Sanità in crisi, in 10 anni dimezzato il numero di chi si iscrive al test per infermieri

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Sanità in crisi, in 10 anni dimezzato il numero di chi si iscrive al test per infermieri

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https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/0 ... o/7293262/

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Sono 23.522 i candidati che il 14 settembre hanno affrontato il test per entrare a Infermieristica. Nel 2012 erano più di 44mila. In circa dieci anni, i giovani che tentano di intraprendere questo percorso professionale si sono praticamente dimezzati. “Sono ancora molti i ragazzi che si orientano sulla carriera infermieristica, ma si scontrano con le condizioni organizzative, economiche e contrattuali che non rendono appetibile la professione”, spiega Mangiacavalli. “Lo denunciamo da anni ma ora non è più soltanto un problema dell’Ordine, come non lo è solo dell’Università o della Sanità. È un problema del Paese, non più rimandabile”.

La questione della retribuzione è uno degli elementi più evidenti. Gli stipendi degli infermieri italiani sono in media più bassi del 23% rispetto a quelli dei loro colleghi nei paesi Ocse. Ma non è solo un tema di denaro. Un giovane che finisce in tempo il percorso di studi universitario inizia a lavorare a 22 anni, dopo la laurea triennale. Andrà in pensione 40 anni dopo e davanti a sé vede una carriera piatta, con poca possibilità di crescita, sia di posizione che di salario. Lavorerà per quattro decenni pressoché sempre nello stesso modo, con lo stesso stipendio e con poche possibilità di specializzarsi. “Dopo la laurea triennale molto spesso i nostri infermieri fanno master di primo o di secondo livello, lauree magistrali. Ma il Ssn li usa ancora come trent’anni fa”, commenta la presidente. “Nonostante nel frattempo sia cambiato il mondo e il bisogno dei cittadini, non sono stati rivisti i modelli organizzativi”.

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Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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Re: Sanità in crisi, in 10 anni dimezzato il numero di chi si iscrive al test per infermieri

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ereticamente ha scritto: 18 set 2023, 11:05 https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/0 ... o/7293262/

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Sono 23.522 i candidati che il 14 settembre hanno affrontato il test per entrare a Infermieristica. Nel 2012 erano più di 44mila. In circa dieci anni, i giovani che tentano di intraprendere questo percorso professionale si sono praticamente dimezzati. “Sono ancora molti i ragazzi che si orientano sulla carriera infermieristica, ma si scontrano con le condizioni organizzative, economiche e contrattuali che non rendono appetibile la professione”, spiega Mangiacavalli. “Lo denunciamo da anni ma ora non è più soltanto un problema dell’Ordine, come non lo è solo dell’Università o della Sanità. È un problema del Paese, non più rimandabile”.

La questione della retribuzione è uno degli elementi più evidenti. Gli stipendi degli infermieri italiani sono in media più bassi del 23% rispetto a quelli dei loro colleghi nei paesi Ocse. Ma non è solo un tema di denaro. Un giovane che finisce in tempo il percorso di studi universitario inizia a lavorare a 22 anni, dopo la laurea triennale. Andrà in pensione 40 anni dopo e davanti a sé vede una carriera piatta, con poca possibilità di crescita, sia di posizione che di salario. Lavorerà per quattro decenni pressoché sempre nello stesso modo, con lo stesso stipendio e con poche possibilità di specializzarsi. “Dopo la laurea triennale molto spesso i nostri infermieri fanno master di primo o di secondo livello, lauree magistrali. Ma il Ssn li usa ancora come trent’anni fa”, commenta la presidente. “Nonostante nel frattempo sia cambiato il mondo e il bisogno dei cittadini, non sono stati rivisti i modelli organizzativi”.

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Se volevano fare carriera dovevanobscegliere un'altra facolta' o prendere una laurea di 5-7anni. Se invece lo hanno fatto per lavorare, devono anche capire che la loro paga aumentera' anno dopo anno. Sono d'accordo a pagarli di piu', basato sul fatto che c'e molta richiesta, ma a me sembra piuttosto che non abbiano voglia di fare un lavoro duro e di responsabiita'. Se non partecipano ai concorsi, peggio per loro. Usiamo gli immigrati.


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Re: Sanità in crisi, in 10 anni dimezzato il numero di chi si iscrive al test per infermieri

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Re: Sanità in crisi, in 10 anni dimezzato il numero di chi si iscrive al test per infermieri

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https://milano.corriere.it/notizie/cron ... 1xlk.shtml

I 4 mila infermieri lombardi «fuggiti» in Svizzera (dove si guadagna quanto un primario)
diStefania Chiale
L'allarme: gli operatori sanitari in Lombardia sono troppo pochi (66 mila) mal pagati (a Milano lo stipendio medio è di 1.480 euro) e attirati dall'estero (dove si arriva a guadagnare 5 mila euro). «Servono 3 mila assunzioni, o il sistema va al collasso»

Cercasi 2.287 infermieri in Lombardia o addio case di comunità. Gli elementi chiave della riforma sanitaria lombarda finanziata dal Pnrr, in assenza di altri 3mila infermieri, rimarranno scatole vuote. Gli infermieri in regione sono pochi (66mila), mal pagati (gli stipendi italiani sono tra i più bassi in Europa) e in fuga all'estero, in particolare nella vicina Svizzera. È questo in sintesi il quadro delineato dai responsabili regionali dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi), dai dirigenti infermieristici del Sidmi e dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil Lombardia sentiti dalla commissione Sanità del Consiglio regionale. Un secondo giro di audizioni è stato fissato per il 28 settembre, ma il grido d'allarme lanciato è già estremamente esaustivo.

Mancato turnover e transfrontalieri
Perno del problema è il mancato turn over: «Sono 3mila gli infermieri che andranno in pensione in regione nei prossimi cinque anni, a fronte di non più di 2mila ingressi da neolaureati», ha spiegato il vicecoordinatore regionale Opi Aurelio Filippini. Ma in una regione come la Lombardia il tema dello stipendio inadeguato si fa sentire ancora di più per la vicinanza di Paesi in cui la professione è pagata tre volte tanto: sono 6-7mila gli infermieri della Lombardia che lavorano all'estero dove sono ambiti e valorizzati, di cui 4mila in Svizzera.

In 4mila vanno a lavorare ogni giorno in Svizzera
Gli infermieri transfrontalieri, infatti, arrivano a guadagnare in Svizzera fino a 5mila euro, quanto un primario in Italia, mentre la retribuzione mensile al di qua del confine non supera nella migliore delle ipotesi i 1.600-1.700 euro («1.480 è lo stipendio medio a Milano e provincia», corregge al ribasso il presidente di Opi Milano, Lodi, Monza e Brianza Pasqualino d'Aloia). Per dare un'idea della portata del fenomeno, i quattromila infermieri transfrontalieri in Svizzera rappresentano una forza lavoro pari a circa il 30-35% delle piante organiche delle aziende sanitarie delle città lombarde di confine, cioè Varese, Lecco, Como e Sondrio.

Pochi giovani
E ancora: c'è l'allarme generazionale. La Lombardia è la regione col maggior numero di infermieri sopra i 58 anni, in un Paese che nel 2023 ha toccato a livello nazionale i 52 anni e 2 mesi. «Gli infermieri che lavorano in Lombardia - dice la presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi - soffrono un contesto si stress lavorativo molto elevato a causa di una grave carenza di personale che, come avviene per il comparto medico, porta alla fuga di tanti infermieri verso il settore privato. Dobbiamo lavorare per costruire tutti insieme un percorso che possa invertire questo trend», ha detto Baffi che ha auspicato «risposte concrete e strutturali».

Le richieste
Le prime richieste a Regione Lombardia riguardano misure di welfare, tra cui carta sconto benzina, borse di studio a studenti che passano dal secondo al terzo anno, incentivi e borse per chi frequenta master successivi alla laurea, dal costo medio di 2.900 euro l'anno a fronte di retribuzioni mensili che non superano nella migliore delle ipotesi i 1.600-1.700 euro. Il futuro della presenza infermieristica in Lombardia «è un problema molto grave», commenta la consigliera del Pd Carmela Rozza: «La situazione della presenza degli infermieri è molto carente e nel futuro sarà ancora più
grave: si registrerà il 25% dei pensionamenti e gli iscritti ai corsi sono meno
dei posti messi a disposizione». La Regione, chiede la consigliera dem, «deve finanziare borse di studio per le professioni infermieristiche, sostenere economicamente gli studenti che vogliono iscriversi alla facoltà di infermieristica e per il personale in servizio deve riconoscere i percorsi di carriera e risorse aggiuntive nella contrattazione decentrata per gli stipendi». E il capogruppo del M5S al Pirellone Nicola Di Marco chiede che si lavori «immediatamente per cambiare la narrazione di questa professione, con incentivi per l’iscrizione ai corsi universitari, e attraverso un contratto nazionale del lavoro che sia adeguato alle esigenze degli infermieri sia a livello retributivo, sia a livello di riconoscimento dello status professionale e valorizzazione della dirigenza infermieristica. Occorre ampliare gli spazi di autonomia di questa professione. Infine, servono azioni mirate per le zone transfrontaliere utili a frenare l’esodo in corso».


Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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