Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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serge
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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[RedWine]
.
... in un paradiso senza comunisti e pieno di olgettine.
Può darsi che in paradiso il buon Silvio trovi qualche comunista nostrano. Gli stessi che durante il fascismo sono stati incarcerati e/o mandati al confino. Gli stessi in prima linea nella lotta di Liberazione dai nazi-fascisti. Gli stessi che sono stati vigili durante i vari tentativi di colpi di stato da parte di forze eversive . Gli stessi che, durante gli anni di piombo e della strategia della tensione ,hanno dato il loro contributo per la salvaguardia delle istituzioni. Gli stessi che, assieme a tutte le forze democratiche, hanno respinto l’attacco allo Stato da parte dei criminali delle brigate rosse, gli stessi che hanno avuto come segretario politico Enrico Berlinguer.
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BARBABLU16 ha scritto: 15 apr 2024, 23:22
Momo55 ha scritto: 15 apr 2024, 10:28

Ma valà. Le solite ricostruzioni di sinistra per sputtanare quelli che non riescono a sconfiggere col voto. Non ti salvi facendo il politico. Se mai il contrario visto che ti prendono di mira come stiamo vedendo da 30 anni.
Fai il conto di quanti sono i politici finiti assolti. E sta sicuro che anche a Bari finirà così: la maggior parte saranno assolti. come sempre.
Devi smettere di pensare che se un politico non è della tua parte allora è un delinquente. Il mondo non funziona così.
Già bello il mantra che vi hanno messo in capo, purtroppo parla la storia e non le chiacchiere a vanvera dei destri , inutile è vero , si perde tempo a cercare di farvi aprire gli occhi ma forse i propri interessi prevalgono sulla VERITA'

E la verità tu come la trovi? col pendolino? Credendo a quel che ti dicono i giornaloni o cosa?
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BARBABLU16 ha scritto: 16 apr 2024, 0:22 I DESTRI SONO COSI' FORTI NELLE LORO CONVINZIONI CHE POI RITIRANO LE LORO MOZIONI.

Gianni Berrino (Fratelli d’Italia), ha una idea luminosa: mettere in galera i giornalisti.
Questa proposta di legge punisce con pene detentive e multe chi “diffama” ripetutamente e coordinatamente attraverso i media, con sanzioni che vanno dal carcere da 1 a 3 anni e multe fino a 120.000 euro.
E se il diffamato risultasse legalmente “innocente” la pena può addirittura raddoppiare, portando il periodo di detenzione fino a 4 anni e mezzo.
Dopo abolizione alla Rai della par condicio, ecco un altro passo.
L'adozione di sanzioni così severe per la diffamazione, un reato dai confini labili, in cui spesso rischiano di incorrere giornalisti di inchiesta, non solo minaccia la libertà di espressione, ma mette anche a repentaglio il pluralismo informativo e la trasparenza dell’informazione.
Organizzazioni internazionali come Reporter Senza Frontiere e la Federazione Europea dei giornalisti hanno sollevato un allarme riguardo a questa deriva autoritaria. Non contenti di controllare quasi tutti i canali tv pubblici e privati, di dominare con tecniche spregiudicate i social media, ecco come chiudere il cerchio.
Inoltre, Fratelli d’Italia ignora il passato: la Corte costituzionale aveva già bocciato normative simili nel 2021, mentre la Corte europea dei diritti dell'uomo ha già condannato l'Italia per questa pratica nel 2012, nel caso del giornalista Alessandro Sallusti.
Il nuovo regime della comunicazione politica minaccia tutti. Si intimidisce il giornalista, se poi assolto si vedrà, ma prima di scrivere contro i potenti sa di rischiare il carcere.
Perchè avrebbe confini labili? A me sembrano chiarissimi. Se uno sostiene che tizio è un ladro... o quello lo è per davvero o lui è un diffamatore. E vale anche per i giornalisti di inchiesta. Che più che di inchiesta direi che siano di ricerca di diffamazione.
Quindi cosa ci sarebbe di labile? Ce lo spieghi?

Entro l'anno il parlamento nominerà i nuovi membri della Corte Costituzionale. Essa potrebbe avere una posizione diversa dalle solite.
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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Fosforo31 ha scritto: 16 apr 2024, 1:34 Qualcuno sostiene che avere la tessera di una loggia massonica non è reato. Certo, però in un paese democratico e antifascista, ma serio, forse sarebbe un reato essere iscritti a una loggia massonica segreta, eversiva e fascista come la P2. È il caso di ricordare che l’ultimo processo per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 ha accertato la responsabilità di Licio Gelli come finanziatore dell’attentato (85 morti e oltre 200 feriti). E che secondo il giornale leghista La Padania a finanziare Edilnord, la prima società di Berlusconi, era stato Michele Sindona, banchiere legato alla mafia e piduista. Qui leggiamo ulteriori dettagli:
https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... lascia-die
In ogni caso, visto che avere la tessera della P2 non era reato, non si capisce perché commettere il grave reato di falsa testimonianza per negare il possesso di quella tessera.
Berlusconi fu dichiarato colpevole nel 1990 dalla Corte d’appello di Venezia PER AVERE GIURATO IL FALSO al Tribunale di Verona riguardo alla sua iscrizione alla loggia massonica, ma il reato venne estinto perché coperto dall’amnistia del 1989.
Qualcuno sostiene anche che le leggi ad personam e ad aziendam di Berlusconi siano fantasie o chiacchiere da sezione del Pd. Bene, qui leggiamo un elenco ben dettagliato di 38 di queste leggiacce schifose e inconcepibili in qualsiasi paese serio e democratico, aggiornato al 2011:
https://www.libertaegiustizia.it/2011/1 ... -personam/

Mamma mia. Gelli è morto da quanto tempo? E anche Berlusconi è morto. Vogliamo tornare al presente?
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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Leno Lazzari ha scritto: 16 apr 2024, 20:53 Da una parte ammiro la tua perseveranza .

Ad ogni modo per chi vota (votava ?) PD uno edgli imperativi é
da sempre togliere le frequenze ai Berlusconi .

E ti credo, nel '93 stavano già preparandosi a traslocare da
V. delle Botteghe Oscure a Palazzo Chigi e invece non hanno
visto arrivare il Berlusca che vincendo le elezioni gli ha
usurpato quello che per loro era (e da allora non é cambiato
nulla) un destino-destino .


Deve avere almeno 70 anni però. Non gliene frega più niente a nessuno di ste stupidaggini. Le tv vedono ormai diversi editori. Se mai il problema è la Rai pubblica che non dovrebbe esistere. E' quanto meno ridicolo che abbiamo una tv di Stato che si occupa di intrattenere la popolazione.
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serge ha scritto: 17 apr 2024, 17:27 [RedWine]
.
... in un paradiso senza comunisti e pieno di olgettine.
Può darsi che in paradiso il buon Silvio trovi qualche comunista nostrano. Gli stessi che durante il fascismo sono stati incarcerati e/o mandati al confino. Gli stessi in prima linea nella lotta di Liberazione dai nazi-fascisti. Gli stessi che sono stati vigili durante i vari tentativi di colpi di stato da parte di forze eversive . Gli stessi che, durante gli anni di piombo e della strategia della tensione ,hanno dato il loro contributo per la salvaguardia delle istituzioni. Gli stessi che, assieme a tutte le forze democratiche, hanno respinto l’attacco allo Stato da parte dei criminali delle brigate rosse, gli stessi che hanno avuto come segretario politico Enrico Berlinguer.
Bye
Oppure gli stessi che in quel periodo erano fascisti e dopo il 45 hanno pensato bene che conveniva essere comunisti. Gli squadristi oggi sono rossi. Almeno loro lo dicono di se stessi.
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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serge ha scritto: 17 apr 2024, 17:27 [RedWine]
.
... in un paradiso senza comunisti e pieno di olgettine.
Può darsi che in paradiso il buon Silvio trovi qualche comunista nostrano. Gli stessi che durante il fascismo sono stati incarcerati e/o mandati al confino. Gli stessi in prima linea nella lotta di Liberazione dai nazi-fascisti. Gli stessi che sono stati vigili durante i vari tentativi di colpi di stato da parte di forze eversive . Gli stessi che, durante gli anni di piombo e della strategia della tensione ,hanno dato il loro contributo per la salvaguardia delle istituzioni. Gli stessi che, assieme a tutte le forze democratiche, hanno respinto l’attacco allo Stato da parte dei criminali delle brigate rosse, gli stessi che hanno avuto come segretario politico Enrico Berlinguer.
Bye
Sarebbe un errore grossolano fare di tutta l'erba un fascio .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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RedWine ha scritto: 16 apr 2024, 20:38
Fosforo31 ha scritto: 16 apr 2024, 19:34 Red Wine ha scritto
non ho letto ne i tuoi ne il suoi di articoli, è una polemica inutile che non porta a nulla.
il tutto si inquadra nella lotta politica di quegli anni con colpi bassi da entrambe le parti.

in linea di massima, personalmente, pur non avendo mai votato ne approvato Craxi, Berlusconi, FI, non posso dimenticare il persistente tentativo delle sinistre di arrivare al potere aggirando o rimuovendo il volere degli elettori, e di conseguenza perdono a B. che le ha combattute, anche cose e atteggiamenti che meriterebbero la condanna.
e comunque è morto, lasciatelo riposare in pace... in un paradiso senza comunisti e pieno di olgettine. :grin:
La morte cancella la vita ma non cancella la storia. La storia e la memoria collettiva di un paese non sono cose da poco, sono cose importanti, preziose. La storia non muore ma si perpetua, influenza il presente e il futuro, la memoria collettiva deve aiutarci a non ripetere gli errori e a correggerli. Una parte non piccola della grandezza e della coesione di un popolo si misura in base alla consapevolezza della sua storia. B. ha sporcato in modo vergognoso, quasi inaudito e sostanzialmente impunito un lungo capitolo della storia dell'Italia, ma solo una minoranza, forse una piccola minoranza degli italiani oggi ne ha piena consapevolezza. Eppure basterebbe guardare i suoi eredi politici, Salvini e Meloni, in parte anche Renzi, per farsi un'idea del male che ha fatto quel piccolo uomo a questo grande paese. Il royal baby del Cav (nel titolo di un libricino encomiastico di Giuliano Ferrara) è forse l'erede più diretto, quello che più di tutti ha provato a imitare, senza riuscirci, il modello B. L'allievo ripetente di B., lo definisce Andrea Scanzi in un altro libro. Non voglio assolutamente paragonare B. a Mussolini, ma quale italiano realmente democratico non vedrebbe una macchia, anzi una ferita nella storia e nella dignità di questo paese se il dittatore fosse morto impunito nel suo letto? Come Francisco Franco per intenderci. Se B. avesse passato anche un solo giorno in un carcere della penisola, la macchia che ha lasciato sarebbe dimenticabile. Gli italiani seri e onesti se ne farebbero una ragione. La mia non è sete di vendetta ma sete di giustizia e amarezza per un paese senza memoria. Cioè un paese qualunquista, disunito e rassegnato. Il giorno in cui morì B. mi vennero in mente quei giorni, nella prima metà degli anni '80, in cui accendevo il tubo catodico, scorrevo i canali e al posto di una TV privata della Campania - TV LIBERE si chiamavano all'epoca - appariva a sorpresa Canale5, Rete4 o Italia1. E furono assai più di tre le piccole emittenti fagocitate da Sua Emittenza, perché ciascuna delle sue reti andava a occupare più canali. Ed erano canali analogici, cioè relativamente pochi. Ma poi fallirono in cascata molte altre. Come poteva una emittente locale reggere la concorrenza di chi poteva trasmettere e raccogliere pubblicità, grazie al decreto ad personam dell'amico Craxi, sull'intero territorio nazionale? Quello "scippo" di cui parlava il Vittorio Feltri prima maniera si perpetua tuttora. Ma dove sta scritto che concessioni pubbliche devono ingrassare sempre la stessa famiglia miliardaria? Perché non si mettono all'asta almeno una parte delle frequenze del Biscione? Ne guadagnerebbero le casse dello Stato ma soprattutto il pluralismo dell'informazione, e dunque la democrazia.




ancora?????j
non ti sei accorto che ci sono state un paio di rivoluzioni tecnologiche e che di frequenze tra digitale terrestre satellite e rete ce n'è per chiunque?
è questo il problema della mentalità di sinistra, e di tutto il tuo ragionamento, non si accetta il successo altrui ed essendo incapaci di costruire si vuole distruggere.
puoi dire tutto quello che ti pare di Berlusconi, ma non che non sia un ottimo imprenditore.
mi ricordo la rai di allora a confronto con le sue TV, faceva pena, se le TV di berlusconi si sono imposte è perchè il pubblico le ha imposte.
e comunque se la magistratura di sinistra non avesse messo in piedi mani pulite (in prospettiva il nome è una presa per il culo) o avesse colpito gli zombi exPCI nello stesso modo che ha colpito i partiti tradizionali di centro destra, Berlusconi non sarebbe mai sceso in politica e se lo avesse fatto probabilmente non avrebbe avuto successo.
non è stato Berlusconi a tentare di aggirare il consenso democratico, quando ha governato lo ha fatto vincendo regolari elezioni, puoi dire lo stesso della parte avversa?
Berlusconi è la reazione popolare a un tentativo di imporre persone e politiche che gli italiani non volevano, quindi se pensate che Berlusconi sia stato una sciagura recriminate in primo luogo su voi stessi.
[/quote]

non ti sei accorto che ci sono state un paio di rivoluzioni tecnologiche e che di frequenze tra digitale terrestre satellite e rete ce n'è per chiunque?
Già, ma tu ignori che il grosso della TV digitale in Italia va sul digitale terrestre e nel digitale terrestre la portante è sempre analogica e le bande sono sempre quelle di una volta: VHF e UHF. Anzi la UHF, molto più ampia dell'altra, è dimagrita di brutto per fare spazio al 5G. Le più sofisticate tecniche di modulazione digitale e di compressione del segnale aiutano, ma con l'HD, con il proliferare delle emittenti nazionali e locali, e con il refarming per il 5G, la cosiddetta "fame di frequenze" oggi è perfino maggiore, direi molto maggiore rispetto all'epoca della TV analogica. I multiplexer nazionali oggi assegnati sono in totale appena 11. Tre sono della RAI e tre di Mediaset, Cairo ne ha uno solo. Immagina un nuovo governo che dice a Marina e Piersilvio che devono accontentarsi di un solo MUX nazionale per fare posto a nuovi operatori e vediamo un po' come reagiscono. Io dico che scatenano in parlamento una gazzarra mai vista e mandano Gerry Scotti e Paolo Bonolis a protestare muti e imbavagliati per ore a reti Mediaset unificate. Certo gli restrebbero il satellite e internet, ma non so se ti ricordi il putiferio che scatenarono B. e i suoi servi sciocchi a cavallo tra i due secoli per evitare che Rete4 finisse sul satellite avendo perso la gara per le frequenze con l'emittente Europa7:
https://www.peacelink.it/mediawatch/a/25157.html
mi ricordo la rai di allora a confronto con le sue TV, faceva pena, se le TV di berlusconi si sono imposte è perchè il pubblico le ha imposte.
Ma che cappio scrivi!!?? B. e le sue TELEVISIONI SPAZZATURA sono stati i peggiori DISEDUCATORI di sempre del pubblico televisivo e degli italiani in generale. L'erroraccio della RAI fu quello di adeguarsi, in parte, ai nuovi standard, cioè quelli della Culi&Tette TV del piazzista di Arcore. Così sparirono dalla TV pubblica il teatro di prosa (a parte qualche rara commedia di Eduardo), il cinema d'autore, il dibattito filosofico e culturale in genere. E sparirono quasi del tutto la musica lirica e quella sinfonica. Ma quando mai Mediaset ha mandato in onda un'Olimpiade o un mondiale di calcio o di atletica leggera? Quando mai si è occupata di cultura o di scienza? Quando mai si è vista sulle reti Mediaset una divulgazione scientifica seria, alla Piero Angela, per capirci? Il massimo, ma proprio il massimo era Kazzenger... pardon Voyager del buon Roberto Giacobbo, tra ufo, fantasmi nel castello e pseudoscienze miste all'insalata Sweating Però perfino B. a volte riusciva a essere onesto (!) Per es.quando disse che le sue tv erano dirette a un pubblico con il livello culturale di un alunno di seconda media e... nemmeno dei primi banchi.
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 20:15
mi ricordo la rai di allora a confronto con le sue TV, faceva pena, se le TV di berlusconi si sono imposte è perchè il pubblico le ha imposte.


Ma che cappio scrivi!!?? B. e le sue TELEVISIONI SPAZZATURA sono stati i peggiori DISEDUCATORI di sempre del pubblico televisivo e degli italiani in generale. L'erroraccio della RAI fu quello di adeguarsi, in parte, ai nuovi standard, cioè quelli della TV Culi&Tette del piazzista di Arcore. Così sparirono dalla TV pubblica il teatro di prosa (a parte qualche rara commedia di Eduardo), il cinema d'autore, il dibattito filosofico e culturale in genere. E sparirono quasi del tutto la musica lirica e quella sinfonica. Ma quando mai Mediaset ha mandato in onda un'Olimpiade o un mondiale di calcio o di atletica leggera? Quando mai si è occupata di cultura o di scienza? Quando mai si è vista sulle reti Mediaset una divulgazione scientifica seria, alla Piero Angela, per capirci? Il massimo, ma proprio il massimo era Kazzenger... pardon Voyager del buon Roberto Giacobbo, tra ufo, fantasmi nel castello e pseudoscienze miste all'insalata Sweating Però perfino B. a volte riusciva a essere onesto. Per es.quando disse che le sue tv erano dirette a un pubblico con il livello culturale di un alunno di seconda media e... nemmeno dei primi banchi. [/size]
sono completamente d'accordo.
ma non è quello il punto, se tiri le conclusioni del tuo discorso sarebbero qulle di togliere il voto ai cittadini di "livello culturale di un alunno di seconda media".
a parte il fatto che alcune trasmissioni di intrattenimento di mediaset le ho adorate (al tempo guardavo ancora la tv), non c'è nulla di male a intrattenere il pubblico con quello che vuole. piu che altro scopiazzato dal sistema americano, ma in italia era una novità quindi, come molto spesso le novità, aveva successo.
il problema è sorto quando di fatto avete COSTRETTO Berlusconi per salvare le sue aziende a trasformarsi da produttore di programmi di intrattenimento a uomo (partito) politico, come gia detto avete, VOI creato un mostro.

in quanto alla rai, tutti noi paghiamo un canone, è suo preciso dovere fare certe cose anche se perde audiens, che lasci tette e culi ai privati e faccia quello che deve, soddisfacendo quella frazione minoritaria che tette e culi li apprezza solo nelle giuste circostanze
e magari una parte del pubblico da seconda media maturando potrebbe andare a cercare qualcosa di piu intellettualmente soddisfacente e che oggi non trova essendo la rai occupata a far concorrenza a mediaset.
"Non avrete nulla e sarete felici". e se non fossi felice? "non ti preoccupare, ti cureremo"
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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RedWine ha scritto: 17 apr 2024, 20:57
sono completamente d'accordo.
ma non è quello il punto, se tiri le conclusioni del tuo discorso sarebbero qulle di togliere il voto ai cittadini di "livello culturale di un alunno di seconda media".
a parte il fatto che alcune trasmissioni di intrattenimento di mediaset le ho adorate (al tempo guardavo ancora la tv), non c'è nulla di male a intrattenere il pubblico con quello che vuole. piu che altro scopiazzato dal sistema americano, ma in italia era una novità quindi, come molto spesso le novità, aveva successo.
il problema è sorto quando di fatto avete COSTRETTO Berlusconi per salvare le sue aziende a trasformarsi da produttore di programmi di intrattenimento a uomo (partito) politico, come gia detto avete, VOI creato un mostro.

in quanto alla rai, tutti noi paghiamo un canone, è suo preciso dovere fare certe cose anche se perde audiens, che lasci tette e culi ai privati e faccia quello che deve, soddisfacendo quella frazione minoritaria che tette e culi li apprezza solo nelle giuste circostanze
e magari una parte del pubblico da seconda media maturando potrebbe andare a cercare qualcosa di piu intellettualmente soddisfacente e che oggi non trova essendo la rai occupata a far concorrenza a mediaset.
[/quote]

Non ho capito, ora dici di essere completamente d'accordo con me che ho definito "spazzatura" la televisione di B. ma poco prima avevi scritto che la RAI al confronto "faceva pena". Cioè Enzo Biagi, Piero Angela ed Eduardo De Filippo facevano pena al confronto, per esempio, con la famosa e prosperosa Photina Lappa o con il buon Giacobbo cacciatore di fantasmi? Posso anche capire la tua preferenza per Photina, in arte Tinì, ma dire che quelli, al confronto, facevano addirittura pena mi sembra troppo.
Non ho nemmeno capito chi sarebbero stati, secondo te, i sadici che avrebbero "costretto" B. a entrare in politica obtorto collo. Se credi alle storielle del piazzista, tipo salvare l'Italia dal pericolo comunista (quando il Pci era appena sparito per fare posto al socialdemocratico PDS del mite Occhetto) o salvare se stesso dalla persecuzione giudiziaria, puoi credere tutto. Fino al 93 B. non era stato personalmente coinvolto in Tangentopoli, a differenza del fratello Paolo e di alcuni dirigenti Fininvest indagati per presunte mazzette. Era finito in un'inchiesta per traffico di droga e riciclaggio, poi archiviata, e c'era stata la falsa testimonianza sulla tessera P2, amnistiata. Probabilmente era più preoccupato per i guai giudiziari del suo potente amico Bettino Craxi. Se poi gli aveva realmente versato 22 miliardi di lire sul conto svizzero, come ritennero i giudici di primo grado nella sentenza del 1998, allora è chiaro che teneva 'o mariuolo 'ncuorpo, come diciamo a Napoli. Per non parlare degli eventuali e misteriosi rapporti con la mafia. L'ingresso in politica di B. viene spiegato benissimo su Wiki: il suo gruppo era sull'orlo del fallimento, il suo referente politico era nei guai pure lui, e allora non gli restava che provare a fondare un partito: mossa disperata ma avallata dallo stesso Craxi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ingresso_ ... Berlusconi
Riporto uno stralcio:

«Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende»
(Marcello Dell'Utri, 28 dicembre 1994.)
«[…] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale". […] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda»
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Sperling & Kupfer, 2003)
I principali manager del gruppo mal sopportavano la presenza di Tatò, in quanto la sua figura era stata imposta dalle banche in qualità di commissario del gruppo. Questa nomina, annunciata a sorpresa da Berlusconi in una cena domenicale nell'ottobre del 1993, risultò alquanto sgradita in quanto annunciava il capolinea di una gestione che aveva portato il gruppo a un risultato operativo che pareggiava a malapena gli interessi sul debito da pagare alle banche. Pezzi importanti del gruppo Fininvest erano praticamente ipotecati: a garanzia di eventuali indebitamenti, Cariplo, Comit, Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Montepaschi possedevano i pacchetti di controllo della Standa e della Silvio Berlusconi Editore, ossia della società che deteneva il controllo azionario della Arnoldo Mondadori Editore. La Standa fungeva da cassa di liquidità al gruppo, incassando contante a pronti (dai clienti) e ritardando il pagamento verso i fornitori a 9-12 mesi. Questo servizio venne pagato caro dall'azienda, in quanto durante la gestione Berlusconi non riuscirà mai a chiudere un bilancio in attivo. Tatò intanto salvò il gruppo dal baratro con due operazioni successive in borsa: la quotazione della Mondadori (800 miliardi) e della Mediolanum (700 miliardi).
Riguardo all'indebitamento, dal tradizionale rapporto con cui Mediobanca analizza ogni anno le dieci maggiori aziende italiane risulta che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992 7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, peggiorata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono una crescita pari a zero (dopo molti anni di aumenti elevati e ininterrotti), le banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti.

Concordo sul fatto che la RAI - come tutte le aziende pubbliche a mio avviso - ha il dovere di anteporre il servizio pubblico e l'interesse collettivo al profitto aziendale. Però anche le tv private esercitano un ruolo pubblico e sono concessionarie dello Stato. Dunque lo Stato, uno Stato serio, dovrebbe ritirare o non rinnovare la concessione a quelle che degenerano in tv spazzatura.
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

Messaggio da leggere da vito »

Leno Lazzari ha scritto: 13 apr 2024, 5:52 Lo dico chiaramente, io SONO A FAVORE perché da troppo,
soprattutto partendo dal '93, che troppi "giornalisti" che
per sputtanare questo o quel personaggio politico arrivano
senza esitazione a pubblicare concionamenti che spessissimo
e purtroppo dopo troppi anni si rivelano per quello che erano,
concionamenti e fantasiepartendo da un'indagine fatta passare
per un'accusa formale .

Calogero Mannino, Enzo Tortora, Mastella sono soltanto una
minima parte di persone, soprattutto politici, che sono stati
ingiustamente messi sotto la lente di certi magistrati e alla
gogna mediatica da parte di un giornalismo straccione che
agiva semplicemente (non serve neanche una condanna di
un tribunale) per sputtanare .

https://www.ilsussidiario.net/news/diff ... a/2689889/

Dico semplicemente che dopo tanti anni e tante crocifissioni
mediatiche certo modo straccione di fare pseudo giornalismo
dovrebbe essere sanzionato come merita .
Infatti , nelle dittature , il giornalismo d'inchiesta non esiste ..... esistono le inchieste .... :mrgreen:
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

Sotto dittatura se sei considerato un pericolo al sistema ti
fanno un processo farsa e poi ti fanno un biglietto di sola
andata in Siberia .

Per noi evidentemente la Siberia come punizione é
considerata tropppo estrema e s'accontentano di anni
di illazioni, pseudo inchieste giornalistiche che ottengono
l'effetto di estrometterti dalla politica anche senza una
sentenza di condanna .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

Messaggio da leggere da RedWine »

Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 23:29
RedWine ha scritto: 17 apr 2024, 20:57
sono completamente d'accordo.
ma non è quello il punto, se tiri le conclusioni del tuo discorso sarebbero qulle di togliere il voto ai cittadini di "livello culturale di un alunno di seconda media".
a parte il fatto che alcune trasmissioni di intrattenimento di mediaset le ho adorate (al tempo guardavo ancora la tv), non c'è nulla di male a intrattenere il pubblico con quello che vuole. piu che altro scopiazzato dal sistema americano, ma in italia era una novità quindi, come molto spesso le novità, aveva successo.
il problema è sorto quando di fatto avete COSTRETTO Berlusconi per salvare le sue aziende a trasformarsi da produttore di programmi di intrattenimento a uomo (partito) politico, come gia detto avete, VOI creato un mostro.

in quanto alla rai, tutti noi paghiamo un canone, è suo preciso dovere fare certe cose anche se perde audiens, che lasci tette e culi ai privati e faccia quello che deve, soddisfacendo quella frazione minoritaria che tette e culi li apprezza solo nelle giuste circostanze
e magari una parte del pubblico da seconda media maturando potrebbe andare a cercare qualcosa di piu intellettualmente soddisfacente e che oggi non trova essendo la rai occupata a far concorrenza a mediaset.
Non ho capito, ora dici di essere completamente d'accordo con me che ho definito "spazzatura" la televisione di B. ma poco prima avevi scritto che la RAI al confronto "faceva pena". Cioè Enzo Biagi, Piero Angela ed Eduardo De Filippo facevano pena al confronto, per esempio, con la famosa e prosperosa Photina Lappa o con il buon Giacobbo cacciatore di fantasmi? Posso anche capire la tua preferenza per Photina, in arte Tinì, ma dire che quelli, al confronto, facevano addirittura pena mi sembra troppo.
Non ho nemmeno capito chi sarebbero stati, secondo te, i sadici che avrebbero "costretto" B. a entrare in politica obtorto collo. Se credi alle storielle del piazzista, tipo salvare l'Italia dal pericolo comunista (quando il Pci era appena sparito per fare posto al socialdemocratico PDS del mite Occhetto) o salvare se stesso dalla persecuzione giudiziaria, puoi credere tutto. Fino al 93 B. non era stato personalmente coinvolto in Tangentopoli, a differenza del fratello Paolo e di alcuni dirigenti Fininvest indagati per presunte mazzette. Era finito in un'inchiesta per traffico di droga e riciclaggio, poi archiviata, e c'era stata la falsa testimonianza sulla tessera P2, amnistiata. Probabilmente era più preoccupato per i guai giudiziari del suo potente amico Bettino Craxi. Se poi gli aveva realmente versato 22 miliardi di lire sul conto svizzero, come ritennero i giudici di primo grado nella sentenza del 1998, allora è chiaro che teneva 'o mariuolo 'ncuorpo, come diciamo a Napoli. Per non parlare degli eventuali e misteriosi rapporti con la mafia. L'ingresso in politica di B. viene spiegato benissimo su Wiki: il suo gruppo era sull'orlo del fallimento, il suo referente politico era nei guai pure lui, e allora non gli restava che provare a fondare un partito: mossa disperata ma avallata dallo stesso Craxi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ingresso_ ... Berlusconi
Riporto uno stralcio:

«Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende»
(Marcello Dell'Utri, 28 dicembre 1994.)
«[…] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale". […] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda»
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Sperling & Kupfer, 2003)
I principali manager del gruppo mal sopportavano la presenza di Tatò, in quanto la sua figura era stata imposta dalle banche in qualità di commissario del gruppo. Questa nomina, annunciata a sorpresa da Berlusconi in una cena domenicale nell'ottobre del 1993, risultò alquanto sgradita in quanto annunciava il capolinea di una gestione che aveva portato il gruppo a un risultato operativo che pareggiava a malapena gli interessi sul debito da pagare alle banche. Pezzi importanti del gruppo Fininvest erano praticamente ipotecati: a garanzia di eventuali indebitamenti, Cariplo, Comit, Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Montepaschi possedevano i pacchetti di controllo della Standa e della Silvio Berlusconi Editore, ossia della società che deteneva il controllo azionario della Arnoldo Mondadori Editore. La Standa fungeva da cassa di liquidità al gruppo, incassando contante a pronti (dai clienti) e ritardando il pagamento verso i fornitori a 9-12 mesi. Questo servizio venne pagato caro dall'azienda, in quanto durante la gestione Berlusconi non riuscirà mai a chiudere un bilancio in attivo. Tatò intanto salvò il gruppo dal baratro con due operazioni successive in borsa: la quotazione della Mondadori (800 miliardi) e della Mediolanum (700 miliardi).
Riguardo all'indebitamento, dal tradizionale rapporto con cui Mediobanca analizza ogni anno le dieci maggiori aziende italiane risulta che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992 7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, peggiorata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono una crescita pari a zero (dopo molti anni di aumenti elevati e ininterrotti), le banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti.

Concordo sul fatto che la RAI - come tutte le aziende pubbliche a mio avviso - ha il dovere di anteporre il servizio pubblico e l'interesse collettivo al profitto aziendale. Però anche le tv private esercitano un ruolo pubblico e sono concessionarie dello Stato. Dunque lo Stato, uno Stato serio, dovrebbe ritirare o non rinnovare la concessione a quelle che degenerano in tv spazzatura.
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 23:29
RedWine ha scritto: 17 apr 2024, 20:57
sono completamente d'accordo.
ma non è quello il punto, se tiri le conclusioni del tuo discorso sarebbero qulle di togliere il voto ai cittadini di "livello culturale di un alunno di seconda media".
a parte il fatto che alcune trasmissioni di intrattenimento di mediaset le ho adorate (al tempo guardavo ancora la tv), non c'è nulla di male a intrattenere il pubblico con quello che vuole. piu che altro scopiazzato dal sistema americano, ma in italia era una novità quindi, come molto spesso le novità, aveva successo.
il problema è sorto quando di fatto avete COSTRETTO Berlusconi per salvare le sue aziende a trasformarsi da produttore di programmi di intrattenimento a uomo (partito) politico, come gia detto avete, VOI creato un mostro.

in quanto alla rai, tutti noi paghiamo un canone, è suo preciso dovere fare certe cose anche se perde audiens, che lasci tette e culi ai privati e faccia quello che deve, soddisfacendo quella frazione minoritaria che tette e culi li apprezza solo nelle giuste circostanze
e magari una parte del pubblico da seconda media maturando potrebbe andare a cercare qualcosa di piu intellettualmente soddisfacente e che oggi non trova essendo la rai occupata a far concorrenza a mediaset.
Non ho capito, ora dici di essere completamente d'accordo con me che ho definito "spazzatura" la televisione di B. ma poco prima avevi scritto che la RAI al confronto "faceva pena". Cioè Enzo Biagi, Piero Angela ed Eduardo De Filippo facevano pena al confronto, per esempio, con la famosa e prosperosa Photina Lappa o con il buon Giacobbo cacciatore di fantasmi? Posso anche capire la tua preferenza per Photina, in arte Tinì, ma dire che quelli, al confronto, facevano addirittura pena mi sembra troppo.
cerca di distinguere il settore intrattenimento dal resto. la rai di allora era una televisione istituzionalizata ingessata lottizzata dai partiti in un sistema che si pretendeva eterno inamovibile, mentre la nazione stava rapidamente cambiando, non c'era solo Berlusconi a far concorrenza alla rai, ma una miriade di altre emittenti che però venivano represse nel loro sviluppo dalle forze politiche che controllavano la rai e non volevano perdere il loro monopolio soprattutto sull'informazione.
Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 23:29 Non ho nemmeno capito chi sarebbero stati, secondo te, i sadici che avrebbero "costretto" B. a entrare in politica obtorto collo. Se credi alle storielle del piazzista, tipo salvare l'Italia dal pericolo comunista (quando il Pci era appena sparito per fare posto al socialdemocratico PDS del mite Occhetto) o salvare se stesso dalla persecuzione giudiziaria, puoi credere tutto. Fino al 93 B. non era stato personalmente coinvolto in Tangentopoli, a differenza del fratello Paolo e di alcuni dirigenti Fininvest indagati per presunte mazzette. Era finito in un'inchiesta per traffico di droga e riciclaggio, poi archiviata, e c'era stata la falsa testimonianza sulla tessera P2, amnistiata. Probabilmente era più preoccupato per i guai giudiziari del suo potente amico Bettino Craxi. Se poi gli aveva realmente versato 22 miliardi di lire sul conto svizzero, come ritennero i giudici di primo grado nella sentenza del 1998, allora è chiaro che teneva 'o mariuolo 'ncuorpo, come diciamo a Napoli. Per non parlare degli eventuali e misteriosi rapporti con la mafia. L'ingresso in politica di B. viene spiegato benissimo su Wiki: il suo gruppo era sull'orlo del fallimento, il suo referente politico era nei guai pure lui, e allora non gli restava che provare a fondare un partito: mossa disperata ma avallata dallo stesso Craxi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ingresso_ ... Berlusconi
Riporto uno stralcio:

«Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende»
(Marcello Dell'Utri, 28 dicembre 1994.)
«[…] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale". […] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda»
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti?. Sperling & Kupfer, 2003)
I principali manager del gruppo mal sopportavano la presenza di Tatò, in quanto la sua figura era stata imposta dalle banche in qualità di commissario del gruppo. Questa nomina, annunciata a sorpresa da Berlusconi in una cena domenicale nell'ottobre del 1993, risultò alquanto sgradita in quanto annunciava il capolinea di una gestione che aveva portato il gruppo a un risultato operativo che pareggiava a malapena gli interessi sul debito da pagare alle banche. Pezzi importanti del gruppo Fininvest erano praticamente ipotecati: a garanzia di eventuali indebitamenti, Cariplo, Comit, Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Montepaschi possedevano i pacchetti di controllo della Standa e della Silvio Berlusconi Editore, ossia della società che deteneva il controllo azionario della Arnoldo Mondadori Editore. La Standa fungeva da cassa di liquidità al gruppo, incassando contante a pronti (dai clienti) e ritardando il pagamento verso i fornitori a 9-12 mesi. Questo servizio venne pagato caro dall'azienda, in quanto durante la gestione Berlusconi non riuscirà mai a chiudere un bilancio in attivo. Tatò intanto salvò il gruppo dal baratro con due operazioni successive in borsa: la quotazione della Mondadori (800 miliardi) e della Mediolanum (700 miliardi).
Riguardo all'indebitamento, dal tradizionale rapporto con cui Mediobanca analizza ogni anno le dieci maggiori aziende italiane risulta che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992 7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, peggiorata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono una crescita pari a zero (dopo molti anni di aumenti elevati e ininterrotti), le banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti.
chi erano i sadici? ti sei risposto da solo.
Berlusconi e chi lo sosteneva (Craxi sul lato politico) aveva visto giusto sulle potenzialità del mercato, lo dimostra il successo che ha avuto in seguito con le sue tv, ma a impedirne lo sviluppo era la politica, quando con mani pulite la parte politica che lo sosteneva (Craxi) e chi non gli era contrario a prescindere (il centro destra in genere) venne meno, spazzato via da inchieste giudiziarie pilotate, si trovò nella condizione di dover ricostituire una sponda politica o affogare strozzato dai debiti di un mancato sviluppo.
se un'azienda investe pensando di avere davanti a se per il futuro un florido mercato, ma questa previsione non si realizza, (nel caso per motivi politici) questa azienda è destinata al fallimento, non si tratta di Berlusconi, ma di una legge di mercato.
Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 23:29 Concordo sul fatto che la RAI - come tutte le aziende pubbliche a mio avviso - ha il dovere di anteporre il servizio pubblico e l'interesse collettivo al profitto aziendale.
ok. dato che paghiamo un canone mi pare il minimo.
Fosforo31 ha scritto: 17 apr 2024, 23:29 Però anche le tv private esercitano un ruolo pubblico e sono concessionarie dello Stato. Dunque lo Stato, uno Stato serio, dovrebbe ritirare o non rinnovare la concessione a quelle che degenerano in tv spazzatura.
le tv private hanno l'unico dovere di pagare la concessione.
come unico scopo hanno il profitto, e lo ottengono acquisendo il consenso del pubblico che le segue.
ed è questo, "il consenso del pubblico" il loro ruolo pubblico, assicurare l'intrattenimento ai cittadini, non altro.
in quanto a "ritirare o non rinnovare la concessione " si ricade nel peccato originale della sinistra, che vuole imporre ai cittadini ciò che è giusto o sbagliato secondo i suoi criteri, il famoso o famigerato "stato etico" che solitamente sbocca in forme di totalitarismo.

io sono appassionato di musica classica, ho un impianto stereo che costa piu della mia auto, e ho un supremo disprezzo per praticamente tutta la musica attuale, ma non mi sognerei mai di chiederne la censura, se riescono a divertirsi con quella spazzatura, facciano pure non è mio desiderio ne compito dello stato interferire con i gusti altrui.
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serge
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Re: Giusto il carcere per diffamazione a mezzo stampa ?

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Qualcuno nel forum vuole far credere che Mussolini inviò al confino i fascisti e che gli stessi fascisti guidavano le formazioni partigiane nella lotta di liberazione.
MA PER FAVORE !
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"Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie" (Sandro Pertini)
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