Tanto per provocare!

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Ovidio
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Re: Tanto per provocare!

Messaggio da leggere da Ovidio »

Sara ha scritto: 12 gen 2021, 18:38 L'ateo come dire... riflessivo, non nega l'esistenza di dio, molto semplicemente non ci crede. Conosce e segue infatti un principio basilare della logica: adfirmanti incumbit probatio. L'onere della prova, ossia la "dimostrazione" dell'esistenza della divinità compete a chi crede, ed è assurdo in assoluto chiedere la dimostrazione di una inesistenza. Lo è per la Befana, la fatina dei denti, la teiera di Russell e via fantasticando.
La "teologia razionale"cristiana ha espresso nei secoli alcune "prove" dell'esistenza di dio: ontologica, cosmologica ecc., accettate o confutate dai
pensatori, non convincenti per chi non crede.
Oltre al misticismo, forma particolare di religiosità, esiste fin dalle origini del cristianesimo un orientamento non razionalista, oggi direi prevalente, che ritiene la fede un dono ed è poco interessata alla teologia e alla dogmatica. Avverte l'esigenza di un dio, crede che esista, lo onora e ne segue i precetti.
L'ateo non l'avverte e trae da altre fonti i suoi modelli etici.
Non sono d‘accordo. L'ateo nege l'esistenza di Dio. Non credo che esiste Dio = Dio non esiste.

E propone eventualmente il caso come elemento creatore, o, nel peggiore dei casi, non formula alcuna ipotesi.
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heyoka
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Re: Tanto per provocare!

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Sara ha scritto: 12 gen 2021, 18:38 L'ateo come dire... riflessivo, non nega l'esistenza di dio, molto semplicemente non ci crede. Conosce e segue infatti un principio basilare della logica: adfirmanti incumbit probatio. L'onere della prova, ossia la "dimostrazione" dell'esistenza della divinità compete a chi crede, ed è assurdo in assoluto chiedere la dimostrazione di una inesistenza. Lo è per la Befana, la fatina dei denti, la teiera di Russell e via fantasticando.
La "teologia razionale"cristiana ha espresso nei secoli alcune "prove" dell'esistenza di dio: ontologica, cosmologica ecc., accettate o confutate dai
pensatori, non convincenti per chi non crede.
Oltre al misticismo, forma particolare di religiosità, esiste fin dalle origini del cristianesimo un orientamento non razionalista, oggi direi prevalente, che ritiene la fede un dono ed è poco interessata alla teologia e alla dogmatica. Avverte l'esigenza di un dio, crede che esista, lo onora e ne segue i precetti.
L'ateo non l'avverte e trae da altre fonti i suoi modelli etici.
Bisogna capire anche quale idea di Dio, uno ha in mente per decidere di NON credere nella sua esistenza.
Io faccio fatica a capire uno che NON crede nella possibilità ci sia una Energia pensante e creatrice, guardando una opera d' arte.
Posso comprendere il Dubbio ma non la certezza.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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Ovidio
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Re: Tanto per provocare!

Messaggio da leggere da Ovidio »

Ovidio ha scritto: 12 gen 2021, 18:58
Sara ha scritto: 12 gen 2021, 18:38 L'ateo come dire... riflessivo, non nega l'esistenza di dio, molto semplicemente non ci crede. Conosce e segue infatti un principio basilare della logica: adfirmanti incumbit probatio. L'onere della prova, ossia la "dimostrazione" dell'esistenza della divinità compete a chi crede, ed è assurdo in assoluto chiedere la dimostrazione di una inesistenza. Lo è per la Befana, la fatina dei denti, la teiera di Russell e via fantasticando.
La "teologia razionale"cristiana ha espresso nei secoli alcune "prove" dell'esistenza di dio: ontologica, cosmologica ecc., accettate o confutate dai
pensatori, non convincenti per chi non crede.
Oltre al misticismo, forma particolare di religiosità, esiste fin dalle origini del cristianesimo un orientamento non razionalista, oggi direi prevalente, che ritiene la fede un dono ed è poco interessata alla teologia e alla dogmatica. Avverte l'esigenza di un dio, crede che esista, lo onora e ne segue i precetti.
L'ateo non l'avverte e trae da altre fonti i suoi modelli etici.
Non sono d‘accordo. L'ateo nege l'esistenza di Dio. Non credo che esiste Dio = Dio non esiste.

E propone eventualmente il caso come elemento creatore, o, nel peggiore dei casi, non formula alcuna ipotesi.
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Re: Tanto per provocare!

Messaggio da leggere da Sara »

Ho molta simpatia per la matematica, la quale si è occupata anche di teologia. Chi la conosce un po' si divertirà senz'altro con questa lettura: https://it.emcelettronica.com/dimostraz ... nza-di-dio

Ad ogni modo, c'è una differenza basilare tra il non credere nell'esistenza di qualcosa e il dimostrarne l'inesistenza, il che la logica esclude.
La teologia razionale dimostra l'esistenza di dio con argomenti che non convincono l'ateo. Il quale lo dichiara: non credo. È illogico chiedergli (avviene con una certa frequenza) di dimostrare che dio non esiste, come lo sarebbe per qualunque altro ente "non reale", tipo la Befana o il paese di bengodi.
Anche questi in effetti "esistono", in quanto immaginabili, prodotti cioè della mente. L'idea di dio ha un valido fondamento antropologico e culturale, fornisce un fine all'esistenza, una base alla moralità e altro: se ben intesa - non sempre nella storia - può essere anche socialmente "utile".
Le religioni però escludono che dio sia un'idea (lo ribadiva con particolare energia il papa emerito); gli attribuiscono l'esistenza (prova ontologica), oppure lo ritengono causa dell'universo (cosmologica) ecc., il che crea parecchi problemi alla ragione.
Infatti, lo dicevo nell'altro post, molti credenti non sono tali per motivi razionali ma per fede (Credo quia absurdum est, scriveva già Tertulliano) e se giovano. Altre persone non hanno fede e si rifanno a principi magari simili ma di origine laica.
Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.
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Ovidio
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Re: Tanto per provocare!

Messaggio da leggere da Ovidio »

Sara ha ragione, infatti spesso defunisco l'ateo un credente, in quanto crede alla non esistenza di un'entità suprema.

È indimostrabile che esista o che non esista, ma il credente in Dio ha qualche vantaggio in più:
1 - ogni effetto ha una causa. Molti fisici pongono il caso all'origine dell'universo e della vita.

Dimenticano con questo due cose basilari: il caso segue leggi fisiche, e la domanda base non è cosa origina l'universo, ma cosa sta alla base delle leggi naturali.

Perchè le leggi naturali non sono casuali, ma intelleggibili, e seguono un logos. È difficile immaginare il logos come derivante dal caso.

Il secondo punto che dimenticano è l'autocoscienza. Possiamo creare robots che hanno intelligenza artificiale (leggi autoimprendimento). Ma nessun robot arriverà ad avere autocoscienza. Ogni essere sente in se qualcosa di divino, che lo voglia o no, cioè un'appartenenza a qualcosa di estraneo a lui. E se uno lo nega, è comparabile al cieco che nega la luce perché non la vede. Su 7 miliardi, quanti sono i veri atei? Tutti gli altri vedono una luce o un barlume di luce, percepiscono quel qualcosa che li porta a credere.

Per ora basta. Seguito alla prossima puntata.
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Holubice
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Re: Tanto per provocare!

Messaggio da leggere da Holubice »

Ovidio ha scritto: 28 nov 2020, 13:36 ...
Certo è che molti atei che conosco hanno una morale superiore a molti fedeli di mia conoscenza.

E, generalmente, conoscono anche le Scritture molto meglio dei credenti... Molti di loro dicono di essere diventati atei proprio per questa ragione...


"Nessun uomo può uccidere nel nome di Dio. Tranne forse in quello dell'Antico Testamento"

(Anonimo)

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