heyoka ha scritto: 13 apr 2021, 10:33
Copio ed incollo, dall' amica Ginger:
Un papa comunista è una contraddizione...papa Francesco è uno show man...per favore non dire che è comunista...
Riguardo al neonazismo: si credo sia il male assoluto...onestamente non so come si possa ritenere che l'antisemitismo, il razzismo, l'omofobia, la sistematizzazione della violenza e soprattutto la scelta di usare come modelli Hitler &co possa non essere considerato male...
Possiamo parlare di Pregiudizio di conferma, da parte di Ginger?
Lo chiedo in particolare ad Holubice, che ha aperto questo treadh, che mi sta ossessionando.
Invito anche l' amico Shamash ad intervenire a questo proposito, visto che lavora su queste tematiche.
Andiamo per gradi, visto che affronti varie tematiche che toccano inevitabilmente altrettante discipline.
In primo luogo, confermo quanto si evince dall'interessante thread aperto da Holubice, di cui parlerò a breve.
Per quanto concerne l'antisemitismo, il razzismo, l'omofobia, la sistematizzazione della violenza e così via, bisogna analizzare la questione sotto una luce [anche] evoluzionistica. In psicologia sociale, il razzismo e meglio definito pregiudizio razziale ha numerose forme, fra cui quelle "sottili" o latenti, particolarmente diffuse. Esso poi si esprime anche nel pregiudizio di genere (sfociando nel sessismo) e si manifesta con numerose espressioni, quali anche freddezza e distanza. Da notare l'esistenza, inoltre, del pregiudizio implicito (o automatico). Tutto questo può nascere da numerose fonti, come il senso del "diverso", oltre al desiderio (o lotta per il) mantenimento di una differenza nello status sociale. Parliamo quindi di orientamento al dominio sociale.
Mi piacerebbe approfondire anche in ambito strettamente antropologico, in quanto tali fenomeni potrebbero affondare le radici negli albori dell'umanità. L'uomo, infatti, in quanto animale sociale, ha dovuto creare una gerarchia sociale, vivendo in gruppo (gruppi "chiusi"). Quindi, è logico supporre che qualsiasi ingerenza da individui esterni al gruppo di appartenenza fosse vista come una minaccia, un'aggressione. Da lì, ecco l'avversione per il "diverso".
L'esempio di Hitler e dell'antisemitismo è più complesso. Non vi sono qui solo ragioni di pregiudizio razziale (o desiderio di selezione per la "purezza" della razza) bensì anche motivazioni di natura politica e ancor più economica. Insomma, l'odio verso gli ebrei viene così "giustificato" di facciata con la razza, mentre le ragioni sono più profonde per la loro persecuzione e desiderio di sterminio.
Per quanto riguarda il topic, è corretto quanto si evince da ciò che è stato citato da Holubice.
Tale ambito rientra nella grande disciplina della psicologia della comunicazione e nella fattispecie nel settore degli
errori di ragionamento induttivo. Infine, si giunge al concetto chiave di
tendenza alla conferma.
Facciamo un passo indietro. Il cervello viene spesso definito in neuroscienze "un avaro cognitivo". Ossia cerca di portare a termine i propri compiti con il minor dispendio di energia possibile. Questo si traduce in azioni "automatiche", che portano a volte inevitabilmente a commettere errori di valutazione. Questo è uno di tali casi.
Questo meccanismo torna utile in numerosi momenti della vita quotidiana, però può indurre in errore perché il cervello non si sofferma a valutare tutte le variabili in gioco, soprattutto quelle che possono confutare il risultato. Quindi, tratto in inganno, arriva ad un risultato sbagliato.
Inoltre, alcuni studiosi affermano che il fatto di ricevere conferme è gratificante e fa sentire bravi, quindi è molto più appagante ricevere una conferma piuttosto che essere smentiti. Mettere in gioco le proprie idee, confrontarle con quelle di altri, valutare tutti i dati e comprendere che si è in errore è un esercizio costoso in termini energetici. Più facile, veloce e gradito avere (o desiderare) conferme.
Giaguaro introduce un punto chiave, di cui mi compiaccio (oltre a provare ammirazione per il nonno e la grandissima saggezza dimostrata).
La
cultura.
Il razzismo e qualsiasi forma di pregiudizio possono essere vinti solo dalla cultura, dal soffermarsi a comprendere e quindi vedere le differenze fra individui come una ricchezza e non una minaccia. Certo, essa deve essere reciproca, ma è un processo continuo e, oggi a causa della globalizzazione, ormai obbligatorio.