Blocco di TikTok, dopo il caso della bimba di Palermo
Inviato: 22 gen 2021, 23:32
Il Garante per la protezione dei dati personali "ha disposto nei confronti di TikTok il blocco immediato dell'uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l'età anagrafica". Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 1fbe1.html
Premesse: Questa decisione, a mio avviso giusta seppur insufficiente, arriva dopo un fatto che ha sconvolto il Paese, a seguito della morte di una bambina di 10 anni, la quale ha aderito a una sfida online a cui partecipano ragazzini da tutto il mondo, conosciuta come "black-out challenge" dove il "gioco" consiste nello stringere una cintura attorno al collo, finché si riesce a resistere. Per lei, la piccola, questo è stato fatale.
Condivido quanto espresso dallo psicologo e psicoterapeuta dott. Calogero Lo Piccolo, che interviene nell'articolo citato poco sopra.
Questi comportamenti affondano le radici nella competizione (elemento comune in tutte le culture, in tutte le epoche) e ben documentato in psicologia evoluzionistica e antropologia (culturale e già dalla paleoantropologia). Qui, però, si assiste a qualcosa di ben più complesso.
Come dice il dottore, cito testualmente: "siamo tutti dentro un reality show che richiede performance ammirevoli, dentro un talent in cui guadagnare voti. Dentro la dicotomia figo-sfigato". Questo è vero, per i giovanissimi di oggi, perché queste piattaforme (di cui TikTok è solo l'ultima e più apprezzata e usata) amplificano questo fenomeno modificando così la percezione della realtà, che di fatto non esiste più, bensì sposta l'attenzione su un mondo virtuale, dove ciò che conta realmente è apparire e la considerazione positiva altrui (peraltro di sconosciuti).
A 10 anni tutto ciò è ancora incomprensibile, soprattutto i risvolti negativi e potenzialmente nocivi o addirittura fatali. Non mi riferisco solo ad un fatto estremo, come appunto la morte, ma a tutto ciò che già avviene tutti i giorni: abbandono progressivo della realtà, problematiche sociali e di socievolezza, percezione del sé sbagliata, distruzione dell'autostima e tanto altro.
Ho spesso, in passato, sollevato tale questione, puntando in molte occasioni il dito verso la famiglia che è ormai frequentemente assente.
Non credo sia questo il caso, pertanto alla famiglia della piccola vanno le mie più sentite condoglianze.
Il guaio qui non è nemmeno totalmente imputabile a TikTok, che "sfrutta" l'onda del momento, offrendo uno spazio di "autorealizzazione" ai giovanissimi. Ciò che è importante diffondere è una cultura diversa, una nuova consapevolezza da riacquisire pescando dai tempi in cui non c'erano questi strumenti. Sono molti gli attori in campo che potrebbero (e dovrebbero) fare molto di più per insegnare, sensibilizzare e crescere questi ragazzi nel rispetto dei valori, della vita, di sé e degli altri. Queste piattaforme hanno, inevitabilmente, eroso tutto ciò e quello che manca, evidentemente, è proprio questo fatto: la considerazione del prossimo, ormai nulla.
Premesse: Questa decisione, a mio avviso giusta seppur insufficiente, arriva dopo un fatto che ha sconvolto il Paese, a seguito della morte di una bambina di 10 anni, la quale ha aderito a una sfida online a cui partecipano ragazzini da tutto il mondo, conosciuta come "black-out challenge" dove il "gioco" consiste nello stringere una cintura attorno al collo, finché si riesce a resistere. Per lei, la piccola, questo è stato fatale.
Condivido quanto espresso dallo psicologo e psicoterapeuta dott. Calogero Lo Piccolo, che interviene nell'articolo citato poco sopra.
Questi comportamenti affondano le radici nella competizione (elemento comune in tutte le culture, in tutte le epoche) e ben documentato in psicologia evoluzionistica e antropologia (culturale e già dalla paleoantropologia). Qui, però, si assiste a qualcosa di ben più complesso.
Come dice il dottore, cito testualmente: "siamo tutti dentro un reality show che richiede performance ammirevoli, dentro un talent in cui guadagnare voti. Dentro la dicotomia figo-sfigato". Questo è vero, per i giovanissimi di oggi, perché queste piattaforme (di cui TikTok è solo l'ultima e più apprezzata e usata) amplificano questo fenomeno modificando così la percezione della realtà, che di fatto non esiste più, bensì sposta l'attenzione su un mondo virtuale, dove ciò che conta realmente è apparire e la considerazione positiva altrui (peraltro di sconosciuti).
A 10 anni tutto ciò è ancora incomprensibile, soprattutto i risvolti negativi e potenzialmente nocivi o addirittura fatali. Non mi riferisco solo ad un fatto estremo, come appunto la morte, ma a tutto ciò che già avviene tutti i giorni: abbandono progressivo della realtà, problematiche sociali e di socievolezza, percezione del sé sbagliata, distruzione dell'autostima e tanto altro.
Ho spesso, in passato, sollevato tale questione, puntando in molte occasioni il dito verso la famiglia che è ormai frequentemente assente.
Non credo sia questo il caso, pertanto alla famiglia della piccola vanno le mie più sentite condoglianze.
Il guaio qui non è nemmeno totalmente imputabile a TikTok, che "sfrutta" l'onda del momento, offrendo uno spazio di "autorealizzazione" ai giovanissimi. Ciò che è importante diffondere è una cultura diversa, una nuova consapevolezza da riacquisire pescando dai tempi in cui non c'erano questi strumenti. Sono molti gli attori in campo che potrebbero (e dovrebbero) fare molto di più per insegnare, sensibilizzare e crescere questi ragazzi nel rispetto dei valori, della vita, di sé e degli altri. Queste piattaforme hanno, inevitabilmente, eroso tutto ciò e quello che manca, evidentemente, è proprio questo fatto: la considerazione del prossimo, ormai nulla.