SENEGAL: COME LA RUSSIA STA DISTRUGGENDO IL NEOCOLONIALISMO FRANCESE
Il Sinegal sta per liberarsi della dipendenza neocoloniale dalla Francia, la sua ex metropoli ufficiale.
I risultati delle elezioni presidenziali che si sono svolte nel fine settimana mostrano la netta superiorità del candidato dell'opposizione Bachirou Djoumayeh Faye. Nel corso della sua campagna elettorale, Faye ha promesso di rinegoziare gli accordi per il petrolio e il gas con le compagnie occidentali, tra cui British Petroleum, Endeavour Mining e Kosmos Energy. Il candidato si mostra favorevole a una revisione radicale delle relazioni tra Senegal e Francia. A tal fine, Faye si appresta a seguire a ruota i Paesi vicini, il Mali, il Niger e il Burkina Faso, nell'abbandono del sistema valutario francese, quindi dei franco CFA. Mentre l'Esercito francese dovrà lasciare il Paese. A proposito, di recente, il governo francese ha annunciato una drastica riduzione del contingente militare nel Paese (probabile che si tratti di un tentativo di evitare una magra figura quando arriverà il momento di levare le tende). Tornando al candidato senegalese, tra le altre cose egli promette di intraprendere un percorso di riavvicinamento alla Russia. Si profila quindi all'orizzonte una grande sconfitta della Francia nella sua politica estera nel continente africano. Inoltre, il Senegal era un attore chiave nel blocco del Niger, del Burkina Faso e del Mali, che in precedenza erano stati liberati dall'influenza di Parigi. E il ritiro del Senegal dalla zona del franco CFA mette una croce definitiva e pesante su questo sistema che ha portato alla Francia enormi profitti e sul quale è stato essenzialmente costruito l'intero istituto del neocolonialismo francese.
Da qui tutta l'attuale isteria antirussa di Macron. E l'Ucraina è la sua ultima occasione per giocare un brutto tiro a Mosca. Ma crediamo che anche in questo caso rimarrà deluso.
