Un commento che condivido su relazione USA - Italia

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Sayon
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Un commento che condivido su relazione USA - Italia

Messaggio da leggere da Sayon »

Ho trovato questo post, che condivido e che mi pare interessante per molti da leggere:

Perché la politica degli ucraliani condanna l'Italia alla morte sociale ed economica.
Gli USA perseguono i loro interessi, lecito. Che questi interessi prevedano continue guerre, è un fatto. Gli interessi degli USA e quelli dell'Italia coincidono? Palesemente NO.

La strategia americana implica questi presupposti:

Finanziare a tempo indeterminato l’Ucraina, uno Stato in guerra con una grande potenza dotata di risorse strategiche di molto superiori; uno Stato la cui economia è già devastata, e lo sarà progressivamente sempre di più. Dunque non solo finanziare le FFAA ucraine, ma un intero paese grande il doppio dell’Italia che già ora non è in grado di provvedere autonomamente ai bisogni elementari della sua popolazione e delle sue istituzioni, e lo sarà sempre meno.
L’Europa mediterranea non conta più nulla, conta soltanto l’Europa Orientale e Scandinava, che deve diventare l’hub logistico della guerra contro la Russia, fornire truppe, prendere posizioni politiche utili (es., adesione alla NATO di Finlandia e Svezia). Il mediterraneo è nelle mani di Erdogan. Lo abbiamo perso con l'attacco alla Libia della stessa NATO.
Qualcuno deve pagare i conti al punto 1 e 2 + tutti i conti accessori, ad es. quel che chiede e chiederà la Turchia, un elemento chiave nella strategia USA. C’è un limite anche alle possibilità americane di erogare denaro con la bacchetta magica della FED. Chi paga il resto? Secondo me paga l’Europa mediterranea, e in prima fila l’Italia, il Bel Paese dove il sì suona ancor prima che gli americani pongano le domande.
Morale: non solo perdiamo mercati per noi molto importanti come il mercato russo, ma dobbiamo pagare il conto stratosferico della strategia che ce li fa perdere. Da dove usciranno questi soldi? Qualcosa mi suggerisce che usciranno dal risparmio degli italiani + dalle casse dello Stato italiano. Il quale non ha la bacchetta magica della FED, non può erogare a debito neanche un euro senza il permesso della UE che ormai coincide con la NATO, e dunque taglierà progressivamente il welfare, obiettivo: welfare zero.

Le classi dirigenti italiane cercheranno di indorare la pillola con cantafavole sulla battaglia della democrazia contro le autocrazie, con la promessa che domani si farà credito, con provvedimenti assistenziali tipo cerottino sulle ferite da mitragliatrice, con la difesa dei diritti inalienabili dell’individuo tipo le lotte LGBT.

La subalternità dell’Italia agli USA è un fatto incontestabile, perché l’Italia è stata sconfitta nella IIGM, e assegnata, a Yalta, alla zona d’influenza statunitense. Sino all’implosione dell’URSS, questa subalternità è stata gestita in modo sostanzialmente favorevole, o almeno tollerabile, per l’Italia: per gli USA l’Italia era strategicamente importante, e le classi dirigenti italiane si ritagliavano un margine di autonomia politica per realizzare, nei limiti del possibile, l’interesse nazionale.

Oggi, l’Italia non ha importanza strategica, per gli Stati Uniti. Ce l’avrebbe solo in negativo, ossia se manifestasse serie intenzioni di rompere il fronte NATO – UE e quindi di intralciare o compromettere la strategia antirussa e anticinese americana. Dunque l’Italia passa dalla condizione di Stato satellite alla condizione di colonia vera e propria, da cui estrarre valore politico (adesione perinde ac cadaver alla politica estera USA) e valore economico (pagare il conto della strategia USA), e basta.

Se le condizioni sociali della colonia Italia vanno in malora, agli Stati Uniti interessa il giusto: cioè molto, molto poco.

Come si reagisce a queste condizioni poco simpatiche? Anzitutto, fare un esame di realtà e rendersi conto che non possiamo MAI PIU’ ragionare come se l’interesse statunitense e l’interesse italiano coincidessero. Può avvenire, ma sarà sempre una rara eccezione, mai la regola. Poi, imparare a contrattare, e a giocare su più tavoli: come hanno imparato a fare i paesi africani, le ex colonie occidentali che l’esame di realtà, e molto severo, l’hanno dovuto fare prima di noi.

Bisogna anche smettere di identificarsi emotivamente e culturalmente con gli americani. Non è facile, perché il soft power statunitense ha lavorato a lungo e a fondo, e siccome per la cultura eccezionalista americana gli americani sono sempre i Buoni, identificandoci psicologicamente con loro ci sentiamo anche noi Quasi Buoni, sulla via di diventare - domani, quando il Progresso farà credito - Buoni del tutto, Buoni d.o.c..

L'Italia e l'Europa occidentale sono ad un bivio storico : O restare ostaggi di chi vuole rovinarci, cosa che prospettano in piena Sindrome di Stoccolma gli ucraliani;O liberarsi dalle catene a stelle e strisce e iniziare a fare partenariati con quelle nazioni che ci offrono scambi equi in merci e risorse. Un Europa occidentale che non è serva né padrona, ma in grado di autodeterminare ciò che è il proprio bene. E l'Italia, in un tale contesto tornerà ad essere la potenza mediterranea, il ponte dell' Europa occidentale con l'africa, egemone nel mediterraneo e dialogante con gli stati africani.
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Valerio
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Re: Un commento che condivido su relazione USA - Italia

Messaggio da leggere da Valerio »

Non sono così esperto da rispondere. Voglio solo far notare che gli USA ottengono due effetti:

1) svecchiano i loro arsenali convenzionali e si riarmano con apparati tecnologicamente molto superiori.

2) tengono la Russia in continuo stress, aumentando così il "peso" delle sanzioni per renderle più devastanti.

La Cina lo ha capito e, ricevuto il messaggio, diminuisce gradualmente il passo falso che aveva fatto appoggiando (a parole) Putin.
Sovranità al Cittadino.
Non abbiamo un pianeta B
In onore dei pennuti heyokani: Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli.
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