Per iniziare, questi sono ottimi!
Oltre, ovviamente, ai grandi classici imprescindibili (come Gli Archetipi dell'inconscio collettivo di Jung).
Per iniziare, questi sono ottimi!
Vedi, questa è una sensazione comune che tutti abbiamo e di cui tutti ne siamo certi.
Come ho scritto tempo fa, in altra discussione:
Il corpo riceve gli stimoli dall'esterno, che vengono inviati al talamo, poi passano all'amigdala, al giro del cingolo e ad una variegata sinergia fra strutture corticali e sottocorticali che "traducono" tali stimoli e li arricchiscono di significato (utile per la sopravvivenza), infondendoli anche di valenza emotiva e, infine, cristallizzandoli nella memoria. Il comportamento (inconscio) degli uomini è guidato da questo (che è alla base anche della motivazione) e, solo dopo, molto dopo giunge la parte razionale che, attraverso la coscienza, ci permette di analizzare "i perché che tutti ci poniamo".
Se fai un mestiere del genere, devi per forza conoscere cosa c'è scritto in quel libro...
Io uso la stessa tecnica che si usa per la carpa di lago. La spurga della melma...Shamash ha scritto: ↑6 feb 2021, 22:23 ...
Insomma, quando vedete uno spot pubblicitario, non guardatelo con razionalità, cercando caratteristiche, utilità di quel prodotto o un barlume di realismo nelle scene. Lì è fiaba, è un mondo fatto di emozioni e sentimenti, di sensazioni che si ottengono solo attraverso il possesso di quel bene.
Hai visto anche le marmotte che impacchettano le stecche di cioccolato Milka...?
Conosco il libro e l'analisi circa la situazione della Levi's (e di molte altre, con esempi di prim'ordine, come Apple, Porsche, Nike, Adidas, Chanel e così via). Diciamo che, in taluni contesti, ciò è vero ed è fedele alla realtà. Non si paga per quel determinato bene, ma per lo status symbol che si ottiene possedendolo. Quindi, a volte il prezzo pagato è di gran lunga superiore al valore di produzione del bene in oggetto, ma pur sempre inferiore a quanto saremmo disposti a pagare per la felicità. Questa, ha un prezzo?Holubice ha scritto: ↑7 feb 2021, 1:11 Se fai un mestiere del genere, devi per forza conoscere cosa c'è scritto in quel libro...
Mirabile è quella ricostruzione di un consiglio di amministrazione della Levi's, in cui il loro amministratore delegato, all'ingrosso, disse:
- Dovete mettervi in testa che l'azienda Levi's non produce del jeans: qualsiasi cretino, comprando un po' di buon cotone, può fabbricare del buon denim, anche molto meglio del nostro. Noi costruiamo dei Totem, i quali Totem, per attrazione, porterà il consumatore a comprarci i pantaloni. Dobbiamo mettergli nella testa che solo se indosserà il nostro marchio potrà emozionarsi e sentirsi appagato. Il pantalone è l'ultimo dei nostri problemi, ed è un'attività marginale della nostra azienda, totalmente subappaltata a dei fornitori lontani, spesso dall'altra parte del Pianeta.[/i]
Poi faceva i conti in tasca a (mi pare) Magic Jonson, il cestista plurimiliardario americano, per vedere, fatto 150 dollari il costo di una scarpa da ginnastica della Nike, quanti di quei dollari finissero nelle tasche del testimonial numero uno del mondo, e quanto nelle tasche degli operai centroamericani che le avevano costruire per intero.
Insomma, una accusa alle storture del nostro sistema economico, poco equo e solidale, anzi, molto iniquo e coloniale. E una derisione della nostra dabbenaggine, di persone (spesso anche in età matura) capaci di pagare un prodotto anche 20/30 volte il suo valore intrinseco. Tutto grazie al paziente lavoro di voi raffinati venditori di desideri e speranze in confezione spray (cit.)
Un prezzo no... Ma un indirizzo sì...Shamash ha scritto: ↑7 feb 2021, 2:14 ...
Conosco il libro e l'analisi circa la situazione della Levi's (e di molte altre, con esempi di prim'ordine, come Apple, Porsche, Nike, Adidas, Chanel e così via). Diciamo che, in taluni contesti, ciò è vero ed è fedele alla realtà. Non si paga per quel determinato bene, ma per lo status symbol che si ottiene possedendolo. Quindi, a volte il prezzo pagato è di gran lunga superiore al valore di produzione del bene in oggetto, ma pur sempre inferiore a quanto saremmo disposti a pagare per la felicità. Questa, ha un prezzo?
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Certo... Ma fatta salva la mia stima personale, credo che avrebbe più di qualche riserva, nel definire etica la tua professione.
La professione non ha nulla di "non etico", anzi è estremamente affascinante perché a cavallo fra il mondo della comunicazione e quello della psicologia. Semmai, l'etica è negli individui che usano tali tecniche nel modo corretto o meno, con professionalità o meno. Anche un medico ti può salvare la vita o uccidere, anche un ingegnere può permetterti di vivere in una casa solida o fartela crollare in testa, anche l'idraulico può farti un impianto super o allagarti casa...