#come pensa un fisico#

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Re: #come pensa un fisico#

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Holubice ha scritto: 23 gen 2021, 16:44
Ovidio ha scritto: 23 gen 2021, 12:43 ...
P. S.: controindicazione per chi confonde la Svizzera con l'orologio a cucù e la cioccolata (che fu importata a Berna dal Piemonte)
Importarono il cucù, o la cioccolata...? Immagine




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Credo tutte e due: il cucù è tipico della foresta nera tedesca (Schwarzwald), la cioccolata dal PiemoNt el 1800.
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Re: #come pensa un fisico#

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Holubice ha scritto: 23 gen 2021, 16:44
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Dammi un pò di tempo, la debbo prendere alla larga, anche per rispondere a Heyoka!
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Re: #come pensa un fisico#

Messaggio da leggere da Ovidio »

#Galileo1# Galileo ha creato la fisica, e al contempo il metodo di ricerca scientifica, con due eserimenti, uno pratico ed uno puramente teorico.

Il pratico: con una molla ha messo in moto su una tavola un disco, ed ha notato che, più levigava la tavola, più il disco andava lontano. Conlusione: la molla agise come una forza che cambia il moto del disco (da "fermo" a "in movimento") e la ruvidità del tavolo agisce come un forza che cambia il moto del disco, rallentandolo sino ad arrestarlo. Conclusione: il moto di un corpo cambia se su di esso agisce una forza. Se su un corpo non agisce nessuna forza il suo moto resta costante, ab eternum; senza la molla il disco resterebbe sempre fermo (anche la posizione "fermo" è un tipo di moto), senza l'attrito il disco si muoverebbe di velocità costante (sempre la stessa velocità).

Forza = accellerazione (positiva se la velocità aumenta, negativa se diminuisce)

Con questo abbatteva in un colpo solo il verbo di Aristotele che sosteneva l'esatto contrario (forza = movimento; se la velocità diminusce è perché la forza diminuisce) e si attirava anche, o forse soprattutto per questo la scomunica della chiesa.
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Re: #come pensa un fisico#

Messaggio da leggere da Ovidio »

Il logos! La matematica è logica. La fisica è logica. Questo vuol dire che
1. nella natura esiste una logica, un logos
2. il logos può essere compreso dal pensiero umano
3. se facciamo errori di logica, la natura ci corregge, tramite l'osservazione

Il contrapporre la fisica di Aristotele a quella di Galileo ci aiuta a meglio comprendere queste asserzioni.

La nostra logica ci dice che se vi è un effetto, questo è dovuto ad una causa. Una logica riconosciuta in modo universale.

Uno degli effetti osservati da Aristotele era il moto, da cui la sua logica: se vi è moto, vi è una causa. La freccia si muove? La causa: l'arco. La freccia continua a muoversi? La causa: la spinta dell'aria.

Se l'azione dell'arco sulla freccia individuata come causa è giusta, l'azione dell'aria sulla freccia come causa del permanere in volo della freccia fa acqua da tutte le parti. Dove sta l'errore?

Nella non logica di Aristotele: il moto non è uno stato assoluto, ma uno stato relativo. Se la freccia si muove rispetto al terreno, la freccia è ferma per chi si muove alla sua velocità. Quindi per chi sta a terra c'è una forza, una forza che sparisce all'lstante per chi si muove con la freccia. Un assurdo.

La riposta di Galileo? Se vi è cambiamento di moto vi è una causa. Una legge fisica che si può allargare, indicando il moto come uno stato: se vi è cambimento di stato vi è una causa.

Una legge tutt'ora valida.

Seguitando a ragionare ... e se non vi è cambiamento? Ma tutto cambia o qualcosa permane? E se qualcosa permane, cosa?

La risposta della scienza è che nel cosmo tutto cambia, ma alle conoscenze attuali restano costanti le leggi fisiche, le leggi della natura, resta costante il logos.

Ma cosa è chi e sempre stato, sempre è, sempre sarà? ... E qui mi fischiano le orecchie.
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Ovidio ha scritto: 23 gen 2021, 12:43 ...
Prima di lui solo Newton e Johann Wolfgang von Goethe vi si erano cimentati, con risultati disastrosi, per cui mancava completamente una teoria che descrivesse il colore.
Un compito banale? No, essenziale per l'industria. E Schrödinger postula che tutti i colori possano essere descritti in uno spazio tridimensionale che abbia come coordinate base tre colori qualsiasi, scelti a piacere. Mischiando tre colori scelti a caso, si puó ottenere qualsiasi colore (oggi si prende il rosso, il verde ed il blu). Tre come i recettori base dell'occhio (all'epoca non si sapeva niente dei coni e bastoncelli!).
Oggi grazie a quel lavoro esiste la colorimetria, un campo in cui la Svizzera, a seguito di quel lavoro, ha giocato un ruolo da protagonista sia nel campo dei tessili che in quello della misura del colore.


Questa è una delle applicazioni pratiche:

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Re: #come pensa un fisico#

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Holubice ha scritto: 24 gen 2021, 18:38
Questa è una delle applicazioni pratiche:

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Ti ci perdi! Ma il problema vero è il bianco. Addirittura fu assegnato un premio nobel per il fisico che, sviluppando un terzo colore di led (in particolare il blu, ma poteva essere qualiasi altro colore) ha permesso il led a luce bianca.

Un'altro problema del bianco, la sua misura. Perchè le società che producono saponi per lavare utilizzano azzurranti che emettono nell'ultravioletto (in realtà non smacchiano, ma colorano dando la sensazione del bianco), e gli apparecchi che misurano nell'ultravioletto sono instabili.

Il terzo problema è che nelle diverse etnie il bianco viene interpretato con diverse sfumature. Per un cinese il bianco è diverso dal bianco per un eschimese o un africano.

In ultimo: si ha l'orecchio assoluto, ma non l'occhio assoluto. Il la (la nota) è la stessa per tutti. Se non la prendi, sei stonato. Il colore è soggettivo, e se sei in una stanza a illuminazione monocromatica, ad esempio rosso, dopo un certo tempo (circa 15 minuti) non percepisci più il rosso, ma solo bianco!
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Re: #come pensa un fisico#

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Il fascino dei colori è dato proprio da tutto questo "mix" di fattori, fra cui quelli squisitamente fisici (assorbimento/riflessione sulle superfici), ma anche percettivi (occhio umano e visione dei medesimi, attraverso l'elaborazione cerebrale) e culturali, proprio perché ogni cultura (o anche la medesima ma in epoche differenti) attribuisce significati diversi. Ci sono quindi elementi universali e altri soggettivi, dunque è un campo affascinante ed estremamente complesso. Quando si studia il packaging per un nuovo prodotto, ad esempio, il colore è determinante sotto moltissimi aspetti e non si può mai prescindere dai tre grandi campi citati (fisico, psicologico e culturale). Viceversa, "dimenticandone" anche solo uno, si farebbe un buco nell'acqua... Smiling
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Re: #come pensa un fisico#

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Shamash ha scritto: 24 gen 2021, 20:38 Il fascino dei colori è dato proprio da tutto questo "mix" di fattori, fra cui quelli squisitamente fisici (assorbimento/riflessione sulle superfici), ma anche percettivi (occhio umano e visione dei medesimi, attraverso l'elaborazione cerebrale) e culturali, proprio perché ogni cultura (o anche la medesima ma in epoche differenti) attribuisce significati diversi. Ci sono quindi elementi universali e altri soggettivi, dunque è un campo affascinante ed estremamente complesso. Quando si studia il packaging per un nuovo prodotto, ad esempio, il colore è determinante sotto moltissimi aspetti e non si può mai prescindere dai tre grandi campi citati (fisico, psicologico e culturale). Viceversa, "dimenticandone" anche solo uno, si farebbe un buco nell'acqua... Smiling
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Re: #come pensa un fisico#

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Riprendo il discorso. Galileo postula, in contrapposizione ad Aristotele, che un moto permane costante sino a che una forza non agisce su di esso.

Aristotele diceva l'esatto contrario: un moto permane sino a che una forza agisce su di esso.

Galileo formula una nova teoria e introduce un nuovo metodo nella ricerca scientifica: sottoporre una teoria alla prova dell'esperinza.

È tramite l'esperinza che la Natura corregge o conferma i nostri pensieri .

Ma ci sono altri due salti concettuali i che Galileo fa:

1. sostituisce la parola moto con stato e la parola forza con azione .

In seguito a questo la sua teoria viene formulata: "uno stato permane costante sino a a quando un'azione non intervenga su di esso modificandolo"!

Una teoria rimasta valida sino ad oggi!

Il secondo salto concettuale è
2. interpretare il rapporto stato/azione come una legge fisica, anzi, come Legge Naturale

A questo punto Galileo è pronto ad introdurre il suo quarto contributo alla conoscenza, il salto concettuale più difficile a formulare, quello più gravido di conseguenze, la relatività galileina:

In ogni sistema non soggetto ad azioni esterne valgono le stesse Leggi Naturali.

Per formulare questa affermazione Galileo ricorre a quello che in fisica a volte si usa e che si chiama "esperimento concettuale".

Ne parlerò brevemente in seguito, ma quello che ora mi interessa sottolineare, è che questa affermazione non è altro che una professione di credo in un ente supremo.

C'è una contraddizione di fondo: essendo l'ente supremo un'azione esterna al cosmo, nel cosmo non si potrebbero nè studiare e nè conoscere le leggi naturli!

La reltività generale di Einstein supererà questo paradosso.

P. S. Per Sara: i dati base sono dati che ogni fisico può sottoscrivere. Il modo di esporli è un modo mio del tutto personale, non riscontrato da me altrove. Ma non è "scienza divulgativa", al contrario, sono posizioni aperte al dialogo.
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Re: #come pensa un fisico#

Messaggio da leggere da heyoka »

Heyoka, mi stai tirando per i capelli. Prima di tutto una spiegazione a Sara: con la mia risposta ad hayek lungi da me fare divulgazione scientifica, ma solo chiarire come pensa un fisico, o meglio, come penso io in qualità di fisico.
Quando un argomento mi interessa in modo ossessivo, non mi limito ai capelli, caro Ovidio.
Mi dispiace invece non saper come fare x tirare x i capelli Sara, Sembra sia sparita.
Comunque tu va avanti che anche se faccio fatica a seguirti su questi percorsi scientifici, cerco di starti dietro.
Dopo di che, se non ce la faccio, mi affido al mio fiuto heyokano che non mi ha mai fatto perdere la bussola, in questa giungla di operazioni algebriche che a me fanno venire il mal di testa. Sarò all' antica, ma mi fido molto di più a studiare sul grande libro di Madre Natura.
Costa niente, mi obbliga a studiarlo stando in mezzo alla natura e mi fa anche pedalare che fa bene al corpo e alla mente.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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Re: #come pensa un fisico#

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Ovidio ha scritto: 30 gen 2021, 11:32 ...
In ogni sistema non soggetto ad azioni esterne valgono le stesse Leggi Naturali.

Per formulare questa affermazione Galileo ricorre a quello che in fisica a volte si usa e che si chiama "esperimento concettuale".

Ne parlerò brevemente in seguito, ma quello che ora mi interessa sottolineare, è che questa affermazione non è altro che una professione di credo in un ente supremo...
Che se si prende un sasso e lo si scaglia forte, forte, nello spazio, questo sasso potrebbe continuare a viaggiare (teoricamente) all'infinito lo sapevo già. Ma questo tuo passaggio bisogna che lo argomenti meglio. Ricordo anche alcune parole di Einstein, nelle sue lettere, in cui manifestava una sorta di religiosità della scienza, ovvero il rimanere esterrefatti nello scoprire i meccanismi che sottendono il funzionamento dell'Universo.

Lettera Einstein
Spoiler:
In una famosa lettera del 1952 a un amico, Einstein esprime la sua totale lontananza da una visione atea dell’esistenza, seppur chiarisce allo stesso tempo l’impossibilità di conoscere tale “dio”, rimanendo dunque distante anche dalla visione cristiana: «Caro Solovine […]. Lei trova strano che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo autorizzati a parlare di comprensibilità), come un miracolo o un eterno mistero. Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d’ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt’altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall’uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d’ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il “miracolo” che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze. È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo di Dio, ma anche dei miracoli. Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere “il miracolo” senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io – fiaccato dall’età – sia ormai facile preda dei preti» (A. Einstein, Opere scelte, a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri 1988, pp. 740-741). Concetto ribadito in un’altra riflessione: «Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell’essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare interamente la forza misteriosa che muove le costellazioni» (D. Brian, Einstein a life, 1996, p. 127; M. Jammer, Einstein and Religion: Physics and Theology, Princeton University press 1999, p. 48).



Magari però, prima, scodelli tutto quello che sai circa il pallino della mia vita ...

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Mi piacerebbe sapere tutto quello che sono riusciti a capirci gli uomini sull'argomento. Dopo tutto, sei ha fatto il ricercatore tutto questo tempo, qualche cosa devi aver pur trovato...

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Re: #come pensa un fisico#

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Scusa Holubice, devi ancora aspettare. Ma purtroppo i dubbi resteranno ad aeternum! Io ti posso solo dire quello che penso nel mio piccolo!

Il secondo esperimento di Galileo è un eperimento puramente mentale, perché al suo tempo non potva essere eseguito in pratica.

Nel primo esperimento Galileo in una stanza, tramite una molla lancia un disco su una tavola piana, e nota che tanto più leviga la tavola, tanto più lontano va il disco, tanto più tardi il disco si arresta. Ragionando al limite, Galileo desume che se il tavolo fosse perfettamente levigato, non avesse attrito e non esercitasse così alcuna forza frenante sul disco, questo continuerebbe a muoversi con la stessa velocità per sempre.

Galileo fa l'esperimento in una camera, cioè in uno spazio che lui chiama "suo sistema di riferimento", e si pone la domanda: le leggi della fisica che io studio nel mio sistema di riferimento, sono le stesse leggi che valgono se fossi in un sistema di riferimento diverso, ad esempio se facessi esperimenti non in una stanza che non si muove, ma in una stanza che rispetto a questa si muovesse, ad esempo nella cabina di una nave?

Nella sua stanza Galileo vede fiori crescere, una vasca di pesci che nuotano indisturbati, un disco sul tavolo che non si muove. Tutto quello che vedrebbe nella cabina di una nave che si muove su un mare piatto a velocltà costante. Le leggi che regolano la vita dei pesci, la crescita della pianta, il moto del disco sul tavolo, tutto sarebbe identico a quello che osserverebbe nella sua stanza a terra.

Nei due sistemi di riferimento, stanza e cabina, le leggi della fisica sono le tesse e gli esperimenti condurrebbero alle stesse conclusioni... a meno che ... la corsa della nave, causa una folata di vento, non venga accellerata o frenata.

Allora vedrebbe il vaso di pesci roversciarsi, i fiori cadere a terra, il disco muoversi. In pratica in tutta la stanza comparirebbe l'azione di una forza.

Ma questa forza è solo apparente, non esiste, e un esperimento lo porterbbe a formulare leggi naturali diverse da quelle riscontrate nella stanza: nello cabina vi è una forza in tutto lo spazio che muove gli oggetti là presenti. Una forza assente nella stanza a terra. Due sistemi di riferimento diversi, due leggi naturali diverse?

Per Galileo no. La legge formulata nella cabina sarebbe errata. Esiste sì una forza, quella del vento, ma questa non agisce sugli oggetti presenti in cabina, ma sulla nave.

È la nave che modifica il suo stato di moto, accellerando o rallentando rispetto agli oggetti presenti in cabina che, non essendo soggetti a forza, tendono a conservare il loro moto per inerzia prima del rufolo di vento e che di conseguenza mutano la loro posizione rispetto alla cabina, cioè alla nave.

Una cosa che si osserva sempre in macchina o in treno ogni volta che la macchina o il treno frena o accellera.

E allora? Allora per Galileo se si vogliono studiare le leggi della natura bisogna farlo in sistemi di riferimento, in ambienti non soggetti a forze esterne. Galileo li chiama "sistemi inerziali", sistemi che viaggiano per inerzia, cioè per moto proprio, a velocità costante.

E qui due osservazioni.
1. Le leggi della natura sono universali. Un asserto valido a tutt'oggi (la relatività Galileiana, un asserto che è risultato sempre valido, anche dopo Einstein, che non l'ha contraddetto, ma ampliato) e a tutt'oggi oggetto costante di indagine mai smentito dall'esperienza. Ma ... una legge universale non implica un ... Deus ex machina? Un pensiero? Il Peniero di Heyoka?
2. Nei sistemi inerziali le leggi della natura sono universali , cioè sono universali nei sistemi che non sono soggetti a forze esterne. Per Galileo, sistemi non soggetti ad accellerazione, e che quindi viaggiano a velocità costante. Per lui, con i mezzi di locomozione al tempo, nessun problema. Il suo mondo in fatto di moto o di accelerazione, è fatto di case statiche, corsa, cavalli, carrozze, navi. Galileo non studia ancora a fondo la gravità. Il problema si affaccia con Newton.
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Re: #come pensa un fisico#

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heyoka ha scritto: 23 gen 2021, 12:23
Se vi interessa come pensa un fisico, potrei proseguire, cercando anche di rispondere ad hayek, altrimenti su vostro gentile invito la finisco qui, al punto 1.

Pensa che a me, personalmente, interessa parlare e discutere molto di più di queste tematiche, rispetto anche alla discussione sulla SACROSANTA Secessione del Veneto da quell' aborto di Stato che chiamate Italia.
Perciò avanti a TUTTA!!!
Ad un fisico chiedo lumi sul fatto accertato dalla scienza dovbe i quanti avrebbero un comportamento diverso da quello naturale, quando si sentono "osservati". Sempre se ho capito bene!!!
In questo video dal minuto 14 ....
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Re: #come pensa un fisico#

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heyoka ha scritto: 6 feb 2021, 16:42
heyoka ha scritto: 23 gen 2021, 12:23
Se vi interessa come pensa un fisico, potrei proseguire, cercando anche di rispondere ad hayek, altrimenti su vostro gentile invito la finisco qui, al punto 1.

Pensa che a me, personalmente, interessa parlare e discutere molto di più di queste tematiche, rispetto anche alla discussione sulla SACROSANTA Secessione del Veneto da quell' aborto di Stato che chiamate Italia.
Perciò avanti a TUTTA!!!
Ad un fisico chiedo lumi sul fatto accertato dalla scienza dovbe i quanti avrebbero un comportamento diverso da quello naturale, quando si sentono "osservati". Sempre se ho capito bene!!!
In questo video dal minuto 14 ....
Ci arrivo, dammi tempo. Quanto al video, è giusto quando dice che la scenza non può ripondere ai perché. Ma tutto il suo dicorso è un insieme di domande senza risposte.

Le risposte non sono nella scienza, e non saranno mai nella scienza, ma in ognuno di noi.

Per il resto sembra divulgazione scientifica, ma non lo è. Le particelle non ballano nelle camere a bolle, ma sono deviate da campi elettromagnetici messi ad hoc per riconoscerle e studiarle.

È vero che vi sono molte costanti fisiche che se fossero di un seppur minimo diverso valore il mondo attuale non esiterebbe, ma il pi greco non è una costante fisica ma un numero.

Non esiste un "potenziale quantistico" ma livelli energetici quantistici. Forse sente una cosa e ne capisce un'altra.

Non ha senso parlare di forma d'onda dicendo che è la cosa fondamentale, non l'enegia dell'onda. L'onda ha un'enegia ma non una forma.

Campo quantico che collassa? Non sa di che parla!

Fisica quantistica che si credeva valesse solo per microsistemi e per sistemi non umidi, non rumorosi, non illuminati? Affermazioni mai fatte da nessun fisico serio. Il fisico calcola con la fisica classica nei macro sistemi perché la sufficiente affiadbile. Potrebbe applicare la fisica quantistica, che è sempre valida ovunque, raggiungendo gli stessi risultati. Calcola con la fisica quantistica nei micro sistemi perché la fisica classica la non è applicabile. La fisica quantistica non ha niente a che fare con umidità, rumore, luce.

Non esiste una energia debole elettrodebole. Non ha compreso le interazioni deboli. E via dicendo.

È l'obiezione che ho fatto a Sara sui testi di scienza divulgativa. Possono essere male interpretati.

Ma le domande che si pone, quelle si, sono tutte giuste. Perché la vita? Perché la malattia? Perché il cosmo? Purtroppo resteranno senza risposta scientifica. Ciò non toglie che tu, io, il 90% degli uomini vi dà una risposta, ma andando su altri piani.
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Re: #come pensa un fisico#

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Ovidio ha scritto: 1 feb 2021, 14:09 Scusa Holubice, devi ancora aspettare. Ma purtroppo i dubbi resteranno ad aeternum! Io ti posso solo dire quello che penso nel mio piccolo!

Il secondo esperimento di Galileo è un eperimento puramente mentale, perché al suo tempo non potva essere eseguito in pratica.

Nel primo esperimento Galileo in una stanza, tramite una molla lancia un disco su una tavola piana, e nota che tanto più leviga la tavola, tanto più lontano va il disco, tanto più tardi il disco si arresta. Ragionando al limite, Galileo desume che se il tavolo fosse perfettamente levigato, non avesse attrito e non esercitasse così alcuna forza frenante sul disco, questo continuerebbe a muoversi con la stessa velocità per sempre.

Galileo fa l'esperimento in una camera, cioè in uno spazio che lui chiama "suo sistema di riferimento", e si pone la domanda: le leggi della fisica che io studio nel mio sistema di riferimento, sono le stesse leggi che valgono se fossi in un sistema di riferimento diverso, ad esempio se facessi esperimenti non in una stanza che non si muove, ma in una stanza che rispetto a questa si muovesse, ad esempo nella cabina di una nave?

Nella sua stanza Galileo vede fiori crescere, una vasca di pesci che nuotano indisturbati, un disco sul tavolo che non si muove. Tutto quello che vedrebbe nella cabina di una nave che si muove su un mare piatto a velocltà costante. Le leggi che regolano la vita dei pesci, la crescita della pianta, il moto del disco sul tavolo, tutto sarebbe identico a quello che osserverebbe nella sua stanza a terra.

Nei due sistemi di riferimento, stanza e cabina, le leggi della fisica sono le tesse e gli esperimenti condurrebbero alle stesse conclusioni... a meno che ... la corsa della nave, causa una folata di vento, non venga accellerata o frenata.

Allora vedrebbe il vaso di pesci roversciarsi, i fiori cadere a terra, il disco muoversi. In pratica in tutta la stanza comparirebbe l'azione di una forza.

Ma questa forza è solo apparente, non esiste, e un esperimento lo porterbbe a formulare leggi naturali diverse da quelle riscontrate nella stanza: nello cabina vi è una forza in tutto lo spazio che muove gli oggetti là presenti. Una forza assente nella stanza a terra. Due sistemi di riferimento diversi, due leggi naturali diverse?

Per Galileo no. La legge formulata nella cabina sarebbe errata. Esiste sì una forza, quella del vento, ma questa non agisce sugli oggetti presenti in cabina, ma sulla nave.

È la nave che modifica il suo stato di moto, accellerando o rallentando rispetto agli oggetti presenti in cabina che, non essendo soggetti a forza, tendono a conservare il loro moto per inerzia prima del rufolo di vento e che di conseguenza mutano la loro posizione rispetto alla cabina, cioè alla nave.

Una cosa che si osserva sempre in macchina o in treno ogni volta che la macchina o il treno frena o accellera.

E allora? Allora per Galileo se si vogliono studiare le leggi della natura bisogna farlo in sistemi di riferimento, in ambienti non soggetti a forze esterne. Galileo li chiama "sistemi inerziali", sistemi che viaggiano per inerzia, cioè per moto proprio, a velocità costante.

E qui due osservazioni.
1. Le leggi della natura sono universali. Un asserto valido a tutt'oggi (la relatività Galileiana, un asserto che è risultato sempre valido, anche dopo Einstein, che non l'ha contraddetto, ma ampliato) e a tutt'oggi oggetto costante di indagine mai smentito dall'esperienza. Ma ... una legge universale non implica un ... Deus ex machina? Un pensiero? Il Peniero di Heyoka?
2. Nei sistemi inerziali le leggi della natura sono universali , cioè sono universali nei sistemi che non sono soggetti a forze esterne. Per Galileo, sistemi non soggetti ad accellerazione, e che quindi viaggiano a velocità costante. Per lui, con i mezzi di locomozione al tempo, nessun problema. Il suo mondo in fatto di moto o di accelerazione, è fatto di case statiche, corsa, cavalli, carrozze, navi. Galileo non studia ancora a fondo la gravità. Il problema si affaccia con Newton.
Non so Holubice, ma io sto ancora aspettando un pò di luce, su questi argomenti.
Sono sincero, finora ho fatto un pò di fatica a starti dietro.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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