#come pensa un fisico#
Inviato: 16 gen 2021, 12:07
Heyoka, mi stai tirando per i capelli. Prima di tutto una spiegazione a Sara: con la mia risposta ad hayek lungi da me fare divulgazione scientifica, ma solo chiarire come pensa un fisico, o meglio, come penso io in qualità di fisico.
Gli esperimenti a cui ho partecipato, prima al CERN, poi al PSI (Paul Scherrer Insitut) andavano sotto il titolo "vacuum polarisation" (polarizzazione del vuoto), e molti dei risultati pubblicati su riviste scientifiche con fattore di alto impatto sono stati pubblicati sotto questo titolo.
Una premessa: già il titolo è metafisico ed incomprensibile. Ancora oggi non si sa se esiste il vuoto e, se esiste, cosa sia in realtà. Figuriamoci poi una sua polarizzazione.
Comunque in letteratura scientifica basta guardare "Vacuum polarization".
La fisica descrive le leggi naturali tramite relazioni (spesso espresse come equazioni, ma non sempre) tra grandezze matematiche.
Alla base di queste relazioni vi sono essenzialmente quattro cose: le "particelle", gli osservabili, le interazioni tra le particelle e le coordinate spaziali e temporali in cui le particelle hanno definite proprietà (posizione, velocità, carica elettrica, massa, e varie altre proprietà quantiche), in cui gli osservabili possono essere misurati e in cui le interazioni tra le "particelle" vengono postulate.
Parlo di "particelle" perché è difficile se non impossibile parlare di corpi, oggetti, onde. In realtà nessun fisico può dire come è fatto l'universo, ma dalle sue osservazioni può fare solo l'ipotesi che è composto di particelle elementari e in base a questa ipotesi formulare interazioni espresse da relazioni matematiche. Niente di più e niente di meno.
Particelle che non vede, non sa cosa sono, non sa se esistono in modo univoco o se vi siano altre entità ancora sconosciute. Forse il modo migliore sarebbe parlare di "concentrazione spaziotemporale di energia" osservabile.
A questo proposito, tra le varie energie c'è anche da considerare l'energia pensante di hayek. Se uno pensa e vede nel pensiero una cosa anche astratta come "chimera", che energia genera? Il risultato di questa energia, il pensiero, cosa è? Dove va? Come si sviluppa? Persiste, si crea qualcosa di nuovo o svanisce nel nulla provocando solo un aumento di temperatura negli emisferi cerebrali? O l'idea "chimera" genera un pacchetto d'onda di energia elettromagnetica che si propaga nello spazio e che contiene l'idea che l'ha generata? E se è così, il pacchetto d'onde può essere intercettato e analizzato? È così che può essere spiegata la telepatia regolarmente utilizzata dagli esquimesi, ben descritta nel libro "ombre lunghe"e da me personalmente verificata?
È così che ragiona il fisico: si pone le domande, fa le osservazioni, cerca di formulare teorie matematiche al riguardo, in base a queste teorie fa previsioni su nuove osservazioni, controlla le previsioni e in base a queste corregge o amplia le teorie.
Ma nel momento in cui pensa che le sue teorie siano verità cessa di essere uno scienzato ed entra nel campo della fede.
Se vi interessa come pensa un fisico, potrei proseguire, cercando anche di rispondere ad hayek, altrimenti su vostro gentile invito la finisco qui, al punto 1.
Gli esperimenti a cui ho partecipato, prima al CERN, poi al PSI (Paul Scherrer Insitut) andavano sotto il titolo "vacuum polarisation" (polarizzazione del vuoto), e molti dei risultati pubblicati su riviste scientifiche con fattore di alto impatto sono stati pubblicati sotto questo titolo.
Una premessa: già il titolo è metafisico ed incomprensibile. Ancora oggi non si sa se esiste il vuoto e, se esiste, cosa sia in realtà. Figuriamoci poi una sua polarizzazione.
Comunque in letteratura scientifica basta guardare "Vacuum polarization".
La fisica descrive le leggi naturali tramite relazioni (spesso espresse come equazioni, ma non sempre) tra grandezze matematiche.
Alla base di queste relazioni vi sono essenzialmente quattro cose: le "particelle", gli osservabili, le interazioni tra le particelle e le coordinate spaziali e temporali in cui le particelle hanno definite proprietà (posizione, velocità, carica elettrica, massa, e varie altre proprietà quantiche), in cui gli osservabili possono essere misurati e in cui le interazioni tra le "particelle" vengono postulate.
Parlo di "particelle" perché è difficile se non impossibile parlare di corpi, oggetti, onde. In realtà nessun fisico può dire come è fatto l'universo, ma dalle sue osservazioni può fare solo l'ipotesi che è composto di particelle elementari e in base a questa ipotesi formulare interazioni espresse da relazioni matematiche. Niente di più e niente di meno.
Particelle che non vede, non sa cosa sono, non sa se esistono in modo univoco o se vi siano altre entità ancora sconosciute. Forse il modo migliore sarebbe parlare di "concentrazione spaziotemporale di energia" osservabile.
A questo proposito, tra le varie energie c'è anche da considerare l'energia pensante di hayek. Se uno pensa e vede nel pensiero una cosa anche astratta come "chimera", che energia genera? Il risultato di questa energia, il pensiero, cosa è? Dove va? Come si sviluppa? Persiste, si crea qualcosa di nuovo o svanisce nel nulla provocando solo un aumento di temperatura negli emisferi cerebrali? O l'idea "chimera" genera un pacchetto d'onda di energia elettromagnetica che si propaga nello spazio e che contiene l'idea che l'ha generata? E se è così, il pacchetto d'onde può essere intercettato e analizzato? È così che può essere spiegata la telepatia regolarmente utilizzata dagli esquimesi, ben descritta nel libro "ombre lunghe"e da me personalmente verificata?
È così che ragiona il fisico: si pone le domande, fa le osservazioni, cerca di formulare teorie matematiche al riguardo, in base a queste teorie fa previsioni su nuove osservazioni, controlla le previsioni e in base a queste corregge o amplia le teorie.
Ma nel momento in cui pensa che le sue teorie siano verità cessa di essere uno scienzato ed entra nel campo della fede.
Se vi interessa come pensa un fisico, potrei proseguire, cercando anche di rispondere ad hayek, altrimenti su vostro gentile invito la finisco qui, al punto 1.