia amministrativa dei Comuni, stop. Condivido le maiuscole che hai usato per il Popolo VENETO. Fatto di gente seria, laboriosa e onesta che ho avuto modo e onore di conoscere e che sinceramente ammiro. Ma non condivido la maiuscola per quel referendum. Il PIL pro capite dei veneti è il doppio di quello dei calabresi. Bravi i veneti, ma cosa volete di più? Volete il PIL pro capite della provincia di Bolzano che, anche grazie ai privilegi dello statuto speciale, supera quello dell'Austria e pareggia quello della Svezia? No, secondo me lo Stato centrale dovrebbe assumere come faro il principio di uguaglianza (economica e dei diritti/doveri) un po' come il capofamiglia di un tempo che si spezzava le reni per assicurare un piatto a tutti ma doppia porzione a nessuno. Un secondo motivo per il mio centralismo democratico è il problema cronico delle ruberie. Meno peggio avere un'unica mangiatoia che una più 21. Un'unica mangiatoia è anche meglio controllabile dalla Magistratura. Diciamoci la verità: solo un pollo può credere che ciò che sta emergendo in Liguria non sia che la punta di un iceberg. E che nelle altre regioni non accada lo stesso o peggio. Qualche anno fa Fanpage.it, un'eroica squadra di giovani giornalisti d'inchiesta napoletani, infiltrò un "agente provocatore" (se ben ricordo un abile ex camorrista che aveva pagato il suo debito con la giustizia) nei gangli del potere della Regione Campania. In particolare nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Ne vennero fuori delle belle, il provocatore arrivò a proporre affari e mazzette perfino a un familiare del governatore. Ci furono politici e noti amministratori locali che presero borse e trolley credendole piene di banconote e invece contenevano monnezza o pacchi di pasta. Poi l'inchiesta, che si chiamava Bloody Money, si estese ad altre regioni e si scoperchiarono altri merdai. Tutto veniva segretamente filmato e registrato ma il metodo non venne ritenuto corretto per procedere legalmente contro chi abboccava ai finti tentativi di corruzione e fu archiviato tutto. Ritengo che basterebbe adeguare la legge copiando dai paesi seri e sguinzagliare 21 agenti provocatori come quello lì per far crollare 19 Regioni e 2 Province Autonome come castelli di carta. O magari qualcuna onesta si salverebbe: l'eccezione che conferma la regola. Il terzo motivo è che a mio avviso solo lo Stato centrale può affrontare in modo adeguato i giganteschi problemi che si prospettano: il mutamento climatico, la transizione ecologica, l'epocale cambiamento imposto al mondo del lavoro dall'intelligenza artificiale, etc. Assurdo anche affidare la sanità pubblica alle Regioni. Durante la pandemia abbiamo visto di tutto. Regioni messe molto peggio di altre ma con restrizioni più lievi. Delibere regionali che mandavano i convalescenti dal Covid, dimessi ancora positivi da ospedali sovrasaturi, nelle RSA per anziani convenzionate con la Regione: fuoco nella benzina secondo il virologo Burioni. In Cina alcuni di questi scellerati amministratori sarebbero finiti semplicemente davanti a un plotone di esecuzione. Forse anche quello che andò in tv a vantarsi (pericolosamente) che "con Rt=0,5 non basta un infetto per infettarmi ma ce ne vogliono due". O forse l'avrebbero graziato e declassato a figurante in qualche teatrino comico di provincia.
Saluti
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Leno Lazzari
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

Mi dispiace Fosforo che tu abbia proffuso tanto impegno per nulla
o quasi, e questo perché hai preso alla lettera una mia frase .

Non essendo io tipo da caccia alle streghe mi pareva abbastanza
ovvio che la mia nei confronti degli allamisti di professione, ovvero,
farne tutto un mondo monolitico, era davvero soltanto uno sfogo .

E comunque continuo a considerare da imbecilli mettere a repentaglio
opere d'arte UNICHE al mondo o simili mentre non ho parole sufficienti
per definire il blocco del traffico che prima o poi causerà la morte di
qualcuno per la quale a pagare saranno quattro fessi idealisti e non
chi ne finanzia la difesa in tribunale .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Leno Lazzari
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

Detta in breve diffido e diffiderò sempre dei depositari in
esclusiva della verità .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Fosforo31
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Fosforo31 »

RedWine ha scritto: 25 mag 2024, 12:55
Fosforo31 ha scritto: 25 mag 2024, 11:02 Rispondo volentieri a qualche obiezione di Lazzari e RedWine.
Forse non mi avete letto con attenzione: ho specificato espressamente io per primo che da un singolo evento climatico o meteorologico non si possono trarre deduzioni generali. Per l'appunto chiedevo se ci fosse qualche torinese in grado di dirmi se una grandinata come quella di ieri avesse dei precedenti in quella città. Ribadisco che una grandinata così forte (vi rimando ai video in rete) io non l'ho mai vista dal vivo in vita mia. Ma anche se fosse senza precedenti al mondo, non ne dedurrei nulla. Come non ho dedotto nulla dalla siccità del 2022 in pianura padana. È l'autorevole rivista Nature, la più importante rivista scientifica del mondo, che dice che è stata la peggiore, di gran lunga, negli ultimi 200 anni e che era correlata al global warming .

Forse è opportuno ricordare qui un concetto semplice ma essenziale. L'atmosfera, o meglio il sistema Terra-oceani-atmosfera è estremamente complesso, ma TUTTI i fenomeni atmosferici sono riconducibili in ultima analisi al semplice fatto che in questo sistema viene immessa energia proveniente dal Sole. Questa energia è in parte assorbita e in parte riflessa dal suolo, dagli oceani e dalle calotte glaciali, e in parte trattenuta dall'atmosfera per effetto serra (o "effetto coperta", assolutamente essenziale per la vita sul nostro pianeta, che in sua assenza sarebbe molto freddo
e soggetto a un terribile sbalzo termico tra notte e giorno). Questa energia immessa e questi continui scambi energetici mettono in moto relativo l'aria rispetto alla Terra, anche ingenti masse d'aria, e aria più o meno umida in relazione all'evaporazione degli oceani. Sono moti di vario tipo: ascendenti, discendenti, orizzontali, a vortice, etc. (ha un ruolo essenziale anche l'accelerazione di Coriolis legata alla rotazione della Terra). Ora per effetto del global warming antropogenico, ovvero di un "effetto coperta" più intenso che in passato a causa dei gas serra emessi con le attività umane, l'atmosfera trattiene più energia che in passato. Ma ciò non si traduce in un semplice ed uniforme riscaldamento della superficie del pianeta. Il sistema è complesso e quello che determina gli spostamenti delle masse d'aria sono le differenze locali o "gradienti" di temperatura e di pressione. Credo sia abbastanza intuitivo concludere che se c'è più energia nel sistema, allora questi gradienti sono mediamente e localmente più forti. Così, se consideriamo l'Italia o il Mediterraneo, opportuni gradienti di temperatura e pressione possono certamente portare aria molto calda e secca proveniente dal Nordafrica, ma altri opportuni gradienti possono portare aria molto fredda dall'Artico o dalla Siberia. Quindi, in definitiva, la temperatura media della superficie del pianeta è più alta (l'IPCC misura circa +1,2°C sull'era preindustriale) ma, a causa dei gradienti più forti, sono più frequenti rispetto al passato i FENOMENI ESTREMI in un senso e nell'altro. Dunque nubifragi e alluvioni da un lato, siccità prolungate dall'altro perfino in inverno. Settimane o interi mesi stranamente freddi e piovosi perfino in primavera inoltrata da un lato, terribili ondate di calore estivo dall'altro. Attenzione: questa maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi non è solo una diffusa percezione soggettiva delle persone, ma è sempre più accuratamente registrata e certificata su scala globale dalle statistiche. L'area mediterranea è un hot spot climatico, cioè la temperatura media è cresciuta un po' più della media globale, ed è anche maggiormente esposta alla siccità, ma nei riguardi degli altri fenomeni estremi siamo abbastanza protetti dal Mediterraneo stesso e dalle Alpi. Stanno molto peggio di noi, per esempio, nel Nordamerica. Dove si sono più volte congelate le cascate del Niagara e dove la terribile ondata di calore del 2021 fece 1400 morti nel Canada e negli USA occidentali. In un villaggio canadese furono misurati 49,6°C. Temperatura in precedenza mai registrata non solo in Canada ma in qualsiasi altro posto sopra il 45° parallelo Nord. Per la cronaca, il giorno dopo la misurazione quel villaggio finì distrutto dall'incendio della foresta.
complimenti per l'impegno sulla spiegazione, anche se non credo che +1,2°C possano giustificare tutto. e comunque il clima è sempre cambiato anche in maniera piu drastica dell'attuale.
oggi si attribuisce all'apporto in atmosfera di Co2 tutte le responsabilita e le politche EUROPEE si basano su questa "assoluta verità" che però a livello scientifico viene da molti contestata (video sotto) e a livello pratico viene nel resto del mondo ingnorata (nel senso che se ne fottono).
quindi, ha senso su queste basi suicidare economicamente l'italia?
ad esempio, è sensato per le case dare precedenza al cappotto termico rispetto alla sicurezza sismica?
1,2°C ti sembrano pochi? Per quanto tempo credi di poter sopravvivere con 38 di febbre invece dei normali 36,8°C? Gli equilibri nella biosfera sono delicati. Ma il peggio è che la temperatura media della superficie del pianeta continua a crescere. In AR6, il sesto ed ultimo Rapporto di Valutazione dell'IPCC (2022) leggiamo che nelle ultime 4 decadi la temperatura è andata via via crescendo e sempre al di sopra di tutte le decadi precedenti dal 1850, cioè da quando disponiamo di misure dirette. Il periodo caldo medievale e la successiva piccola era glaciale di cui parla Franco Prodi furono fenomeni a carattere regionale e tutto sommato modesti su scala globale. Lo si vede bene in questo grafico con la curva della temperatura "a mazza da golf":
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... awkins.svg
Con i metodi indiretti della paleoclimatologia è possibile ricostruire l'andamento della temperatura fino a epoche remote, ovviamente con accuratezza decrescente quanto più ci spingiamo indietro nel tempo.
È vero che il clima della Terra è sempre cambiato, ma che sia cambiato in modo più drastico (rapido) che negli ultimi due secoli è già discutibile. In AR6 leggiamo che l'attuale temperatura non solo è la più alta negli ultimi 2000 anni, ma è anche, a parte oscillazioni episodiche, la più alta negli ultimi 100.000 anni. Considerato che Homo sapiens uscì dall'Africa circa 70.000 anni fa, deduciamo che in tutto questo tempo la nostra specie non ha MAI fronteggiato per lunghi periodi temperature così alte. Leggiamo anche che la concentrazione atmosferica della CO2 (il principale gas serra) oggi è la più alta negli ultimi 2 milioni di anni almeno. Inoltre l'incremento di questo parametro dall'inizio dell'era industriale (1750), pari a circa il 50%, supera di gran lunga le variazioni naturali massime stimate nei precedenti 800.000 anni almeno. Queste corrispondono alle variazioni, su archi di molti millenni, non certo 270 anni, tra l'anno più freddo dei periodi glaciali e l'anno più caldo dei periodi interglaciali. Dunque vaneggia chi parla del global warming come di un fenomeno naturale.
Nella mia risposta a Lazzari del 25 maggio ore 23:29, alla quale ti rimando, ho parlato del consenso scientifico mondiale sull'ipotesi del global warming antropogenico. In sintesi: i negazionisti e i seminegazionisti alla Franco Prodi, Franco Battaglia, Zichichi e simili, sono una specie in rapida estinzione, e non certo per la loro età.
Parli di "suicidio economico", evidentemente in relazione ai costi ingenti delle azioni di mitigazione dell'impatto dei cambiamenti climatici. In queste azioni includo la conversione energetica alle rinnovabili, l'efficientamento energetico, la tutela del territorio per contenere i danni da siccità, incendi, alluvioni e altri fenomeni estremi correlati al riscaldamento globale, etc. In sintesi, lo "sforzo mostruoso" invocato dal Nobel Giorgio Parisi nel suo accorato discorso del 2021 davanti alle Camere riunite a Montecitorio. Ebbene, qui gli economisti (seri) e i climatologi ultimamente vanno abbastanza d'accordo. Non era così nel 2006, quando uscì il famoso e ponderoso Rapporto Stern sull'economia del cambiamento climatico. All'epoca il grande economista inglese Nicholas Stern fu duramente criticato da numerosi colleghi. In sintesi egli sosteneva che (cito da Wiki):
- Il cambiamento climatico è il più grande e vasto market failure mai visto, e rappresenta una sfida unica per l’economia globale.
- I benefici di un’azione forte e tempestiva sul cambiamento climatico superano di gran lunga i costi dell'inazione.
- Senza interventi, i costi complessivi del cambiamento climatico equivarranno a una perdita permanente tra il 5% e il 20% del PIL globale ogni anno.
- È necessario investire l’1% del PIL globale per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico. Nel 2008 Stern aggiornò questa stima a 2% del PIL globale per tenere conto di un'accelerazione del cambiamento climatico indicata dai dati scientifici.

Ebbene, oggi le cifre stimate cambiano un po', ma gli economisti (seri) dicono che il prof. Stern aveva sostanzialmente ragione. Allego due recentissimi lavori, il primo di due economisti americani, il secondo del prestigioso Potsdam Institute for Climate Impact Research:
https://www.nber.org/papers/w32450
https://www.nature.com/articles/s41586-024-07219-0
Il primo studio stima un calo del 12% del PIL mondiale per 1°C di incremento della temperatura. Ma a fine secolo (2100), quando la temperatura potrebbe verosimilmente superare di 3°C quella dell'epoca preindustriale, gli autori stimano un impatto sul PIL pari al 50%. Questo non significa che il PIL globale diminuirà del 50%, significa che nel 2100 la gente sarà mediamente più povera del 50% rispetto al caso ideale di assenza di mutamento climatico. Gli autori paragonano questo effetto sulle singole nazioni al danno (economico) che esse subirebbero a causa di uno stato di guerra permanente. Lo studio valuta in 1056 dollari per tonnellata il costo sociale del carbonio emesso in atmosfera. Un valore molto più alto di quello in precedenza previsto dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti (190 dollari/t).
Il secondo studio, al contrario di altri precedenti, stima che il costo annuo della mitigazione necessaria per centrare gli obbiettivi degli Accordi di Parigi (in particolare il contenimento entro 2°C della temperatura sopra il livello preindustriale) sia già oggi minore del danno economico annuo causato dal mutamento climatico. La forbice tra i due parametri si aprirà fino a un fattore 6 da qui al 2049 (fig.1), quando l'entità del danno è stimata in tutti gli scenari considerati intorno al 19% del PIL globale, ovvero, in termini assoluti, intorno ai 38.000 miliardi di dollari l'anno.
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da RedWine »

Fosforo31 ha scritto: 28 mag 2024, 16:53
RedWine ha scritto: 25 mag 2024, 12:55 complimenti per l'impegno sulla spiegazione, anche se non credo che +1,2°C possano giustificare tutto. e comunque il clima è sempre cambiato anche in maniera piu drastica dell'attuale.
oggi si attribuisce all'apporto in atmosfera di Co2 tutte le responsabilita e le politche EUROPEE si basano su questa "assoluta verità" che però a livello scientifico viene da molti contestata (video sotto) e a livello pratico viene nel resto del mondo ingnorata (nel senso che se ne fottono).
quindi, ha senso su queste basi suicidare economicamente l'italia?
ad esempio, è sensato per le case dare precedenza al cappotto termico rispetto alla sicurezza sismica?
1,2°C ti sembrano pochi? Per quanto tempo credi di poter sopravvivere con 38 di febbre invece dei normali 36,8°C? Gli equilibri nella biosfera sono delicati. Ma il peggio è che la temperatura media della superficie del pianeta continua a crescere. In AR6, il sesto ed ultimo Rapporto di Valutazione dell'IPCC (2022) leggiamo che nelle ultime 4 decadi la temperatura è andata via via crescendo e sempre al di sopra di tutte le decadi precedenti dal 1850, cioè da quando disponiamo di misure dirette. Il periodo caldo medievale e la successiva piccola era glaciale di cui parla Franco Prodi furono fenomeni a carattere regionale e tutto sommato modesti su scala globale. Lo si vede bene in questo grafico con la curva della temperatura "a mazza da golf":
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... awkins.svg
Con i metodi indiretti della paleoclimatologia è possibile ricostruire l'andamento della temperatura fino a epoche remote, ovviamente con accuratezza decrescente quanto più ci spingiamo indietro nel tempo.
È vero che il clima della Terra è sempre cambiato, ma che sia cambiato in modo più drastico (rapido) che negli ultimi due secoli è già discutibile. In AR6 leggiamo che l'attuale temperatura non solo è la più alta negli ultimi 2000 anni, ma è anche, a parte oscillazioni episodiche, la più alta negli ultimi 100.000 anni. Considerato che Homo sapiens uscì dall'Africa circa 70.000 anni fa, deduciamo che in tutto questo tempo la nostra specie non ha MAI fronteggiato per lunghi periodi temperature così alte. Leggiamo anche che la concentrazione atmosferica della CO2 (il principale gas serra) oggi è la più alta negli ultimi 2 milioni di anni almeno. Inoltre l'incremento di questo parametro dall'inizio dell'era industriale (1750), pari a circa il 50%, supera di gran lunga le variazioni naturali massime stimate nei precedenti 800.000 anni almeno. Queste corrispondono alle variazioni, su archi di molti millenni, non certo 270 anni, tra l'anno più freddo dei periodi glaciali e l'anno più caldo dei periodi interglaciali. Dunque vaneggia chi parla del global warming come di un fenomeno naturale.
Nella mia risposta a Lazzari del 25 maggio ore 23:29, alla quale ti rimando, ho parlato del consenso scientifico mondiale sull'ipotesi del global warming antropogenico. In sintesi: i negazionisti e i seminegazionisti alla Franco Prodi, Franco Battaglia, Zichichi e simili, sono una specie in rapida estinzione, e non certo per la loro età.
Parli di "suicidio economico", evidentemente in relazione ai costi ingenti delle azioni di mitigazione dell'impatto dei cambiamenti climatici. In queste azioni includo la conversione energetica alle rinnovabili, l'efficientamento energetico, la tutela del territorio per contenere i danni da siccità, incendi, alluvioni e altri fenomeni estremi correlati al riscaldamento globale, etc. In sintesi, lo "sforzo mostruoso" invocato dal Nobel Giorgio Parisi nel suo accorato discorso del 2021 davanti alle Camere riunite a Montecitorio. Ebbene, qui gli economisti (seri) e i climatologi ultimamente vanno abbastanza d'accordo. Non era così nel 2006, quando uscì il famoso e ponderoso Rapporto Stern sull'economia del cambiamento climatico. All'epoca il grande economista inglese Nicholas Stern fu duramente criticato da numerosi colleghi. In sintesi egli sosteneva che (cito da Wiki):
- Il cambiamento climatico è il più grande e vasto market failure mai visto, e rappresenta una sfida unica per l’economia globale.
- I benefici di un’azione forte e tempestiva sul cambiamento climatico superano di gran lunga i costi dell'inazione.
- Senza interventi, i costi complessivi del cambiamento climatico equivarranno a una perdita permanente tra il 5% e il 20% del PIL globale ogni anno.
- È necessario investire l’1% del PIL globale per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico. Nel 2008 Stern aggiornò questa stima a 2% del PIL globale per tenere conto di un'accelerazione del cambiamento climatico indicata dai dati scientifici.

Ebbene, oggi le cifre stimate cambiano un po', ma gli economisti (seri) dicono che il prof. Stern aveva sostanzialmente ragione. Allego due recentissimi lavori, il primo di due economisti americani, il secondo del prestigioso Potsdam Institute for Climate Impact Research:
https://www.nber.org/papers/w32450
https://www.nature.com/articles/s41586-024-07219-0
Il primo studio stima un calo del 12% del PIL mondiale per 1°C di incremento della temperatura. Ma a fine secolo (2100), quando la temperatura potrebbe verosimilmente superare di 3°C quella dell'epoca preindustriale, gli autori stimano un impatto sul PIL pari al 50%. Questo non significa che il PIL globale diminuirà del 50%, significa che nel 2100 la gente sarà mediamente più povera del 50% rispetto al caso ideale di assenza di mutamento climatico. Gli autori paragonano questo effetto sulle singole nazioni al danno (economico) che esse subirebbero a causa di uno stato di guerra permanente. Lo studio valuta in 1056 dollari per tonnellata il costo sociale del carbonio emesso in atmosfera. Un valore molto più alto di quello in precedenza previsto dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti (190 dollari/t).
Il secondo studio, al contrario di altri precedenti, stima che il costo annuo della mitigazione necessaria per centrare gli obbiettivi degli Accordi di Parigi (in particolare il contenimento entro 2°C della temperatura sopra il livello preindustriale) sia già oggi minore del danno economico annuo causato dal mutamento climatico. La forbice tra i due parametri si aprirà fino a un fattore 6 da qui al 2049 (fig.1), quando l'entità del danno è stimata in tutti gli scenari considerati intorno al 19% del PIL globale, ovvero, in termini assoluti, intorno ai 38.000 miliardi di dollari l'anno.
ammettiamo che i dati che citi siano corretti e che tu abbia ragione.
ricordandoti che siamo partiti dalle "imprese" di nuova generazione
la domanda resta la stessa, è ragionevole suicidare l'economia italiana, sottolineo ITALIANA su queste ipotesi?
i grandi produttori di Co2 non siamo certo noi, ci sono nazioni che vanno ancora a carbone, e non hanno intenzione di cambiare, e anche dal punto di vista del consumo energetico procapite tra le nazioni sviluppate siamo una delle piu moderate
cosa possiamo fare in italia piu di quello che oggi gia facciamo?
siamo sicuri che quello che facciamo, o meglio, ci costringono a fare non sia addirittura in contraddizione con gli obbiettivi dichiarati?
ad esempio quanto costa dal punto di vista enegetico e inquinante cambiare una vecchia auto con una nuova elettrica a parità di kilometraggio annuale? a che punto della "vita auto" c'è il sorpasso tra spreco e risparmio anche considerando la materia prima usata per la produzione elettrica?
"Non avrete nulla e sarete felici". e se non fossi felice? "non ti preoccupare, ti cureremo"
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

I grandi produttori di CO-2 al mondo sono India, Pakistan, Cina,
USA e parte del sud america .

Anche diventando noi 100% virtuosi a livello di valori dell'aria
nell'universo mondo non ci sarebbe la minima differenza .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Fosforo31 »

X Leno Lazzari e RedWine
Con il vostro ragionamento paesi ricchi ed energivori ma piccoli come il Lussemburgo potrebbero continuare a bruciare combustibili fossili per l'eternità. Secondo l'EDGAR Database, nel 2022 il Lussemburgo ha contribuito per lo 0,016% delle emissioni globali di gas serra. Un contributo in assoluto insignificante, ma le emissioni pro capite dei lussemburghesi sono state il doppio di quelle degli italiani, il quintuplo di quelle degli indiani, 5 volte e mezza quelle dei pakistani. Siamo ancora agli inizi della transizione ecologica: nel 2022 l'81,8% dei consumi mondiali di energia primaria è stato ancora coperto dai fossili (l'83,5% in Italia, il 76,2% nella virtuosa Germania). Quindi tagliare le emissioni comporta indubbiamente dei costi e dei sacrifici. Gravosi per tutti, ma soprattutto per i paesi poveri. Come si fa a chiedere un sacrificio a un indiano o a un pakistano se non lo si chiede prima a un lussemburghese? E anche a un italiano che, pur moderato nei consumi energetici rispetto ad altri paesi ricchi, emette in media la metà di un lussemburghese ma quasi 2 volte e mezza un indiano e oltre 2 volte e mezza un pakistano. Dunque un primo punto debole del vostro ragionamento sta nel fatto che considerate le emissioni nazionali e non quelle pro capite.
Un secondo punto debole sta nel fatto che considerate le emissioni nazionali annue e non quelle cumulate. Quello che determina il global warming antropogenico, cioè l'anomalo e continuo innalzamento della temperatura media della superficie del nostro pianeta, non sono le emissioni annue di gas serra, ma la concentrazione di questi gas nell'atmosfera. I gas emessi annualmente si accumulano nell'atmosfera, perché il ciclo naturale del carbonio impiega secoli o addirittura millenni per rimuoverli. Dunque non illudiamoci che azzerando completamente le emissioni, obbiettivo che le varie nazioni si prefiggono di raggiungere tra il 2050 e il 2070, il pianeta si rinfreschi di colpo. L'anidride carbonica che emettiamo oggi la lasciamo in eredità a decine di generazioni future. In definitiva il riscaldamento globale è determinato dalle emissioni cumulate di gas serra dall'inizio dell'era industriale (anno 1750 circa). Questo perché in precedenza si bruciava soprattutto legna, un biocombustibile che non altera il ciclo naturale del carbonio. Di solito i dati relativi alle emissioni cumulate fanno riferimento alla sola CO2, perché questo gas serra, oltre a essere di gran lunga il più abbondante, ha un lunghissimo tempo di permanenza in atmosfera. Ebbene, dai grafici e dalle tabelle di Ourworldindata ho ricavato le segenti emissioni cumulate di CO2 dal 1750 al 2022 (in miliardi di tonnellate e in percentuale sul totale mondiale):
USA: 426,91Gt 24,08%
UE a 27: 295,97Gt 16,69%
Cina: 260,62Gt 14,70%
Germania: 93,99Gt 5,30%
UK: 78,83Gt 4,45%
India: 59,74Gt 3,37%
Italia: 25,42Gt 1,43%
Pakistan: 5,46Gt 0,31%
Mondo: 1772,87Gt 100.00%
https://ourworldindata.org/grapher/cumu ... -emissions
Si evince che al 2022 i maggiori responsabili delle emissioni cumulate e del riscaldamento globale sono USA e Unione Europea seguiti dalla Cina. Mentre l'India, il paese più popoloso al mondo, che oggi ospita quasi il 18% della popolazione mondiale, è responsabile per appena il 3,37%. Germania e UK, che oggi hanno un 17simo e un 21simo della popolazione dell'India rispettivamente, hanno contribuito sensibilmente di più al riscaldamento globale. L'Italia, che oggi ha meno di un quarto della popolazione del Pakistan, ha contribuito molto di più alle emissioni cumulate e al global warming. È interessante anche il fatto che fino al 1993 le emissioni cumulate dell'Italia erano maggiori di quelle dell'India.
Infine, per rispondere alla domanda di RedWine, ribadisco che la transizione ecologica è un sacrificio ma certo non un suicidio economico. Anzi è un'occasione irrinunciabile per aprire una nuova fase di sviluppo (che per me non significa sempre e necessariamente crecita del PIL). Prima o poi dovremo completare anche noi questa transizione per raggiungere la neutralità climatica (o carbonica). E allora che facciamo? Restiamo indietro agli altri paesi in settori chiave dell'economia dei prossimi decenni, come le fonti rinnovabili e l'efficientamento energetico (in primis con l'elettrificazione dei consumi). In verità siamo già indietro, molto indietro rispetto a paesi come la Germania, la Danimarca (fortissima sull'eolico) e altri. Rallentare o fermarsi nel percorso virtuoso verso la green economy, questo sì che sarebbe probabilmente un suicidio economico!
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Leno Lazzari
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

Pie illusioni o totale malafede ?

ANCHE SE IL NOSTRO PAESE DIVENTASSE COME D'INCANTO 100%
VIRTUOSO NON POTREBBE INFLUIRE SUL PROBLEMA MONDIALE
CHE IN MISURA DEL TUTTO MARGINALE E LE INDIE DEL MONDO
ETC SE NE SBATTEREBBERO I COGLIONI DEL NOSTRO ESEMPIO
VIRTUOSO .

Se tutti e sedicimila abitanti di Fiano Romano non facessero
il differenziato e io si io non inquinando sarei virtuoso ma
Fiano non ci guadagnerebbe un beato ciufolo . Lo stesso
discorso é applicabile al nostro paese e il resto dell'Europa .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Fosforo31
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Fosforo31 »

Leno Lazzari ha scritto: 29 mag 2024, 4:08)
Pie illusioni o totale malafede ?

ANCHE SE IL NOSTRO PAESE DIVENTASSE COME D'INCANTO 100%
VIRTUOSO NON POTREBBE INFLUIRE SUL PROBLEMA MONDIALE
CHE IN MISURA DEL TUTTO MARGINALE E LE INDIE DEL MONDO
ETC SE NE SBATTEREBBERO I COGLIONI DEL NOSTRO ESEMPIO
VIRTUOSO .

Se tutti e sedicimila abitanti di Fiano Romano non facessero
il differenziato e io si io non inquinando sarei virtuoso ma
Fiano non ci guadagnerebbe un beato ciufolo . Lo stesso
discorso é applicabile al nostro paese e il resto dell'Europa .
Il mio esempio del Lussemburgo non ti ha convinto. In effetti il tuo ragionamento può apparire sensato e ineccepibile ma in realtà è una nota fallacia logica esemplificata in un famoso paradosso: il paradosso del sorìte (o del mucchio) dovuto a Eubulide di Mileto (lo stesso dell'ancora più famoso paradosso del mentitore).
Supponiamo di avere un mucchio di sabbia. Per esempio e per fissare le idee, 50 chili di sabbia, che nel caso di sabbia a grana media sono circa 1 miliardo di granelli di sabbia. Se da questo mucchio asportiamo un granello, ciò che resta sarà evidentemente ancora un mucchio di sabbia. Se anche da questo asportiamo un granello di sabbia, resterà ancora un mucchio. Ripetiamo l'operazione e resterà pur sempre un mucchio di sabbia. Potremmo continuare a lungo con questi in apparenza inconcludenti tentativi di trasformare un mucchio di sabbia in qualcosa di diverso da un mucchio asportando un singolo e insignificante granello di sabbia per volta. In effetti la seguente proposizione ci sembra sensata, ragionevole, VERA:
(1) Se da qualsiasi mucchio di sabbia tolgo un solo granello, ho ancora un mucchio di sabbia.
Ma allora, applicando ricorsivamente questa "verità", giungiamo alla paradossale (e FALSA) conclusione che è impossibile azzerare un mucchio di sabbia asportando un granello per volta. Anzi è perfino impossibile trasformare il mucchio iniziale in qualcosa che a occhio non definiremmo un mucchio di sabbia. Attenzione: il paradosso del sorìte non è affatto banale: esso mette a dura prova la logica classica (o logica proposizionale o aristotelica). Può essere risolto nell'ambito di una logica moderna, la cosiddetta logica fuzzy, nella quale non ci sono solo due valori di verità delle proposizioni (VERO o FALSO) ma anche valori intermedi: un po' falsi e un po' veri. Infatti il mucchio di sabbia prima o poi si ridurrà a qualcosa che a occhio è un mucchio e non è un mucchio, ovvero la proposizione (1) è solo parzialmente vera.
Tornando al tuo ragionamento, è chiaro che il contributo dell'Italia alle emissioni globali di gas serra oggi è quasi insignificante (anche se è più di un granello di sabbia: secondo l'EDGAR Database nel 2022 è stato pari allo 0,73%). Ma per azzerare le emissioni globali e raggiungere la cosiddetta neutralità climatica è necessario azzerare anche i più piccoli contributi, per es. anche quelli del Lussemburgo e di San Marino. Semmai possiamo chiederci perché noi, l'UE e la maggior parte dei paesi ricchi ci prefiggiamo di raggiungere la neutralità carbonica (zero emissioni nette di gas serra) entro il 2050, mentre la Cina ha fissato questo obbiettivo al 2060 e l'India al 2070. Parliamo di due paesi che hanno ciascuno più del triplo della popolazione dell'UE e un PIL pro capite tuttora molto più basso (specie l'India). Dunque in questa fase di transizione ecologica ed energetica dobbiamo concedere a questi due paesi dei margini di sviluppo economico (crescita dei consumi interni) che noi ricchi non possiamo neppure sognarci (anzi dovremmo DECRESCERE) visto che consumiamo molto più di quanto i nostri territori sono in grado di rigenerare in modo sostenibile. Tecnicamente la nostra impronta ecologica è molto superiore (non da oggi ma da decenni) alla nostra biocapacità. Inoltre l'India ha tuttora emissioni annue pro capite di gas serra molto più basse delle nostre e della media mondiale, mentre sia la Cina che l'India hanno contribuito alle emissioni cumulate globali dall'inizio della rivoluzione industriale (ovvero all'attuale livello di riscaldamento globale) in misura meno che proporzionale alle rispettive popolazioni (soprattutto l'India).
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Leno Lazzari
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Re: Attacchi alla stampa e figure di letame

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

E io non posso che girarti di nuovo la frittata .

Tra Cina, Vietnam, le filippine, l'India etc etc come minimo credo
che possiamo considerare un paio di miliarducci di essseri umani
che tra l'altro mandano avanti una caterva di industrie altamente
inquinanti .

Ora, se per assurdo greenizzassimo TUTTA l'Italia con TUTTE le sue
industria e scaricassimo a mare soltanto acque purificate ci
ritroveremmo uno dei paesi piì puliti d'Europa .

Ma siamo ormai meno di essanta milioni di abitanti .

E in base al paradosso di Surité, secondo te, quanto potremmo dunque
realmente influire sull'inquinamento globale del pianeta ?

Io dico che sarebbe persino arduo fare il calcolo .
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.........ma andare oltre no ?
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