Fosforo31 ha scritto: ↑26 mag 2024, 17:12
Sono un laico non credente e ammiro Dante, che era tutt'altro che un bigotto e non era affatto un islamofobo. Infatti colloca nel Limbo ben tre musulmani (Avicenna, Averroè e Saladino) insieme a personaggi come Mosè, Abramo, Davide e i grandi filosofi greci, che il poeta ammirava e che erano morti senz'altro peccato che quello originale, non avendo ricevuto il battesimo. Dante è il padre indiscusso della nostra lingua e della nostra cultura. E concordo con Harold Bloom che nel suo immortale
Canone Occidentale vede in Shakespeare e Dante le due colonne portanti o "i due centri" di tutta la letteratura dell'Occidente. Anche se la mia personale preferenza va a Leopardi, mi viene ancora oggi come ai tempi del Liceo la pelle d'oca leggendo, per esempio, l'inizio dell'VIII Canto del Purgatorio o la struggente storia di Paolo e Francesca nel V Canto dell'Inferno. Per non parlare del carattere monumentale e universale della Commedia, opera grandiosa, titanica, che nel suo insieme mi lascia sbigottito quanto gli affreschi di Michelangelo alla Sistina o la sublime Nona sinfonia di Beethoven.
Premesso ciò, chiunque legga con mente libera e aperta il passaggio dedicato a Maometto e a suo cugino Alì nel XXVIII Canto dell'Inferno non può non riconoscere che
il sommo poeta abbia decisamente esagerato nei toni da grand guignol, macabri e orripilanti, che si ritrovano in altre parti della Cantica, e che nel dileggiare il Profeta si sia abbandonato alla volgarità, al disprezzo e al sadismo più crudi. Per giunta partendo da un errore storico perché Maometto è collocato nella bolgia dei "seminatori di discordia", come gli scismatici e i divisori della Cristianità. Ma, al di là di una leggenda medievale, egli non era affatto un cristiano prima di fondare l'Islam. Probabilmente era un monoteista abramitico, cioè un seguace di Abramo non di Cristo.
Quei dannati sono sottoposti a una pena atroce: vengono mutilati da un demonio munito di spada. Dopo avere compiuto il giro della bolgia, le ferite si rimarginano e vengono fatti a pezzi di nuovo, e così via per l'eternità. Maometto subisce il trattamento peggiore.
Appare tagliato, vivisezionato dal mento fino all'ano: rotto dal mento in fin dove si trulla, cioè dove si scorreggia. Le interiora gli penzolano penosamente tra le gambe, lasciando scoperte la
corata e lo stomaco:
il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia. E mi fermo qui.
Mi viene da pensare alle oscene e blasfeme vignette sul Profeta di
Charlie Hebdo. Quelle che non giustificano ma che in parte spiegano la terribile rappresaglia dei terroristi islamici.
Signori: io approvo l'assenso di quel preside alla richiesta di alcuni studenti islamici di essere esonerati dallo studio di Dante. E disapprovo l'invio degli ispettori da parte del ministro (che viola l'autonomia scolastica). Laicità è assenza di censura, è diritto di satira, è integrazione culturale. Ma è anche senso della misura e rispetto della cultura e della religione degli altri. La proposta di
Sayon, esonerare solo dallo studio del passo incriminato (ovvero il Canto XXVIII dell'Inferno), la condivido solo per gli studenti universitari islamici iscritti a Lettere e simili che ne facessero richiesta. Un aspirante professore di Lettere DEVE conoscere Dante se vuole insegnare in Italia, ma anche all'estero a mio avviso. Però alle medie e alle superiori si fa formazione culturale generale e questa non può andare a ledere principi fondamentali inculcati nello studente di origine straniera dall'educazione familiare e che a loro volta non ledono i principi e i diritti dello studente italiano.