La Coscienza.

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heyoka
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da heyoka »

Io ce la metto tutta, Ciarli, ma sei ancora più ermetico di Saint Exupery nel suo libro
Cittadella.
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nerorosso
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da nerorosso »

heyoka ha scritto: 1 mar 2021, 14:56 Io ce la metto tutta, Ciarli, ma sei ancora più ermetico di Saint Exupery nel suo libro
Cittadella.
E se lo dici tu… :mrgreen:

Scherzo, comunque è sempre in topic…
SLAVA ROSSIJA!!! 🇷🇺
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heyoka
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da heyoka »

nerorosso ha scritto: 1 mar 2021, 18:13
heyoka ha scritto: 1 mar 2021, 14:56 Io ce la metto tutta, Ciarli, ma sei ancora più ermetico di Saint Exupery nel suo libro
Cittadella.
E se lo dici tu… :mrgreen:

Scherzo, comunque è sempre in topic…
Ci mancherebbe! Comunque, a me mi sembra di essere limpido e chiaro come l' acqua di un ruscello di alta montagna.
Ot. Non chiedermi di mandarti i link delle discussione da spostare all' interno di Metafisica, che faccio meno fatica ad interpretare Ciarli.
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Shamash
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da Shamash »

Provo a rispondere anch'io, visto che è colpa mia se in altra discussione ho gettato il sasso di questo argomento. :grin:
Il tema della coscienza ha interessato per secoli scienziati e filosofi (soprattutto questi ultimi, mentre i primi hanno affrontato la questione successivamente) e, ancora oggi, non vi è una definizione sola o un'ipotesi unica, bensì varie.
Differenziamo le cose. In neuroscienze, la coscienza viene associata alla consapevolezza, dove possono anche essere intese come sinonimi.
David Chalmers, filosofo dell'Università della California, nel 1995 ha distinto i problemi semplici della coscienza (fenomeni risolvibili con una metodologia neuroscientifica standard) dai problemi complessi della coscienza (come le emozioni, che non sono affatto semplici). Distinzione ancora valida.
Arriviamo quindi al concetto di correlati neurali della coscienza (CNC), dovuto a Christof Koch e Francis Crick (premio Nobel per gli studi sul DNA), ossia la minima quantità di eventi neuronali sufficienti per uno specifico percetto cosciente.
La psicologia cognitiva, d'altro canto, parla di coscienza descrivendola come uno stato mentale accompagnato da una certa fenomenologia, un'esperienza, la quale riflette alcuni tipi di elaborazione delle informazioni.
In ambito filosofico, invece, lo studio della coscienza è (per ragioni storiche) assai nutrito. Vi è, generalmente, una descrizione in due livelli: a livello più basso c'è la consapevolezza, a un livello più alto vi è la coscienza introspettiva.
Jung, che concepisce le immagini (in qualità di percezioni visive) come contenuti dell'anima, contempla con muta ammirazione tale fenomeno, descrivendolo come "l'occhio che accoglie", ossia che osserva l'immagine che si palesa allo sguardo muto, appunto contemplativo.

Si tratta, quindi, a mio avviso di un sistema assai complesso di percezioni, elaborazioni e dialogo interiore, che poi si mescola anche al lato culturale di ognuno di noi.

Ma, appunto, la questione è certamente aperta e le interpretazioni possono essere molte, anche alla luce dell'approccio disciplinare scelto. ;)
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Ovidio
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da Ovidio »

Shamash ha scritto: 1 mar 2021, 19:08 Provo a rispondere anch'io, visto che è colpa mia se in altra discussione ho gettato il sasso di questo argomento. :grin:
Il tema della coscienza ha interessato per secoli scienziati e filosofi (soprattutto questi ultimi, mentre i primi hanno affrontato la questione successivamente) e, ancora oggi, non vi è una definizione sola o un'ipotesi unica, bensì varie.
Differenziamo le cose. In neuroscienze, la coscienza viene associata alla consapevolezza, dove possono anche essere intese come sinonimi.
David Chalmers, filosofo dell'Università della California, nel 1995 ha distinto i problemi semplici della coscienza (fenomeni risolvibili con una metodologia neuroscientifica standard) dai problemi complessi della coscienza (come le emozioni, che non sono affatto semplici). Distinzione ancora valida.
Arriviamo quindi al concetto di correlati neurali della coscienza (CNC), dovuto a Christof Koch e Francis Crick (premio Nobel per gli studi sul DNA), ossia la minima quantità di eventi neuronali sufficienti per uno specifico percetto cosciente.
La psicologia cognitiva, d'altro canto, parla di coscienza descrivendola come uno stato mentale accompagnato da una certa fenomenologia, un'esperienza, la quale riflette alcuni tipi di elaborazione delle informazioni.
In ambito filosofico, invece, lo studio della coscienza è (per ragioni storiche) assai nutrito. Vi è, generalmente, una descrizione in due livelli: a livello più basso c'è la consapevolezza, a un livello più alto vi è la coscienza introspettiva.
Jung, che concepisce le immagini (in qualità di percezioni visive) come contenuti dell'anima, contempla con muta ammirazione tale fenomeno, descrivendolo come "l'occhio che accoglie", ossia che osserva l'immagine che si palesa allo sguardo muto, appunto contemplativo.

Si tratta, quindi, a mio avviso di un sistema assai complesso di percezioni, elaborazioni e dialogo interiore, che poi si mescola anche al lato culturale di ognuno di noi.

Ma, appunto, la questione è certamente aperta e le interpretazioni possono essere molte, anche alla luce dell'approccio disciplinare scelto. ;)
Possiamo in teoria costruire un computer che ricalchi il sistema nervoso.

Possiamo creare sensori che mettano in collegamento i segnali sensorici captati con il predetto compiuter.

A questo punto si deve installare nel computer un algoritmo per fargli interpretare i - e reagire ai segnali sensoriali.

Senza questo algoritmo (leggi intelligenza artificiale) il robot è solo un insieme di cip e ferraglia.

Un robot non formulerà mai la frase "cogito ergo sum".
Punto.
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da Shamash »

Ovidio ha scritto: 1 mar 2021, 19:31 Possiamo in teoria costruire un computer che ricalchi il sistema nervoso.

Possiamo creare sensori che mettano in collegamento i segnali sensorici captati con il predetto compiuter.

A questo punto si deve installare nel computer un algoritmo per fargli interpretare i - e reagire ai segnali sensoriali.

Senza questo algoritmo (leggi intelligenza artificiale) il robot è solo un insieme di cip e ferraglia.

Un robot non formolerà mai la frase "cogito ergo sum".
Punto.
Esatto, concordo.
Aggiungo (da odiatore della matematica :grin: ) che a mio avviso qualsiasi algoritmo, seppur minuziosamente elaborato, non potrà mai replicare perfettamente la straordinaria complessità delle emozioni, delle sensazioni e delle qualità umane. Potrà di certo (e grazie all'AI) copiare molti aspetti, ma non quelli più intimi che ci rendono diversi da qualsiasi altro essere vivente sul pianeta.
La coscienza (intesa qui in termini più filosofici) è proprio uno di questi elementi, come la sensibilità, l'empatia e così via. Le sensazioni sono (in termini psichici) elaborazioni degli stimoli sensoriali (e quindi ancora appannaggio di essere ben "copiate" dagli algoritmi), ma per gli altri elementi (che richiedono capacità superiori) sarà impossibile.
Saranno copie, modi di scimmiottare il comportamento umano in date situazioni (anche emotive), preimpostate e opportunamente istruite, ma non una reale manifestazione delle stesse. Smiling
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da heyoka »

Mi piacerebbe, ad esempio, ripartire da questi ultimi post, di Ovidio e Shamash.
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da heyoka »

Ma in campo religioso non è la razionalità che deve guidarci, ma la nostra intima voce che ci dice sempre cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E quì, caro Ovidio si scatenano delle guerre interne a noi stessi sul come mettere insieme il nostro bene personale ( o anche familiare e sociale) con il bene che la nostra intima voce ci dice.
Tutto questo combattere all' interno delle nostre coscienze individuali ( e collettive), Ovidio, pensi siano frutto del CASO o di un un PENSIERO?????
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da Ovidio »

heyoka ha scritto: 20 feb 2021, 7:04 Anche su questa strana "CREATURA", ci sono molti fili pendenti che non riesco ad annodare.
Prima fi tutto a COSA serve?
Siamo solo Noi umani che abbiamo questo poliziotto misterioso in testa, che ci dice cosa dobbiamo fare o non fare?
Quelli che non credono in una vita futura, perché si fanno tanti scrupoli e non dormono la notte, quando questa picchia duro nei loro PENSIERI?
“Sei un’incosciente” o “non hai coscienza” è un rimprovero.

Ma non è un rimprovero per qualcosa che si dovrebbe avere e che non si ha.

Questa sarebbe una patologia, e la patologia si compatisce, si comprende, non si rimprovera.

No, il rimprovero è perché la coscienza si dovrebbe ascoltare, ma non la si ascolta.

La coscienza non è qualcosa che è in noi, ma è esterna a noi, una voce che ci indica la via giusta.

A mio parere è la voce della GEP, per utilizzare il vocabolario heyokese, cosa che dovrebbe acquietare anche chi guarda al gender, visto che GEP è femminile, al contrario di Dio, maschile.

A cosa serve? Ma a metterci in relazione con Lui/Lei!

Almeno questa è la mia opinione. Ma è solo un’opinione!
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Re: La Coscienza.

Messaggio da leggere da Gasiot »

heyoka ha scritto: 20 dic 2021, 13:57
Ma in campo religioso non è la razionalità che deve guidarci, ma la nostra intima voce che ci dice sempre cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E quì, caro Ovidio si scatenano delle guerre interne a noi stessi sul come mettere insieme il nostro bene personale ( o anche familiare e sociale) con il bene che la nostra intima voce ci dice.
Tutto questo combattere all' interno delle nostre coscienze individuali ( e collettive), Ovidio, pensi siano frutto del CASO o di un un PENSIERO?????
Parto da qui perchè ho trovato una domanda alla quale posso dare una mia semplice risposta ,dopo aver letto con calma tutte le risposte precedenti ed avere anche un pò di mal di testa per la complessità dell'argomento
E' il caso che genera il pensiero , detto in altre parole ,la coscienza si forma per via ereditaria ,o meglio con quello che ti hanno inculcato in testa da piccolo , quindi dipende soprattutto da dove nasci e cresci per essere quello che sei e la coscienza è derivata da manipolazioni ancestrali
Ovvio che non sia una regola assoluta , esistono le eccezioni
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
Desmond Bagley
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